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GdL di G.it - Il marito in collegio - Giovannino Guareschi

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Finito di leggere, appena ho un po' di tempo mi metto a scrivere qualcosa.
In questi giorni potrei essere un po' impegnato.
 

Olmo60

Guru Master Florello
RECENSIONE:
l'introduzione ai capitoli mi ha ricordato le didascalie delle pellicole del cinema muto, o quelle di certi fumetti dell'epoca, (Il signor Bonaventura) e sono l'unica traccia di un linguaggio "antico". Il resto invece l'ho trovato attuale, diinamico,scattante. Persino termini come "galantuomo, a guisa, tristanzuolo" calati in questo contesto,con questi personaggi, fanno da supporto all'ironia. La scrittura è brillante, ricchissima di figure retoriche irresistibili, che si dipanano una dopo l'altra, nello svolgersi delle rocambolesche vicende. Guareschi traccia un affresco esilarante dei difetti che accompagnano la nostra epoca, il vivere civile, scova le incongruenze, le piccolezze, ribaltandone il significato morale ("Camillo è un uomo normale, un essere fornito di buon senso e di regolare intelligenza. E' uno sciocco qualunque in altre parole"pag.62) e di rovesciamenti di senso è pieno tutto il libro. La società che prende in giro è anche la nostra, prende in giro i luoghi comuni, li svela, li ridicolizza ma ridicolizzandoli ne riduce la portata. Se tutto il male viene dall'arrivismo (la famiglia accetta il ricatto per soldi) e dal conformismo (in fondo è per non essere criticati dalla società d'appartenenza che inizia l'inganno ai danni di Camillo), nella scena finale, là dove le signore dell'alta società ridono e ballano con il "villano", anche questi due assunti vengono rovesciati dimostrando quanto si fossero ingannati i Medellis-Food-Fuolard-Wonder (discendenti dei crociati) sul loro stesso mondo. Non mi sembra che Guareschi abbia adottato un punto di vista ideologico di classe, in quanto il suo sarcasmo è spalmato su tutti in egual misura, nobili e plebei. Casomai mi sembra che se fa una critica questa è rivolta al "peccato" e non al "peccatore" in perfetta linea con il suo cattolicesimo. In sostanza la sua critica prioritaria va al conformismo che si nutre dell'auto-inganno: Carlotta, quando comincerà ad ascoltarsi (quando smetterà di seguire gli insegnamenti degli altri e si distaccherà dagli ideali che le hanno imposto e che lei aveva accettato) salterà la finestra e troverà (sembra) la felicità. Camillo, quando si ribella, lascerà tutti a bocca aperta e non solo sarà benvoluto dalla ricca società ma conquisterà sua moglie. La famiglia Medellis, alla fine si accorgerà che si erano ingannati sul mondo nel quale credevano di vivere: gli altri nobili accettano un Camillo diventato esuberante e non si sentono "sminuiti" dalla sua presenza: forse è anche questo causa degli svenimenti finali di Donna Leo, la sera dell'ultimo ricevimento.
In ultimo: ho letto in questa storia divertente (e a sfondo morale) persino un consiglio al forum: non arroccarsi su posizioni di conservatorismo: il glorioso passato dei Crociati è morto e sepolto. Solo chi saprà aprirsi al nuovo che avanza, anche se è di basso lignaggio, continuerà a divertirsi così come si sono divertite le dame aristocratiche a ballare e farsi sbaciucchiare dal bel Camillo:lol::Saluto:

