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Essere madre

A

ambapa

Guest
io al terzo mondo farei una mega sterilizzazione di massa, fanno figli come bestie e non capiscono che le risorse del pianeta sono alla frutta. Poi vengono qua e pretendono che glieli manteniamo noi, coi nostri soldi delle nostre tasse.
Lo so, non è politicamente corretto, ma per me è così e punto.

Aberrante.
 

liligen

Florello
io al terzo mondo farei una mega sterilizzazione di massa, fanno figli come bestie e non capiscono che le risorse del pianeta sono alla frutta. Poi vengono qua e pretendono che glieli manteniamo noi, coi nostri soldi delle nostre tasse.
Lo so, non è politicamente corretto, ma per me è così e punto.

Ahi, ahi, ahi!!!!

è possibile di leggere ancora questo tipo di cosa?!!!:eek: :eek: :eek: :(
 

aldad

Giardinauta
io al terzo mondo farei una mega sterilizzazione di massa, fanno figli come bestie e non capiscono che le risorse del pianeta sono alla frutta. Poi vengono qua e pretendono che glieli manteniamo noi, coi nostri soldi delle nostre tasse.
Lo so, non è politicamente corretto, ma per me è così e punto.


Non volevo intervenire in questa discussione perchè certe cose mi fanno proprio..., lasciamo perdere sarei troppo volgare, ma non ho resistito.

tu al terzo mondo faresti la sterilizzazione di massa, non credi che le risorse del pianeta siano alla frutta anche perchè il cosidetto mondo civile industrializzato lo sta sfruttando un po' troppo?

e la virilita maschile dove la mettiamo, in tanti paesi se non si hanno un tot di figli vuol dire che non sei "uomo", la religione che ti dice che devi compiere l'atto sessuale solo per la procreazione, l'ignoranza e tantaltro.

è invece politicamente corretto sfruttarli come si sta facendo con tutte le ricchezze del loro, ripeto loro sottosuolo, fare in modo che ci siano guerre per poter vendere armi, questo sì che è politicamente corretto.

Io sono convinta che il "terzo mondo" si tenga tale per politica

Se non ci fossero persone che danno lavoro al nero, quelli che sono costretti a veni qua, perche al loro paese ci sono guerre e carestie, i propri figli se li manterrebbero loro con le loro tasse.

Ti auguro con tutto il cuore che ti vada sempre tutto bene.



Tornando alla discussione iniziale, dai un bacione alla piccola, e falle tanti auguri.
 

yeye27

Master Florello
Ros' carissima,
mi dispiace tantissimo per Margherita,che ha dovuto sopportare tanto male e mi dispiace tantissimo anche per il tuo cuore di mamma:love:...
Spero che adesso vada tutto bene....
Un abbraccione ad entrambe con tanto tanto affetto
:love_4: :love_4: :love_4:
yeye
 

Elyass86

Guru Giardinauta
Ma che diamine,non ti vergogni di dire una cosa del genere, e cosa ancora peggiore, non ti vergogni di pensare una cosa del genere?? E' triste e frustante, è doloroso, ma soprattutto ferisce, perchè ti fa comprendere quanto una persona possa dimostrarsi insensibile, superficiale e piccola.Mi vengono i brividi a leggerti.
 

RosaeViola

Master Florello
Ma che diamine,non ti vergogni di dire una cosa del genere, e cosa ancora peggiore, non ti vergogni di pensare una cosa del genere?? E' triste e frustante, è doloroso, ma soprattutto ferisce, perchè ti fa comprendere quanto una persona possa dimostrarsi insensibile, superficiale e piccola.Mi vengono i brividi a leggerti.

ma poi quel per me è così punto, quanto mi fa andare in bestia.Dimostra la tua apertura mentale.


