garofano
Maestro Giardinauta
Per Marco.enne:certamente esiste la dignità della persona malata,e,comunque,si cerca di non "accanirsi"dove non serve.So di colleghi che si sono trovati con familiari di persone irrimediabilmente malate che hanno chiesto di non intervenire oltre un certo limite:è stato annotato sulla cartella clinica l'espresso volere dei familiari e non si è "accanito".E' una visione che è in auge da diverso tempo.Circa la possibilità di interrompere la vita a persone agganciate ad una macchina,francamente non so che dire:è un bel dilemma.In linea di principio,sganciare sarebbe porre fine a sofferenze,ma d'altra parte ci sono vari casi in letteratura in cui dopo anni di coma assistito,quando ormai sembrava tutto finito si è verificato il risveglio.Ci sono studi che affermano che chi è in coma in un certo senso continua a percepire la realtà che lo circonda.Francamente,nell'ipotesi che ci fosse dal punto di vista giuridico la possibilità di "tagliare il filo", se mi imbattessi in un caso del genere,veramente non saprei proprio che fare,lo dico con molta umiltà.Per un periodo della mia vita professionale ho fatto tirocinio presso un'unità di riabilitazione spinale e un'unita coma,dove appunto erano trattati i casi di coma vigile e coma depassé.Posso dirti che è una dimensione tutta particolare,che non si riesce veramente ad immaginare,pur essendoci in giro descrizioni varie.Per alcuni,una persona in coma è ormai un vegetale,e interrompere l'assistenza sarebbe una scelta pietosa e amorevole,per altri,anche se una persona è in coma avanzato,è sempre una presenza importante,e anche il solo parlarle,raccontarle,anche se questa non puo' sentire (ma non sappiamo se è poi così vero) e interagire,è comunque in qualche modo un conforto.Quindi,che dire?