voto 7
 
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miciajulie

Fiorin Florello
micia, recensione
'romanzo ameno' (cit.) in cui si è catapultati in una... commedia? farsa? fiaba? veloce, vivace. il vocabolario la colloca temporalmente alla metà del secolo scorso o nell'immediato ventennio precedente, senza alcuna concessione a termini stranieri, ma con spazio per la loro storpiatura (vechendo/weekend); la storia invece - un matrimonio da celebrare in fretta per non perdere lo status di ricco nullafacente. compreso amore finale che vince su tutto - è quella di sempre, così come i personaggi (l'attuale pierpiero di albanese cos'ha di tanto diverso da giusmaria?) che l'autore ci propone netti e chiari, spazzando subito il campo a un iniziale 'fasullo' stato confusionale in cui gioca a far cadere il lettore proponendogli una sovrabbondanza di personaggi, che poi riduce in fretta ai più significativi. buffi e simpatici i dialoghi spesso surreali, in ogni pagina si respirano insieme i profumi di un teatro di caratteristi di spessore e di film b/n stile helzapoppin'; e, specie agli inizi dei capitoli, pare di veder sfilare un fumettone con su scritto 'qui comincia l'avventura... firmato sto'. niente è lasciato al caso, persino i nomi di fantasia sono scelti con attenzione, peccato il tempo passato e la mia ignoranza non abbiano saputo 'tradurli', interpretarli proprio tutti (abbiamo già ricordato formitrol, veramon, verre d'eau, conte di gigolette; e qui, ora, tartin e trecagnett... - aaarghhh, ma guareschi aveva un po' la fissa col tre, eh?). si legge veloce, divertendosi sia per la trama sia per lo stile, così tanto che vien voglia di usarlo, almeno a me grafomane qual sono. una piacevole scoperta, e inaspettata, uno scrigno da riaprire ogni tanto per un sorriso o per scoprirci qualcosa che ci era sfuggito. scusate ma il voto non lo do: non mi viene, specie per i libri.
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
I protagonisti della vicenda sono iperboli, divertenti caricature di ciò che rappresentano.
La storia è divertente, provocatoria e descrive i conflitti sociali dell'attualità di allora attraverso le personalità dei personaggi coinvolti.
In una grossa metafora si descrive una società decadente, in cui la nobiltà pretende di vivere di rendita, fingendo di non capire o non volendo accettare che le classi sociali si stanno rovesciando. Ora la borghesia (Casimiro, ma anche Tommaso prima di lui) ha in mano le redini del potere, e fa sentire il proprio maglio forte sulla nobiltà che, oramai in decadenza, si consola del proprio passato, delle proprie tradizioni, senza voler riconoscere che il proprio tempo è finito.
Fa infatti scalpore l'atteggiamento di Robinia, che non cela la propria attrazione verso Camillo, al contrario di Carlotta che invece cerca di nasconderlo anche a se stessa.
Considerata la struttura patriarcale dell'epoca, non è un caso che fosse Edo quello a cui non manca un certo senso pratico. Il più giovane, e quindi il meno abituato alla pretesa superiorità di lignaggio della boriosa nobiltà.
Il lavoratore (Camillo) si trova invece nel mezzo della vicenda, umile, onesto, di cuore puro, viene abusato da tutti e senza scrupoli. Solo Nicolino, "lo studente", lo mette in guardia, senza avere tuttavia la possibilità di fare null'altro.
La storia finirà con la giovane "strana coppia" che bussa alla porta del nuovo padrone. Carlotta ricorda molto il giovane Falconeri, nipote del Principe di Salina, che sposa la figlia del sindaco, imprenditore intraprendente, lontano dalla nobiltà, ma proprietario della qualità che ne avrebbe presto soppiantato l'importanza.
Il libro è scorrevole, non banale, a tratti divertente, a tratti pomposo, specialmente quando l'autore si dilunga molto in storie estranee alla vicenda per semplici similitudini.
Non sarà un libro che ricorderò come una lettura eccellente, ma è valsa la pena di leggerlo.

Voto: 6
 

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Master Florello




Riepilogo partecipanti



DARIA (in lettura)

LETIZIA (in lettura)
ANNA - non si hanno notizie
HARMA (in lettura)
FRANCESCO (finito)
PICANTINA - non si hanno notizie
MARGOT finito - recensito
MARYFLOWERS finito - recensito
ROCCO.CO non si hanno notizie
CARNE in qualita' di ospite attiva - recensito
NATABRUJA finito - recensito
MICIAJULIE finito - recensito
CHEGUEVILLA - finito - recensito
ANGIL - finito - recensito
OLMO finito - recensito
BENJI non si hanno notizie
IRONBEE idem
GREEN THUMB idem

Aggiornato se ho ceffato qualcosa mettetelo a posto
 
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daria

Master Florello
RECENSIONI - prima parte

Recensioni - prima parte

ANGIL:
Eccomi qui anch'io per la prima volta a dire qualcosa su un libro...
Per me è stata una nuova esperienza. Il libro l’ho trovato molto bello e divertente, mi è dispiaciuto quando è finito.
Cmq a volte trovavo un po’ troppo ripetitiva la frase riguardante Edo, che non manca di un certo senso pratico ma in certe occasioni stava benissimo e faceva molto ridere.Credo di aver gustato il libro in modo particolare, molto più divertente di una semplice lettura, perché letto ad alta voce da una persona a me carissimissima che ha interpretato tutti i personaggi con i giusti toni. (io seguivo la lettura sul pc).Quindi un grazie particolare a lei
Leggerei volentieri un altro libro di Guareschi