Elyass ma un bel QUOTE no eh??? :lol:

(mi ci è voluto un po' per capire...te possino! :lol: )
 

RosaeViola

Master Florello
Ros' carissima,
mi dispiace tantissimo per Margherita,che ha dovuto sopportare tanto male e mi dispiace tantissimo anche per il tuo cuore di mamma:love:...
Spero che adesso vada tutto bene....
Un abbraccione ad entrambe con tanto tanto affetto
:love_4: :love_4: :love_4:
yeye


Grazie Yeye...:love_4:
 

RosaeViola

Master Florello
Auguri per una pronta guarigione alla bambina......

e a te...essere madre, è la cosa più bella ,più affascinante, più sopranaturale che c'è in questa vita......ma anche la più difficile, in quanto a educazione, preoccupazione, anzi.....userei il sostantivo PAURA, si perchè in molti casi si sente paura nei confronti dei figli...per tutto quello che può succedere a loro.....molta più paura per loro che per noi stessi...senza paragoni...


Grazie Giuseppe. :love_4:

La paura che viviamo noi sul fatto che possa succedere qualcosa a loro è nulla in confronto a quella di quelle donne che dopo averli messi al mondo se li vedono martoriare così ferocemente da una guerra o dalla violenza o dalla cattiveria.

Ma sempre senza voler andare ai casi estremi, il solo crescerli cercando di dar loro quanta più serenità possibile, senza esagerare con l'iperprotezione, facendone delle persone mature e responsabili, è un compito davvero arduo e, spesso, ingrato perchè si scontra con le regole della società, i canoni precostituiti, i pregiudizi, i preconcetti, i patteggiamenti e tanto altro.

Possibile che questo topic si sia rimpinguato di post solo in merito alle contestazioni di chi ha fatto certe affermazioni e non ci sia null'altro da dire sulla figura della madre, sul suo ruolo oggi, su quello che dà alla famiglia e a tutta la società?

Siamo passati dall'icona della madre piangente, addolorata e martire, dall'angelo del focolare ad un qualcosa che non riusciamo a definire?
 

celeste

Giardinauta Senior
Grazie Giuseppe. :love_4:
Siamo passati dall'icona della madre piangente, addolorata e martire, dall'angelo del focolare ad un qualcosa che non riusciamo a definire?
Mi sa proprio di sì, Ivana.

Mi piacerebbe discuterne a fondo, anche perché la maternità ha costituito una parte essenziale della mia vita e del mio definirmi come persona. Purtroppo però sono impicciatissima con una traduzione da finire in serata e non posso lasciarmi troppo distrarre. :ciglione:

Solo una piccola provocazione, tanto per riprendere il tema della difficile definizione: come mai anche tu, per sollevare il problema sei partita dalla "madre addolorata"? Abbiamo forse ancora bisogno di affermare questo peso di dolore per sentirci riconosciute?

ciao, ciao, scappo a lavorare

:Saluto: :Saluto:
 

liligen

Florello
Un bacio per Margherita:love_4:

RosaeViola...è giusto quello che dici.
Essere madre implica di grande gioie ma anche di grande sofferenze.
E penso che i dolore del parto (?) sono le meno grande.

Ieri ho pensato spesso a Tuberosa...Volevo scriverla ma è difficile per me di dire tutto...in italiano...

Un bacio per te, RosaeViola:love_4:
 

RosaeViola

Master Florello
Mi sa proprio di sì, Ivana.

Mi piacerebbe discuterne a fondo, anche perché la maternità ha costituito una parte essenziale della mia vita e del mio definirmi come persona. Purtroppo però sono impicciatissima con una traduzione da finire in serata e non posso lasciarmi troppo distrarre. :ciglione:

Beh, ti aspetto domani. :D


Solo una piccola provocazione, tanto per riprendere il tema della difficile definizione: come mai anche tu, per sollevare il problema sei partita dalla "madre addolorata"? Abbiamo forse ancora bisogno di affermare questo peso di dolore per sentirci riconosciute?


A questo rispondo dopo.
Ora vado a fare la mia telefonata serale di un paio d'ore e poi ti dico come la penso.
 

Sevi

Fiorin Florello
Ora non mi sento di addentrarmi in discorsi che mi farebbero perdere la calma...preferisco mandare un bacio grande a Margherita...meno male che tutto è finito bene...:love_4: :love_4: :love_4:
 
M

Mary74

Guest
Rò ,leggo solo ora . Un bacione a Margherita .


Già da giorni ripensavo al testo della canzone di Antonella Ruggiero sui sentimenti che provano le madri di fronte alle atrocità che i loro bambini devono vedere, sentire e subire.

