Alberto notò dal suo orlogio da polso che era stato tutta la notte attaccato alla mano per dimenticanza, ch era già un buon orario per alzarsi.
Si infilò nello zainetto la cartina dei bus che voleva prendere per arrivare dalla nonna e moltissime merendine di quelle tutte cioccolattose e anche una bottiglietta d'acqua.
Scese e andò alla fermata giù in piazza, avrebbe duvuto prendere il bus numero 48.
Di solito passava ogni 5 minuti ma rimase lì fermo per mezz' ora.Siccome non c'era ancora nessuno decise di prendere una delle tante biciclette abbandonate per la strada, conosceva a memoria la strada e sapeva che avrebbe duvuto pedalare molto.
Tra uno slalom e l'altro iniziò a lavorare di fantasia per il fatto che nessuno era per la strada: per gli uomini pensò che oggi c'era qualche mondiale di calcio in TV e per le donne che avevano aperto un negozio a sconti elevati dall'altro lato della città.
Mentre rifletteva caddè, qualcosa di sinistro lo avevo spinto, gli aveva dato la sensazione di essere stato immerso in un catino d'acqua ghiacciata, corse via a piedi, poi tornò indietro, controllò se c'era qualcuno, riprese la bicicletta e ricominciò a pedalare ma della strana figura che gli parse più che altro un ombra nessuna traccia.