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i rovesci delle medaglie....

R

riverviolet

Guest
No hakuna non sbagli.
Ho lavorato spesso con il Dolore fra le mani, a tutt'oggi molte delle mie conoscenze, per via del lavoro di mio marito, sono Non vedenti o ipovedenti.
Ciò che gli rende la vita difficile non è certo la mancanza di un senso, ma la mancanza della visione profonda che spesso possiede chi cieco apparentemente non è, i cosiddetti normodotati.
 
H

hakuna__matata

Guest
riverviolet ha scritto:
E' una tua opinione e la rispetto, ma consentimi di dire la mia: ti sbagli.
la differente prospettiva, spesso consente di riequilibrare, di comprendere che le gambe sono solo attributi.

vero anche questo....

mi hai fatto venire in mente un episodio

qualche anno fa con degli amici eravamo in un parco ed abbiamo incrociato una comitiva di ragazzi disabili. Uno dei miei amici con la voce bassa ha detto "poverini" ed uno di loro sentendolo gli ha risposto: "povero tu che lo credi".......
 

Manidiforbice

Giardinauta
riverviolet ha scritto:
E' una tua opinione e la rispetto, ma consentimi di dire la mia: ti sbagli.
la differente prospettiva, spesso consente di riequilibrare, di comprendere che le gambe sono solo attributi.

posso darti ragione Rive, ma nn ti chiedi perche questa persona vede solo ora la vita?
non sarebbe stato meglio avere le gambe e la stessa visione?? io ci trovo un forzatura non voluta... percio un grosso adeguamento, e chi si adegua, non ha mai una vita piena (poi sono d'accordo con il fatto che tutti ci adeguiamo agli altri).
Opinione s'intende!
 
R

riverviolet

Guest
Cifes ha scritto:
Diciamo quindi che ti adatti un po' alle situazione senza imporre per forza quello che volevi tu?
No, cerco di analizzare tutto prima di impormi o lasciar fare, in genere c'è sempre un motivo per cui accadono le cose. Evito di lagnarmi ogni ter minuti, quantomeno aspetto prima di impormi.
Fosse mai che imponendomi mi faccio autogol?
 
Ultima modifica di un moderatore:

Cifes

Aspirante Giardinauta
hakuna__matata ha scritto:
"povero tu che lo credi".......
E' un grande questo tipo disabile!!
Anche un mio amico ha un pò di problemi motori,ma è il primo a scerzarci sopra,ma soprattutto ha sviluppato moltissimo le sue facoltà mentali e fa ciò che lo rende felice e che gli piace
 

Cifes

Aspirante Giardinauta
riverviolet ha scritto:
No, cerco di anallizzare tutto prima di impormi o lasciar fare, in genere c'è sempre un motivo per cui accadono le cose. Evito di lagnarmi ogni ter minuti, quantomeno aspetto prima di impormi.
Fosse mai che imponendomi mi faccio autogol?
Cavoli!:squint: Calcolatrice...:rosa:
 
R

riverviolet

Guest
Manidiforbice ha scritto:
posso darti ragione Rive, ma nn ti chiedi perche questa persona vede solo ora la vita?
non sarebbe stato meglio avere le gambe e la stessa visione?? io ci trovo un forzatura non voluta... percio un grosso adeguamento, e chi si adegua, non ha mai una vita piena (poi sono d'accordo con il fatto che tutti ci adeguiamo agli altri).
Opinione s'intende!
Sarebbe meglio sì, ma in genere la fortuna è una cattiva maestra.
Il dolore invece insegna, chi è cristiano sà o dovrebbe sapere cosa significa: il dolore avvicina a Dio.
Io, che cristiana non sono dico: il dolore avvicina a dio, ma siccome dio non è là fuori, avvicina a me stessa.

Adeguamento...hum, vero, ma quanto pensi che una persona possa adeguarsi prima di scoppiare? non parlo di gente rassegnata al proprio destino, parlo di gente piena, felice.
il fatto è che, quando qualcosa ti ferma, ti costringe a fermarti, a parte lo scoprire che altri sensi si acuiscono con onorevoli sorpresone, scopri che, le potenzialità non erano ferme alla cosiddetta Normalità.