Da giorni mi domandavo a quante persone si interroghino su cosa significhi per una madre avere un bambino che soffre perchè è malato, su cosa provi una madre sapendo che suo figlio vedrà tanti orrori, assistendo alle peggiori violenze, patendo atroci sofferenza prima di morire.


Penso di continuo a quanto dolore, piccolo o grande che sia, una madre deve affrontare per far nascere, crescere e dare un futuro al proprio figlio.
Penso ai percorsi che quotidianamente affrontiamo, alle rinunce anche importanti per dar loro serenità, ai compromessi che siamo costrette talvolta ad accettare, alle violenze fisiche e psicologiche che sempre più spesso (malgrado il nostro tempo) una madre deve sostenere, ad una società che sempre più svilisce un ruolo fondamentale per una sana struttura sociale.
Non parlo della figura di una madre icona, dell'angelo del focolare, ma del fatto che una madre serena e consapevole, può dare alla società un figlio capace di relazionarsi ad essa e diventarne parte integrante oltre che colonna portante di un meccanismo immenso.

Poi penso ai sensi di colpa che vengono ingenerati di continuo in ogni madre da qualunque versante: il lavoro, la famiglia stessa, i conoscenti...e arrivo al topic di Tuberosa di stamattina, in cui un'altra madre soffre per qualcosa che alla fine non è un problema immenso ma che lei vive con molto dolore.

E mi chiedo...Davanti alla sofferenza del bambino, all'interno di una società, la maggioranza di noi è pronta a proteggerli, com'è giusto che sia, ma pochi proteggono le madri, pochi si interrogano su quali sofferenze affronti una madre e a quale atroce sofferenza si esponga una madre che vive una realtà terrificante.

Ci avete mai pensato alle madri bosniache che assistevano agli stupri bestiali delle loro bambine e delle loro figlie?
Ci avete mai pensato a quanto orrore e dolore avranno provato?

Ci pensate mai alle madri africane, irakene, indiane e a molte altre che non hanno cibo per i loro figli?

E a quelle afghane che vedono i propri figli macellati dalle bombe?

Sono domande che mi assalgono ogni volta assisto ad un telegiornale.

Madri e figli, le più grandi vittime della storia dell'umanità e mi chiedo se anche voi e tutto il resto delle persone di questo paese, si fanno le stesse domande che mi faccio io.

Rò ,leggo solo ora . Un bacione a Margherita .


Le tue parole come sempre toccano i giusti tasti e arrivano al cuore .
Spesso non pensiamo alla sofferenza altrui , a quanto sia contro natura per una madre vedere il proprio figlio soffrire o peggio morire.
Leggendo velocemente le risposte mi pare di aver letto alcuni criticano alcune popolazioni perchè fanno troppi figli ...come se con uno o 10 figli il problema della fame , della guerra , della malattia cambiasse qualcosa :squint:
Ma non è che siamo più sbagliati noi con al centro il nostro lavoro , figli (forse) dopo i 35 anni , stress quotidiano , frenesia etc?
 
A

ambapa

Guest
Mi sa proprio di sì, Ivana.

Mi piacerebbe discuterne a fondo, anche perché la maternità ha costituito una parte essenziale della mia vita e del mio definirmi come persona. Purtroppo però sono impicciatissima con una traduzione da finire in serata e non posso lasciarmi troppo distrarre. :ciglione:

Solo una piccola provocazione, tanto per riprendere il tema della difficile definizione: come mai anche tu, per sollevare il problema sei partita dalla "madre addolorata"? Abbiamo forse ancora bisogno di affermare questo peso di dolore per sentirci riconosciute?

ciao, ciao, scappo a lavorare

:Saluto: :Saluto:

Eccola là..la nostra nonna in carriera :love_4:
 

RosaeViola

Master Florello
Solo una piccola provocazione, tanto per riprendere il tema della difficile definizione: come mai anche tu, per sollevare il problema sei partita dalla "madre addolorata"? Abbiamo forse ancora bisogno di affermare questo peso di dolore per sentirci riconosciute?


