premetto che non ti conosco davvero, ne posso dire di averti frequentato in amicizia o anche solo "marginalmente", ne posso o ho avuto la possibilità di sentire anche "l'altra campana"..... quindi sopratutto per quest'ultima cosa scriverò al singolare e rivolto solo a te, ma sempre consapevole che certamente non si possa dire di averti conosciuto abbastanza solo ( e per) attraverso i tuoi post qua nel forum.Grazie, Marco, per avermi fornito altri spunti di riflessione. Davvero: molto spesso è difficile rendersi conto di come siamo sino a che qualcuno, che da te non si aspetta nulla e che non ha interessi di alcun genere, ti fa notare quei "nodi", quegli intoppi che ti frenano, ti deviano e nel migliore dei casi ti confondono.
Io "sono e resto come sono", nel senso che ho come tutti delle esigenze, ma le mie sono prettamente "materiali".
Sono in fondo un artigiano, un creativo, e non posso in alcun modo rinunciare a quel po' del mio tempo che DEVO dedicare alla creazione di qualcosa, sia un mandolino, un flauto barocco o un circuito elettronico. Mi togli questo e mi saturo di energie non utilizzabili in alcun modo e poi scoppio malamente.
Non sto a spiegarti il senso di questo perchè di senso non ne avrebbe.
Nei rapporti a due io sono conciliante, mi adatto più o meno volentieri, posso rinunciare a qualcosa, posso smussare spigoli, tentare in tutti i modi di compiacere la controparte e non formalmente (ti accompagno al museo e mi rompo le palle) ma riuscendo a giovarmi e condividere il piacere suo. Sono curioso e spesso scopro che mi piacciono cose che mai avrei pensato (il Tango per esempio). Accetto certi lati del carattere perchè so che sono cose che non si può pretendere di cambiare.
Tuttavia, a me piace Vivaldi, non potrei mai farmi piacere Chopin. Mi piace l'impressionismo, mi emoziona... per quanto mi sforzi, l'astrattismo mi fa cag-are se non per poche eccezioni, e mi mette ansia.
A volte sono immerso "nel mio mondo" mio malgrado, mi frullano progetti e idee e sembro distaccato, ma io sono così, ho un mondo interiore e mentale che è un mio spazio al quale addirittura permetto di accedere... ma se si considerano le mie passioni un futile "passatempo", allora la chiave per schiudermi non la troverai mai perchè neppure hai trovato la toppa.
... Il problema è che adesso tutte queste cose sono qui e ho l'assoluta certezza che questo non sia il posto giusto.
non lo so, semplicemente non lo so.il osto giusto qual è? quello dov'erano prima? o senti, dentro, di doverlo ancora trovare?
se un mio amico fosse nella tua situazione e mi avesse fatto un discorso come quello tuo ora "quotato" io in tutta sincerità gli risponderei :
"sai quanti single impenitenti ho sentito pronunciare discorsi pressochè uguali con l'unica differenza che loro li pronunciavano per giustificare la loro voglia di non impegnarsi in rapporti lunghi e stabili che stravolgerebbero, anche solo in parte, la loro vita?"
ti scoprirai annientato nei bisogni tuoi e farai di tutto per ottemperare ai bisogni della tua "metà" se sarai fortunato (e lo sarai perchè "Dio li fa e poi li accoppia" ) troverai di sicuro una dama che ti lascierà come sei, lo stesso, di essere quello che sei anche se tu non glielo mai chiesto e tu farai la stessa medesima cosa con lei...... il cuore ti dirà, e convincerà pure la tua testa, a fare di tutto per lei (e non perchè sono state le vicissitudini della vita a farti rinunciare a qualcosa) e tu lo farai di buon grado perchè per lei sei disposto a rinunciare alla tua vita.
al momento, tu per lei, a tante di queste cose ancora non saresti stato disposto a rinunciare .......
secondo me per questi motivi non l'hai resa ne gli hai fatto percepire quanto fosse importante per te o che lei era davvero "l'importanza al di sopra di tutto" e credimi per gli uomini o per le donne questo è tutto.