La ricerca psichedelica, senza per favore scendere nel moralismo della cosa, lo stesso uso e pultroppo abuso di sotanze psicotriche, a cominciare dal buon vino, fondalmentalmente ingabbiano per questo motivo, annebbiata la normalità, slgono in superficie altre potenze.
Ma, questa roba non ti rende più consapevole e quindi non ci si rende nemmeno conto del serivzio reso.
 

Manidiforbice

Giardinauta
riverviolet ha scritto:
Sarebbe meglio sì, ma in genere la fortuna è una cattiva maestra.
Il dolore invece insegna, chi è cristiano sà o dovrebbe sapere cosa significa: il dolore avvicina a Dio.
Io, che cristiana non sono dico: il dolore avvicina a dio, ma siccome dio non è là fuori, avvicina a me stessa.

Adeguamento...hum, vero, ma quanto pensi che una persona possa adeguarsi prima di scoppiare? non parlo di gente rassegnata al proprio destino, parlo di gente piena, felice.
il fatto è che, quando qualcosa ti ferma, ti costringe a fermarti, a parte lo scoprire che altri sensi si acuiscono con onorevoli sorpresone, scopri che, le potenzialità non erano ferme alla cosiddetta Normalità..

Il dolore insegna?? non sempre, e non comunque.
Il dolore fa riflettere e personalmente trovo che bisognerebbe comunque riflettere senza aspettare di provare dolore.
Questo percorso si puo comunque fare, dipende dall'investimento che mettiamo nel volere davvero scoprire noi stessi.
Penso inoltre che inconsciamente una persona "felice" (ma questa parola dice tutto e nulla e detta cosi a mio avviso non significa nulla) puo adeguarsi tutta una vita senza rendersene mai conto, ma se tu parli di persona piena, allora le due cose non possono stare assieme, la pienezza presuppone la scoperta dell'intimo, e se scopri l'intimo non puoi essere davvero"felice" (questa parola continua a non piacermi).
La vera felicità è sinonimo di incoscenza di non pensiero, A mio avviso possono essere "felici" solo gli adolesci
enti, proprio perche ancora incoscenti e privi di responsabilità verso se stessi e la società!
Parere personale s'intende!
 

daria

Master Florello
Manidiforbice ha scritto:
Il dolore insegna?? non sempre, e non comunque.
Il dolore fa riflettere e personalmente trovo che bisognerebbe comunque riflettere senza aspettare di provare dolore.
Questo percorso si puo comunque fare, dipende dall'investimento che mettiamo nel volere davvero scoprire noi stessi.
Penso inoltre che inconsciamente una persona "felice" (ma questa parola dice tutto e nulla e detta cosi a mio avviso non significa nulla) puo adeguarsi tutta una vita senza rendersene mai conto, ma se tu parli di persona piena, allora le due cose non possono stare assieme, la pienezza presuppone la scoperta dell'intimo, e se scopri l'intimo non puoi essere davvero"felice" (questa parola continua a non piacermi).
La vera felicità è sinonimo di incoscenza di non pensiero, A mio avviso possono essere "felici" solo gli adolesci
enti, proprio perche ancora incoscenti e privi di responsabilità verso se stessi e la società!
Parere personale s'intende!
Credo anche io che in tutta questa discussione ci sia un malinteso
...felicità o serenità, quest'ulltima intesa principalmente come mancanza di turbamento...
 
R

riverviolet

Guest
Manidiforbice ha scritto:
ma se tu parli di persona piena, allora le due cose non possono stare assieme, la pienezza presuppone la scoperta dell'intimo, e se scopri l'intimo non puoi essere davvero"felice" (questa parola continua a non piacermi).
La vera felicità è sinonimo di incoscenza di non pensiero,
Parere personale s'intende!
Ecco, è sul tuo primo postulato che non ci troviamo concordi.
Hai ragione comunque sull'inattendibilità della parola.

La vera felicità è sinonimo sì di non pensiero, ove è la mente a regnare, su questo siam daccordo, ma non sull'incoscienza, questa per me, porta dritta dritta nelle braccia della disperazione.
Quando scendi dentro, profondamente e diventi consapevole esci dal vortice, non ti domina più niente, tutto quello che prima aveva valore viene riconosciuto come corpo estraneo, qual'è.

Il dolore porta a sè sempre, se capito.
Come a livello fisico segnala un problema, lo fà anche su altri livelli, poi la terapia può essere azzeccata o meno, dipende dall'analisi e dall'azzeccare nei sintomi che spesso sono solo tali, quando il problema è diverso.

