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Raggiungere la felicità

RosaeViola

Master Florello
celeste ha scritto:
Ma Rosa, non mi pare che nessuno abbia detto che non si debba vivere con entusiasmo e passione. Ma cosa c'entrano i sacrifici con l'entusiasmo e la passione?

Celeste, se rileggi certi interventi sembra di capire che, in fondo, siccome la felicità sono attimi e che il cambiamento non garantisce che si possa poi ottenere questa agognata felicità, forse sia meglio vivere una vita fatta di certezze conclamate piuttosto che tendere ad un livello più alto di emozioni...ma forse questa potrebbe anche essere una mia lettura.

La parola sacrificio come sforzo, cambiamento, come passaggio obbligato per raggiungere certe mete, non credo sia contemplata in un'esistenza che si snoda nelle garanzie di una vita senza punte alte di passione.
I sacrifici a cui mi riferisco io, probabilmente, sono strettamente correlati all'entusiasmo e alla passione che non alla razionalità e alla concretezza.
 

daria

Master Florello
RosaeViola ha scritto:
Ahhhhhhhhh...ma allora ditelo no???
Allora non sono io l'illusa, almeno non sono la sola a pensare che ad accettare la realtà adattandovisi, non si lavora per la felicità, ma esattamente le si va contro!



Ecco, vedi Daria, io non credo che la fortuna c'entri in un certo genere di cose che riguardano la felicità nella nostra vita.
Penso, come te, che si tratti di investire e di lottare, sudare e piangere...
Ma quando tutto questo non produce risultati, allora che fai?

Allora, (ultimo aggiustamento, poi dovremmo eserci:eek:k07: ) L'avevo detto che non era argomento estivo:cool2: ...
Io per "fortuna" ritengo l'accadere di eventi che prescindono dalla nostra volontà, (malattie e simili)...
Non saprei rispondere all'ultima domanda...è troppo soggettiva.
 

RosaeViola

Master Florello
cyberjack ha scritto:
La felicità ed il suo raggiungimento sono direttamente proporzionali alle aspettative che ti poni ed al tuo ideale...

Come diceva una persona moooooooooolto più saggia di me, la vita è infelicità in quanto permeata dal desiderio. Solo annullando il desiderio, e con esso l'aspettativa, e con essa la "fame di ottenimento", si potrà ottenere la felicità, perchè la felicità non è l'ottenimento di un desiderio.
Quello che molti credono essere "felicità", ossia la realizzazione delle proprie aspettative, è in realtà l'essenza stessa dell'infelicità.
La felicità non la si ottiene realizzando se stessi in base ad un ideale, ma comprendendo quale sia il nostro ideale, partendo da noi stessi :eek:k07:

Cyberg, sapevo che avresti scritto queste cose.
Non mi dici nulla di nuovo, nel senso che so benissimo che la felicità si ottiene comprendendo quale sia il nostro ideale, pertendo da noi stessi, ma tutto ciò che dici, si scontra con la realtà che è fatta non solo da noi, ma anche da chi vive con noi o attorno a noi.

Smettiamo di dire che la vita è infelicità perchè permeata dal desiderio, perchè se ciò fosse vero (mi spiace per l'analisi di questo grande e vecchio saggio asceta) l'uomo sarebbe ormai estinto.
Desiderio significa speranza, significa cercare un miglioramento, un cambiamento.
Felicità significa aspirare ad una vita migliore, ma non dal punto di vista materiale o pragmatico, bensì dal punto di vista interiore.

Poi Cyber, i desideri sono una cosa, i bisogni un'altra.
Il desiderio è una forza positiva, uno stimolo a fare meglio, a ricercare il meglio dentro di noi e negli altri, ad estrapolarlo in noi e negli altri, fossero anche estranei, il bisogno è DIPENDENZA e la dipendenza è una forza negativa, distruttrice anche, perchè rende l'essere umano schiavo di sè stesso e di altri.

Ma dimmi una cosa, tu che tendi all'annullamento del desiderio, come ti relazioni con la tua fidanzata quando ti chiede o ti fa capire che lei desidera che tu l'ami?
O sei così avanti nel tuo percorso, da essere scevro dal desiderio dell'amore di un altro essere umano?
 

cyberjack

Aspirante Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Vivete una vita con qualcuno che non vi ama ma che voi amate o avete amato oppure la vostra compagna/o si sono rivelati profondamente diversi da come li credevate oppure vi disamorate ma avete dei vincoli famigliari particolari o siete fragili e non avete la forza di infliggere loro un simile dolore.