:muro: e con questi presupposti hai deciso di convivere?
l'amore non è una scienza esatta (anzi non è manco scienza) quindi non puoi ne programmarlo ne spiegarlo razionalmente, meno che meno in anticipo........e se non sei pronto o non vuoi ne puoi sentirti in grado di riscrivere drasticamente e radicalmente la tua vita...... bhe allora non sei ne puoi di essere "un convivente di qualcun'altro"
PS poi per chi decide di trasferirsi "a casa dell'altro/a" è pure, e veramente, più difficile ed impegnativo.........
per me il 3d è "viziato" già in partenza ovvero proprio dal titolo di apertura .......
ci sono due categorie distinte di persone......(ma senza la benchè minima volontà nel sminuire nessuno solo in modalità "descrittiva" e nulla più)
--la prima categoria la cerebrale ed il titolo del 3D sarebbe appunto " sull'essere e sull'amare" dove appunto "l'essere" viene prima o contestualmente all/dell'amare/amore.
--la seconda categoria la romantica all'inseguimento dei sogni perduti e/o realizzati e per loro il titolo sarebbe "sull"amare e (dopo) sull'essere" dove appunto l'amore è tutto e il proprio "io" viene dopo/contestualmente/ di conseguenza ........cosa ben diversa
ha messo il "contestualmente" ad entrambe solo perchè credo che persone buone ed innamorate esistano in entrambe .......ma tra le due ci stanno grandi differenze nel "sentire"e "vivere" un amore e credo, che di sicuro in entrambe esista l'amore .......ma cambia il concetto di essere e di conseguenza anche "l'amare"
E quindi, se mi si permette, non ci ho capito un beneamato caz.zo, il mio cuore rema contro la ragione e probabilmente abbiamo scritto 15 pagine di put.tanate da fare invidia ai defunti thread dei pirati.
'na volta, i saggi vecchietti de 'na olta avevano un detto che riassume in gran parte quello che tu hai scritto "mai portarsi a casa il lavoro" e in questo s'includeva in gran parte al fatto che diffrenziavano molto tra quello che fuori si faceva o si era e quello che invece si era o si facevauna volta tornati nel proprio "nido".......ovvero in casa (e devo pure specificare anche nel male e non solo nel bene) si era e ci comportava in/con maniera "d'essere" completamente diversa.Allora, io la vedo così.
L'amore è romanticismo, leggerezza, abbandono, irrealtà (o forse la vera realtà, vallo a sapere) e parte del nostro Essere è mossa dall'idea dell' amore, e si compiono scelte in tal senso. Magari rinunciando inizialmente a qualcosa, tagliando fuori abitudini e persone. Rinunciando a parte di sè perchè in quel momento sembra la cosa giusta da fare. Adattandosi. lasciando correre. Magari addirittura sopportando, "facendo finta".
Invece la quotidianità in cui è immersa un'altra parte (o forse la stessa o forse quella materiale) del nostro essere è routine, impegni, situazioni, rapporti interpersonali spesso obbligati (lavorare con persone vomitose è un esempio), scelte altrettanto obbligate, scadenze, imprevisti, malumori conseguenti e bla bla bla. E si mantiene e si coltiva perciò uno spazio proprio, segreto, intimo personale, un'oasi di pace (di cui fanno parte magari alcune cose messe da parte in funzione dell'amore) che è ciò che ti impedisce di abbrutirti, essere del tutto infelice o addirittura di dare di matto. Almeno per me è così.
E siccome in un rapporto sentimentale ci sono DUE "sé" ambedue con le loro prorie esigenze, entrambi con i loro spazi "segreti", ecco qua che la faccenda regredisce ad una banalità assolutamente non banale. Che è il fatto di riuscire a rimanere sè stessi pur stando vicini, senza doversi obbligatoriamente privare di qualcosa che, prima o poi, tornerà fuori magari in forma di "rinfaccio" o recriminazione. E in mezzo la condivisione, magari delle cose più belle.
La cosa tragicomica è che quando ieri ho ripreso le mie cose da casa sua, ci siamo abbracciati piagnucolando come due imbecilli scoprendo di amarci ancora come nei momenti che Belpa ci ha ricordato.
E quindi, se mi si permette, non ci ho capito un beneamato caz.zo, il mio cuore rema contro la ragione e probabilmente abbiamo scritto 15 pagine di put.tanate da fare invidia ai defunti thread dei pirati.
Allora, io la vedo così.
La cosa tragicomica è che quando ieri ho ripreso le mie cose da casa sua, ci siamo abbracciati piagnucolando come due imbecilli scoprendo di amarci ancora come nei momenti che Belpa ci ha ricordato.
