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Raggiungere la felicità

RosaeViola

Master Florello
daria ha scritto:
Io mi riferivo esattamente alla serenità e alla stabilità, questa è la vita, questo ci auguriamo essere il suo percorso, la felicità è fatta di attimi, non la stabilità, per questa c'è lavoro e dedizione, io contemplo altre persone legate strettamente al mio stato di felicità, non la riesco ad immaginare slegata dal mio contesto famigliare.Quando parlo di sacrificio, cioè (mi ripeto) per chi o per cosa sacrificheresti la tua stessa vita, immagino che se la risposta esiste è perchè stai vivendo serenamente e con gioia...

Daria, ma la serenità e la stabilità, concorrono sensibilmente a dare la felicità...a mio avviso.
Certo, poi in una vita ci saranno punte più o meno alte, ma com'è possibile pensare ad una vita senza queste punte?
Da ciò che dici, sembra di capire che, alla fine, la felicità a cui mi riferisco io, sia utopica o solo idealizzata.

In quanto alla parola sacrificio, provate a leggerla come sforzi immani per raggiungerla, prezzi pesanti da pagare, scotti, insomma qualcosa che comporti un enorme fatica e, in qualche caso, anche dolore.
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Ricordo con grande "felicità" i tempi in cui ero bambina. Il calore della casa, la sicurezza che mi davano i miei, un buon voto a scuola, un vestitino nuovo... sono state cose che mi hanno dato grande gioia.
Da grande, senza entrare nel privato, ho fatto una scelta, per non dare un dispiacere ai miei inizialmente e successivamente per amore dei figli, che ha segnato indelebilmente la mia vita futura.
Oggi, a distanza di tempo, ho capito che allora ho preso la decisione sbagliata. Ho buttato alle ortiche buona parte della mia vita. Mi sono sacrificata inutilmente.
Più chiara non voglio e non posso essere. Purtroppo, il condizionale accompagna la mia vita. So solo che non ho più voglia di essere forte per gli altri.
 

daria

Master Florello
RosaeViola ha scritto:
Daria, ma la serenità e la stabilità, concorrono sensibilmente a dare la felicità...a mio avviso.
Certo, poi in una vita ci saranno punte più o meno alte, ma com'è possibile pensare ad una vita senza queste punte?
Da ciò che dici, sembra di capire che, alla fine, la felicità a cui mi riferisco io, sia utopica o solo idealizzata.

In quanto alla parola sacrificio, provate a leggerla come sforzi immani per raggiungerla, prezzi pesanti da pagare, scotti, insomma qualcosa che comporti un enorme fatica e, in qualche caso, anche dolore.
Certo che concorrono Rosa, ne sono parte integrante, non mi sembra di avere escluso le "punte" tutt'altro...cosa vuoi dire ti prego, io non comprendo te :storto: :D :love_4:
 

RosaeViola

Master Florello
eltu ha scritto:
Da grande, senza entrare nel privato, ho fatto una scelta, per non dare un dispiacere ai miei inizialmente e successivamente per amore dei figli, che ha segnato indelebilmente la mia vita futura.
Oggi, a distanza di tempo, ho capito che allora ho preso la decisione sbagliata. Ho buttato alle ortiche buona parte della mia vita. Mi sono sacrificata inutilmente.
Più chiara non voglio e non posso essere. Purtroppo, il condizionale accompagna la mia vita. So solo che non ho più voglia di essere forte per gli altri.

Eltu...ecco, scusami, non vorrei sottolineare considerato che non ne vuoi parlare, ma hai fatto un esempio a mio avviso, abbastanza significativo.

Quando dici che ti sei sacrificata inutilmente, vuoi dire che hai cercato di resistere per far felici i tuoi, per non doverli travolgere e che non è servito a nulla?
 