CARNE:
Letto in breve tempo per la lettura scorrevole, interessante, umoristica, insomma un buon libro.
Descrizione chiara e graduale dei personaggi con nomi originali per alcuni. Non so se abbiano un significato intrinseco per ciò che rappresentano.
La trama è semplice, Carlotta ultima discendete di una nobile famiglia imparentata con un plebeo ma molto ricco, lo zio, il quale passa un assegno consistente ai nobili squattrinati e lascierà una consistente eredità alla nipote Carlotta alla sola condizione che sposi un pretendente che piaccia allo zio.
Da qui intrighi e sotterfugi descritti con umorismo si intrecciano e la fine del racconto è scontata anche se l'evolversi è ben architettata dallo scrittore.
Anche se è un libro con uno stile un po' fuori moda, desueto, è comunque molto piacevole e divertente. E' un libro che tengo volentieri nella mia piccola biblioteca e tra quelli letti questo lo valuterei 9/10


MARGOT:
Se dovessi usare una sola parola, direi stimolante.
Mi è piaciuto molto: mi è piaciuto perchè ho interrotto più volte la lettura, per andare a riprendere libri già letti e per cercare informazioni su argomenti che conoscevo poco o che non ricordavo.
Non è uno di quei libri dove tutto è scritto e descritto alla perfezione, quindi non devi far altro che leggere e farti guidare dal racconto: Questo richiede una certa partecipazione. Un racconto leggero che lascia molto spazio alla fantasia di chi legge, che può scegliere con quale personaggio simpatizzare. Non c'è un protagonista vero e proprio, non c'è un eroe, decidi tu chi vuoi che emerga. Quale di questi "spregevoli" personaggi salvare e rendere amabile. Insomma ringrazio Carne (non credo l'avrei mai letto altrimenti) e come voto darei un 8/10


NATABRUJA:
Un romanzo ameno lo definisce lo stesso Guareschi. E certamente di amenità c'era bisogno in quel periodo così cupo della storia (era il 1944).
Leggendo l'incipit dei capitoli ho avuto l'impressione che si trattasse del testo di una commedia. Direi a metà tra la Commedia dell'Arte e la Commedia all'Italiana, così pieno di metafore. I personaggi sono caratterizzati in modo talmente semplice e con poche parole che non si fa alcuna fatica a riconoscerli:la tiranna, i parassiti, il truffatore, l'ingenuo.
Il sarcasmo e l'ironia sono sempre molto lievi ma di grande efficacia. Il narratore che interviene per fare il punto sui personaggi "lasciati indietro" non spezzano il racconto, anzi ne facilitano la comprensione. Molto piacevole lo stile del linguaggio dell'epoca.
Mi è piaciuto e voto 8/10.


OLMO:
l'introduzione ai capitoli mi ha ricordato le didascalie delle pellicole del cinema muto, o quelle di certi fumetti dell'epoca, (Il signor Bonaventura) e sono l'unica traccia di un linguaggio "antico". Il resto invece l'ho trovato attuale, diinamico,scattante. Persino termini come "galantuomo, a guisa, tristanzuolo" calati in questo contesto,con questi personaggi, fanno da supporto all'ironia. La scrittura è brillante, ricchissima di figure retoriche irresistibili, che si dipanano una dopo l'altra, nello svolgersi delle rocambolesche vicende. Guareschi traccia un affresco esilarante dei difetti che accompagnano la nostra epoca, il vivere civile, scova le incongruenze, le piccolezze, ribaltandone il significato morale ("Camillo è un uomo normale, un essere fornito di buon senso e di regolare intelligenza. E' uno sciocco qualunque in altre parole"pag.62) e di rovesciamenti di senso è pieno tutto il libro. La società che prende in giro è anche la nostra, prende in giro i luoghi comuni, li svela, li ridicolizza ma ridicolizzandoli ne riduce la portata. Se tutto il male viene dall'arrivismo (la famiglia accetta il ricatto per soldi) e dal conformismo (in fondo è per non essere criticati dalla società d'appartenenza che inizia l'inganno ai danni di Camillo), nella scena finale, là dove le signore dell'alta società ridono e ballano con il "villano", anche questi due assunti vengono rovesciati dimostrando quanto si fossero ingannati i Medellis-Food-Fuolard-Wonder (discendenti dei crociati) sul loro stesso mondo. Non mi sembra che Guareschi abbia adottato un punto di vista ideologico di classe, in quanto il suo sarcasmo è spalmato su tutti in egual misura, nobili e plebei. Casomai mi sembra che se fa una critica questa è rivolta al "peccato" e non al "peccatore" in perfetta linea con il suo cattolicesimo. In sostanza la sua critica prioritaria va al conformismo che si nutre dell'auto-inganno: Carlotta, quando comincerà ad ascoltarsi (quando smetterà di seguire gli insegnamenti degli altri e si distaccherà dagli ideali che le hanno imposto e che lei aveva accettato) salterà la finestra e troverà (sembra) la felicità. Camillo, quando si ribella, lascerà tutti a bocca aperta e non solo sarà benvoluto dalla ricca società ma conquisterà sua moglie. La famiglia Medellis, alla fine si accorgerà che si erano ingannati sul mondo nel quale credevano di vivere: gli altri nobili accettano un Camillo diventato esuberante e non si sentono "sminuiti" dalla sua presenza: forse è anche questo causa degli svenimenti finali di Donna Leo, la sera dell'ultimo ricevimento.
In ultimo: ho letto in questa storia divertente (e a sfondo morale) persino un consiglio al forum: non arroccarsi su posizioni di conservatorismo: il glorioso passato dei Crociati è morto e sepolto. Solo chi saprà aprirsi al nuovo che avanza, anche se è di basso lignaggio, continuerà a divertirsi così come si sono divertite le dame aristocratiche a ballare e farsi sbaciucchiare dal bel Camillo. Voto 7


