Ginestra, non esistono persone "non corruttibili". Più in generale, non è facile sapere a priori se uno lo è o meno. Qualunque corrotto o corruttore prima di diventarlo era una persona onesta. Ma soprattutto, per essere corrotti, bisogna ricoprire posizioni corruttibili. Chiaramente, chi non ha mai coperto certe cariche è pulito: d'altra parte, chi non ha mai guidato può vantarsi di non aver mai preso una multa per eccesso di velocità. Ma questa non mi sembra una buona ragione per prenderlo come automobilista modello.
Sul primo grado, purtroppo non sono d'accordo. Anche supponendo che la magistratura faccia bene il proprio lavoro, e che quindi le sentenze di primo grado fossero "corrette" nella maggior parte dei casi, non si rispetterebbero comunque i diritti del cittadino. Tuttavia dobbiamo considerare che più di un terzo delle sentenze di primo grado vengono ribaltate in appello.
Il fatto che fare il parlamentare non sia un obbligo, non significa nulla. Se io sono una persona onesta, condannata in primo grado e assolta in appello, io dovrei avere tutto il diritto di fare il parlamentare, e non capisco perchè dovrei andare a fare un altro lavoro.
Quello che dice Gomez ha senso, ma purtroppo lui la fa sempre molto (troppo) semplice.
Certo, la trasparenza è fondamentale, ma è un termine troppo generico. Anche con i bilanci pubblici e "trasparenti" al 100%, esistono migliaia di metodi per rendere incomprensibile o comunque difficile da comprendere il senso di certe operazioni. La radice del problema sono le norme di contabilità, che spesso sono complicate per necessità e non per strani motivi complottisti.
Il problema è piuttosto grosso ed indubbiamente è necessario affrontarlo. Paradossalmente, il problema del sistema Italiano non è la carenza di regole ma l'eccesso. Le troppe (e sono davvero TROPPE) regole comportano da un lato enormi possibilità di raggirarne i principi, dall'altra grosse difficoltà nel comprendere gli eventi.
Sugli strumenti ai magistrati, Gomez è ancora molto generico. Chiaramente, uno "strumento" su cui l'Italia è molto indietro rispetto agli altri paesi è la digitalizzazione dei dati. In Italia la digitalizzazione sta arrivando troppo lentamente. E per smentire Gomez e gli arcinquisitori, il problema è anche (e in larga parte) nella magistratura. Se da una parte la digitalizzazione procede lentamente, dall'altra è anche vero che tra le prime cause di questa lentezza c'è proprio l'opposizione di larga parte dei magistrati.