dietro l'impulso dell'esperienza....RosaeViola ha scritto:Ma come pensi si ottenga un cambiamento se non dietro l'impulso del desiderio?
Faccio determinate esperienze -> cambio
Ho un determinato desiderio -> mi sforzo di raggiungerlo, ma resto "me stesso" che sta provando a fare qualcosa...
Scusa, ma Eros e Thanatos sono entrambe pulsioni e desideri.Io non so che valenza tu dia a questa parola, io so soltanto che il desiderio è legato alla vita, è Eros e non Tanathos, è spinta alla ricerca, è costante ricerca.
Eros è il desiderio del piacere, la pulsione di vita, che governa Psiche verso il raggiungimento della soddisfazione, mentre Thanatos è il disederio dell'autodistruzione, la pulsione dell'individuo all'annichilimento e alla morte...
Si tratta comunque di due pulsioni e desideri (anche se in questo caso stiamo parlando di desideri inconsci), non di un desiderio e di uno "stato di essere"...
Quello che impedisce il cambiamento, a mio avviso, sono i livelli imposti da un certo clima, da un certo condizionamento sociale e famigliare, sono i dogmi, sono tutte le cose, cioè, legate all'educazione che riceviamo e che si fonda su regole antropologiche che servono a controllare e guidare le persone tutte.
quello non impedisce il cambiamento, è semplicemente la gabbia che non ci permette di accettarlo.
Il cambiamento è già avvenuto, quando ti trovi a confrontarti con i climi, le regole imposte, le cose non scritte, i dogmi...
Ti rendi conto che il cambiamento a quel punto è già avvenuto semplicemente perchè fino al giorno prima quelle cose erano le stesse che ti davano felicità, poi è, appunto, "cambiato qualcosa" e cominci a viverle come condizionamenti, gabbie, costrizioni, limiti al raggiungimento della tua "nuova" felicità...
Comunque, io ti espongo solo il MIO modo di vedere le cose
Ultima modifica:
Riassumendo, la felicità credo di averla provata poche volte nella mia vita, si possono contare sulle dita di una mano, quindi non credo che sia uno stato durevole dell'animo umano. La mia felicità dipende da quella dei miei cari, non posso immaginare di essere felice mentre le persone che amo soffrono, nè tantomeno, io felice al prezzo del sacrificio di altri. Perchè sono stato felice? Perchè in quel momento ho realizzato le mie massime aspirazioni, una compagna da amare e da rendere partecipe e protagonista della mia vita, il matrimonio, la nascita dei miei figli, la sicurezza economica.... Tutte cose banali, ma importanti per me. Ovviamente tutto questo deve essere mantenuto, e da quì i sacrifici, le limitazioni della libertà personale, le lotte per arrivare a fine mese senza debiti, lo sforzo quotidiano di capire e farsi capire...Anche queste banali, sono piccole cose....Ma perchè la felicità devrebbe essere fatta da cose importanti o difficilmente realizzabili? Me se la mia vita fosse infelice, o meglio tranquilla, per mancanza d'amore della mia donna, sarei così coraggioso da sacrificare la felicità dei miei figli per cercare di rifarmi una vita e riconquistare quella felicità o tranquillità perduta?