provo. mica son sicura di riuscirci. con un piccolo esempio. è banale, e non è quello che mi ha fatto scattare questo 3d - argomento troppo privato per esternarlo -: lo metto a tavola (non 'in' tavola. e parlo del marito) da quasi 32 anni. premetto che è un inappetente e con gusti alimentari ristrettissimi, per cui devo giocare su pochi ingredienti e nel contempo non stufarlo con la ripetitività, se no non mangia, che già mangia pochissimo. in tutto questo tempo non mi ha detto una volta 'buono! o 'ti è venuto bene!'. la motivazione: 'che bisogno c'è?, se l'ho mangiato vuol dire che mi piaceva'. ecco, una 'coccola' del genere mi manca. parecchio. non mi serve per andare tronfia e mettere sul biglietto da visita 'brava in cucina patentata', mi serve per spignattare serena in cucina, per non sentirlo 'un dovere', per un cicinin di soddisfazione personale. chiedo troppo?
orpo, che déjà-vu! è quel che sento a casa dei miei da una vita... eppure, giusto ieri sera ero da loro e ho preparato io un risotto e mio padre se ne è uscito con un "è venuto bene". succede lo stesso rispetto alle cose che mia mamma vorrebbe lui facesse in casa (chiedendo ripetutamente) e invece non fa, mentre se gliele chiedo io si rende disponibile. quindi: come mai? be', a me viene istintivo trattarlo in un certo modo per cui fatico perfino un po' a rendermi conto di cosa ci sia di diverso, ma una cosa evidente è che io non ho aspettative come invece lei ha, ad esempio non dò per scontato che certe cose debbano venirgli spontanee, se ho un esigenza la manifesto e non attendo di bollire dal nervoso prima di farlo per il fatto che lui non se ne è accorto da solo. i ruoli sono diversi, ovvio, per cui per me è probabilmente più facile averci a che fare e infatti in periodi in cui mi sono ritrovata a casa sola con lui perché lei era via anch'io so di aver sbuffato ed essermi arrabbiata per le cose che 'non vedeva'. però è anche vero che di base ho un altro modo di trattarlo e mi accorgo da sola che è più rispettoso di come è fatto lui, che ha tempi di reazione diversi dai miei, che se è intento a far qualcosa nemmeno sente se gli si sta parlando, che se gli ripeti trenta volte la stessa cosa finisce per dimenticarla mentre se glielo dici una volta quando hai tutta la sua attenzione non c'è più bisogno di dirlo, ecc. mia mamma queste cose non le vede nemmeno, per cui ci sbatte contro all'infinito.
ora, non dico sia così anche per te, ma come ti è stato suggerito da altri non può essere che ci sia effettivamente anche da parte tua un 'non riuscire a prenderlo' nel modo 'giusto', che significa solamente: per come è fatto lui e non per come immagini dovrebbe essere?
il che non significa nemmeno che devi accettare cose che non ti vanno, solo che per manifestare le tue esigenze affinché siano ascoltate, comprese e poi soddisfatte c'è forse un modo diverso di comunicarle che potresti utilizzare....
nel senso che uomo è (scardan) e magari se riesco a farmi capire da lui poi può darsi che riesca a farmi capire anche da mio marito? una specie di proprietà transitiva? (però nicola22 è un'eccezione. quella che conferma la regola?) del resto che la testa maschile funzioni diversamente da quella femminile mi pare appurato. ricordo di aver letto di uno studio in cui veniva mostrato un incidente stradale a uomini e donne. gli uni descrivevano senza indugi la modalità, le posizioni delle vetture, la cronologia e la tempistica. le altre riuscivano a vedere i 'pois sul foulard della signora bionda', senza però nemmeno collocare la suddetta signora nella macchina giusta. uffffff
già, esempio classico, e forse ricorderai, l'anno scorso sono zompata a piè pari (ignara!) in questa sezione proprio parlando di cose di questo tipo. e come detto allora, anche se questo non è passato del tutto, non c'era alcuna intenzione di mettere in campo pregiudizi banali, al contrario, era di base un voler dialogare su come concretamente siamo diversi in tante cose e su come questo possa non essere un problema, bensì la scoperta di quanto le differenze siano in realtà belle e le si possano apprezzare.
ad ogni modo, ti suggerivo di provare a vedere di parlarne con scardan perché diceva anche lui che non capiva quale fosse il problema, per cui, sì, potevi poi riuscire a vedere anche come mai la comunicazione non stava funzionando.
e devo dire anch'io che se tu hai parlato al tuo uomo spiegandogli la tua esigenza nei termini che hai usato qui sopra dando un esempio non capisco perché la cosa non gli sia arrivata...... faresti un altro tentativo? chiedigli quando ha qualche minuto di tempo da dedicarti per parlargli (non iniziare di botto, lascia che possa scegliere il momento in cui farlo, che ti dica poi 'okay possiamo adesso' oppure 'va bene, più tardi' --al che prova a suggerire un 'quando' finché non lo concordate, altrimenti resti in attesa e non andrebbe per te) e quando si rende disponibile digli che vorresti chiarire con lui una volta per tutte questa cosa per i motivi che hai (gli dici il tuo perché, come la cosa ti fa sentire ecc), dopo di che gli spieghi cosa accade dalla tua parte, cioè come te la vivi tu. e per far questo potresti proprio usare l'esempio che hai fatto qui, perché non è risentito ed è semplice e come hai visto qui è risultato chiaro. fatto questo, aspetti che ti dica la sua. e anche quando l'avrà fatto, aspetti ancora, perché magari sul momento se ne esce con le cose che ti ha già detto altre volte, ma se lì tu non inneschi altrettanto le solite cose che tu hai detto a seguire, allora può essere che lui possa finalmente avere il tempo per sentire quanto effettivamente il suo silenzio in quelle occasioni ti pesa e perché. c'è da riuscire a far passare il fatto che tu non lo stai pretendendo ma chiedendo perché è una tua esigenza, e lui non lo deve fare perché tu fai dell'altro ma perché gli fa piacere darti quel che vorresti, così come dovrebbe far piacere a te fare cose per lui (altrimenti, come ti ha detto qualcuno, sei nel dovere e questo alla lunga pesa per forza a te e quindi vai nella pretesa e nel risentimento, e che li manifesti o meno gli altri attorno se ne accorgono).
se decidi di sperimentarti in questo modo, poi dacci notizie del risultato
ps: ah, dimenticavo... una cosa di cui io terrei conto di base è che non lo stia facendo per mancanza di volontà di darti quella soddifazione o per pigrizia o chissà che, ma solo perché non sa (perché non l'ha ancora capito) quanto valore abbia per te. cioè, non presumere i suoi motivi, non dare per scontato di saperli