RosaeViola

Master Florello
daria ha scritto:
...cosa vuoi dire ti prego, io non comprendo te :storto: :D :love_4:

Daria anch'io fatico a capirti in questa discussione...:storto: :love_4:
E' come se tu dicessi (almeno è ciò che io penso di capire) che la felicità vera, quella che ti riempie di energie, che ti fa sentire bene, che ti dà la forza di sperare, di guardare avanti superando certe difficoltà senza timori, alla fine non esistesse.
Sembra che si possa vivere solo un quieto tran-tran ma senza quegli istanti, più o meno lunghi, di grande serenità che sfociano nella felicità vera, per come ci fanno sentire.
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
RosaeViola ha scritto:
Cidenti Boba...Se il ragionamento è questo, allora nessuno sforzo, nessun rischio merita di essere corso...O no?
L'esito è incerto. Mica lo sai in partenza se il rischio merita o no di essere corso, è una libera scelta. Magari merita.
 

RosaeViola

Master Florello
Ok boba, capisco che forse bisogna ragionare diversamente per scucirti qualcosa di più. :D :lol:
Dunque, secondo te, i rischi ci sono sempre nel cambiamento, ma allora quali sono i parametri che secondo te spingono una persona a rischiare?
 

Eltuena

Guru Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Quando dici che ti sei sacrificata inutilmente, vuoi dire che hai cercato di resistere per far felici i tuoi, per non doverli travolgere e che non è servito a nulla?

Proprio così!
 

RosaeViola

Master Florello
marco48 ha scritto:
E' vero, a volte la vita ci impone delle scelte difficili, tragiche, ma chi deve scegliere di sacrificare la vita di altri sà, in cuore suo, che non sta operando per ottenere la felicità, ma solamente stà scegliendo la soluzione più facile e comoda, è quì che si prende in giro e cerca di convincersi che sia una scelta necessaria per ottenere quello che ogni essere umano anela.


Marco, questa risposta mi lascia un po' perplessa...
Questo allora, significa che chiunque sia profondamente infelice e sia cosciente che se continua in un certo tipo di esistenza l'infelicità sarà totale, non abbia diritto di provare a modificare la propria vita?
Se poi ci metti che, talvolta, ci sono persone che ci provano in tutti i modi per lungo tempo a raddrizzare le cose e che queste cose, che magari non dipendono dalla propria volontà, non si raddrizzano, come puoi parlare di scelte di comodo?
In pratica, da ciò che dici, sembra che si debba soccombere e rassegnarsi anche di fronte ad una vita durissima e amara, piuttosto che decidere di affrontare il problema da un'altra angolazione, cercando un'altra strada.
 

RosaeViola

Master Florello
eltu ha scritto:
Proprio così!

Cavolo Eltu, in pratica tu, con la tua esperienza di vita, smentisci tutte le teorie su cui si sta discutendo, quando si dice che non esiste serenità/felicità costruita sul dolore degli altri e che il sacrificio è qualcosa di giusto per salvare le persone che ami, dal dolore che la tua scelta provocherebbe.
Immagino che per scegliere di cambiare la tua vita, tu abbia dovuto affrontare chissà quali lacerazioni interiori, magari coinvolgendo anche la vita di altre persone a te vicine. Immagino anche, che sarà stata una scelta costata davvero sangue...
Ma, non so se sbaglio, da quel che dici, è come se sostenessi che avresti fatto meglio a farla prima, invece di aspettare.
E' così?
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
RosaeViola ha scritto:
Daria anch'io fatico a capirti in questa discussione...:storto: :love_4:
E' come se tu dicessi (almeno è ciò che io penso di capire) che la felicità vera, quella che ti riempie di energie, che ti fa sentire bene, che ti dà la forza di sperare, di guardare avanti superando certe difficoltà senza timori, alla fine non esistesse.
Sembra che si possa vivere solo un quieto tran-tran ma senza quegli istanti, più o meno lunghi, di grande serenità che sfociano nella felicità vera, per come ci fanno sentire.
Proprio così.
Non è che non esiste, ma è momentanea. Tu stai parlando di serenità, che è diversa e può durare. Per quella forse vale la pena di sacrificare qualcosa, ma l'esito è comunque incerto.
 