Dipende da ciò che credi sia giusto... il Karma è un continuo fluttuare di emozioni e sentimenti, una costante evoluzione che modifica l'essere umano, il mondo in cui vive e i rapporti che lo legano a questa esistenza.
Purtroppo, la felicità passa attraverso la comprensione del proprio karma...
(Se non lo vuoi chiamare karma, chiamalo come vuoi: destino, fato, disegno divino, realizzazione del proprio ideale, ecc... :eek:k07:)

Nell'esempio che tu hai citato, ossia quello del rapporto tra due persone, bisogna tenere sempre perfettamente presente che le persone non sono statue di cera... le persone sono vive, e si modificano grazie alla vita come dune nel deserto, che sono sempre dune e rimangono sempre dune, ma cambiano costantemente pettinate dai venti, a volte cambiano repentinamente perchè c'è stata una bufera, a volte passano decine di anni immobili perchè non c'è un alito di vento.. ma la loro presenza stessa su questo mondo le rende soggette al cambiamento...

Le persone sono esattamente come le dune.
si modificano, cambiano, si evolvono, magari stanno anni senza subire alcun cambiamento, poi si rendono conto che negli ultimi 10 ani tutti i minimi "granellini di sabbia" che sono rotolati giù hanno modificato sostanzialmetne il loro aspetto... impercettibilmente, giorno per giorno, finchè il cambiamento non è diventato così evidente da non poter più essere ignorato...

Il karma, il cambiamento, è il mare nel quale il brodo primordiale della nostra essenza assume una forma... questa, secondo me, è la prima legge della felicità....

Pretendere di non cambiare, o pretendere che le altre persone non cambino, è la prima fonte di infelicità...
La felicità, secondo me, la si può raggiungere solament accettando questa semplice verità.
Questo non significa che ad ogni colpo di vento" dobbiamo stravolgere la nostra vita, attenzione! :eek:k07:
Significa che dobbiamo prendere conoscenza di noi stessi, osservare il nostro mutamento e quello degli altri, e gioire del cambiamento e di ciò che ci ha fatto cambiare, condividendone la felicità con coloro che ci circondano, senza obbligarli in gabbie, ma adattanto il nostro affetto per loro al loro cambiamento.
Non "pretendere", quindi, che le cose non cambino, ma godere di ogni singolo istante, assaporandone gli effetti sulla nostra vita, senza pensare a ciò che sarà, ma lasciondasi trasportare leggermente dalle onde del destino :eek:k07:
 

celeste

Giardinauta Senior
RosaeViola ha scritto:
Celeste, se rileggi certi interventi sembra di capire che, in fondo, siccome la felicità sono attimi e che il cambiamento non garantisce che si possa poi ottenere questa agognata felicità, forse sia meglio vivere una vita fatta di certezze conclamate piuttosto che tendere ad un livello più alto di emozioni...ma forse questa potrebbe anche essere una mia lettura. .
Ma tu pensi che ci sia una risposta assoluta, valida sempre e per tutti?
Per me una vita senza nessun cambiamento è impensabile, ma nemmeno penso sia vero che il cambiamento è sempre - di per sé - un bene. A volte lo sforzo e l'intelligenza richiesti per "conservare" - se si pensa che ne valga la pena - sono maggiori di quelli che servirebbero per cambiare, magari buttando via il bambino con l'acqua sporca.

RosaeViola ha scritto:
La parola sacrificio come sforzo, cambiamento, come passaggio obbligato per raggiungere certe mete, non credo sia contemplata in un'esistenza che si snoda nelle garanzie di una vita senza punte alte di passione.
I sacrifici a cui mi riferisco io, probabilmente, sono strettamente correlati all'entusiasmo e alla passione che non alla razionalità e alla concretezza.
Forse sarebbe meglio eliminare la parola "sacrificio" da questa discussione, dato il suo pesante portato storico, specie per le donne. (Hai presente: "dopo tutti i sacrifici che ho fatto per te .." :D ).

Con il che saluto tutti, vado a finire i bagagli e mi avvio a conquistare il mio pezzetto di felicità in giro per il mondo. Il sacrificio richiesto è duro: quindici ore di volo, per di più senza sigarette :smok:

:Saluto: :Saluto:
 

cyberjack

Aspirante Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Desiderio significa speranza, significa cercare un miglioramento, un cambiamento.
non ne sono convinto :eek:k07:
non è il desiderio che ti porta a cambiare, ma è la vita stessa che ti cambia. Il desiderio, semmai, è un ostacolo al cambiamento :eek:k07:


Ma dimmi una cosa, tu che tendi all'annullamento del desiderio, come ti relazioni con la tua fidanzata quando ti chiede o ti fa capire che lei desidera che tu l'ami?
O sei così avanti nel tuo percorso, da essere scevro dal desiderio dell'amore di un altro essere umano?

