@Marcello (Finnigan's sapevo quando ho iniziato il trhead,che non è un argomento facile.Abbi pazienza.)
l'argomento è difficilissimo solo perchè si ha a che fare con gli italiani. Che per 20 anni hanno osannato un tizio, e quando qualcuno lo ha accoppato non han saputo far meglio di appenderlo per i piedi dopo avergli pisciato addosso. Che a distanza di circa 65 anni stanno facendo lo stesso con un altro tizio (che hanno avuto il pessimo gusto di eleggere loro stessi in un impeto di virile masochismo).
Anyway. Spesso ho alluso alla logica dei gruppetti, degli schieramenti e del tristissimo "o bianco o nero". La situazione che stiamo vivendo è specchio e frutto delle scelte compiute anni fa da un popolo ottuso, ignorante, pigrissimo.
Il giustizialismo, forma popolare e minimalista dell'idea di "Legalità", dilaga ormai ovunque per la sua versatilità ideologica e per il suo facile utilizzo: carcerato=delinquente, ergo: schiattasse pure, devo guardare la partita. Pedofilo=il peggio delinquente schifoso ecc ecc, ergo "ci vorrebbe la pena di morte" (nel caso il pedofilo fosse un congiunto o un familiare, beh parliamone).
Tra i miliardi di cose che gli italiani ignorano, le realtà carcerarie sono quelle più nascoste e misconosciute nonchè fraintese e spesso utilizzate a fini di propaganda.
Una proposta interessante sarebbe di carcerare preventivamente ogni cittadino/a italiano per qualche mese (tanto qualche drittata l'italiano la fa sempre, io per dire fottevo motociclette e spalmavo escrementi di cane all'interno delle maniglie-portiera delle auto di lusso) così da fargli prendere atto di quanto Giustizia e Sistema Detentivo siano vomitevoli, senza che nessuno si indigni veramente scendendo in piazza e pretendendo.
Prerendere cosa? Che la Giustizia sia giusta e che quando viene applicata lo sia davvero, e che magari possa in certuni casi essere di recupero anche e sopratutto quando si parla di minori disagiati.
E non si recupera nessuno, trattandolo come una bestia. Nella mia esperienza carceraria, ho conosciuto realtà particolarissime e debbo dire che in rarissimi casi ho conosciuto persone davvero crudeli. Molti ignoranti, tantissimi pigri, alcuni portatori di handicap psichici (che in carcere non migliorano di certo), molti furbi, moltissimi consumatori e spacciatori di sostanze.
Ho avuto a che fare con gli stupratori. Disadattati egocentrici e repressi, mentalità ottusa, zero empatia. Stanno bene lì. Tranne quelli, e ce ne stanno, fregati dalla stronxa di turno. E ce ne stanno, parecchie.
Ho avuto a che fare con i pedofili. Disadattatissimi a livelli inauditi, fondamentalmente rozzi e ignoranti, provenienti (ma non sempre) da ambienti degradati. Ma tutti indistintamente con esperienze sessuali precoci e deviate. Casi clinici: NON stanno bene lì, ci vogliono strutture apposite, sistemi di controllo avanzati (braccialetti radar obbligo di firma, domicilio coatto).
Ho avuto a che fare con un serial killer che uccideva, stuprava e faceva a pezzetti le prostitute, seminandone i pezzi in giro e serbando le teste. Brr! Uno sguardo che non posso descrivere, che paura.
Ecco, cosa fare di questa roba (poche decine di persone in una popolazione di centinaia) è il problema peggiore: se da un lato esiste la sacrosanta necessità di punire, dall'altra vi è l'ancor più importante necessità di evitare la recidività: il caso izzo, tragicamente perversamente imbarazzante è lo specchio di questa realtà. La mole di suicidi in carcere l'altra faccia della medaglia (questo è uno):
http://piemonte.indymedia.org/article/6088.