Un po' quello che spiegavo nel tread sulla rabbia.
Se una persona per strada o anche un mio amico, mi dice scema, spetta a me, se mi conosco sapere se è vero.
Potrebbe esserlo e allora non v'è motivo per cui arrabbiarmi o forse, è solo la sua percezione di me e di nuovo non v'è motivo per la rabbia, v'è motivo di preoccupazione se mi offendo.
Mi identifico in cosa? Nella sua percezione? Nella parola scema?
Posso accettare di comportarmi a volte da scema, a volte no, ma se anche fosse vero, io sono la mia capacità intellettuale?

Quante sono le idee che ingabbiano l'uomo? Io sono Italiana, un par de *****, io non sono italiana, sono nata in un territorio che qualcuno chiama in questo modo.
Un uomo prigioniero viene finalmente riportato in patria, quando i suoi genadrmi gli dicono, sul crinale del monte: 'ecco sei giunto a casa', il prigioniero esclama: 'oh sì, lo sento, io sono .... , sono tornato a casa, ora mi sento bene'.
I quel momento arriva una telefonata ad un gendarme, e questo poi dice: ' ci siamo sbagliati, il confine è lontnao di altri 50 km, siamo ancora ella nostra Patria'.

E così, un sacco di altre cose, ad un sacco di cose siamo legati, a tantissime schiavi, di fondo alla mente e alle sue idee, senza dubbio alcuno che scavi, pronti spesso a uccidere per idee che poi prendono forma e diventano realtà, nonostante queste si basino sul niente.
Allora è vivere nell'incoscienza il problema, non nella consapevolezza, quando apri gli occhi e ti accorgi delle illusioni, delle idee assurde trasformate in realtà effettive, ti svegli ohh se ti svegli!
 

Cifes

Aspirante Giardinauta
riverviolet ha scritto:
Ecco, è sul tuo primo postulato che non ci troviamo concordi.
Hai ragione comunque sull'inattendibilità della parola.

La vera felicità è sinonimo sì di non pensiero, ove è la mente a regnare, su questo siam daccordo, ma non sull'incoscienza, questa per me, porta dritta dritta nelle braccia della disperazione.
Quando scendi dentro, profondamente e diventi consapevole esci dal vortice, non ti domina più niente, tutto quello che prima aveva valore viene riconosciuto come corpo estraneo, qual'è.

Il dolore porta a sè sempre, se capito.
Come a livello fisico segnala un problema, lo fà anche su altri livelli, poi la terapia può essere azzeccata o meno, dipende dall'analisi e dall'azzeccare nei sintomi che spesso sono solo tali, quando il problema è diverso.

Un po' quello che spiegavo nel tread sulla rabbia.
Se una persona per strada o anche un mio amico, mi dice scema, spetta a me, se mi conosco sapere se è vero.
Potrebbe esserlo e allora non v'è motivo per cui arrabbiarmi o forse, è solo la sua percezione di me e di nuovo non v'è motivo per la rabbia, v'è motivo di preoccupazione se mi offendo.
Mi identifico in cosa? Nella sua percezione? Nella parola scema?
Posso accettare di comportarmi a volte da scema, a volte no, ma se anche fosse vero, io sono la mia capacità intellettuale?

Quante sono le idee che ingabbiano l'uomo? Io sono Italiana, un par de *****, io non sono italiana, sono nata in un territorio che qualcuno chiama in questo modo.
Un uomo prigioniero viene finalmente riportato in patria, quando i suoi genadrmi gli dicono, sul crinale del monte: 'ecco sei giunto a casa', il prigioniero esclama: 'oh sì, lo sento, io sono .... , sono tornato a casa, ora mi sento bene'.
I quel momento arriva una telefonata ad un gendarme, e questo poi dice: ' ci siamo sbagliati, il confine è lontnao di altri 50 km, siamo ancora ella nostra Patria'.

E così, un sacco di altre cose, ad un sacco di cose siamo legati, a tantissime schiavi, di fondo alla mente e alle sue idee, senza dubbio alcuno che scavi, pronti spesso a uccidere per idee che poi prendono forma e diventano realtà, nonostante queste si basino sul niente.
Allora è vivere nell'incoscienza il problema, non nella consapevolezza, quando apri gli occhi e ti accorgi delle illusioni, delle idee assurde trasformate in realtà effettive, ti svegli ohh se ti svegli!