Quando sto con una ragazza, ultimamente, non mi pongo il problema di ciò che avverrà in futuro... mi sono preoccupato fin troppo del futuro, in una relazione durata più di 7 anni e finita quando il "futuro" si stava per realizzare...
Non avrai mai il controllo sui sentimenti delle altre persone, non avrai mai la possibilità di impedire loro di cambiare, non potrai mai fermare il tempo, non potrai mai fare in modo che si innamorino di te o che smettano di amarti. Non puoi prevedere il futuro, e farlo significa solamente soffrire di più quando il futuro che ti sei immaginato non si avvera.
Questo ho imparato...

Adesso, quando esco con una ragazza, non penso al "futuro" che potremmo avere insieme... penso solamente a quanto mi piace il tempo che trascorro con lei... Se ti preoccupi di tutto non riesci a goderti il presente... e se non ti godi il presenti, quando ti rendi conto che il passato è trascorso ed il futuro non esiste rimani con l'amara sensazione di non aver mai vissuto...

è come quando fai le cose sovrappensiero perchè pensi ad altro, e a distanza di 20 minuti pensi: "oddio, ma l'ho spenta la luce???:confused: "
Così è la stessa cosa per la vita... se fai le cose preoccupandoti di altro e non concentrandoti e dando il meglio di te stessoper realizzare il singolo istante presente, arriverai a non ricordarti nemmeno quelloche hai fatto, come lo hai vissuto, quanto ne hai goduto o sofferto...

Io non voglio più commettere l'errore di dire: "oh, cavolo, non mi ricordo più se ho spento la luce"... voglio ricordarmi ogni singola sensazione che ho provato premendo quel cavolo di interruttore, e per farlo, l'unico modo è quello di dedicargli tuta la mia attenzione nel momento stesso in cui lo faccio...
 

RosaeViola

Master Florello
Non "pretendere", quindi, che le cose non cambino, ma godere di ogni singolo istante, assaporandone gli effetti sulla nostra vita, senza pensare a ciò che sarà, ma lasciondasi trasportare leggermente dalle onde del destino


Tutto vero ciò che hai scritto Cyber, anche se non sono completamente d'accordo quando dici che è sbagliato non pretendere che una persona con cui ci relazioniamo cambi, considerato che il cambiamento interiore è qualcosa che nasce dentro ad ogni singolo individuo e sul quale, per quanto ci proviamo, ben poco si possa, se questi non è attore del cambiamento.

Però, c'è un però. Ci sono cambiamenti che modificano sì la nostra vita e ne siamo contenti ma c'è anche chi subisce il cambiamento e non sempre queste persone, come i figli a cui si riferiva Eltu, sono consapevoli e coscienti e, quello che è difficile, è capire se il nostro cambiamento è qualcosa che porterà loro al miglioramento della loro vita o al peggioramento.
 

cyberjack

Aspirante Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
Però, c'è un però. Ci sono cambiamenti che modificano sì la nostra vita e ne siamo contenti ma c'è anche chi subisce il cambiamento e non sempre queste persone, come i figli a cui si riferiva Eltu, sono consapevoli e coscienti e, quello che è difficile, è capire se il nostro cambiamento è qualcosa che porterà loro al miglioramento della loro vita o al peggioramento.

La mia vita non è ne migliorata ne peggiorata quando i miei genitori hanno divorziato :eek:k07:

La mia vita ha preso l'andamento che doveva prendere... i miei genitori sono persone civili e nessuno dei due ha mai smesso di amarmi un solo istante...

Semplicemente, mi hanno fatto capire che loro non andavano più d'accordo, ma questo non aveva nulla a che vedere ne con me, ne con l'amore che provavano e continuavano a provare per me.
Ho vissuto la loro separazione come una cosa "normale" grazie al fatto che sono due persone civili, educate e amorevoli...

L'unica cosa che mi avrebbe potuto ferire sarebbe stato l'essere usato come "arma" di uno nei confronti dell'altro...
Ma questo accade solamente se i genitori sono egoisti e non rispettano e non amano i propri figli :eek:k07:
 

RosaeViola

Master Florello
Io non voglio più commettere l'errore di dire: "oh, cavolo, non mi ricordo più se ho spento la luce"... voglio ricordarmi ogni singola sensazione che ho provato premendo quel cavolo di interruttore, e per farlo, l'unico modo è quello di dedicargli tuta la mia attenzione nel momento stesso in cui lo faccio...

