è settembre, il sole è basso alle otto del mattino, noi siamo già in attività. Appena mi sveglio è lì paziente che mi guarda, i muscoli sono già in tensione, pronto allo scatto.
Solo un caffè rapido io e una cucchiaiata di croccantini lui e siamo al catenaccio della porta sul giardino.
Ci guardiamo, chi esce per primo deve nascondersi, chi torna per primo sull'uscio ha vinto e tutto ricomincia.
Yuma esce, andrà a nascondersi, mangio un biscotto e mi chiama ...
Quatto silenzioso e guardingo esco mantenendo il muro alle spalle, mi fermo e guardo nel folto del boschetto di bambù ... nulla, alle begoniette ... nulla, e così al rosmarino e alla salvia.
Ora devo far vedere che ho paura, sò che mi vede, sò che sono la preda e voglio che alimenti la stima delle proprie abilità.
... mi attacca dal folto della chioma dell'albero, balzandomi sulle spalle e abbracciandomi la gola con le zampe e schizza via all'uscio di casa perchè ho perso e ora verrà a cercarmi.
Forse mi mangerà!