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è morto welby

seya

Master Florello
ecco questa finalmente è una cosa positiva.
ne sono felice.
se tu mi senti, riposa in pace, mi dispiace tu sia stato vittima del ns Sistema di me.rda.
ma ora è davvero finita la tua lunga agonia.
un bacio immenso.
riposa in pace.
con tanto tanto affetto.
silvia
 
M

marco48

Guest
Spesso le cose bisogna viverle sulla propria pelle per poterle comprendere a fondo.

Già Scatolina, è una grande verità. Io ho avuto l'esperienza di mia madre, da quasi 2 anni a letto senza parlare e neanche chiedere un bicchier d'acqua.
La sua sofferenza era palese, non aveva nessun respiratore automatico ma un sondino per l'alimentazione negli ultimi tempi, eppure io speravo ancora di salvarla, le ho collegato io stesso la bombola per l'ossigeno quando era ormai al lumicino, ma la speranza c'era ancora. No, non sarei stato in grado di aiutarla a morire se me lo avesse chiesto...
A mente fredda, dopo tre anni circa, penso che per lei sarebbe stato meglio morire prima proprio per evitare la sofferenza, ma aiutarla non mi sarebbe stato possibile.
Ciao Welby.
 
M

Mary74

Guest
Non riesco ad essere felice nel sapere che una persona è morta . Non sopporto che la morte di una persona sia strumentalizzata dall'una e dall'altra parte
.
Mio cugino è malato di distrofia muscolare , non desidero affatto la sua morte .
Desidero fortemente che in questo paese si ricominci a parlare di ricerca , di staminali e si possa sconfiggere o quantomeno alleviare la sofferenza provocata da questa tremenda malattia .
Riposa in pace Welby.
 

Clorophilla

Florello
Il tuo desiderio è esaudito. Non c'è nulla di più sacro della dignità, anche nella sofferenza e le coscienze ed i limiti della scienza non sempre possono garantirla.
Ciao welby.:flower:
 

milla04

Maestro Giardinauta
Dare a Welby la possibilità di lasciare un corpo che ormai definiva "carcere infame" (che pugnalata al cuore, quelle parole...) è stato un atto di umanità, di carità cristiana, con buona pace della Chiesa che ha opposto sempre resistenza.
L'accanimento terapeutico viene vissuto spesso dai medici come un dovere, a volte come tutela della loro professionalità (temono che le famiglie del malato possano un giorno incolparlo di non aver fatto abbastanza), altre volte ancora è la conseguenza di una ferma ideologia che mette la vita, di qualunque tipo e livello essa sia, al primo posto. Un anno e mezzo fa mia madre è stata operata per un incidente: nella sua camera era ricoverata da tempo una vecchietta di 95 anni, ormai minuscola, praticamente cieca, senza muscoli, con una frattura a un femore che non avrebbe mai potuto ricomporsi: un passerotto con le alette atrofizzate e una zampetta rotta... Ad un certo punto lei non voleva più mangiare, nè bere, si vedeva che era alla fine, si stava spegnendo come è naturale che sia a quell'età. Il cuore una mattina le si è fermato, era morta, ma mia madre ha visto arrivare un gruppo di medici e infermieri, hanno cominciato ad iniettare dei farmaci alla vecchietta, a fare massaggi cardiaci, a mettere il respiratore. Lei dice che ha pianto, si è sentita ferita dal comportamento di quei medici, perchè era un vero accanimento su un corpo ormai senza vita, ma anche su una persona che stava terminando serenamente una lunga vita in modo naturale e senza, davanti a sè, alcuna prospettiva di vita se non quella di sfinirsi in un letto....Umanità? Senso del dovere? Tutela dai familiari? Boh...
Welby ha lasciato a tutti noi una grande eredità: ha rinunciato a cercare un medico compiacente e ha portato davanti ai nostri occhi una realtà percepibile solo a coloro che la vivono direttamente e alle loro famiglie, ci ha finalmente costretti a prenderci delle responsabilità, a scegliere, a pensare.
Ciao Welby, grazie dal profondo del cuore.
 

seya

Master Florello
non desidero addrentrarmi nel dettaglio dell'accanimento terapeutico, ma vorrei solo dire che sono contro la ns legge di mer.da.

mi disgusta questa legge.
non c'è amore in questa legge.


chiudo qui.
 

milla04

Maestro Giardinauta
Quando la politica deve porsi di fronte ad una decisione che può pestare i piedi a questo o a quello, si trincera dietro a mille paraventi. E' questo che rende certe storie lunghe e macchinose e la politica così lontana dal cuore e dalla coscienza della gente. Viltà. Eccessiva prudenza. Cavilli. Tavole rotonde. Strumentalizzazioni. E intanto ci sono persone a cui la vita viene rubata da un groviglio di tubi e da una manica di ipocriti.
 

lidia1809

Guru Giardinauta
Politica e religione a parte............ognuno ha il diritto di non soffrire!
Lui stesso l'aveva definita "una tortura"........ho voluto usare delle parole di una persona che ha vissuto in prima persona l'esperienza! Lui stesso!
 

aseret

Florello Senior
A mente fredda sono contenta per lui: era quello che desiderava...,però non so se sarei capace di desiderarlo per una persona a me cara ed anche per me, se dovessi trovarmi in una situazione senza speranza.
Ripeto, non lo so.
Per quanto riguarda la posizione della Chiesa, so che per Lei il dolore è qualcosa di nobile, che serve per riscattare le proprie colpe e che, anzi, si deve accettare come un dono per acquisire meriti per la vita eterna. Tutto dipende da come la persona malata lo vive.
 