MICIA:
'romanzo ameno' (cit.) in cui si è catapultati in una... commedia? farsa? fiaba? veloce, vivace. il vocabolario la colloca temporalmente alla metà del secolo scorso o nell'immediato ventennio precedente, senza alcuna concessione a termini stranieri, ma con spazio per la loro storpiatura (vechendo/weekend); la storia invece - un matrimonio da celebrare in fretta per non perdere lo status di ricco nullafacente. compreso amore finale che vince su tutto - è quella di sempre, così come i personaggi (l'attuale pierpiero di albanese cos'ha di tanto diverso da giusmaria?) che l'autore ci propone netti e chiari, spazzando subito il campo a un iniziale 'fasullo' stato confusionale in cui gioca a far cadere il lettore proponendogli una sovrabbondanza di personaggi, che poi riduce in fretta ai più significativi. buffi e simpatici i dialoghi spesso surreali, in ogni pagina si respirano insieme i profumi di un teatro di caratteristi di spessore e di film b/n stile helzapoppin'; e, specie agli inizi dei capitoli, pare di veder sfilare un fumettone con su scritto 'qui comincia l'avventura... firmato sto'. niente è lasciato al caso, persino i nomi di fantasia sono scelti con attenzione, peccato il tempo passato e la mia ignoranza non abbiano saputo 'tradurli', interpretarli proprio tutti (abbiamo già ricordato formitrol, veramon, verre d'eau, conte di gigolette; e qui, ora, tartin e trecagnett... - aaarghhh, ma guareschi aveva un po' la fissa col tre, eh?). si legge veloce, divertendosi sia per la trama sia per lo stile, così tanto che vien voglia di usarlo, almeno a me grafomane qual sono. una piacevole scoperta, e inaspettata, uno scrigno da riaprire ogni tanto per un sorriso o per scoprirci qualcosa che ci era sfuggito. scusate ma il voto non lo do: non mi viene, specie per i libri.

... :)
 

daria

Master Florello
Recensioni - seconda parte

Recensioni seconda parte


CHEGUEVILLA:
I protagonisti della vicenda sono iperboli, divertenti caricature di ciò che rappresentano.
La storia è divertente, provocatoria e descrive i conflitti sociali dell'attualità di allora attraverso le personalità dei personaggi coinvolti.
In una grossa metafora si descrive una società decadente, in cui la nobiltà pretende di vivere di rendita, fingendo di non capire o non volendo accettare che le classi sociali si stanno rovesciando. Ora la borghesia (Casimiro, ma anche Tommaso prima di lui) ha in mano le redini del potere, e fa sentire il proprio maglio forte sulla nobiltà che, oramai in decadenza, si consola del proprio passato, delle proprie tradizioni, senza voler riconoscere che il proprio tempo è finito.
Fa infatti scalpore l'atteggiamento di Robinia, che non cela la propria attrazione verso Camillo, al contrario di Carlotta che invece cerca di nasconderlo anche a se stessa.
Considerata la struttura patriarcale dell'epoca, non è un caso che fosse Edo quello a cui non manca un certo senso pratico. Il più giovane, e quindi il meno abituato alla pretesa superiorità di lignaggio della boriosa nobiltà.
Il lavoratore (Camillo) si trova invece nel mezzo della vicenda, umile, onesto, di cuore puro, viene abusato da tutti e senza scrupoli. Solo Nicolino, "lo studente", lo mette in guardia, senza avere tuttavia la possibilità di fare null'altro.
La storia finirà con la giovane "strana coppia" che bussa alla porta del nuovo padrone. Carlotta ricorda molto il giovane Falconeri, nipote del Principe di Salina, che sposa la figlia del sindaco, imprenditore intraprendente, lontano dalla nobiltà, ma proprietario della qualità che ne avrebbe presto soppiantato l'importanza.
Il libro è scorrevole, non banale, a tratti divertente, a tratti pomposo, specialmente quando l'autore si dilunga molto in storie estranee alla vicenda per semplici similitudini.
Non sarà un libro che ricorderò come una lettura eccellente, ma è valsa la pena di leggerlo. Voto 6


MARYFLOWERS:
trovo nelle vostre recensioni molte cose che condivido idem. . .il mio voto e' un bel 8/10 .


DARIA:
Romanzo strampalato e divertente, fosse solo per questo, per avermi strappato qualche bella risatina e' valsa la pena leggerlo.
Mi e' piaciuta la stramberia dei nomi con la conseguente ricerca da parte mia, della specificita' per alcuni di questi, una specie di caccia al tesoro per cose e modi di dire d'altri tempi.
E ancora
Il punto di forza di questo romanzo, secondo me, non e' nella storia in se', abbastanza semplice e prevedibile negli sviluppi,quanto nella riuscita caratterizzazione dei personaggi. Personaggi dinamici che si muovono in un susseguirsi di situazioni grottesche che si cimentano in dialoghi esilaranti, il tutto accompagnato da uno stile di scrittura desueto ma indicato e di risultato assolutamente gradevole.
Non mi dilungo sulla trama e sui personaggi ,gia' ampiamente discussi, mi limitero' a dare un punticino in piu' rispetto agli altri al duo Giusmaria -donna Leo, allo strabiliante e travolgente uso del plurale majestatis di quest'ultima e, a conti fatti, anche il ridondante "senso pratico" di Edo non mi e' dispiaciuto.
Ho preferito la prima parte alla seconda, soprattutto verso il finale che ho trovato forse un po'frettoloso
Libro che consiglio a chiunque abbia voglia di farsi due risate, di sgombrare la mente e se poi e' anche diversamente giovane,meglio, assaporera' con piu' gusto.



Per chi non ha ancora recensito:
se volete potete inserire gia' qui la vostra recensione, direttamente in coda all'ultima postata, cosi' evitamo il doppio lavoro :eek:k07:

...:)
 
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Non ho ancora iniziato e, a dirla tutta, non so neppure quando riuscirò a leggerlo, procedete pure senza di me prima o poi mi faccio vivo... :D
 

Olmo60

Guru Master Florello
daria, mi è piaciuta la tua recensione ma visto che non l'hai messa in un post singolo te lo devo dire così e amen:lol::Saluto:
 

daria

Master Florello
Recensioni prima parte

Recensioni - prima parte

ANGIL:
Eccomi qui anch'io per la prima volta a dire qualcosa su un libro...
Per me è stata una nuova esperienza. Il libro l’ho trovato molto bello e divertente, mi è dispiaciuto quando è finito.
Cmq a volte trovavo un po’ troppo ripetitiva la frase riguardante Edo, che non manca di un certo senso pratico ma in certe occasioni stava benissimo e faceva molto ridere.Credo di aver gustato il libro in modo particolare, molto più divertente di una semplice lettura, perché letto ad alta voce da una persona a me carissimissima che ha interpretato tutti i personaggi con i giusti toni. (io seguivo la lettura sul pc).Quindi un grazie particolare a lei
Leggerei volentieri un altro libro di Guareschi


CARNE:
Letto in breve tempo per la lettura scorrevole, interessante, umoristica, insomma un buon libro.
Descrizione chiara e graduale dei personaggi con nomi originali per alcuni. Non so se abbiano un significato intrinseco per ciò che rappresentano.
La trama è semplice, Carlotta ultima discendete di una nobile famiglia imparentata con un plebeo ma molto ricco, lo zio, il quale passa un assegno consistente ai nobili squattrinati e lascierà una consistente eredità alla nipote Carlotta alla sola condizione che sposi un pretendente che piaccia allo zio.
Da qui intrighi e sotterfugi descritti con umorismo si intrecciano e la fine del racconto è scontata anche se l'evolversi è ben architettata dallo scrittore.
Anche se è un libro con uno stile un po' fuori moda, desueto, è comunque molto piacevole e divertente. E' un libro che tengo volentieri nella mia piccola biblioteca e tra quelli letti questo lo valuterei 9/10


MARGOT:
Se dovessi usare una sola parola, direi stimolante.
Mi è piaciuto molto: mi è piaciuto perchè ho interrotto più volte la lettura, per andare a riprendere libri già letti e per cercare informazioni su argomenti che conoscevo poco o che non ricordavo.
Non è uno di quei libri dove tutto è scritto e descritto alla perfezione, quindi non devi far altro che leggere e farti guidare dal racconto: Questo richiede una certa partecipazione. Un racconto leggero che lascia molto spazio alla fantasia di chi legge, che può scegliere con quale personaggio simpatizzare. Non c'è un protagonista vero e proprio, non c'è un eroe, decidi tu chi vuoi che emerga. Quale di questi "spregevoli" personaggi salvare e rendere amabile. Insomma ringrazio Carne (non credo l'avrei mai letto altrimenti) e come voto darei un 8/10


NATABRUJA:
Un romanzo ameno lo definisce lo stesso Guareschi. E certamente di amenità c'era bisogno in quel periodo così cupo della storia (era il 1944).
Leggendo l'incipit dei capitoli ho avuto l'impressione che si trattasse del testo di una commedia. Direi a metà tra la Commedia dell'Arte e la Commedia all'Italiana, così pieno di metafore. I personaggi sono caratterizzati in modo talmente semplice e con poche parole che non si fa alcuna fatica a riconoscerli:la tiranna, i parassiti, il truffatore, l'ingenuo.
Il sarcasmo e l'ironia sono sempre molto lievi ma di grande efficacia. Il narratore che interviene per fare il punto sui personaggi "lasciati indietro" non spezzano il racconto, anzi ne facilitano la comprensione. Molto piacevole lo stile del linguaggio dell'epoca.
Mi è piaciuto e voto 8/10.


OLMO:
l'introduzione ai capitoli mi ha ricordato le didascalie delle pellicole del cinema muto, o quelle di certi fumetti dell'epoca, (Il signor Bonaventura) e sono l'unica traccia di un linguaggio "antico". Il resto invece l'ho trovato attuale, diinamico,scattante. Persino termini come "galantuomo, a guisa, tristanzuolo" calati in questo contesto,con questi personaggi, fanno da supporto all'ironia. La scrittura è brillante, ricchissima di figure retoriche irresistibili, che si dipanano una dopo l'altra, nello svolgersi delle rocambolesche vicende. Guareschi traccia un affresco esilarante dei difetti che accompagnano la nostra epoca, il vivere civile, scova le incongruenze, le piccolezze, ribaltandone il significato morale ("Camillo è un uomo normale, un essere fornito di buon senso e di regolare intelligenza. E' uno sciocco qualunque in altre parole"pag.62) e di rovesciamenti di senso è pieno tutto il libro. La società che prende in giro è anche la nostra, prende in giro i luoghi comuni, li svela, li ridicolizza ma ridicolizzandoli ne riduce la portata. Se tutto il male viene dall'arrivismo (la famiglia accetta il ricatto per soldi) e dal conformismo (in fondo è per non essere criticati dalla società d'appartenenza che inizia l'inganno ai danni di Camillo), nella scena finale, là dove le signore dell'alta società ridono e ballano con il "villano", anche questi due assunti vengono rovesciati dimostrando quanto si fossero ingannati i Medellis-Food-Fuolard-Wonder (discendenti dei crociati) sul loro stesso mondo. Non mi sembra che Guareschi abbia adottato un punto di vista ideologico di classe, in quanto il suo sarcasmo è spalmato su tutti in egual misura, nobili e plebei. Casomai mi sembra che se fa una critica questa è rivolta al "peccato" e non al "peccatore" in perfetta linea con il suo cattolicesimo. In sostanza la sua critica prioritaria va al conformismo che si nutre dell'auto-inganno: Carlotta, quando comincerà ad ascoltarsi (quando smetterà di seguire gli insegnamenti degli altri e si distaccherà dagli ideali che le hanno imposto e che lei aveva accettato) salterà la finestra e troverà (sembra) la felicità. Camillo, quando si ribella, lascerà tutti a bocca aperta e non solo sarà benvoluto dalla ricca società ma conquisterà sua moglie. La famiglia Medellis, alla fine si accorgerà che si erano ingannati sul mondo nel quale credevano di vivere: gli altri nobili accettano un Camillo diventato esuberante e non si sentono "sminuiti" dalla sua presenza: forse è anche questo causa degli svenimenti finali di Donna Leo, la sera dell'ultimo ricevimento.
In ultimo: ho letto in questa storia divertente (e a sfondo morale) persino un consiglio al forum: non arroccarsi su posizioni di conservatorismo: il glorioso passato dei Crociati è morto e sepolto. Solo chi saprà aprirsi al nuovo che avanza, anche se è di basso lignaggio, continuerà a divertirsi così come si sono divertite le dame aristocratiche a ballare e farsi sbaciucchiare dal bel Camillo. Voto 7