Sono partita con alcune considerazioni non tanto dalla figura un po' arcaica della mater dolorosa ripiegata su sè stessa, prona e sottomessa, sempre pronta ad immolarsi al martirio silenziosamente e vittimisticamente, come ci hanno educate a pensare di dover essere (almeno noi figlie di una certa generazione) bensì dalla percezione della fatica che ogni donna consapevole debba fare per crescere i propri figli, lottando contro certi dogmi e certi canoni, certi stereotipi, dovendo scardinare prima di tutto dentro sè stessa, decenni e decenni di falsa morale insieme a inutili sensi di colpa.

Ho riflettuto a lungo, in questi ultimi mesi, a quanto il lavoro di madre sia meraviglioso ma anche a quanti prezzi si debbano pagare per poter difendere ciò in cui si crede.

Ho voluto la mia maternità come qualcosa che era parte di me, quindi l'ho desiderata innanzitutto istintivamente, ma questo ha comportato un grandissimo lavoro su me stessa per cercare di cogliere appieno il suo significato come un atto dovuto a ciò che vivevo e vivo.

Ho lottato duramente per far rispettare quelle che erano le basi, i miei fondamenti, per crescere le mie figlie, andando anche contro un certo modo di concepire la vita e la maternità stessa.
Ho voluto mettere al mondo due esseri umani che non saranno mai miei ma che ho comunque generato io e ai quali cerco di trasmettere non solo amore ma soprattutto consapevolezza, anche dell'amore stesso.
Penso tu sappia Celeste, cosa significhi tutto questo e cosa comporti.

Già in gravidanza ragionavo e ragionavo sulla valenza della maternità, sul ruolo di una madre, sul rapporto che una madre deve creare col proprio figlio, sul fatto che madri lo si diventa un giorno dopo l'altro insieme ai figli, sulle problematiche, sulle responsabilità (immense a mio avviso) che vanno affrontate, sul significato più profondo di questo atto meraviglioso e profondo che quando entra nella tua vita non ti lascia mai più.

Man mano che son passati gli anni, ho dovuto entrare in contatto con le amare verità che ancora impregnano la nostra esistenza di madri.

Famiglie che non capiscono, che non rispettano il tuo ruolo. Parenti che non fanno altro che proiettare su di te, i loro vissuti, le loro mancanze, le proprie frustrazioni cercando di farti sentire in ogni gesto che fai, la più sbagliata delle madri.
Non so quanti sensi di colpa ho dovuto scrollarmi di dosso e quanta fatica mi è costata nel cercare di visualizzare quali fossero le mie reali responsabilità, facendo un serio e accurato lavoro di ripulitura da spazzatura che non mi apparteneva ma che qualcuno anche vicino, si sente sempre in diritto di rovesciarti addosso.
Ho dovuto difendere ciò che sono e difendere la mia prole da queste invasioni.
Ho dovuto capire il perchè, i significati, le altrui proiezioni per tenere alto ciò in cui credevo.

Poi, una società che cerca di farti vivere quello che ti spetterebbe di diritto, come un privilegio.

Io sono una madre e voglio esserlo a pieno titolo. Voglio poter far andare nel mondo, un essere umano costruito pazientemente, consapevolmente, criticamente e con la meno sofferenza possibile o, quantomeno, aiutarlo ad elaborarla.

Voglio essere presente e desidero con tutta me stessa, essere parte attiva di ciò che vivo, ma la società, i suoi ritmi, i suoi tempi e i suoi bisogni, lo rendono molto difficoltoso e problematico e ancora pieno di sensi di colpa che derivano dalle mancate risposte, dai tempi lavorativi in disaccordo con i tempi della crescita, con il mobbing che ti paralizza la vita e tu combatti e battagli "solo" per difendere un tuo diritto.

Insomma voglio poter affermare il mio diritto di madre e contare sull'appoggio di famiglia e società, desidero rispetto per ciò che faccio e facciamo come madri tutti i giorni, come una sorta di protezione di chi lavora alacremente non solo per generare un prolungamento di sè stessi ma soprattutto per costruire in positivo esseri umani che sono patrimonio di tutti, che sono ricchezza per un paese.

Ho parlato della sofferenza delle madri solo per cercare di portare chi legge a riflettere su quanto gravose e penose possano essere certe condizioni.
Se vuoi ho estremizzato utilizzando le sofferenze più profonde, più gravi, ma parlare della vita quotidiana di una madre qualunque, penso non avrebbe portato nessuna riflessione, considerato che siamo ormai anestetizzati in questo delirio che è la nostra vita, di fronte alla fatica di tutti.