E quindi, se mi si permette, non ci ho capito un beneamato caz.zo, il mio cuore rema contro la ragione e probabilmente abbiamo scritto 15 pagine di put.tanate da fare invidia ai defunti thread dei pirati.
"L amore appartiene per sua natura alla sfera dell indicibile, come tutto ciò che ha a che fare con l'anima, con la dimensione più profonda e segreta dell'essere, è vicina al mistero , si accompagna al silenzio. Superare la barriera dell'inesprimibile, dare forma all'indicibile è un'impresa folle, in cui soltanto gli artisti, i poeti, si sono cimentati da sempre, L'indagine psicologica si ferma spesso a un tentativo di pseudocomprensione razionale che tradisce e violenta la realtà dell'anima. Cogliere le mille cangianti sfumature con le quali incontriamo l'altro, significa abbandonare ogni prospettiva unilaterale, per dar voce a tutti i daimones che ci abitano. In questo viaggio misterioso attraverso l'amore ciascuno incontra l'altro, e dietro l'altro se stesso." Aldo Carotenuto.Allora, io la vedo così.
L'amore è romanticismo, leggerezza, abbandono, irrealtà (o forse la vera realtà, vallo a sapere) e parte del nostro Essere è mossa dall'idea dell' amore, e si compiono scelte in tal senso. Magari rinunciando inizialmente a qualcosa, tagliando fuori abitudini e persone. Rinunciando a parte di sè perchè in quel momento sembra la cosa giusta da fare. Adattandosi. lasciando correre. Magari addirittura sopportando, "facendo finta".
Invece la quotidianità in cui è immersa un'altra parte (o forse la stessa o forse quella materiale) del nostro essere è routine, impegni, situazioni, rapporti interpersonali spesso obbligati (lavorare con persone vomitose è un esempio), scelte altrettanto obbligate, scadenze, imprevisti, malumori conseguenti e bla bla bla. E si mantiene e si coltiva perciò uno spazio proprio, segreto, intimo personale, un'oasi di pace (di cui fanno parte magari alcune cose messe da parte in funzione dell'amore) che è ciò che ti impedisce di abbrutirti, essere del tutto infelice o addirittura di dare di matto. Almeno per me è così.
E siccome in un rapporto sentimentale ci sono DUE "sé" ambedue con le loro prorie esigenze, entrambi con i loro spazi "segreti", ecco qua che la faccenda regredisce ad una banalità assolutamente non banale. Che è il fatto di riuscire a rimanere sè stessi pur stando vicini, senza doversi obbligatoriamente privare di qualcosa che, prima o poi, tornerà fuori magari in forma di "rinfaccio" o recriminazione. E in mezzo la condivisione, magari delle cose più belle.
La cosa tragicomica è che quando ieri ho ripreso le mie cose da casa sua, ci siamo abbracciati piagnucolando come due imbecilli scoprendo di amarci ancora come nei momenti che Belpa ci ha ricordato.
E quindi, se mi si permette, non ci ho capito un beneamato caz.zo, il mio cuore rema contro la ragione e probabilmente abbiamo scritto 15 pagine di put.tanate da fare invidia ai defunti thread dei pirati.
Questo assolutamente no, almeno non per me. Ci conoscemmo in un momento in cui non avevo spazi vuoti e quelli che avevo li riempivo da me.in definitiva ....
entrambi cercavate qualcuno che vi riempisse degli spazzi e lo volevate a vostra misura.
...nel tempo abbiamo altresì scoperto quante e quanto grandi fossero le nostre differenze e sopratutto quanto i nostri caratteri divergessero in determinati ambiti.pesa e ripesa pensando che poi alla fine la bilancia non sempre è precisa quindi sballa volentieri l'importante è pagare più o meno il prezzo quasi giusto per quel tipo di frutto
Male, dovresti fugarli.sull'anima ho seri dubbi.
e anche che l'amore sia sto gran mistero. di certo fa male male o bene bene..non ha vie di mezzo.
Olmo ti do ragione, il più delle volte la trasparenza non paga. L ho imparato sulla mia pelle, ma non riesco a comportarmi diversamente, sono sempre stata così, non son capace a mettere in atto strategie, finzioni, pose e ho pure il brutto vizio di dire quello che penso. Non è mai stato facile. ..