Mi sembra si stia divagando o evolvendo troppo questa discussione :confuso:
Cosa c'entrano le idee che ingabbiano l'uomo?..se alcune di queste lo rendono felice..che faccia pure
Poi da quando in qua si è felici nella solitudine alla ricerca di se stessi?:squint: E' il classico pensiero malinconico altro che!!:D
 

Manidiforbice

Giardinauta
non concordo in alcuni punti, ma prendo atto Sonia...non vorrei dover arrivare a scrivere all'infinito su argomenti complicatissimi, perche molto profondi e colmi di mille sfumature !
 

Walnut

Giardinauta Senior
Riv, le cose che scrivi arrivano dritte alla mia anima!
Però non è sempre così facile!
Ora che il buio mi avvolge, ora che la stanza è senza porte, ora che la porta non ha maniglia per essere aperta........ ammetto che la soluzione migliore sarebbe non essersi "voluti" "dovuti" trovare in una certa situazione. Forse il trucco è semplicemente non volercisi trovare, o non trovarcisi o non essere e basta.
Il dolore ci insegna, ci insegna che la vita non ha il senso di cui noi la investiamo, queste sono solo nostre proiezioni, nostre aspettative che ci creano frustrazione nel momento in cui vengono deluse.
Ma allora a cosa serve lottare? Se i sogni sono solo egoistiche proiezioni magari non condivise dagli altri (che ti giudicano egoista) e frustranti....... a cosa serve tutto ciò?
Si sente che oggi sono un pò depressa?

Ma un secondo dopo posso essere felice, posso ridere e prendermi gioco di me stessa e della mia mente..... basta un click, basta che io lo voglia, basta che accada......
 

Cifes

Aspirante Giardinauta
Walnut ha scritto:
Riv, le cose che scrivi arrivano dritte alla mia anima!
Però non è sempre così facile!
Ora che il buio mi avvolge, ora che la stanza è senza porte, ora che la porta non ha maniglia per essere aperta........ ammetto che la soluzione migliore sarebbe non essersi "voluti" "dovuti" trovare in una certa situazione. Forse il trucco è semplicemente non volercisi trovare, o non trovarcisi o non essere e basta.
Il dolore ci insegna, ci insegna che la vita non ha il senso di cui noi la investiamo, queste sono solo nostre proiezioni, nostre aspettative che ci creano frustrazione nel momento in cui vengono deluse.
Ma allora a cosa serve lottare? Se i sogni sono solo egoistiche proiezioni magari non condivise dagli altri (che ti giudicano egoista) e frustranti....... a cosa serve tutto ciò?
Si sente che oggi sono un pò depressa?

Ma un secondo dopo posso essere felice, posso ridere e prendermi gioco di me stessa e della mia mente..... basta un click, basta che io lo voglia, basta che accada......

:cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:

Non potete dirmi ste cose però! Come si fa ad essere così giù?
Clikka,clikka più forte :froggie_r :D
 
R

riverviolet

Guest
Walnut ha scritto:
Riv, le cose che scrivi arrivano dritte alla mia anima!
Però non è sempre così facile!
Ora che il buio mi avvolge, ora che la stanza è senza porte, ora che la porta non ha maniglia per essere aperta........ ammetto che la soluzione migliore sarebbe non essersi "voluti" "dovuti" trovare in una certa situazione. Forse il trucco è semplicemente non volercisi trovare, o non trovarcisi o non essere e basta.
Il dolore ci insegna, ci insegna che la vita non ha il senso di cui noi la investiamo, queste sono solo nostre proiezioni, nostre aspettative che ci creano frustrazione nel momento in cui vengono deluse.
Ma allora a cosa serve lottare? Se i sogni sono solo egoistiche proiezioni magari non condivise dagli altri (che ti giudicano egoista) e frustranti....... a cosa serve tutto ciò?
Si sente che oggi sono un pò depressa?

Ma un secondo dopo posso essere felice, posso ridere e prendermi gioco di me stessa e della mia mente..... basta un click, basta che io lo voglia, basta che accada......

Quando il viaggio comincia a ritroso dentro di te, accade la vita e basta.
I sogni, diventano i tuoi, veramente tuoi, ma anche allora, nonostante li vivrai con un'intensità tale che non posso proprio esprimere a parole, saprai di non essere i tuoi sogni.
Un gradino più in basso, o più in alto dipende da che parte guardi la spirale, ti accorgerai di non aver più sogni, perchè smetterai di proiettare te stessa in avanti o indietro è questo che genera il conflitto interiore.
Questo ti porta a chiederti per cosa lottare.