Io sono orgogliosa di essere madre, sono felice di quanto sto vedendo, dei cambiamenti che percepisco nelle mie figlie ogni volta parliamo, discutiamo e ci confrontiamo.
Ho fatto anch'io i miei errori e so che li pagheremo tutte e tre ma se ne sono consapevole, posso affrontare anche il momento in cui punteranno il dito (e lo faranno di sicuro) spiegando già ora o quando sarà, tutte le ragioni, buone o cattive che siano.

Sono felice di averle avute ma non posso negare che questo mestiere così meraviglioso, sia faticosissimo e, talvolta, doloroso.
 
Ultima modifica:

Nimue

Aspirante Giardinauta
Ho letto con piacere questa discussione (escludendo i post polemici su cui non mi voglio soffermare...) e sono contenta che si sia tornati a discutere dell'argomento principale che merita di essere approfondito.
Io per ora parlo come figlia e non come madre. Lei è la figura più importante di tutta la mia vita, la mia guida, mi infonde forza e coraggio e non riesco a capire le mie amiche che ne parlano come di una nemica, che dicono addirittura di odiarla. Come si fa ad odiare la propria madre??? Io morirei senza di lei...
 

RosaeViola

Master Florello
Io per ora parlo come figlia e non come madre. Lei è la figura più importante di tutta la mia vita, la mia guida, mi infonde forza e coraggio e non riesco a capire le mie amiche che ne parlano come di una nemica, che dicono addirittura di odiarla. Come si fa ad odiare la propria madre??? Io morirei senza di lei...


Beh, cara Nimue, provare una rabbia profonda verso la propria madre non così raro e nemmeno così impossibile.
E' più dilagante di quanto possa sembrare questo comportamento e le ragioni sono tante e molto profonde, radicano lontano nel tempo e nel vissuto di queste madri e queste figlie.

So che può sembrare assurdo ma conoscendone a fondo le ragioni, ti assicuro che poi non lo è.

Non va nemmeno dimenticato che esistono anche le cattive madri o le madri incapaci di affetto, di comprensione, di sostegno e di assunzione di responsabilità nei confronti delle figlie, soprattutto delle figlie.
 

fraelucia

Giardinauta Senior
Io sono una madre e voglio esserlo a pieno titolo. Voglio poter far andare nel mondo, un essere umano costruito pazientemente, consapevolmente, criticamente e con la meno sofferenza possibile o, quantomeno, aiutarlo ad elaborarla.

Voglio essere presente e desidero con tutta me stessa, essere parte attiva di ciò che vivo, ma la società, i suoi ritmi, i suoi tempi e i suoi bisogni, lo rendono molto difficoltoso e problematico e ancora pieno di sensi di colpa che derivano dalle mancate risposte, dai tempi lavorativi in disaccordo con i tempi della crescita, con il mobbing che ti paralizza la vita e tu combatti e battagli "solo" per difendere un tuo diritto.

Insomma voglio poter affermare il mio diritto di madre e contare sull'appoggio di famiglia e società, desidero rispetto per ciò che faccio e facciamo come madri tutti i giorni, come una sorta di protezione di chi lavora alacremente non solo per generare un prolungamento di sè stessi ma soprattutto per costruire in positivo esseri umani che sono patrimonio di tutti, che sono ricchezza per un paese.
Parole splendide, forti e coraggiose e mi permetto di aggiungere: come solo una mamma sa pronunciare.


Ho fatto anch'io i miei errori e so che li pagheremo tutte e tre ma se ne sono consapevole, posso affrontare anche il momento in cui punteranno il dito (e lo faranno di sicuro) spiegando già ora o quando sarà, tutte le ragioni, buone o cattive che siano.

Sono felice di averle avute ma non posso negare che questo mestiere così meraviglioso, sia faticosissimo e, talvolta, doloroso.
Difficile pensare che ragazze cresciute così si rivolteranno e con dito minaccioso ti chiederanno conto degli errori fatti... più facile forse che, semplicemente e probabilmente con indulgenza, ti chiederanno: ma perché...?

Un bacio a Margherita!
 
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