daria

Master Florello
RosaeViola ha scritto:
Daria anch'io fatico a capirti in questa discussione...:storto: :love_4:
E' come se tu dicessi (almeno è ciò che io penso di capire) che la felicità vera, quella che ti riempie di energie, che ti fa sentire bene, che ti dà la forza di sperare, di guardare avanti superando certe difficoltà senza timori, alla fine non esistesse.
Sembra che si possa vivere solo un quieto tran-tran ma senza quegli istanti, più o meno lunghi, di grande serenità che sfociano nella felicità vera, per come ci fanno sentire.
No non è affatto così, evidentemente non mi sono spiegata, nella mia vita se ci sono stati momenti cupi o quantomeno grigi, è successo quando ho cercato di accontentarmi o di adattarmi alle situazioni, forse sono stata baciata dalla fortuna, ma ritengo di avere vissuto molti momenti felici, di aver lottato,pianto sudato di non aver trascurato segnali e campanelli d'allarme sostanzialmente di non essermi mai adagiata del tutto, sicchè pur non dando niente per scontato e dovuto, ho la fortuna di assaporare ancora certi attimi e di godermeli...
Potrei azzardare e dire che mi sento...felice
 

RosaeViola

Master Florello
Mah...Io resto sempre più basita.
Forse sono io ad essere un'illusa, considerato che ho sempre pensato alla vita come ad un qualcosa da vivere il più possibile con entusiasmo e passione.
Forse avete ragione voi ad essere più razionali e meno passionali, ma l'idea di vivere senza un livello alto di emozioni, sentimenti, passioni, mi intristisce davvero molto.
 

RosaeViola

Master Florello
daria ha scritto:
No non è affatto così, evidentemente non mi sono spiegata, nella mia vita se ci sono stati momenti cupi o quantomeno grigi, è successo quando ho cercato di accontentarmi o di adattarmi alle situazioni

Ahhhhhhhhh...ma allora ditelo no???
Allora non sono io l'illusa, almeno non sono la sola a pensare che ad accettare la realtà adattandovisi, non si lavora per la felicità, ma esattamente le si va contro!

forse sono stata baciata dalla fortuna, ma ritengo di avere vissuto molti momenti felici, di aver lottato,pianto sudato di non aver trascurato segnali e campanelli d'allarme sostanzialmente di non essermi mai adagiata del tutto, sicchè pur non dando niente per scontato e dovuto, ho la fortuna di assaporare ancora certi attimi e di godermeli...
Potrei azzardare e dire che mi sento...felice

Ecco, vedi Daria, io non credo che la fortuna c'entri in un certo genere di cose che riguardano la felicità nella nostra vita.
Penso, come te, che si tratti di investire e di lottare, sudare e piangere...
Ma quando tutto questo non produce risultati, allora che fai?
 

nenne46

Giardinauta Senior
Vedendo gli ultimi esempi, cioè situazioni familiari o amori difficili, penso di poter dire che le scelte anche dolorose vanno fatte non per raggiungere la felicità ma per la propria dignità di persona, per il proprio equilibrio, per il proprio rispetto.
La felicità è, secondo me, tutta un'altra cosa, cioè tutto un altro insieme di cose la maggior parte piccole, quotidiane, che ti arrivano addosso per fortuna, per carattere.
Certo, ci sono anche quei momenti di felicità intensa fortissima ma a me fanno un po' paura perché poi tutto sembra sbiadito. Però meglio provarli che no:lol:
:Saluto:
 

Eltuena

Guru Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Immagino che per scegliere di cambiare la tua vita, tu abbia dovuto affrontare chissà quali lacerazioni interiori, magari coinvolgendo anche la vita di altre persone a te vicine. Immagino anche, che sarà stata una scelta costata davvero sangue...
Ma, non so se sbaglio, da quel che dici, è come se sostenessi che avresti fatto meglio a farla prima, invece di aspettare.
E' così?