La vita non è affatto binomio, nè dicotomia, non è bastone-carota.
Tutto ciò che è duale, finisce per essere in conflitto, il 2 è un binario, due soggetti, due oggetti che corron paralleli, ma senza collegamento, senza qualcosa che li trasformi in tre, almeno in tre, non si incontreranno mai.
La porta si chiude, è inevitabile finchè penserai alla vita come destra-sinistra, male-bene, e sorpattuto quando penserai, si rimarrà convinti che se non si piange, significa essere felici.

Non lo si capisce, non lo si capirà mai quanto la nostra volontà sia ridicola.
In un mondo, in una realtà, in una vita che corre parallela ed artificiale a quella vera è normale che occorra una volontà, che si debba andare e arrivare da qualche parte, sono le regole del gioco, se si accettano, si devono rispettare, ma è un gioco inventato e sà di plastica ogni volta che perdiamo punti.

Non ci si rende conto o più spsso no vogliamo renderci conto che non possiamo davvero nulla, che tutto accade per altra volontà.
Noi possiamo solo vivere quel che arriva.
E questo getta nello sconforto, poichè il castello di patetiche certezze vien giù in un nanosecondo e quel che rimane è qualcosa che neghiamo da sempre.
 
R

riverviolet

Guest
Cifes ha scritto:
Cosa c'entrano le idee che ingabbiano l'uomo?..se alcune di queste lo rendono felice..che faccia pure
Certo, basta se ne renda conto però che sono le idee a renderlo in un modo o in un'altro e non si lamenti quando, altre idee lo getteranno come uno straccio nella miseria.
Se io sono dipendente dalle idee, sono già bella e cadavere e mi stupisco pure di non essere felice.

Se ho portato la discussione fuori tema, mi scuso Hakuna, mi sono fatta prendere la mano, mi spiace.
 
Ultima modifica di un moderatore:

Cifes

Aspirante Giardinauta
riverviolet ha scritto:
Certo, basta se ne renda conto però che sono le idee a renderlo in un modo o in un'altro e non si lamenti quando, altre idee lo getteranno come uno straccio nella miseria.
Se io sono dipendente dalle idee, sono già bella e cadavere e mi stupisco pure di non essere felice.

Se ho portato la discussione fuori tema, mi scuso Hakuna, mi sono fatta prendere la mano, mi spiace.

No non era un'accusa di "divagazione":D
...E' che credo di essermi perso di nuovo :martello: Non è che mi riasfalteresti la strada in modo da rimettermi agevolmente in carreggiata? :D

riverviolet ha scritto:
Siamo poco egoisti perchè in realtà non pensiamo a cosa davvero è felicità per ognuno di noi, ma seguiamo strade già asfaltate, allora sì che si diventa pericolosi, dei pericolosi inconscienti, ovvero non si conosce ciò che davvero può renderci felici.
 

kika

Aspirante Giardinauta
riverviolet ha scritto:
Eh già, tante vittime su quella strada, un buco nero che assorbe e ssorbe energia, quella che sarebbe necessaria a vivere e godersi felici il paesaggio.
Quanto amiamo e invidiamo i bambini per questo, vivono e basta, sono intensi, sono lì e non altrove, nel desderio completamente, nel gioco assolutamente presenti.

Ma di lor diciam che sono innocenti e inconsapevoli, non senza una punta di malinconia feroce, esatto, innocenti e forse anche inconsapevoli, quando e se, il mondo consentirà loro di essere anche consapevoli non ci sarà più motivo di rimandare, nè di cercare, si sarà a casa.

Domanda tipica: 'Che faresti se, ti rimanessero solo 6 mesi di vita?'


















E chi ti garantisce che ne vivrai molti di più? Chi ti garantisce che domani sarai ancora quì?
quello che hai scritto mi ha profondamente colpito, soprattutto quando dici che nn ci sarà + bisogno di cercare, che si sarà a casa...
è un' agghiacciante verità!!!!
Anche quando qualcuno ti dice la data della tua morte,non è successo a me , ma a qualcuno che mi è molto vicino, è stato come essere morti in quell' istante!!!!
 
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