(Possibile finale)
Etciù, etciù!!
Etciù…
...Una forte vertigine, una sensazione di galleggiamento mentre le mani cercano un appiglio qualcosa a cui aggrapparsi, è morbido e soffice quello che trovano, gli occhi si aprono molto
lentamente a fatica, dei grossi fiori gialli stanno danzandole incontro da ogni parte, il loro profumo è penetrante conosciuto, è odore di violetta.
Etciù!
“Becky, tesoro va tutto bene?”
Solo una persona usa ancora quel profumo, solo lei poteva consigliare una carta da tapezzeria con quei fiori gialli e smisuratamente grandi, ma soprattutto cosi’ “pacchiani” parola che la mamma trovava spesso modo di usare riguardo alle scelte sue e della… “nonna!!!!”
“Nonna che ci fai qui, cosa succede?!”
“Tranquilla tesoro,è tutto passato” le disse passandole amorevolmente una mano sulla fronte. “Hai avuto un gran febbrone che ti ha fatto dormire a lungo,ci voleva una delle tisane della nonna per riprenderti, così ho preso la corriera ed eccomi qui, menta e melissa, direttamente dalla campagna attorno al mio giardino, Gigino le ha raccolte personalmente per te, mentre cercava di dissuadermi dal partire. Rebecca si mise a sedere sul letto mentre attorno a lei gli oggetti famigliari della sua camera stavano smettendo di oscillare, era un po’ confusa.
Aveva sognato, ma quanto a lungo lo aveva fatto? Era spossata incredula…sembrava tutto così reale; la nonna le si avvicinò sorridente ,al collo il solito medaglione che portava da tanti anni, un girasole in oro finemente cesellato, al suo interno la miniatura color seppia di un uomo biondo, di fronte il minuscolo frammento ingiallito di una lettera.Quanto fantasticare sul contenuto del medaglione, ma la nonna non aveva mai dato spiegazioni a nessuno.
Sorridendo si limitava a dirle: Chissà? Forse un giorno…”
Qualche giorno dopo Rebecca, completamente ristabilita si stava recando a piedi alla biblioteca, era un tantino malinconica, pensava a Luigi chissà se aveva telefonato? La mamma non le aveva detto niente.
Una folata improvvisa di vento, la fece rabbrividire si strinse le mani sui fianchi, accelerando il passo.
Era una giornata incredibilmente tersa nel cielo si poteva vedere, nitidissima la luna. All’entrata della biblioteca un giovane dall’aria vagamente famigliare le aprì, molto gentilmente la porta accennando, così le parve, un leggerissimo inchino.
Rebecca sorrise tra se, pensando che quel tipo sarebbe certamente piaciuto alla nonna.
Fine.