L'avessi fatto prima ci avremmo guadagnato psicologicamente tutti. Anche i miei genitori che mi avrebbero, finalmente, vista serena.
 

celeste

Giardinauta Senior
RosaeViola ha scritto:
Mah...Io resto sempre più basita.
Forse sono io ad essere un'illusa, considerato che ho sempre pensato alla vita come ad un qualcosa da vivere il più possibile con entusiasmo e passione.
Forse avete ragione voi ad essere più razionali e meno passionali, ma l'idea di vivere senza un livello alto di emozioni, sentimenti, passioni, mi intristisce davvero molto.
Ma Rosa, non mi pare che nessuno abbia detto che non si debba vivere con entusiasmo e passione. Ma cosa c'entrano i sacrifici con l'entusiasmo e la passione? La parola sacrificio a me evoca proprio il contrario, cioè la rinuncia a qualcosa che è emotivamente importante.
Se invece vuoi semplicemente dire che in certi momenti può valere la pena sacrificare un po' di serenità per uscire dal tran tran e dare una svolta alla propria vita, be' certo che sì fa. Penso che ognuno dentro di sé sappia qual è il momento di queste "svolte" di vita, in cui ti senti carica di tutta l'energia necessaria per affrontare le difficoltà e il dolore che comportano. Sono passaggi esistenziali molto importanti e molto intensi, anche se non necessariamente felici in senso stretto.
 

Eltuena

Guru Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Mah...Io resto sempre più basita.
Forse sono io ad essere un'illusa, considerato che ho sempre pensato alla vita come ad un qualcosa da vivere il più possibile con entusiasmo e passione.
Forse avete ragione voi ad essere più razionali e meno passionali, ma l'idea di vivere senza un livello alto di emozioni, sentimenti, passioni, mi intristisce davvero molto.

Premetto che un pochetto invidio coloro che pensano e agiscono accontentandosi di sopravvivere. Crea meno problemi. Però, una vita senza emozioni e sentimenti è una vita vuota, scialba. Purtoppo, devo aggiungere che non sempre le cose vanno come si vorrebbe, non sempre le emozioni ci accompagnano e non sempre gli affetti sono così forti da farti superare tutto.
 

RosaeViola

Master Florello
Nenne, condivido solo in parte ciò che dici.
La dignità, il rispetto per sè stessi, sono importantissimi, ma non puoi averli se non hai dentro, quella carica che ti aiuta a ricercarli.
Quella carica è data da un tema unico secondo me, come succede con la musica, in cui da un gruppo di note (bobino scusa la pochezza della mia spiegazione per nulla tecnica) si sviluppa poi tutta la partitura.
Se quel gruppo di note sarà buono, forte, efficace, allora tutta la musica che si otterrà sarà piacevole, armoniosa, gioiosa e aiuterà sensibilmente a sostenere anche i momenti meno incisivi di tutto il pezzo.

Tornando al nostro tema, io penso che si possano apprezzare le piccole cose, soprattutto quando dentro, hai una grande spinta che spesso deriva proprio dalla solidità di quel tema conduttore.

In quanto al carattere, mi chiedo spesso da cosa derivi il pessimismo di alcune persone e, in molti casi, mi sono resa conto che difficilmente chi è pessimista ha avuto una buona vita.
Credo che spesso le persone confondano la capacità di adattamento con l'infelicità di fondo che un individuo porta in sè a causa di ciò che ha vissuto e che vive.
Conosco persone che indubbiamente sarebbero gioiose, piene di speranza, di serenità, che vogliono essere spensierate e serene, che lo desiderano come il più grande degli obiettivi e che sarebbero profondamente ottimiste se fossero amate e se vivessero una realtà di serenità e tranquillità concreta.
 

cyberjack

Aspirante Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Ma è proprio vero che aspirare alla felicità e raggiungerla, meriti qualunque sacrificio?
Voi fin dove saresti disposti a spingervi pur di ottenerla?

La felicità ed il suo raggiungimento sono direttamente proporzionali alle aspettative che ti poni ed al tuo ideale...

Come diceva una persona moooooooooolto più saggia di me, la vita è infelicità in quanto permeata dal desiderio. Solo annullando il desiderio, e con esso l'aspettativa, e con essa la "fame di ottenimento", si potrà ottenere la felicità, perchè la felicità non è l'ottenimento di un desiderio.
Quello che molti credono essere "felicità", ossia la realizzazione delle proprie aspettative, è in realtà l'essenza stessa dell'infelicità.
La felicità non la si ottiene realizzando se stessi in base ad un ideale, ma comprendendo quale sia il nostro ideale, partendo da noi stessi :eek:k07:
 
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