Cyber, se c'è una cosa che ho capito nella mia vita, è che ogni essere umano ha un suo modo di percorrere il dolore e di superarlo.
Tu hai il tuo ed io il mio.

Io non pretendo nulla per me, se non una continua ricerca delle risposte, se non la comprensione di ciò che vivo e che faccio, se non di vivere il momento che sto vivendo comprendendolo e assaporandolo in tutte le sue sfaccettature, ma non possiamo nemmeno ragionare solo per astrazioni Cyberg o per filosofie orientali, altrimenti anche questo diventa un mero esercizio mentale volto all'ingabbiare i pensieri e non certo a lasciarli fluire nella loro interezza.
Poi, vedi, io credo sia fondamentale non perdere il contatto con la realtà.
Come pensi di poter rispondere ad un bimbo di sei anni che ti chiede: "Papà, perchè tu e la mamma vi lasciate?" Gli parli di Karma? Gli parli di desiderio e di aspettative? O gli spieghi le cose in maniera tale che le possa comprendere con gli strumenti che la sua età gli concede?

Quel che voglio dire che filosofeggiare e sposare certe teorie, credo, fede e quant'altro, va benissimo, però sempre pensando che di danni già ne sono stati fatti tanti, grazie a dogmi imposti (a mio avviso non ne è esente anche chi professa altre filosofie, altre dottrine, altre culture, sposandole totalmente perchè alla fine è sempre un modo per controllare i pensieri delle persone) sulle persone che subiscono i cambiamenti e che spesso, anzi, quasi sempre, non hanno mai strumenti adeguati e sufficienti per spiegare gli accadimenti e accettare e spiegare il proprio dolore.
 

RosaeViola

Master Florello
non ne sono convinto :eek:k07:
non è il desiderio che ti porta a cambiare, ma è la vita stessa che ti cambia. Il desiderio, semmai, è un ostacolo al cambiamento :eek:k07:

Ma come pensi si ottenga un cambiamento se non dietro l'impulso del desiderio?
Io non so che valenza tu dia a questa parola, io so soltanto che il desiderio è legato alla vita, è Eros e non Tanathos, è spinta alla ricerca, è costante ricerca.
Rifletti bene Cyberg, prova a pensare alle differenze fra il bisogno e il desiderio, perchè sono sostanziali.

Quello che impedisce il cambiamento, a mio avviso, sono i livelli imposti da un certo clima, da un certo condizionamento sociale e famigliare, sono i dogmi, sono tutte le cose, cioè, legate all'educazione che riceviamo e che si fonda su regole antropologiche che servono a controllare e guidare le persone tutte.
 

RosaeViola

Master Florello
celeste ha scritto:
Ma tu pensi che ci sia una risposta assoluta, valida sempre e per tutti?
Per me una vita senza nessun cambiamento è impensabile, ma nemmeno penso sia vero che il cambiamento è sempre - di per sé - un bene. A volte lo sforzo e l'intelligenza richiesti per "conservare" - se si pensa che ne valga la pena - sono maggiori di quelli che servirebbero per cambiare, magari buttando via il bambino con l'acqua sporca.

Celeste, non travisare il senso delle mie parole.
Nessuno mai qui ha affermato certi concetti come assoluti.
Io mi relaziono agli altri, in base a ciò che sento e percepisco e penso che anche per gli altri sia lo stesso.
In quanto al conservare, nessuno discute.
Ognuno di noi tende a conservare ciò che ritiene giusto e non vedo dove stia il problema.


Forse sarebbe meglio eliminare la parola "sacrificio" da questa discussione, dato il suo pesante portato storico, specie per le donne. (Hai presente: "dopo tutti i sacrifici che ho fatto per te .." :D ).

