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parliamo di musica?

T

teresatita

Guest
ieri sera sono stata a Roma al primo concerto della rassegna " carta bianca"
Sono ancora commossa e tremante per lo spettacolo straordimario al quale ho assistito e ne ho fatto un piccolissimo riassunto"


Dopo un tragitto interminabile, persa nel traffico dei fori imperiali, ed arrivata in teatro alle 20:59, il viaggio di ritorno a casa dopo il concerto mi è sembrato che durasse un istante.
Il motivo è stato che ho passato il tempo a pensare a questo concerto, che, nonostante le mie stupide prevenzioni, dal primo momento si è rivelato qualcosa di assolutamente straordinario.
Mercan Dede ( si pronunzia Merscian, per chi come me non lo sapesse) è capace di riprodurre suoni solo con le sue mani e con il suo respiro. Possiede un microfono magico dal quale fa uscire delle voci e dei suoni profondi, antichi, moderni ed irreali.
Poi ci sono stati i momenti ipnotici della danza….Prima un quarto di giro alla volta, poi un mezzo giro e poi un giro intero e poi un vortice di giri ha portato la bella danzatrice e tutti noi insieme con lei, in uno stato di trance, fuori del presente
. Lei girava, allo stesso tempo pudica e sensuale, assorta in questa danza ossessiva e affascinante, piena di significati, con il vestito che sembrava mosso dal vento, ricamato di volta in volta da colori di luce diversa, con lo sguardo rivolto verso l’alto, ma senza guardare nulla, perso anch’esso nell’oblio di questo volteggiate
. Così coinvolta e rapita che dopo ogni danza era visibilmente sofferta e commossa, con le lacrime agli occhi. E noi con lei………
Il violinista canadese altrettanto ha saputo sedurci, credo di aver riconosciuto anche un ritmo celtico.
Ludovico insieme a loro ci sta magnificamente!
Ha suonato, oltremare, l’unico brano che ha eseguito da solo. L’ho riascoltato con grand’emozione
E' stupendo. Spero he verrà presto pubblicato.
Poi c’è stato un fantastico remix di white night da “ zivagho. Iniziato da Ludovico, ma a cui si sono poi uniti tutti gli altri artisti in un crescendo di vibrazioni.
Poi tutto il resto è stato un turbine d’emozioni, tutto ascoltato con il fiato sospeso e con il batticuore.
La mia anima non c'era più, era tutta sul palco insieme a loro.”.
E’ vero….non ho parole per descrivere la bellezza di questa sera, Spero che qualcuno sappia farlo meglio di me.
Posso solo affermare che è stato il concerto assolutamente “ il più bello”.
Ci siamo ritrovati in silenzio, alla fine, senza sapere cosa dire, attoniti, fatti a pezzi, senza riuscire ad alzarci e andare via e ammettere che era finito.
Tutto il concerto è stato pervaso da grande spiritualità. Di quella spiritualità antica e connaturata in ognuno di noi, parte essenziale ma dimenticata e nascosta della nostra vita.
Il bis è stato un pezzo fantastico, che ripercorreva il suono dolce di un minuscolo carillon.
Non mi prolungo più di tanto. Le parole diventano totalmente inutili in certi casi.

Milanesi e zone limitrofe, vi esorto a non perdere questi appuntamenti preziosi!

fra qualche giorno metterò qualche foto!
 

