Appunto.Questi non sono rimpianti ma recriminazioni.Si attribuiscono ad altri le colpe nel bene e nel male.Il rimpianto, un po' come il rimorso, si ha quando si riconosce la stupidità, la colpa, di una scelta o di una non scelta fatta a suo tempo.Ricordarsi però le motivazioni e riconoscerle ancora valide non ti fa vivere di rimpianti.
Sì, è proprio vero :flower:
Infatti uno tra i + grandi rimpianti che ho...appartiene a quando avevo 20 anni,
ed è dovuto a una mia scelta.
Condizionata, a dire il vero, però cmq fondamentalmente mia.
E' un rimpianto che pesa moltissimo, davvero un grande sogno spezzato sul nascere.
Soprattutto perché, appena dopo, ci ha pensato la vita stessa a portarmi via la fonte
di tanto immenso, e raro nel suo caso, universo maschile a cui attingere e dare :flower:
Era il mio prof di filosofia, 30 anni al momento che racconto,
e io rimandai un appuntamento che aspettavo nello stesso modo in cui potevo aspettare
un treno che dovesse portarmi verso l'infinito.
Ne ebbi l'opportunità sùbito, nel senso...non appena ci fu per entrambi l'occasione
di incontrarci fuori dall'àmbito scolastico.
Eravamo felici di esserci ritrovati, ci si leggeva chiara questa voglia di costruire qualcosa insieme...di conoscenza e condivisione, come anche di puro e semplice affetto.
Di tutto ciò che andasse oltre le numerose punzecchiature e simil litigate fatte durante le ore di lezione, da parte mia sapendo che potevo permettermele :ros: da parte sua sapendo che me le avrebbe concesse senza alcuna punizione, come se fosse una sorta di "gioco" per conoscerci, appunto...e prender confidenza, non so spiegare :ros:
Rimandai l'appuntamento dato in quell'occasione di cui sopra...influenzata dalla gelosia del mio ragazzo di allora.
Poco tempo dopo, un mese...due...non riesco mai a ricordarlo con precisione
(o forse + semplicemente cerco di rimuovere) era già partito per il suo viaggio :flower:
E io non lo sapevo nemmeno, ho saputo solo all'ultimo, un fulmine a ciel sereno... è proprio il caso di dirlo.
Ma tutti quanti, a scuola, sapevano di questo speciale rapporto che si era creato tra noi
in quel tempo così breve di una quinta Liceo quasi magica...e fuori da ogni possibile equivoco.
Infatti la "vecchia" classe le chiese a me quelle poche righe da scrivere al momento,
perché era giusto così, per quell'affetto e ammirazione che provavo,
e anche per un tacito rispetto, credo, verso il sogno spezzato...e verso un'amicizia profonda, spontanea,
che non aveva avuto la possibilità di scegliere quando, come e dove prolungare le sue braccia,
pur avendo radici ben salde di reciproca stima, fiducia e affetto :flower:
Però io avrei potuto scegliere almeno "quel giorno"...ed ora avrei senz'altro un altro imperdibile ricordo,
imparando tantissimo anche soltanto nell'arco di poche ore trascorse insieme, non ho alcun dubbio.
(e stargli vicino, forse, ma qui mi spingerei troppo oltre...e non è il caso).
Invece mi sono fatta incatenare dall'egoismo di chi mi stava accanto.
(naturalmente non era colui che poi è diventato mio marito, lui sì che ne sarebbe stato felice quanto me, e solo perché di più era impossibile :flower
.
Così piango ogni volta che ci penso o ne scrivo.
E più passano gli anni...più ne ho consapevolezza e rimpianto.
Lo consideravo il mio maestro, nel senso più completo della parola.
Ed era unico. Immensamente unico :flower: