daria
Master Florello
Recensioni - prima parte
RECENSIONI - PRIMA PARTE
OLMO:
Lbro di forti contrapposizioni: (bianchi/neri- donne/uomini- Società civile/comunità religiosa/- natura/civiltà- impegno/estraneazione- vita/morte)
e personaggi stereotipati, condito con effetti speciali. Ad ogni carattere corrisponde una descrizione fisica o meglio, una rappresentazione "in atto" fisica: padre stereotipo del cattivo integrale, del cattivo ha anche il linguaggio e persino le unghie nere appaiono nella descrizione della moglie nel momento in cui inizia cambiare carattere; June, estraniata dalla vita, suona il violoncello (se ricordo bene) ma la musica è anche la forma d'arte più impalpabile e intima: cambia abbigliamento quando decide di darsi alla vita; August, sicura nella fede è anche nella pratica quella più attiva e che manda avanti la casa del miele ecc.. In parallelo, l'autrice abbina un giudizio morale a questi stereotipi. Abbiamo perciò: bianco=negativo di colore=positivo società=negativa comunità=positiva. L'autrice ci dà con questo racconto una visione precisa di cosa è bene e cosa è male attraverso due personaggi: May e August. Lily è solo il tramite per mettere in atto l'ammaestramento necessario per fare il percorso di "salvezza" sia terrena che spirituale che sta i cuore all'autrice. May ci dice che essere troppo empatici è male e August ci dice che solo applicando la regola benedettina (ora et labora) è bene. La separazione netta tra la vita e la morte nei dialoghi dopo la morte di May ci dicono che bisogna vivere l'oggi intensamente, e bòna. Ideologia estremamente moderna, applicata anche a un mondo intriso di tradizioni antiche. In generale, quindi: razzismo alla rovescia, assenza di impegno civico attivo o quantomeno indifferenza per le lotte dei neri, che fanno solo da pallido sfondo, elogio del misticismo egoistico. Buone le similitudini, spesso azzeccate e divertenti. Sconsigliato a giovani che si devono formare e consigliato a chi si deve fare tre giorni a letto per influenza.
DARIA:
Lo stile di scrittura e' scorrevole, leggermente ironico, si legge con facilita'.
La storia presenta tratti originali - vedi titolo- La vita delle api, le analogie tra le societa'
la professione dell'apicoltore raccontata con passione e dovizia di particolari, a detta dell'esperto del gruppo, attendibili.
Questa idea dell'autrice oltre a scandire i tempi del romanzo, stempera una narrazione a tratti eccessivamente...mielosa con qualche perdita di ritmo.
Alcune belle immagini, qualche cliche' di troppo, e un finale appropriato con happy ending controllato
Non sara' forse una lettura fondamentale e indimenticabile, ma piacevole direi di si'
PIN:
Decisamente un libro per ragazzi.
Argomenti in grande contrapposizione sfiorati.
Le caratteristiche dei personaggi sono solo fisiche, non caratteriali, se non di sfuggita.
L'empatia di May? Le bugie di Lily? accennate.
Anche l'argomento abbandono/morte è trattato per quattordicenni.
Certo si legge scorrevolmente, e lo stile è chiaro anche se a tratti arcaico.
Considerandolo lettura giovanile nel suo insieme è ben scritto e ben trattato, ad un ragazzino non si scrive su un libro delle lotte razziali, non si parla di malattie mentali dovute a shock o ad altro. Non si fa il raffronto tra considerare peggio l'abbandono dall'aver ucciso.
Meno male che il finale non è finito a tarallucci e vino.
Lettura nell'ottica, su espressa, si può dire piacevole
BENJI:
L'inizio mi lasciava un po' perplessa ma poi man mano che la storia è andata avanti mi ha convinta di più.
Le tematiche affrontate sono pesanti ma il tutto è stato fatto con leggerezza e con garbo.
Il tema principale secondo me è il desiderio di sentirsi amati che Lily esprime in modo plateale.
Trova una sorta di pace quando finalmente capisce che qualcuno le vuole bene e che anche lei è degna di essere amata.
Ho trovato molto bello il personaggio di August.
FRANCESCODV:
Avete tutti già letto il libro, non c'é quindi bisogno di raccontare la trama od i personaggi. Credo sia importante discutere del tema principale, chiamatela anima o messaggio o morale o come più vi aggrada.
L'anima del libro io l'ho trovata nella voglia di cambiare, di rompere le catene con il passato (per questo sullo sfondo la nascita dei diritti dei neri d’America? La rottura delle catene della schiavitù?) il romanzo può essere riscritto su qualunque ambientazione, da cui la sensazione generale di lievezza dell'argomento.
Secondo me il personaggio principale non é Lily o August od altri ancora ma, il cambiamento; inteso non come la ricerca della novità ma la ricerca dell'alternativo, una possibile alternativa alla condizione di vita in cui ci si ritrova.
La condizione di vita in cui tutti noi ci troviamo è causato dalle nostre scelte passate, scelte consce o meno, cercate o indotte, approvate od imposte.
Lily si trova in quella condizione perché ha ucciso la madre e ne é cosciente, é chiaro fin dall'inizio del romanzo, in nessun passaggio viene instillato il dubbio che possa non essere vero, si scorge il desiderio di non averlo fatto, questo si.
E si arrabbia, con il padre quando questi glielo grida contro perché sa di farle male. A lei é chiaro, non é questo a renderla triste ma la rende triste il fatto che ha operato una scelta ( anche se inconsapevole e di cui non può essere ritenuta responsabile perché ha solo 4 anni ma, ha scelto di afferrare la pistola caduta a terra), e la conseguenza di questo gesto la segnerà per tutta la vita.
Da li in avanti, dopo un periodo di quiescenza, di stratificazione, di maturazione, si ribella alla condizione in cui si trova costretta a causa di quella scelta, vuole vivere in modo diverso, non più condizionato dal passato.
È come il medico, che ha studiato per far contento papà, medico anche lui; ha sposato una bella e ricca donna, come lui; ha fatto una brillante carriera, come lui. Mentre la sua vera aspirazione era fare l'artista di strada, o il cantante o qualunque altra cosa, scegliete voi. Nel momento in cui si tirano le somme della propria vita ci si accorge di essere infelici, ci si sente falliti, anche se si é raggiunti una posizione invidiata da altri nella società. Peggio la condizione di chi alla fine ci arriva anche in condizioni economiche e di salute non proprio brillanti.
Vi sarà capitato di pensare con rammarico ad una scelta fatta nel passato che ora ritenete sbagliata, ad un evento anche non dipendente completamente dalla nostra volontà, che ha indirizzato la nostra vita in una direzione piuttosto che un'altra, nostro malgrado, con un esito, a consuntivo, non gradito.
Ecco, il libro parla della voglia di rompere queste catene e vivere una nuova vita.
Basta con i legami con il passato, voglio tornare indietro e ricominciare d’accapo, questo grida Lily e lo ottiene.
Chiosa finale, come dice un mio amico toscano: meno male che nella vita non c'é la controprova.
MICIAJULIE:
libro di lettura scorrevole e di buoni sentimenti, che ci trasporta nel profondo sud degli states, tra lotte per i diritti umani e piccola provincia in cui l'apertura degli spazi è inversamente proporzionale a quella delle menti degli uomini.
tanti personaggi, qualche comparsa, a comporre una storia in cui la 'vita delle api' può essere intesa sia a esempio che a pretesto.
grande spazio se lo ritaglia lily, l'io narrante che seguiamo nella sua metamorfosi, non indolore, da bruco a farfalla, che trova la forza di accettare una verità difficile da portarsi sulle spalle e di crescere 'dentro', fino a volare con le proprie ali, smarcandosi dal giogo paterno.
un libro pieno di donne, e tutte disegnate con tantissimi chiari e pochissimi scuri, nessuna 'negativa', spesso simpatiche. con gli uomini relegati a ruoli più limitati. alcuni assolutamente marginali e monocordi. solo il padre, alla fine, ci viene mostrato più 'umano' e per certi versi fragile e carico di dolore di quanto dipinto fino a quel momento.
c'è parecchio di già letto/già visto. interessante, anche se forse un po' lontano da noi e dalla nostra educazione/cultura, questa religiosità tra il cristiano e il pagano, con deviazioni per strade antiche, riti arcaici, mutuati dai luoghi d'origine degli schiavi neri; e che ci arriva come allegra, giocosa, coloratissima, gioiosa. e intensa.
