eltu ha scritto:La risposta che viene spontanea è sì, ma pensandoci, forse, non è proprio così. Quante cose viviamo sulla nostra pelle? Quante volte ci trascuriamo per il bene degli altri? In quante occasioni ci mettiamo da parte?
ciuss ha scritto:Anche a me Gigio è capitato di ottenere scarsissimi risultati...
Fondamentalmente mi piaccio...ma non mi voglio molto bene...
Per una serie di motivi sono costretto letteralmente a DIMENTICARMI di me stesso...lo so, non è giusto, ma non me ne posso preoccupare...
Vivo con la speranza che in futuro potrò recuperare il rapporto fantastico che avevo con me stesso...riprendere a "coltivarmi"...per ora rimango in riposo vegetativo...
riverviolet ha scritto:No Gigiuzzo caro, non dico che sbagli, dico che è difficile capire cosa significhi in realtà, volersi bene.
Quel che tu descrivi ad esempio, è un sentore comune di quel che significa volersi bene, ma è poi veraemnte aderente a quel che per ognuno soggettivamete necessita?
Non è magari una come dire, stampella, su cui ci si appoggia per poi poter dire, mi voglio bene?
Non sò, io credo non sia facile, nè così semplice.
Occorre una conoscnenza di sè molto profonda e la capacità d'imporsi che può passare invece per mancanza di scrupoli e tatto, ci si riesce poi alla fine?
Faccio un esempio, mio, di queste ultime 48 ore.
E' arrivata una bellissima notizia, tanto bella da ricordarmi quanto la mia famiglia stà arraccando per sopravvivere ad un mondo feroce.
il vicino di terreno lascia, abbiao la possibilità d'integrare 250 mq in più e isolare altri possibili estranei, dalla nostra aerea.
Nostra per modo di dire, di nostro c'è solo la casa, il resto, tutti quì, lo paghiamo, è in affitto.
Alla notizia, guardo mio marito negli occhi e lui capisce già, ma i suoi occhi sono anche molto stanchi, siamo oberati di spese ed io mi ritrovo ad un bivio importante, un'altra spesa fissa.
A cosa sono disposta a rinunciare?
Sò già a cosa e non sarà afato facile perseguire perchè nel farlo io dovrò rinunciare a coseche per altri magari sono normali, per me, lussi.
E dovrò mettermi a lavorare, anche se non potrei.
Smettere di comprare piante o ridurre drasticamente e smettere di fumare.
In cambio terreno per i miei figli, con la remotissima possibilità un giorno di riuscire a comprare ed evitare altri possibili estranei che come l'ultimo, ha apportato diverse e seri problemi a tutti noi.
Ecco, che faccio? Se mi voglio bene, non rinuncio a nulla, se invece voglio bene ai miei figli e a mio marito, devo rinunciare.
gigino67 ha scritto:il tuo esempio non fa' una piega........
ma se fai il scrificio e' perche' in fondo ti vuoi bene.........e perche' tu vuoi vivere bene.........capisci che ti voglio dire?
:love_4: :love_4: gigi'.
Condivido in pieno Ro,tutto ciò che ci fa star bene,sacrifici compresi ,sono atti a far star bene noi in primis,credo che sia insita in noi la volontà di essere appagati,soddisfatti,sereni noi stessi prima degli altri, perchè se non riusciamo a esserlo per noi stessi diventa molto complicato esserlo per gli altri.RosaeViola ha scritto:In questa discussione si sta confondendo (a mio avviso) essere consapevoli del proprio valore con quel po' di sano egosimo che ci preserva.
Sono due cose distinte, anche se qualche legame fra loro ce l'hanno.
Dacrificarsi per gli altri, se è una delle cose importanti della vita per me, non è non volermi bene, ma esattamente l'opposto.
Non mi importa della rinuncia verso me stessa, se nel farlo, seguo uno dei principi che animano la mia esistenza.
Nel seguirli, soddisfo e appago me stessa e quindi mi voglio bene.
La cosa difficile, invece, è l'autostima.
.
gigino67 ha scritto:se tu non ti vuoi bene, ti trascuri, ti opprimi, ti vesti male, non vai dal parrucchiere, ecc..ecc......secondo te che immagine di sicurezza puoi dare a chi ti sta vicino??????
RosaeViola ha scritto:[...]
La cosa difficile, invece, è l'autostima.
La più grande scommessa del genere umano. Nessuno di noi, NESSUNO, arriva all'età adulta senza strappi a questo livello interiore.
Recuperare la propria identità, scrollarsi di dosso etichette che ci hanno imposto esperienze o educazione o vissuti famigliari, è la cosa più difficile da fare.
[...]
Attraverso l'accettazione di sè stessi, del proprio modo di essere, si arriva allo star bene con il proprio sè e questo permette di cominciare anche a vedere con occhi diversi tutto quello che siamo capaci di fare, quando fino a quel momento la nostra attenzione si focalizzava, invece, a quello che NON sappiamo fare.
Posso dire oggi, di avere poche cose in cui non mi voglio bene, ma rispetto a quella che ero un tempo, da diversi anni sono una donna rinata a nuova vita e ne sono felice.
So quel che valgo e non me ne vergogno nel dirlo. Anzi, sono orgogliosa di me stessa e della consapevolezza di me che ho raggiunto.
[...]
Ho letto poche volte qualcosa di tanto vero!bestiolina ha scritto:Me lo ripeto spesso, di riappropriarmi della mia autostima perduta, ma non è più così facile, sembra legata alla buona riuscita di un evento esterno e non più una forza e stabilità che nascono da dentro.