Silene

Esperta di Cactacee
Se fossi nella sua condizione, vorrei poter decidere di morire con dignità, aiutata da un medico e senza dover caricare questo peso sulle spalle dei famigliari. E' questo che lui ha voluto fare pubblicizzando il suo caso, per sollevare un problema che esiste e di solito si risolve in silenzio col medico che lo fa in segreto.
 

Vale.scaly

Giardinauta Senior
Beh,non so che dire.....è facile fare ipotesi,dire: credo questo credo quello si dovrebbe fare così....
Certo ognuno ha diritto di vivere come vuole,di morire come vuole,di scegliere di non essere curato,di terminare la sua vita conservando la dignità di uomo e non rimanendo imprigionato in un letto senza nemmeno poter parlare (che vita è??? è vita?) e ho sempre pensato che la legge non ci tutela in queste situazioni.
Ma poi penso...se dovesse succedere a qualcuno a cui voglio bene come farei a dare loro la morte?? Non so se ne avrei la forza...non so se vorrei....eppure se succedesse a me vorrei poter decidere di staccare la spina quando sento di non farcela piu....
 

scipulosa

Maestro Giardinauta
è un tema spinoso. quando si tratta di pensare a un familiare che ci chiede aiuto per morire, è umano che prevalga l'egoismo, la speranza che le cose migliorino, che la sua richiesta sia dettata da un momento di sconforto, che in realtà il nostro amore dia a quella persona un senso alla sua vita anche nella sofferenza.... però so per certo che voglio essere in diritto di decidere se io voglio vivere o morire, anche nel caso in cui non potessi farlo per mano mia. adesso penso che se fossi immobilizzata su un letto senza più il controllo del mio corpo non vorrei più vivere, ma magari se mi trovassi in quella situazione riuscirei comunque a scovare dei motivi che mi rendano la vita degna di essere continuata; però comunque mi dovrebbe essere data la possibilità di decidere. non sono credente, non credo che la mia sofferenza mi porti dritta in paradiso, non credo che l'umiliazione di dover essere accudita in tutto e per tutto mi renda gradita a dio; credo che la vita sia mia e che quindi dovrei farne ciò che voglio.
 

luethyi

Giardinauta
Sono lieta che Welby abbia lasciato quel "carcere infame" con dignità... Credo che abbiamo diritto tutti a morire dignitosamente...e aggiungerei che ci sono delle verità scomode che andrebbero affrontate con il viso scoperto dai veli della pseudopolitica e della religione.
 

rossl

Giardinauta Senior
Io personalmente voglio avere la possibilità di scegliere come vivere e come morire; soprattutto non voglio che altri, in base alle loro convinzioni religiose, decidano che devo continuare a soffrire, quando io non fossi più in grado di sopportare la sofferenza.

Rispetto le convinzioni religiose e politiche di ognuno, ma pretendo altrettanto e quindi trovo ingiusto che mi si voglia imporre un dogma religioso (perchè di questo si tratta) impedendomi di fare le mie scelte.

La Chiesa cattolica, quando interferisce così pesantemente nelle libertà individuali fino a costringere un essere umano ad una sofferenza tanto prolungata ed anche innaturale, dimostra assai poca carità cristiana; la natura, se fosse stata libera di seguire il suo corso, sarebbe stata molto più pietosa
 

francesco saverio

Giardinauta Senior
e' morto welby

Ciao Welby, Credo che
dopo anni di sofferenze tu abbia finalmente trovato in cielo la pace eterna,
la strada che prima o poi percorreremo anche noi tutti.
Ciao e buon riposo.

Ciao da S A V E R I O

"l'eterno riposo dona loro o Signore, riposi in pace. Amen."
 
M

marco48

Guest
Io personalmente voglio avere la possibilità di scegliere come vivere e come morire; soprattutto non voglio che altri, in base alle loro convinzioni religiose, decidano che devo continuare a soffrire, quando io non fossi più in grado di sopportare la sofferenza.

Rispetto le convinzioni religiose e politiche di ognuno, ma pretendo altrettanto e quindi trovo ingiusto che mi si voglia imporre un dogma religioso (perchè di questo si tratta) impedendomi di fare le mie scelte.

La Chiesa cattolica, quando interferisce così pesantemente nelle libertà individuali fino a costringere un essere umano ad una sofferenza tanto prolungata ed anche innaturale, dimostra assai poca carità cristiana; la natura, se fosse stata libera di seguire il suo corso, sarebbe stata molto più pietosa

No Rossella non si tratta di dogmi religiosi o di politica, almeno io non lo credo. Nel caso di noi stessi o di una persona che non conosciamo siamo quasi sicuri di quel che vogliamo e diciamo ma quando si tratta di un familiare, di una persona cara è difficile accettare certe scelte. E' giusto dire che ognuno ha diritto di vivere e di morire come crede ma io non ce la farei a chiedere ad un familiare vicino di darmi la morte e non vorrei che lo chiedessero a me.
E' un discorso troppo delicato e complicato, ma mi sembra che la nostra sete di certezze ci spinge a cercare certezze anche dove non ce ne sono.
Siamo ormai abituati alla tranquillità della vita, al cibo disponibile con facilità, alle molte malattie quasi sconfitte e le altre sulla buona strada, che abbiamo paura di soffrire quasi fosse un'inutile perdita di tempo, ma lo è veramente?
 
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