clooney

Giardinauta
a tutta musica

teresatita ha scritto:
Si, io di Haendel amo la " musica sull'acqua" dai più definita come musica " regale" Fra i classici , in assoluto, amo Chopin ed suoi notturni e Listz. Fra i contemporanei amo la musica di Ludovico Einaudi che seguo da diversi anni. I miei strumenti preferiti sono il pianoforte e il violoncello. Fra i contemporanei, sempre dopo Ludovico ( che, fra laltro, è stato allievo di Berio) ascoto Tiersen, come ho già detto, anche Arturo Stalteri, Ruichiy Sakamoto, George Wiston. Non mi piace assolutamente il Jazz, tranne per qualche pezzo di un jazz, per dire, un pò più soft,di Pieranunzi, che pure ho avutomodo di ascoltae al vivo ad alcuni estival jazz. Mi sono messa d'impegno e a cercare di apprezare la musica di Jarret, ma purtroppo non ci sono riuscita, non mi piace per niente. Purtroppo non so suonare anche se riesco a leggere la musica. Mio figlio però suona il piano, ha già fatto alcuni concerti, anche se lo fa solo per passione essendo la sua occupazione diversa. Praticamente a casa mia si suona sempre, quando c'è mio figlio il pianoforte nonsta mai zitto e a volte, se c'è qualche amico musicista, chi suona da una parte e chi dall'altra Oltre allo stereo sempe acceso e che, da parecchio, ha sostituito la TV. Spero che questo topic sia fecondo di interventi e grzie per la gentile risposta. teresa
Ciao Teresatita
mio figli idem! Come sono orgogliosa di avergli potuto far studiare il piano! Io non me lo sono potuta permettere ma mi piaceva tanto, ciao clooney
 
T

teresatita

Guest
vi ho parlato nel mio precedente messaggio della straordinaria serata ll'auditorium di Roma ì, durante la qual ho avuto l'opportunità di ascoltare la musica del Cieli. Adesso vi metto qualche foto. Alcune foto non riguardano Roma ma lo stesso spettacolo che è stato riproposto in alcune Abbazie del Nord.
da sinistra verso destra Ludovico Einaudi, la danzatrice Tanya Evanson, Mercan Dedè edil violinista canadese hugh Grant
musicadeicieliroma001.jpg
 
T

teresatita

Guest
questo è Mercan dedè con le sue magiche apparecchiature:




PICT0021.jpg



questo è Ludovico Einaudi assorto vicino al suo ipnotico pianoforte...non mi stancherò mai di ascoltarlo

PICT0028.jpg




qui all'uscita dell'Auditorium c'è Ludovico che non si sottrae mai al saluto dei suoi ammiratori... io lo adoro!
p.s. mi avete riconosciuto?...sono quella con la maglietta bianca e la giacca nera sulle spalle

IMG_0586.jpg




il prossimo appuntamento sarà per il primo febbraio dove Marco Baliani reciterà alcuni brani e poesie di Raymond Carver sul tema della " solitudine" e Ludovico Einaudi accompagnerà queste letture con la sua musica. Io ci sarò, non vedo l'ora. Ho gia letto i libri di Carver per non trovarmi impreparata e cercare di cogliere quanto più posso da questa esperienza musicale e letteraria.
Ciao ciao
 
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teresatita

Guest
Rosa ha riportato a galla questo interessante topic e l'ho riletto tutto con piacere e spero che verrà portato avanti. Visto che ci sono aggiorno con il secondo appuntamento di " carta bianca" che si è tenuto all'auditoriun il 1^ febbraio scorso. Il prossimo appuntamento sarà, sempre a Roma, nella sala S: Cecilia stavolta (wow, ci saranno tremila persone) ed i biglietti sono gia finiti da un mese, fortuna che ho un'amica romana che provvede lei, ilprossimo 30 aprile e suoneranno Einaudi e PaoloFresu.
Vi riporto il commento del reading con Baliani ed una recensione del concerto di Paolo Fresu del 31 gennaio. Spero che vi faccia piacere ( altrimenti ditelo pure eh, che non mi offendo):)