MICIA:
'romanzo ameno' (cit.) in cui si è catapultati in una... commedia? farsa? fiaba? veloce, vivace. il vocabolario la colloca temporalmente alla metà del secolo scorso o nell'immediato ventennio precedente, senza alcuna concessione a termini stranieri, ma con spazio per la loro storpiatura (vechendo/weekend); la storia invece - un matrimonio da celebrare in fretta per non perdere lo status di ricco nullafacente. compreso amore finale che vince su tutto - è quella di sempre, così come i personaggi (l'attuale pierpiero di albanese cos'ha di tanto diverso da giusmaria?) che l'autore ci propone netti e chiari, spazzando subito il campo a un iniziale 'fasullo' stato confusionale in cui gioca a far cadere il lettore proponendogli una sovrabbondanza di personaggi, che poi riduce in fretta ai più significativi. buffi e simpatici i dialoghi spesso surreali, in ogni pagina si respirano insieme i profumi di un teatro di caratteristi di spessore e di film b/n stile helzapoppin'; e, specie agli inizi dei capitoli, pare di veder sfilare un fumettone con su scritto 'qui comincia l'avventura... firmato sto'. niente è lasciato al caso, persino i nomi di fantasia sono scelti con attenzione, peccato il tempo passato e la mia ignoranza non abbiano saputo 'tradurli', interpretarli proprio tutti (abbiamo già ricordato formitrol, veramon, verre d'eau, conte di gigolette; e qui, ora, tartin e trecagnett... - aaarghhh, ma guareschi aveva un po' la fissa col tre, eh?). si legge veloce, divertendosi sia per la trama sia per lo stile, così tanto che vien voglia di usarlo, almeno a me grafomane qual sono. una piacevole scoperta, e inaspettata, uno scrigno da riaprire ogni tanto per un sorriso o per scoprirci qualcosa che ci era sfuggito. scusate ma il voto non lo do: non mi viene, specie per i libri.

...segue :)
 

daria

Master Florello
Recensioni seconda parte

Recensioni seconda parte


CHEGUEVILLA:
I protagonisti della vicenda sono iperboli, divertenti caricature di ciò che rappresentano.
La storia è divertente, provocatoria e descrive i conflitti sociali dell'attualità di allora attraverso le personalità dei personaggi coinvolti.
In una grossa metafora si descrive una società decadente, in cui la nobiltà pretende di vivere di rendita, fingendo di non capire o non volendo accettare che le classi sociali si stanno rovesciando. Ora la borghesia (Casimiro, ma anche Tommaso prima di lui) ha in mano le redini del potere, e fa sentire il proprio maglio forte sulla nobiltà che, oramai in decadenza, si consola del proprio passato, delle proprie tradizioni, senza voler riconoscere che il proprio tempo è finito.
Fa infatti scalpore l'atteggiamento di Robinia, che non cela la propria attrazione verso Camillo, al contrario di Carlotta che invece cerca di nasconderlo anche a se stessa.
Considerata la struttura patriarcale dell'epoca, non è un caso che fosse Edo quello a cui non manca un certo senso pratico. Il più giovane, e quindi il meno abituato alla pretesa superiorità di lignaggio della boriosa nobiltà.
Il lavoratore (Camillo) si trova invece nel mezzo della vicenda, umile, onesto, di cuore puro, viene abusato da tutti e senza scrupoli. Solo Nicolino, "lo studente", lo mette in guardia, senza avere tuttavia la possibilità di fare null'altro.
La storia finirà con la giovane "strana coppia" che bussa alla porta del nuovo padrone. Carlotta ricorda molto il giovane Falconeri, nipote del Principe di Salina, che sposa la figlia del sindaco, imprenditore intraprendente, lontano dalla nobiltà, ma proprietario della qualità che ne avrebbe presto soppiantato l'importanza.
Il libro è scorrevole, non banale, a tratti divertente, a tratti pomposo, specialmente quando l'autore si dilunga molto in storie estranee alla vicenda per semplici similitudini.
Non sarà un libro che ricorderò come una lettura eccellente, ma è valsa la pena di leggerlo. Voto 6


MARYFLOWERS:
trovo nelle vostre recensioni molte cose che condivido idem. . .il mio voto e' un bel 8/10 .


