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Pezzi di classica

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Romolantus

Guest
Romolantus, veramente mi guardano storto ( :squint: ) anche quando canto Cortigiani vil razza dannata o il Walzer di Musetta e sì che non sono stonata...:fifone2:

Concediti una libertà da ..grande interprete.., canta Familiari vil razza...,quando non si comportano bene..:D
 

-Laura-

Aspirante Giardinauta
Come sono felice di vedere che questo topic, dedicato alla musica classica, ha avuto un così grande successo, ben 13 pagine :)
La musica classica è il genere che ascolto prevalentemente, è il genere che mi trasmette di più; quando ascolto certi brani mi vengono i brividi, a volte quasi le lacrime...
Non posso dire quali siano i miei brani preferiti, perchè ce ne sono infiniti...
Devo dire che uno dei miei compositori preferiti è Vivaldi: le quattro stagioni sono l'opera a mio parere più completa, basti notare con che precisione riesce attraverso la musica a "dipingere" le quattro stagioni, il temporale estivo, gli uccellini in primavera...
Bè, diciamo che io adoro il barocco in generale :D
Nonostante ami il barocco, devo dire che apprezzo allo stesso modo Chopin ( i walzer e i notturni), beethoven, ma in particolar modo mendelssohn! L'unico ottetto d'archi che ha scritto è a dir poco stupendo, e il suo concerto per violino e orchestra in mi minore fa venire le lacrime davvero.
Ah, dimenticavo Mozart: i concerti per violino sono bellissimi!!! E il requiem?!?
Ah, anche debussy mi piace molto!
Mi sa che ho elencato troppi compositori :D
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
...Io giudico le voci dalle esecuzioni a forma di "oratorio" ( senza apparati scenici) e dalle incisioni, il palcoscenico distrae, fà "folclore"...

Però il melodramma, dal nominato Caccini e soci della Camerata Fiorentina e in pratica da Monteverdi in poi, è una forma di teatro musicale, dunque secondo me non si può prescindere dal dato scenico-vocale che comporta anche, tra l'altro, il cantare dal vivo: in sintesi comunicazione artistica (musicale, emotiva e quant'altro). Diversamente facciamo "il microscopio" (bravissimi quelli de La Barcaccia, unica trasmissione che, oltre ad essere divertente, recupera la tradizione didattico-divulgativa in fatto di opera della RAI).
Poi i canoni interpretativi, e anche il tipo di vocalità, variano in rapporto ai tempi e ai gusti. Prendiamo la citata Toti dal Monte, famosa al punto che ai tempi del Fascio era tra i pochi cantanti (Cigna, Caniglia, Gigli, Schipa, Lauri Volpi, Pinza) ad essere esonerata dai limiti di paga per recita imposti per decreto, amata da Toscanini per la sua voce cristallina che pare inducesse uno stato di rapimento nel pubblico: la sua Cio-Cio-San oggi mi appare vocalmente quasi impropria al ruolo, una bambina che canta con voce da cicala (ma all'epoca era celebre per questo timbro, peraltro d'intonazione purissima)
Però se la si ascolta nel Don Pasquale in questo duetto con Schipa, che invece continua sempre ad affascinarmi, il risultato è da :hands13: :hands13: :hands13:
http://youtube.com/watch?v=j3hl6WaK9yw
 
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Romolantus

Guest
Però il melodramma, dal nominato Caccini e soci della Camerata Fiorentina e in pratica da Monteverdi in poi, è una forma di teatro musicale, dunque secondo me non si può prescindere dal dato scenico-vocale che comporta anche, tra l'altro, il cantare dal vivo: in sintesi comunicazione artistica (musicale, emotiva e quant'altro). Diversamente facciamo "il microscopio" (bravissimi quelli de La Barcaccia, unica trasmissione che, oltre ad essere divertente, recupera la tradizione didattico-divulgativa in fatto di opera della RAI).
Poi i canoni interpretativi, e anche il tipo di vocalità, variano in rapporto ai tempi e ai gusti. Prendiamo la citata Toti dal Monte, famosa al punto che ai tempi del Fascio era tra i pochi cantanti (Cigna, Caniglia, Gigli, Schipa, Lauri Volpi, Pinza) ad essere esonerata dai limiti di paga per recita imposti per decreto, amata da Toscanini per la sua voce cristallina che pare inducesse uno stato di rapimento nel pubblico: la sua Cio-Cio-San oggi mi appare vocalmente quasi impropria al ruolo, una bambina che canta con voce da cicala (ma all'epoca era celebre per questo timbro, peraltro d'intonazione purissima)
Però se la si ascolta nel Don Pasquale in questo duetto con Schipa, che invece continua sempre ad affascinarmi, il risultato è da :hands13: :hands13: :hands13:
http://youtube.com/watch?v=j3hl6WaK9yw
ù


Dimentichi che Cio cio san è poco più di una bambina e quella era la "voce" per il personaggio. Come per Norma: è una fanciulla, vergine. Montserrat Caballe ( in disco, preciso )la rende in un modo insuperabile.
:Saluto: :Saluto:
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Dimentichi che Cio cio san è poco più di una bambina e quella era la "voce" per il personaggio