sono stata a Roma per ascoltare la voce di Baliani che ha letto alcuni testi di Raymond Carver e Ludovico che li ha accompagnati al pianoforte. Si è trattato di un vero e proprio accompagnamento stavolta, tranne qualche brevissimo brano che ha fatto da legame tra una lettura e l’altra. Mi sono soffermata poco ad ascoltare la musica per poter seguire la lettura di Baliani, in quanto le due cose insieme non riesco a farle, però a volte non potevo fare a meno di distrarmi e ascoltare anche Ludovico che in sordina, solo a tratti prepotente, interpretava ciò che Baliani leggeva. Le note comunque hanno un potere in più rispetto alla parola perché mentre questa deve faticare per esprimere ciò che si vuole comunicare , la musica è più immediata e riesce ad evocare i sentimenti direttamente, senza che le si debba dare delle interpretazioni. Li va a trovare direttamente nella nostra mente e li fa uscire allo scoperto, meravigliandoci ogni volta. Le letture le avevo quasi indovinate, tranne quella relativa all’alcoolismo, che è un tema molto ricorrente sia nei racconti che nelle poesie di Carver che ho letto. Ascoltandoli dalla voce di Baliani hanno assunto una sfumatura diversa e molto più ricca dato che lo stile di Carver non lascia indugi alle coloriture, alle metafore, è un modo di scrivere estremamente essenziale. Ma gli stessi racconti, recitati dalla voce di Baliani, bravissimo ad esprimere ciò che nella lettura non si legge espressamente, ma si intuisce, hanno assunto una connotazione molto diversa, più facile da recepire e che più facilmente ancora ha lasciato un po di tristezza e di sgomento per i sentimenti, le frustrazioni, le ansie, la paura del vuoto e le debolezze che accompagnano la nostra esistenza.
I racconti letti sono stati Conservazione ; Il treno e La casa di Chef mentre le poesie , che poi non sono delle vere e proprie poesie come si intende comunemente con questo termine, ma sono dei brevi racconti, sono state Il campo innevato e Legno di balsa
Ludovico ha intonato per più di una volta “oltremare”, ma non è andato oltre i primissimi accordi, poi anche qualcosa di divenire ( o panorama?) poi i due brani con il riverbero elettronico ed uno dei brani che ha fatto a Genova.. Per il resto ha accompagnato le parole di Baliani, con le sue di parole, con la sua interpretazione, magari di quello che sentiva al momento della lettura. Una bella esperienza, la seconda per me, dopo Parole note dello scorso anno.
il prossimo appuntamento sarà con Paolo Fresu che ha avuto all'auditorium un successo strepitoso, un pubblico di 3000 persone lo ha appladito a lungo. Sarà quindi molto interessante vedere questi due artisti così diversi nel loro stile come riusciranno a fondere i loro linguaggi musicali per dare vita ad un evento che si prospetta veramente unico.
ciao ciao

