Greta trasalì, si svegliò all'improvviso con una sensazione di pericolo. Infilò la mano nella borsa dove l'impugnatura fatta su misura s'inseriva perfettamente nel cavo della sua mano poi si guardò intorno.
Tutti dormivano anche se era ormai l'alba, un tenue chiarore illuminava la stanza mentre la luce delle lampade notturne illuminava il corridoio. Si mise seduta sul letto ed ascoltò con attenzione: eccolo, un rumore felpato, di passi, al piano di sopra.
Si alzò quatta e tolse la sicura all'arma poi uscì dalla stanza mentre le altre donne e il ferito dormivano.
John era sull'entrata ma non le andava di disturbarlo, magari era solo suggestione....
Salì lentamente le scale, trattenendo il respiro, poi vide: un'ombra furtiva uscì veloce da una stanza e s'infilò in un'altra. Non sapeva se seguirla o no, poi la curiosità ebbe il sopravvento ed entrò anche lei. Forse era stata avventata a fare tutto da sola. Fece appena in tempo a sentire uno scatto e l'ombra era già oltre la finestra e scendeva rapidissima le scale di sicurezza esterne. Non aveva nemmeno capito se fosse un uomo o una donna. Anche correndo non l'avrebbe raggiunta, un brivido le percorse la schiena, non c'erano solo loro tra i sopravvissuti. Cosa faceva o cercava quell'ombra nell'ospedale e perché non si era palesata, non aveva cercato di parlare con loro e da quanto tempo era lì e magari li stava osservando? E se sapesse qualcosa che loro non sapevano su quella sparizione così improvvisa? Rabbrividì e rimise la sicura all'arma che luccicava sinistra alla luce del sole nascente.