DARIA:
Romanzo strampalato e divertente, fosse solo per questo, per avermi strappato qualche bella risatina e' valsa la pena leggerlo.
Mi e' piaciuta la stramberia dei nomi con la conseguente ricerca da parte mia della specificita' per alcuni di questi, una specie di caccia al tesoro per cose e modi di dire d'altri tempi.
E ancora
Il punto di forza di questo romanzo, secondo me, non e' nella storia in se', abbastanza semplice e prevedibile negli sviluppi,quanto nella riuscita caratterizzazione dei personaggi. Personaggi dinamici che si muovono in un susseguirsi di situazioni grottesche che si cimentano in dialoghi esilaranti, il tutto accompagnato da uno stile di scrittura desueto ma indicato e di risultato assolutamente gradevole.
Non mi dilungo sulla trama e sui personaggi ,gia' ampiamente discussi, mi limitero' a dare un punticino in piu' rispetto agli altri al duo Giusmaria -donna Leo, allo strabiliante e travolgente uso del plurale majestatis di quest'ultima e, a conti fatti, anche il ridondante "senso pratico" di Edo non mi e' dispiaciuto.
Ho preferito la prima parte alla seconda, soprattutto verso il finale che ho trovato forse un po'frettoloso
Libro che consiglio a chiunque abbia voglia di farsi due risate, di sgombrare la mente e se poi e' anche diversamente giovane,meglio, assaporera' con piu' gusto.
 

daria

Master Florello
Come siete messi lettori mancanti?

Se volete potete aggiornare il work in progress...se non volete, va bene istess, siamo molto elastici da 'ste parti :eek:k07: :)
 

ROSSANA367

Giardinauta Senior
Come siete messi lettori mancanti?

Se volete potete aggiornare il work in progress...se non volete, va bene istess, siamo molto elastici da 'ste parti :eek:k07: :)

Brava, fai bene ad essere elastica ... avevo i polsi legati da una cravatta :fischio:
Ma ora mi rimetto alla pari :Saluto:
 
Ultima modifica:

Anna1983

Giardinauta Senior
Eccomi finalmente qui... è un periodo in cui sono un po' latitante, però ho sfruttato il tempo leggendo questo romanzo :D.
Devo dire che questa è stata una lettura piacevolissima, ho letto il libro tutto d' un fiato con la curiosità di andare avanti per arrivare alla fine delle disavventure del povero Camillo. La storia è davvero divertente (in alcune parti ho riso di gusto), però, più che la storia in sé (direi alquanto scontata, in particolare il finale), a me è piaciuto moltissimo il modo in cui l' autore l' ha raccontata: i suoi continui interventi e, in particolare, le divagazioni verso "altri lidi" riescono a dare un senso di surrealtà che ho apprezzato davvero molto.
Tra i vari personaggi mi è piaciuto in particolare Camillo, che all' inizio si lascia trascinare dagli eventi (tanto che l' ho soprannominato "il bello addormentato") e che alla fine si dà una svegliata tirando fuori... le unghie :fischio: (certo, sempre a modo suo :D), così da conquistare il cuore dell' amata Carlotta, alla quale, sono sincera, un paio di schiaffi glieli avrei dati volentieri!
 

Harma

Maestro Giardinauta
Finito finalmente,non ne poteva più di questa nobiltà...A me piace immedesimarmi (non so come si scrive:confuso:)nei personaggi,ma uno era più antipatico dell'altro,un po' si è salvato Camillo con abito sportivo chiarissimo,scarpe gialle,e sotto la giacca un grosso maglione rosso da ciclista,e poi uno che russa in do diesis minore come la sonata "al chiaro di luna" di Beethoven,bisogna per forza apprezzare :lol: Visto che non mi manca un certo senso pratico devo ammettere che è scritto bene...bravo Guareschi
 

daria

Master Florello
e bravi lettori...ex mancanti :D :eek:k07:

aspettiamo un po', se non arriva nessun altro metto in coda le vostre recensioni :)
 

letizia66

Florello
Finito anche io , devo dire che mi ha molto divertito, non tanto la storia in se quanto il modo di scrivere e descrivere i personaggi del Guareschi , esilerante la descrizione dei vari episodi in cui Camillo stanco di essere trattato da burattino si ribella alle regole del comportamento "nobile" si veste e si comporta come gli dice la testa ,ben sapendo di provocare i mancamenti della famiglia, così attaccata all'apparire più che all'essere.

E' scorrevole e piacevole ,cose che hanno reso possibile superare l'ostacolo della lettura a video , per me scomodissima , ringrazio Carne per averlo proposto e Chegue per avermi dato l'opportunità di leggerlo anche se in libreria non è ancora arrivato.
 
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