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Ancora canili lager...

Vale.scaly

Giardinauta Senior
Ragazzi mi spiace non riuscire a allegare le foto (le ho ridimensionate ma non me la fa inserire cmq...), mi spiace che non possiate vedere quello che ho visto io,non me lo aspettavo quando è arrivata la mail e appena ho visto la seconda è stato un pugno nello stomaco e le lacrime hanno iniziato a rigarmi il viso senza che potessi controllarle...questa è una testimonianza del comune di Civitanova...

Date un'occhiata a questa pagina, non ci vogliono che pochi secondi, inorridite e diffondete perchè sempre piu' persone comprendano, quando si parla di canili lager, qual è esattamente la condizione dei cani che hanno la disgrazia di finirvi detenuti...e si comprenda anche, perchè questo caso non è che un terribile esempio tra i tanti presenti ovunque sul nostro territorio, come le nostre amministazioni e ASL locali e quanti altri, direttamente o indirettamente, responsabili (!), si "impegnino" a fare il loro dovere nei controlli. Questo è il risul tato di tanto 'impegno':

Era all'incirca febbraio 2005 quando tra i vari cani accalappiati arrivò un pointer nero, uno dei tanti probabili abbandoni di cacciatori che non ritengono il cane adeguato alla caccia.

Era molto bello, ci colpì il suo carattere esuberante, allegro, affettuoso, e ci venne spontaneo affezionarci molto a lui, lo chiamammo Pietro.

Pietro, come tutti gli altri cani, era felice di avere le nostre attenzioni e ci mostrava la sua gratitudine, ci invitava al gioco, con quel suo modo di fare che ti faceva sembrare bella una qualsiasi giornata.

Speravamo che qualcuno si innamorasse di lui come noi, ma non fu così, molta

gente ancora non sa che i cani da caccia sono i migliori cani da compagnia per il loro carattere dolce.

Così, scaduto il tempo di permanenza al Canile Sanitario, come di consuetudine per tutti i cani che non trovano un' adozione, venne caricato nel furgoncino della Asl con destinazione il Canile privato di Morrovalle, convenzionato anche con il nostro comune.

Era così fiducioso, che quando fu fatto salire e legato alla catena, a differenza di altri cani, non si rendeva conto di cosa l'aspettava, e guardandoci si mise in posizione di gioco pensando appunto che si trattasse di un nuovo gioco, poi le porte si chiuserò e il furgone partì.

Il tempo passava, altri cani avevano bisogno delle nostre attenzioni, ma il pensiero di Pietro non ci lasciava mai.

Ogni tanto andavamo a trovarlo, come altri cani del Comune di Civitanova, e più passava il tempo più diventava magro, in maniera preoccupante.

Passarono circa quindici mesi, la magrezza di Pietro era impressionante, l'ultimo pezzo della coda era staccato da morsi lasciando una ferita aperta, era veramente pelle e ossa, irriconoscibile. Praticamente Pietro stava morendo, era questione di pochissimo tempo.

Venne tirato fuori da quel canile, non avevamo mai visto un cane in quelle condizioni, non si reggeva in piedi, nei suoi occhi c'era scritto un calvario, eppure riuscì a trovare la forza per farci le feste, dirci grazie

Appena gli mettemmo davanti una ciotola di crocchette si buttò a mangiarle con una voracità impressionante.

A nostre spese lo portammo da un veterinario, il quale fece al cane tutti gli esami e le analisi per escludere patologie serie. La risposta alla leishmaniosi era negativa, ed anche ad altre patologie, ma le analisi del sangue riportavano valori alterati

Alla fine la diagnosi fu denutrizione prolungata nel tempo, fino a compromettere tutte le funzioni vitali. Inoltre la coda presentava ferita da morso con nervo scoperto, altre ferite da morso, tigna.

Il tutto completamente certificato dallo stesso veterinario.

Pietro cominciò, sempre a nostre spese, lunghe cure di recupero. Il nutrimento doveva essere controllato con cibo specifico, inoltre andava operato d'urgenza per la ferita alla coda.

Dopo aver acquistato peso, seguì una fase per il recupero della massa muscolare.

Ci sono voluti molti soldi, tempo, pazienza, competenza del veterinario, ma oggi Pietro è tornato un cane normale, come potete vedere in questa foto recente.

Ora ci domandiamo, la Asl, sempre così scrupolosa e assidua nel fare ispezioni e controlli di media settimanali al Canile di Civitanova, dov'era in questi 15 mesi mentre Pietro stava morendo?

Ora Pietro, rimasto qui da noi, aspetta una seria adozione responsabile, qualcuno che sia in grado di dargli tutto l'affetto che si merita, qualcuno che meriti tutta la sua fiducia per sempre

I segni della sua sofferenza nessuno li potrà mai cancellare, ma è tornato a vivere, a correre felice, nonostante tutto a dare più affetto di prima.

Ci era stato detto che il cane era magro perché non assimilava, ma la verità che Pietro stava morendo di fame, e queste non sono nostre illazioni ma risultano da documentazioni veterinarie.

Noi abbiamo esposto i fatti, e la storia di Pietro è una storia simile a tantissimi altri cani, probabilmente morti con la motivazione "morte naturale".

E non ci riferiamo solo al Canile di Morrovalle, ma a tantissimi sparsi in tutta Italia, canili privati che hanno convenzioni con i comuni dai tre ai sei euro giornaliere per cane, per cui gestire cani diventa una vera attività di affari, dove più cani ci sono più è alto il guadagno.

E come in tutte le attività di lucro, più si abbassano i costi maggiori sono i guadagni, e non importa se in questa operazione muore qualche cane, verrà presto rimpiazzato da qualche altro cane sfortunato.

Se i gestori dei canili privati prendono queste cifre di convenzione, per Legge le Associazioni animaliste come noi hanno diritto ad appena 0,75 centesimi giornalieri a cane.

Tutto ciò è motivato dal fatto che i gestori privati hanno investito nella struttura, (tra l'altro raramente a norma) mentre le Associazioni animaliste no.

E' vero, noi non abbiamo investito soldi in murature ed impianti fognari, ma li investiamo direttamente sui cani, perché li curiamo per ogni loro necessità, li nutriamo adeguatamente, compriamo loro i farmaci, facciamo eseguire loro interventi necessari, li sterilizziamo, tutto questo secondo le possibilità delle nostre tasche e della generosità di chi ci aiuta.

Ci auguriamo che tutti i Comuni, come sta per fare il Comune di Civitanova, costruiscano autonomamente canili Comunali in modo tale di non avere necessità di convenzionarsi con i privati.

E soprattutto ci auguriamo che si diffonda nella teoria e nella pratica la cultura della sterilizzazione, ora ostacolata da troppi interessi e ancora da molti preconcetti.

Infine, permettetecelo un sogno: che i canili non esisteranno più un giorno, e che non ci saranno più storie come quella di Pietro
 
P

Piera1

Guest
Non ho parole per commentare, non riesco a conprendere tutta questa indifferenza verso il mondo animale. Faccio girare questo 3D.
 

Vale.scaly

Giardinauta Senior
Grazie Piera,io sono convinta che il mezzo migliore per combattere queste ingiustizie sia la diffusione e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica...altrimenti queste cose continueranno a succedere e a farne le spese sono sempre i nostri amici...
 
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