a volte può apparire un po' troppo adulto il percorso mentale e il modo di scrivere, se li si attribuiscono alla ragazzina. con beneficio d'inventario si può interpretare come qualcosa di coordinato dopo, 'da grande'. e allora pare un po' più credibile
la fine, solo moderatamente happy, aggiunge un '+' alla valutazione
a seguire la seconda parte
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RECENSIONI - PRIMA PARTE
OLMO:
Lbro di forti contrapposizioni: (bianchi/neri- donne/uomini- Società civile/comunità religiosa/- natura/civiltà- impegno/estraneazione- vita/morte)
e personaggi stereotipati, condito con effetti speciali. Ad ogni carattere corrisponde una descrizione fisica o meglio, una rappresentazione "in atto" fisica: padre stereotipo del cattivo integrale, del cattivo ha anche il linguaggio e persino le unghie nere appaiono nella descrizione della moglie nel momento in cui inizia cambiare carattere; June, estraniata dalla vita, suona il violoncello (se ricordo bene) ma la musica è anche la forma d'arte più impalpabile e intima: cambia abbigliamento quando decide di darsi alla vita; August, sicura nella fede è anche nella pratica quella più attiva e che manda avanti la casa del miele ecc.. In parallelo, l'autrice abbina un giudizio morale a questi stereotipi. Abbiamo perciò: bianco=negativo di colore=positivo società=negativa comunità=positiva. L'autrice ci dà con questo racconto una visione precisa di cosa è bene e cosa è male attraverso due personaggi: May e August. Lily è solo il tramite per mettere in atto l'ammaestramento necessario per fare il percorso di "salvezza" sia terrena che spirituale che sta i cuore all'autrice. May ci dice che essere troppo empatici è male e August ci dice che solo applicando la regola benedettina (ora et labora) è bene. La separazione netta tra la vita e la morte nei dialoghi dopo la morte di May ci dicono che bisogna vivere l'oggi intensamente, e bòna. Ideologia estremamente moderna, applicata anche a un mondo intriso di tradizioni antiche. In generale, quindi: razzismo alla rovescia, assenza di impegno civico attivo o quantomeno indifferenza per le lotte dei neri, che fanno solo da pallido sfondo, elogio del misticismo egoistico. Buone le similitudini, spesso azzeccate e divertenti. Sconsigliato a giovani che si devono formare e consigliato a chi si deve fare tre giorni a letto per influenza.
DARIA:
Lo stile di scrittura e' scorrevole, leggermente ironico, si legge con facilita'.
La storia presenta tratti originali - vedi titolo- La vita delle api, le analogie tra le societa'
la professione dell'apicoltore raccontata con passione e dovizia di particolari, a detta dell'esperto del gruppo, attendibili.
Questa idea dell'autrice oltre a scandire i tempi del romanzo, stempera una narrazione a tratti eccessivamente...mielosa con qualche perdita di ritmo.
Alcune belle immagini, qualche cliche' di troppo, e un finale appropriato con happy ending controllato
Non sara' forse una lettura fondamentale e indimenticabile, ma piacevole direi di si'
PIN:
Decisamente un libro per ragazzi.
Argomenti in grande contrapposizione sfiorati.
Le caratteristiche dei personaggi sono solo fisiche, non caratteriali, se non di sfuggita.
L'empatia di May? Le bugie di Lily? accennate.
Anche l'argomento abbandono/morte è trattato per quattordicenni.
Certo si legge scorrevolmente, e lo stile è chiaro anche se a tratti arcaico.
Considerandolo lettura giovanile nel suo insieme è ben scritto e ben trattato, ad un ragazzino non si scrive su un libro delle lotte razziali, non si parla di malattie mentali dovute a shock o ad altro. Non si fa il raffronto tra considerare peggio l'abbandono dall'aver ucciso.
Meno male che il finale non è finito a tarallucci e vino.
Lettura nell'ottica, su espressa, si può dire piacevole
BENJI:
L'inizio mi lasciava un po' perplessa ma poi man mano che la storia è andata avanti mi ha convinta di più.
Le tematiche affrontate sono pesanti ma il tutto è stato fatto con leggerezza e con garbo.
Il tema principale secondo me è il desiderio di sentirsi amati che Lily esprime in modo plateale.
Trova una sorta di pace quando finalmente capisce che qualcuno le vuole bene e che anche lei è degna di essere amata.
Ho trovato molto bello il personaggio di August.
FRANCESCODV:
Avete tutti già letto il libro, non c'é quindi bisogno di raccontare la trama od i personaggi. Credo sia importante discutere del tema principale, chiamatela anima o messaggio o morale o come più vi aggrada.
