Forse per il sole sono stato troppo prudente, ma l'anno scorso il mio epi ha preso tre-quattro ore di sole al mattino fino a fine maggio (anzi, per il tempo che ha fatto la primavera scorsa, da metà maggio in poi di sole ce n'è stato ben poco), ed era diventato di uno "splendido" color mosto appena spremuto e, tra insolazione e sforzo per la fioritura, era asciutto e sciupato da fare impressione. Però, visto che dopo si è ripreso alla grande, forse non è un grande problema.
Per quanto riguarda l'argilla espansa, mica lascio i miei epi con i piedi a mollo!
Uso dei sottovasi molto grandi (per un vaso da 25 un sottovaso da 35), li riempio fino all'orlo di argilla espansa e ci metto acqua fino a un mezzo centimetro dall'orlo. In questa maniera di acqua alla terra praticamente non ne arriva: l'argilla si imbeve di acqua e la fa evaporare (con un'efficacia maggiore che se ci fosse soltanto l'acqua; in un certo senso aumenta la superfice di evaporazione), ma il fondo del vaso non è a contatto con l'acqua. Non ho soltanto i cactus della foresta con l'argilla nel sottovaso, ma tutte quelle piante che amano l'aria umida e la terra asciutta: lo spatiphyllum (che si sta faticosamente riprendendo da un mio tentativo di annegamento dell'anno scorso, quando pensavo che amasse il terreno bagnato :martello
, il pothos, la dracena fragrans e quella marginata, la chamaedorea elegans... tutte piante che temono il ristagno ancora più degli epiphillum. Ovviamente quando si innaffia abbondantemente (oppure quando piove) e scende parecchia acqua nei sottovasi poi bisogna svuotarli un po', in modo che il vaso non affondi nell'acqua, e comunque l'argilla nel sottovaso non sostituisce le spruzzate ai fusti (nei giorni più caldi facevo una bella doccia vaporizzata a tutte le piante umidofile anche cinque-sei volte al giorno). In questa maniera mi sembra che gli epi non abbiano sofferto eccessivamente del caldo estivo e hanno continuato a vegetare e a crescere belli turgidi, credo anche grazie l'umidità che sono riuscito ad assicurargli.