ludobaliani.jpg


Magico Fresu, il jazz incanta Roma
La Repubblica – Martedì 31 gennaio 2006
Domenica sera tremila spettatori hanno applaudito il musicista sardo in concerto
Magico Fresu, il jazz incanta Roma
One man show del trombettista, un evento all’Auditorium
ROMA- Presentarsi sul palco da soli, con l’unico accompagnamento di una tromba, è come presentarsi nudi. Non scappa niente, non si può nascondere niente. Bisogna essere perfetti, o molto umani . Ma la cosa davvero incredibile è che quando Paolo Fresu si è presentato alla sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma, la più grande, ad aspettarlo c’erano 3000 spettatori. Un esaurito che scardina ogni previsione. Ma come, un concerto di sola tromba, neanche fossimo tornati alle avanguardie degli anni Settanta quando i jazzisti corsari imponevano a volte un assolo di un’ora e mezzo? Eppure è successo. Fresu è arrivato sull’enorme palco buio, tanto grande e spoglio da farlo sentire ancora più solo, ed ha iniziato il suo viaggio per sola tromba, aiutato da alcune basi preregistrate, da cui uscivano voci sarde, sprazzi di archi, flash informali, e sopra il suono unico e pulito della tromba, fraseggi dilatati, molta poesia, lo strumento spesso rivolto in alto come a cercare qualcosa oltre la volta della grande sala. E la gente si è lasciata incantare per oltre un’ora, abbandonandosi alla fine a una lunga ovazione. Sembrava di essere tornati ai tempi d’oro di Umbria Jazz quando le frotte di giovani riempivano le piazze dell’Umbria per ascoltare quella musica, gettando spesso nel panico da agorafobia i miti americani del jazz che, per quanto miti, in America erano abituati a suonare nei club del Village. Ma allora c’era di mezzo l’ideologia. I giovani pensavano che attraverso la libertà espressiva del jazz passasse la metafora della rivoluzione. E anche il concerto in solo era un’altra piccola utopia aggiuntiva, un’immagine arcaica ed allo stesso tempo modernissima, la sensazione che un solo strumento potesse racchiudere l’universo. Allora c’era la politica, oggi no. Tutto lascia credere che la folla che ha gremito la sala dell’Auditorium cercasse solo di ascoltare buona musica. E a questa domanda Fresu sa rispondere molto bene. Il suo personale mito è Miles Davis, e dai nastri preregistrati a un certo punto è uscita anche la voce, non la tromba, di Miles che diceva “Ehi George,…” a qualcuno in uno studio di registrazione. Da lui ho imparato non solo la forza devastante di un singolo suono, ma anche l’arte dei silenzi. Come Davis, a tratti Fresu ha abbassato la tromba verso il pavimento. Davis lo faceva spesso negli ultimi tempi, si ripiegava su se stesso, quasi in posizione fetale, lasciando cadere note in zone profonde ed inaccessibili. Ma il fascino della tromba è quello. Per chi sa usarlo è il suono della luna, del mistero, dell’inespresso. Non serve altro, e sul palco non c’era altro, poche luci, sommesse, una penombra suggestiva e carica di tensione, e un suono di tromba che volava nell’aria, sulle teste del pubblico, sembrava dinventare quasi solido, tangibile. Resta da capire come mai da un aparte sembra che l’Italia abbia dimenticato tutto, stordita da questi anni di campanelli di superficie, e poi ci sia tanta gente disposta a pagare un biglietto per ascoltare un uomo solo, con la sua tromba.
Gino Castaldo.



grazie per l'attenzione e bacioni da Tita
 
T

teresatita

Guest
ciao, sabato mattina sono andata ad ascoltare la presentazione di un CD inciso dalla camerata strumentale dell'università di Salerno con la partecipazione di Danilo Rossi, primo violista della Scala. Si trattava di un'orchestra d'archi ed abbiamo ascoltato " la pavane " di Ravel e " the great gig in the sky" dei Pink Floyd.
Innanzitutto devo dire che Danilo Rossi è di una simpatia esagerata, ha spiegato un sacco di cose facendoci soprattutto soffermare sul significato di armonia, melodia e ritmo. Cose nuove per me e molto interessanti perchè ci ha fatto ascoltare volta per volta gli strumenti che davano il ritmo, poi quelli che ci rendevano l'armonia ed alla fine, la grande protagonista della musica, l'attrice principale. "colei che parla" e cioè la melodia. Ci ha fatto sentire il "contrappunto" e ci ha spiegato come vengono sviluppati i temi musicali.
Ha detto anche una cosa molto vera: al forte ci può essere un limite, mentre al piano non c'è mai fine perchè anche se subentra il silenzio, questo fa parte della musica insieme alle note. Un po il concetto che spiega Giovanni Allevi prima dell'esecuzione di Breath. E come sia molto più difficile ottenere i " pianissimi" che le note più forti.
La Pavane non l'avevo mai ascoltata ma non appena hanno iniziato a suonare l'ho sentita subito mia, è subito subentrata quella sensazione di intimità che alcune musiche riescono a suscitare.
L'esecuzione del brano dei Pynk Floyd poi, vorrei tanto che poteste ascoltarla
Ruscite ad immaginare questo brano suonato interamente da un'orchestra d'archi?
Meraviglioso!!!! La parte più " rock" per intenderci quella che nel brano originale è urlata, è stata suonata da Danilo Rossi in un modo da far venire i brividi. Anche la sua viola urlava, facendoci provare forti momenti di tensione, anche fisica oltre che emotiva.
Poi ci ha raccontato anche un aneddoto che riguarda Lino Cannavacciuolo ( che non è venuto). Durante la registrazione Danilo Rossi ha detto che c'era una sorpresa e si è presentato Lino Cannavacciuolo che, durante la registrazione di Michelle dei Beatles si è inserito con il suo violino con una improvvisazione struggente e che è stata registrata " live". Insomma, non vedo l'ora che fra pochi giorni questo CD sarà pronto per la vendita per ascoltarlo bene bene.