L'anima del libro io l'ho trovata nella voglia di cambiare, di rompere le catene con il passato (per questo sullo sfondo la nascita dei diritti dei neri d’America? La rottura delle catene della schiavitù?) il romanzo può essere riscritto su qualunque ambientazione, da cui la sensazione generale di lievezza dell'argomento.
Secondo me il personaggio principale non é Lily o August od altri ancora ma, il cambiamento; inteso non come la ricerca della novità ma la ricerca dell'alternativo, una possibile alternativa alla condizione di vita in cui ci si ritrova.
La condizione di vita in cui tutti noi ci troviamo è causato dalle nostre scelte passate, scelte consce o meno, cercate o indotte, approvate od imposte.
Lily si trova in quella condizione perché ha ucciso la madre e ne é cosciente, é chiaro fin dall'inizio del romanzo, in nessun passaggio viene instillato il dubbio che possa non essere vero, si scorge il desiderio di non averlo fatto, questo si.
E si arrabbia, con il padre quando questi glielo grida contro perché sa di farle male. A lei é chiaro, non é questo a renderla triste ma la rende triste il fatto che ha operato una scelta ( anche se inconsapevole e di cui non può essere ritenuta responsabile perché ha solo 4 anni ma, ha scelto di afferrare la pistola caduta a terra), e la conseguenza di questo gesto la segnerà per tutta la vita.
Da li in avanti, dopo un periodo di quiescenza, di stratificazione, di maturazione, si ribella alla condizione in cui si trova costretta a causa di quella scelta, vuole vivere in modo diverso, non più condizionato dal passato.
È come il medico, che ha studiato per far contento papà, medico anche lui; ha sposato una bella e ricca donna, come lui; ha fatto una brillante carriera, come lui. Mentre la sua vera aspirazione era fare l'artista di strada, o il cantante o qualunque altra cosa, scegliete voi. Nel momento in cui si tirano le somme della propria vita ci si accorge di essere infelici, ci si sente falliti, anche se si é raggiunti una posizione invidiata da altri nella società. Peggio la condizione di chi alla fine ci arriva anche in condizioni economiche e di salute non proprio brillanti.
Vi sarà capitato di pensare con rammarico ad una scelta fatta nel passato che ora ritenete sbagliata, ad un evento anche non dipendente completamente dalla nostra volontà, che ha indirizzato la nostra vita in una direzione piuttosto che un'altra, nostro malgrado, con un esito, a consuntivo, non gradito.
Ecco, il libro parla della voglia di rompere queste catene e vivere una nuova vita.
Basta con i legami con il passato, voglio tornare indietro e ricominciare d’accapo, questo grida Lily e lo ottiene.
Chiosa finale, come dice un mio amico toscano: meno male che nella vita non c'é la controprova.
MICIAJULIE:
libro di lettura scorrevole e di buoni sentimenti, che ci trasporta nel profondo sud degli states, tra lotte per i diritti umani e piccola provincia in cui l'apertura degli spazi è inversamente proporzionale a quella delle menti degli uomini.
tanti personaggi, qualche comparsa, a comporre una storia in cui la 'vita delle api' può essere intesa sia a esempio che a pretesto.
grande spazio se lo ritaglia lily, l'io narrante che seguiamo nella sua metamorfosi, non indolore, da bruco a farfalla, che trova la forza di accettare una verità difficile da portarsi sulle spalle e di crescere 'dentro', fino a volare con le proprie ali, smarcandosi dal giogo paterno.
un libro pieno di donne, e tutte disegnate con tantissimi chiari e pochissimi scuri, nessuna 'negativa', spesso simpatiche. con gli uomini relegati a ruoli più limitati. alcuni assolutamente marginali e monocordi. solo il padre, alla fine, ci viene mostrato più 'umano' e per certi versi fragile e carico di dolore di quanto dipinto fino a quel momento.
c'è parecchio di già letto/già visto. interessante, anche se forse un po' lontano da noi e dalla nostra educazione/cultura, questa religiosità tra il cristiano e il pagano, con deviazioni per strade antiche, riti arcaici, mutuati dai luoghi d'origine degli schiavi neri; e che ci arriva come allegra, giocosa, coloratissima, gioiosa. e intensa.
a volte può apparire un po' troppo adulto il percorso mentale e il modo di scrivere, se li si attribuiscono alla ragazzina. con beneficio d'inventario si può interpretare come qualcosa di coordinato dopo, 'da grande'. e allora pare un po' più credibile
la fine, solo moderatamente happy, aggiunge un '+' alla valutazione
a seguire la seconda parte
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