Non lo dimentico.
Ma per ruolo intendo quello vocale, diversamente il personaggio dovrebbe essere affidato ad una adolescente. Ci sono state anche interpreti che cercavano di modificare il colore della propria voce nel corso della rappresentazione, quasi bianco per CioCioSan sposa-bambina, rinforzandolo e scurendolo per CioCioSan madre-disperata.
Come sai i ruoli vocali sono andati modificandosi nel corso della storia del melodramma (es. fintanto che ci fu l'evirato cantore la parte dell'amoroso era sua, mentre il padre o l'anziano era affidata al tenore, il quale in epoca romantica divenne l'amoroso/eroe, mentre l'antagonista l'emergente baritono, e il sacerdote/padre/re il basso). Poi ancora si assiste a intersecazioni tra gusti, mode e vocalità: la Rosina rossiniana del Barbiere , nel corso dei quasi duecent'anni di vita di quest'opera, ha oscillato tra il contralto (rossiniano appunto) e il soprano di coloratura. Cosa è meglio in questo ruolo? La Toti Dal Monte, la Simionato, la Callas? Voci diversissime.
Ciao
 
R

Romolantus

Guest
Non lo dimentico.
Ma per ruolo intendo quello vocale, diversamente il personaggio dovrebbe essere affidato ad una adolescente. Ci sono state anche interpreti che cercavano di modificare il colore della propria voce nel corso della rappresentazione, quasi bianco per CioCioSan sposa-bambina, rinforzandolo e scurendolo per CioCioSan madre-disperata.
Come sai i ruoli vocali sono andati modificandosi nel corso della storia del melodramma (es. fintanto che ci fu l'evirato cantore la parte dell'amoroso era sua, mentre il padre o l'anziano era affidata al tenore, il quale in epoca romantica divenne l'amoroso/eroe, mentre l'antagonista l'emergente baritono, e il sacerdote/padre/re il basso). Poi ancora si assiste a intersecazioni tra gusti, mode e vocalità: la Rosina rossiniana del Barbiere , nel corso dei quasi duecent'anni di vita di quest'opera, ha oscillato tra il contralto (rossiniano appunto) e il soprano di coloratura. Cosa è meglio in questo ruolo? La Toti Dal Monte, la Simionato, la Callas? Voci diversissime.
Ciao

Ti confesso che opto per un mezzo-soprano di coloritura , Teresa Berganza, che per essere spagnola , aveva una pronuncia perfetta , soprattutto le " z".
Tra le sue molte incisioni mi incantano quelle di Vivaldi : Gloria e magnificat.
Ciao.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
...aveva una pronuncia perfetta , soprattutto le " z"...

Mi hai fatto venire un dubbio, in verità assai più lessicale che operistico, ossia la frequenza della lettera z nei vocaboli della lingua italiana.
Ho provato a dare una scorsa al libretto dello Sterbini (mi sono limitato alle sole arie, duetti, terzetto e concertato). Rosina pronuncia la zeta, in tutto, in sole quattro parole: 'aguzzerò' nella cavatina, 'prudenza' e 'impazienza' nel duetto con F***ro, 'impazzar' nel concertato finale Atto I.
La mia capacità uditiva è decisamente ben lontana dal discriminare questi aspetti, forse è per questo che tendo a cogliere nell'insieme canto, presenza scenica, espressività. Ma la magia di questo genere in via di estinzione - l'opera appunto - forse sta proprio qui, nel suscitare sensazioni negli ascoltatori/spettatori uguali nella fascinazione finale, ma diversi negli individuali percorsi percettivi ed emotivi.

Pura siccome un angelo... ho un po' il vagolante sospetto che in generale i padri tendano ad illudersi sulla purezza delle loro figlie (siccome delle rispettive madri ossia le loro mogli). Peraltro un'arietta antica, forse del Metastasio, faceva già così:
Più non si trovano tra mille amanti,
sol due bell'anime che sian costanti.
E tutti parlano di fedeltà
Io non DICO, ma...
Tu cosa ne pensi Paola?

Ciao
 
Ultima modifica:
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Romolantus

Guest
Mi hai fatto venire un dubbio, in verità assai più lessicale che operistico, ossia la frequenza della lettera z nei vocaboli della lingua italiana.
Ho provato a dare una scorsa al libretto dello Sterbini (mi sono limitato alle sole arie, duetti, terzetto e concertato). Rosina pronuncia la zeta, in tutto, in sole quattro parole: 'aguzzerò' nella cavatina, 'prudenza' e 'impazienza' nel duetto con F***ro, 'impazzar' nel concertato finale Atto I.
La mia capacità uditiva è decisamente ben lontana dal discriminare questi aspetti, forse è per questo che tendo a cogliere nell'insieme canto, presenza scenica, espressività. Ma la magia di questo genere in via di estinzione - l'opera appunto - forse sta proprio qui, nel suscitare sensazioni negli ascoltatori/spettatori uguali nella fascinazione finale, ma diversi negli individuali percorsi percettivi ed emotivi.

Pura siccome un angelo... ho un po' il vagolante sospetto che in generale i padri tendano ad illudersi sulla purezza delle loro figlie (siccome delle rispettive madri ossia le loro mogli). Peraltro un'arietta antica, forse del Metastasio, faceva già così:
Più non si trovano tra mille amanti,
sol due bell'anime che sian costanti.
E tutti parlano di fedeltà
Io non DICO, ma...
Tu cosa ne pensi Paola?

Ciao



Mi riferivo alla circostanza che la lettera "Z" italiana e quelle "TI..." ( ad es. ratio) latine hanno un suono mancante nell'idioma spagnolo.
Nel castigliano la z italiana corrisponde al "th" inglese (più o meno ), nel sud della Spagna e nel centro e sud America ad una s.
Bene la Berganza pronuncia italiano e latino in maniera perfetta ( se voglio essere pignolo: una erre ed una esse appena forti ).
Buona giornata.
 
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