Ho passato una mattinata stupenda!!
Palazzo S.Agostino è sul mare e dal mio posto avevo di fronte una grande finestra dalla quale vedevo il porto ed il mare e le prime barche a vela che uscivano, dato che oggi è stata una giornata piena di sole e ogni tanto c'era pure qualche gabbiano di passaggio vicino ai vetri. Più di questo.......
Sono uscita dall'austero palazzo con il sorriso stampato sulla faccia, veramente felice di tanta bellezza inaspettata. Ho scattato moltissime foto che vi farò vedere non appena saranno pronte. Ciao ciao
 

daria

Master Florello
Ciao Tita, che bellezza pensa, se la lettura del tuo articolo prevedesse il sottofondo degli archi che interpretano i mitici Pin Floyd na' vera goduria!!!:love: :love: :) :) :love_4:
 
T

teresatita

Guest
Ciao,devo raccontarvi una cosa: circa 8 mesi fa acquistai i biglietti per assistere al concerto di Ludovico Einaudi e la Royal Philarmonic Orchestra che si sarebbe tenuto a Liverpool il 20 maggio 2006, cioè l'altro ieri, ed ho custodito questo desiderio segreto con la speranza che si potesse realizzare......e si, ci sono andata. Sono partita sabato mattina da Roma con un volo Ryanair e sono ripartita da Liverpool domenica mattina alle 6,45. Il tutto si è consumato in poco più di 24 ore, ho dormito 5 ore in due notti ma la stanchezza non lo avvertita per niente. Voglio raccontarvi del concerto e riporto più o meno lo stesso racconto che ho fatto ai miei amici del forum di musica, se vi va di leggere.....anche se le parole non possono spiegare le emozioni che ho provato, perchè la musica non si può spiegare con le parole


Ciao sono tornata!!
Ehhh......stavolta sarà proprio difficile, ma ci provo.
Sul palco c'erano 6 violoncelli, 4 contrabbassi, 2 arpe e circa 30 fra violini e viole. Tutta l'orchestra è gia pronta ed attende come noi che si spengano le luci. Entrano Ludovico, Marco Decimo( che bella sorpresa e piacere il rivederlo) ed il direttore d'orchestra Robert Ziegler e....si inizia.
Divenire si compone di 5 movimenti: Adagio - Cadenza - Andante con moto - andante con moto e Adagio. I due Adagi aprono e chiudono l'opera. Vengono eseguiti dal violoncello di Marco Decimo
che inizia a prepararci con note dolci e malinconiche alla Cadenza ed a tutto il resto e le stesse note chiudono alla fine con dolcezza struggente e nostalgica, lasciandoci sospesi e con il cuore in malinconia, così come fanno le cose belle quando inevitabilmente finiscono. Poi le calde luci illuminano solo Ludovico che suona Oltremare. E' un momento bellissimo e pieno di intimità.

....ma ancora non immaginiamo cosa ci aspetta...

Dopo un breve intervallo il concerto viene ripreso da Ludovico e Marco Decimo che suonano " Andare" e " I due tramonti". "Andare" è il brano con l'ipod che credo abbia trovato la sua versione finale.
Ludovico gli ha dato davvero un bel titolo. Andare, così come Divenire, fa pensare al desiderio della vita e al desiderio di crescita e di superamento delle difficoltà e della tristezza, Il pezzo è bellissimo, ci sono due momenti nei quali il violoncello pizzica delicatamente le sue corde ed il piano lo accompagna con piccoli tocchi.


