Basta che non sia una persona a condizionare un'altra
,
che una non debba dipendere dalle scelte di un'altra
L'accettazione va bene se la situazione si verifica ogni tanto; se càpita spesso diventa sopportazione; se è sempre, quindi troppo, diventa esasperazione, un assoluto limite alla propria libertà di azione, di essere, e anche di volere
Nel caso della dichiarazione,non fu essere bloccati da un condizionamento,ma dalla timidezza sia mia che di mio marito,ancora più timido di me.
Ci vedevamo in clinica,ci telefonavamo, mandavamo mess.,scherzavamo,parlavamo, Insieme lavoravamo benissimo,in perfetto accordo di squadra (cosa che c'è ancora oggi),c'era la comunanza di interessi,insomma,c'era nell'aria quel certo non so che,che mi portava a pensare che non solo da parte mia ma anche da parte sua ci fosse qualcosa che era più di una semplice amicizia (che poi,le amicizie non sono poi sentimenti semplici,comunque...) .
Fra l'altro,l'ambiente stesso della clinica non permetteva più di scherzi fra colleghi e virili strette di mano,come ho già detto altrove.
Gli sguardi,pero', parlavano,e anche i minimi gesti parlavano...Ma,timida io (perchè non sembra,ma su certe cose sono di un timido,ma di un timido)e timidissimo lui,stavamo in una situazione da limbo.
Alla fine,anche per sapere se...avevo capito bene e al fine di evitare equivoci penosi (manco sapevo se fosse o no già impegnato),mi decisi,e,mettendo una scusa,piombai in clinica quando lui era di turno.Erano mesi e mesi che stavamo così,"appesi",come due passeri sul ramo.Non si poteva andare avanti così.
D'altro canto avevo paura che una mossa avventata potesse rovinare quella che poteva essere comunque una bella amicizia
Io, alla fine,timidezza e tutto,sono un tipo decisionista,che prende in mano le situazioni,e anche in questo caso,con tutta la delicatezza necessaria, mi mossi per capire, per vedere se veramente quello che pensavo era vero,o se mi fossi sbagliata.In questo secondo doloroso caso,dissolti tutti i dubbi,tutto sarebbe tornato sereno e tranquillo come prima...o quasi...ma vabbe',è la vita.
Mi ero parata per l'occasione,vestita con i colori da seduzione,truccata (cosa che non faccio praticamente MAI!), improfumata,prese venti gocce di Lexotan,perchè il cuore sembrava schizzarmi fuori dal petto,rossa come un papavero (mi sentivo la faccia bollente) e sudata come un cavallo dopo aver corso il gran premio,mi presento;lui fa una faccia molto sorpresa...io mi faccio coraggio, e ...
Com'è andata a finire?...beh,ecco,insomma,...avevo visto giusto....
Che sudate ci tocca fare,a volte,a noi donne...
P.S.,mio marito mi confesso', successivamente che,se fosse dipeso da lui e dalla sua timidezza,saremmo rimasti a vita..."felicemente zitelli"