Sì, ho capito che anche questa parola porta in sè dei tabù.
Mai mi sono riferita alla parola sacrificio, nell'accezione vittimistica e colpevolista del termine. Questa, è una dinamica che non mi appartiene.
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
RosaeViola ha scritto:
Ma è proprio vero che aspirare alla felicità e raggiungerla, meriti qualunque sacrificio?
Voi fin dove saresti disposti a spingervi pur di ottenerla?
Ricapitolando.....
Secondo me, un sacrificio non porta necessariamente alla felicità, ma è soltanto una scelta di vita, per cambiare una situazione attuale che non ci piace, e/o sperare in una situazione futura migliore.
Sull'opportunità o meno di sacrificare qualcosa pur di ottenere qualcos'altro, non c'è ripsosta, dipende dai casi. Se qualcosa merita o meno un sacrificio è una questione di scelta personale, e non esiste una risposta assoluta.
Bisogna inoltre chiarire che felicità e serenità sono 2 cose ben diverse (la prima sono attimi, la seconda possono essere lunghi periodi, la prima la si può provare a prescindere dalla propria situazione attuale, la seconda la si ottiene mediante fortuna, scelte di vita giuste o appunto sacrifici...).
Per tanto essere "disposti a qualunque cosa" pur di ottenere serenità o felicità è secondo me una contraddizione, perchè il termine "qualunque cosa", contiene anche gesti che potrebbero allontanarci dallo stesso obiettivo.
In definitiva:
NON SAPREI....:lol:
 

seya

Master Florello
Non avrai mai il controllo sui sentimenti delle altre persone, non avrai mai la possibilità di impedire loro di cambiare, non potrai mai fermare il tempo, non potrai mai fare in modo che si innamorino di te o che smettano di amarti. Non puoi prevedere il futuro, e farlo significa solamente soffrire di più quando il futuro che ti sei immaginato non si avvera.
Questo ho imparato...

è così anche per me.
però è veramente spiazzante questa cosa.
mi fa vivere male.....e stare ancora peggio.
io il controllo LO VOGLIO!!!

la parola PER SEMPRE mi è sempre tanto piaciuta. :)


Zia scusa se te lo scrivo qui, se mi lasci i tuoi recapiti nella settimana tra il 14 e il 20 credo che al 90% sarò molto vicina a te.... :)
 

daria

Master Florello
In effetti è tutto moooooooooolto soggettivo non cè (per fortuna) uno standard
o una ricetta magica.
In definitiva anche io come Boba
Non saprei...:lol:
 

daria

Master Florello
seya ha scritto:
Non avrai mai il controllo sui sentimenti delle altre persone, non avrai mai la possibilità di impedire loro di cambiare, non potrai mai fermare il tempo, non potrai mai fare in modo che si innamorino di te o che smettano di amarti. Non puoi prevedere il futuro, e farlo significa solamente soffrire di più quando il futuro che ti sei immaginato non si avvera.
Questo ho imparato...

è così anche per me.
però è veramente spiazzante questa cosa.
mi fa vivere male.....e stare ancora peggio.
io il controllo LO VOGLIO!!!

la parola PER SEMPRE mi è sempre tanto piaciuta. :)


Zia scusa se te lo scrivo qui, se mi lasci i tuoi recapiti nella settimana tra il 14 e il 20 credo che al 90% sarò molto vicina a te.... :)


Il controllo sulle brevi "tratte" cerco di averlo
per quelle lunghe ci penserò domani
La parola "per sempre"piace tanto anche a me:) :)
 

RosaeViola

Master Florello
Anch'io ho bisogno di controllo sulla MIA tratta e non su quella degli altri, ma ho imparato che se non viene gestito, ingenera tanta di quell'ansia da far esplodere.
Per cui, cerco di prenderlo a piccolissime dosi e allentando la presa su moltissime cose che prima passavano sotto al mio sguardo.
Oggi vivo meglio e sto meglio in quel senso, ma non credo c'entri con la ricerca di una possibile serenità.

Per sempre è un modo di dire molto molto intrigante. Ma forse, anche in questo, dovremmo riflettere sulle nostre insicurezze.
 

RosaeViola

Master Florello
eltu ha scritto:
Premetto che un pochetto invidio coloro che pensano e agiscono accontentandosi di sopravvivere. Crea meno problemi. Però, una vita senza emozioni e sentimenti è una vita vuota, scialba. Purtoppo, devo aggiungere che non sempre le cose vanno come si vorrebbe, non sempre le emozioni ci accompagnano e non sempre gli affetti sono così forti da farti superare tutto.

Eltu, io non credo che chi vive senza passione, sopravviva.
Credo, invece, che in molti casi sia proprio una questione di ciò che una persona sente essere la sua giusta dimensione.
Non tutti viviamo di passione, anzi, molti vivono più razionalmente che passionalmente e questo non credo significhi che sopravvivano.

Forse è più sopravvivenza quando il passionale deve accettare di vivere senza passione...O no? :confuso:
 

daria

Master Florello
Io le voglio le mie piccole insicurezze, la mia "sottile " ansia la mia leggera fibrillazione... così mi sento reattiva...
 
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