Poi rientrano gli archi......e succede qualcosa di straordinario.
Iniziano a suonare la Melodia Africana 1, seguita dai due fiumi, una splendida " in un'altra vita" Stella del mattini, i Giorni. Dopo l'esecuzione dei giorni scatta un lungo applauso spontaneo e liberatorio, ma poi si riprende con " la nascita delle cose segrete" ed infine la melodia africana 4, che è bella, gioiosa, si potrebbe ballarla a ritmo di valzer. Ludovico suona sorridendo, io mi guardo un attimo intorno e vedo le persone immobili e incantate come me. Io e Rosalia ci abbracciamo, accomunate dalla stessa emozione. Poi c'è il bis: LE ONDE ed il concerto si conclude fra lunghi ed intensi applausi, sinceri e fragorosi, urlanti.
Il teatro si inizia a svuotare.......è finito!!!

Siamo entusiasti, il concerto è stato di una bellezza pura, è stato perfetto, emozionante, prezioso, a pensarci oggi sento ancora più forti le vibrazioni emotive da brivido e da lacrime agli occhi. Sarà difficile che si allontanino. Sono immensamente felice!

L'esecuzione di " in un'altra vita" , il brano che amo di più da sempre, ha avuto il suo punto più bello quando Ludovico ha suonato quella parte dolce, per intenderci quella di LA SI DO RE, e pochi violini lo accompagnavano appena percettibili e poi si aggiungevano tutti gli altri mano a mano e poi suonavano tutti insieme. Il mio cuore ha fatto scintille, era incredibile quanto fosse bello.
E poi quei contrabbassi che davano quei colpetti durante la melodia africana 4......quanto li ho adorati.

E' stato bellissimo perdersi nella magia di questo concerto, anche se magia è una parola obsoleta ma forse non ne esiste un'altra per definire quello che è avvenuto ieri sera. Le note si erano trasformate in paesaggi senza tempo in un luogo che non esiste.Io ero a Liverpool, ma potevo essere in qualsiasi altra parte del mondo, o forse non ero da nessuna parte e non mi sono mai mossa da casa. La magia è stata l'emozione che si è accesa nel cuore, quella luce improvvisa, quella finestra che si è aoerrta su un mondo fantastico al quale per un attimo avrei voluto appartenere.

Ma purtroppo sono solo momenti, poi la musica finisce e tutto ritorna nell'odiato ordine, anche se le emozioni restano e con il passare dei giorni il ricordo assumerà la dolce delicatezza di un sogno.

Ho conosciuto tanti amici inglesi, Cathy, James, Schirley, Cheryl, Sthepen, Naomi, Gabriel ed altri e ho riabbracciato Josh.
La compagnia di Rosalia è stata piacevolissima, siamo state benssimo insieme anche se per poco. Tutto si è svolto in 24 ore delle quali 12 trascorse in viaggio. Ho dormito 5 ore in due notti ma la stanchezza l'ho avvertita solo al ritorno a casa. Ho perso la valigia in aereoporto, dimenticandola al controllo sicurezza, fortuna che l'ho ritrovata e poi ho perso il documento di riconoscimento sull'aereo, anch'esso ritrovato,meno male,altrimenti non mi facevano entrare a Liverpool.Insomma è andato tutto bene, l'unico danno è stata la perdita di un teleobiettivo nel teatro
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Un altro neo è stato il fatto che i nostri posti prenotati in un palco centrale ben 8 mesi fa, sono stati requisiti dal teatro per i tecnici di Ludovico e fin qui nulla di male, purchè mi avessero proposto dei posti altrettanto buoni. Invece mi avevano relegatoi n un palco laterale senza garantirmi neanche il posto a sedere. Alle mie rimostranze legittime mi ha finanche detto la direttrice che non c'erano soluzioni alternative e che erano disposti a rimborsarmi i soldi. Ma erano pazzi!!!! Alla fine ci hanno sistemato nella prima galleria e siamo stati comunque bene.


standing ovation
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