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Paura di non farcela.......

francesco saverio

Giardinauta Senior
E' vero miciajulie e aseret,
la sofferenza purtroppo spesso fa invocare un aiuto per quei dolori lancinanti che noi vorremmo lenire.Penso ai farmaci chemioterapici che mio padre assumeva, e come Lui segno del Leone, forte davvero come la roccia all'età di 73 anni, ne dimostrava una decina in meno.Per oltre 20 anni e' andato sempre in bicicletta percorrendo oltre 50 Km al giorno, lo faceva nella mia città e lo ha fatto a Koln(Colonia) dove emigrante, ha portato il pane per me. per mia madre e per i miei fratelli e sorelle.Poi al male s'e' arreso, rendendolo docile come un agnello e dove invocava per le atroci sofferenze Sua madre.E' normale.E' la vita e quindi tali sofferenze finiscono poi con la morte.
Per Aseret lo so che ci sono strutture dell'ASL che aiutano i disagiati, come le badanti che sono e saranno ormai il nostro futuro.Ma la mia era solo e soltanto paura psicologica, ossia non volevo vivere una 2^ esperienza come quella vissuta per mio padre, pero' sono ancorato a non farle mai mancare il mio appoggio, d'altronde sono la sua ancora di salvezza date le circostanze e lei lo sa e spero contini a percepirlo sempre.
L'avanzare dell'età e la chiusura di un ciclo vitale, naturalmente tocca tutti grandi e piccini, per cui sempre le dico, mamma non ti preoccupare la soferenza aiuta a crescere ed ad andare avanti, d'altronde non possiamo farci nulla.
Ciao e grazie a tutte voi da Saverio
 

aseret

Florello Senior
E' stata proprio la paura di non farcela psicologicamente, che ci ha spinto a fare certe scelte...La mamma sa che può contare su di noi ,sempre, se ha bisogno di qualcosa, e d'altra parte è un sollievo sapere che c'è qualcuno sempre presente che l'aiuta e le fa compagnia quando non ci siamo.. Una volta è caduta ed è rimasta tutta la notte a terra, senza poter chiamare aiuto...è successo ancora e questo e questo ci ha convinto prima a chiedere il telesoccorso, poi a trovarle una badante.
L'esperienza con mia suocera è stata devastante per me, ancora mi chiedo come sono riuscita a resistere...ero anche più giovane, ora non ne avrei la forza, nè fisica nè psicologica.
 

rootfellas

Florello
Guarda, io e i miei genitori abbiamo "ereditato" mucchi di vecchi non autonomi o vegetali che si sono mangiati montagne di soldi, tempo e nervi. Ora grazie a dio sono morti tutti. E che pal.le la nonnina il nonnino, e ste storie strappalacrime speudo-psicocologiche, pseudo-cattoliche, pseudo-buoniste, proprio non ci sto: nonno, nonna, l'altra nonna, poi i loro fratelli, sorelle, etc, praticamente riempivamo noi da soli un ospizio, roba da matti.
Paure, ansie, etc al primo vecchio, se non ne hai mai avuti, ma al 3°-4° ti assicuro che vorresti dare (o ricevere) una bella rivoltellata in fronte: rapida e indolore e fine della storia. Tanto in clinica li imbottiscono di goccine per terneli buoni e se li tengono lì a vegetare mummifcati per un pacco di soldi al mese. Galline dalle uove d'oro.
Anche a me, eh, se arrivo ridotto così, una rivoltellata abbiate la pietà di darmela.

Lo so, dico cose dure e crude e brutali, ma io non ricordo amorevoli sentimenti di famigliole trepidanti attorno al nonnino in poltrona. Io ricordo pacchi di medicinali, mer.da, sangue, ospedali, cliniche, ospizi, e vite altrui risucchiate come da un vampiro immobile.


anche la mia famiglia ha avuto un sacco di anziani non autosufficienti tra zii, zie, nonni, e c'erano solo i miei genitori, ho visto mio padre e mia madre soffrire, li ho visti litigare, quasi si separano, come dici tu le loro vite erano risucchiate nella negatività, ma loro amavano i loro zii come ora mia madre ama mia nonna che è nelle stesse condizioni, certo a volte era una cosa dura che più dura non si puo, la mer-da era tanta, sempre a correre, sempre sull'orlo dell'esaurimento, ma son sicuro che se tu dicessi quello che hai scritto a mio padre, dovrebbe trattenersi parecchio per non darti un ceffonazzo.
Spero che come molti tu sia un leoncino da tastiera per queste cose, perchè poi alla fine quando qualcuno ti vorrà uccidere con la tua rivoltella, tu sarai li a implorarlo di non farlo, attaccato alla tua vita con la speranza che qualcuno ti assista e ti ami.
COme gia ho scritto qualche giorno fa, stare vicino alle persone quando soffrono, quando sono sulla via del tramonto equivale a renderli ricchi, la povertà è essere soli senza nessuno che ti dedichi un pensiero, chiaramente nel mio mondo cattosensibilebuonistastrappalacrime.
 

Pin

Master Florello
ti capisco bene Scardan. chi non ci è passato difficilmernte può capire.


Scusa Commelina, approvi ciò che ha scritto?
Solo nascendo orfani e trovatelli non si hanno parenti e bisogna avere la fortuna di non essere adottati.
Riamendo soli non si hanno problemi di assistenza a zii, nonni, mamme e papà, suoceri ecc.
Già Scardan ha la fortuna di non avere suoceri e pare che anche in futuro sarà così. (due in meno da accudire)
C'è chi ha la fortuna che il suocero gli muoia presto, maggior fortuna è sposare un orfano trovatello non adottato.
Due anime sole, senza affetti intorno non avranno mai nessuno a cui stare dietro.
Non avranno il problema di assistere impotenti al degrado giorno per giorno, a non sapere cosa fare, e dopo avere i rimorsi per non aver fatto o non aver fatto a sufficienza.
Noi che abbiamo già qualche hanno sulle spalle, non possiamo essere contorniati da giovani, a poco a poco ci muoiono intorno.
La fatica è tanta ma credo che l'amore che ci danno in quei momenti sia impagabile e rende profumata la mer.da
 

quadricromia

Guru Giardinauta
Ora la mia era la paura di non farcela, nel vedere es. mia madre che non mi riconosca piu' che non conosca piu' es. i suoi nipoti e nipotine ecc, es. gli altri figli e figlie.Insomma la mia e' una paura sottile inconscia che cerca in tutti i modi una futura soluzione non semplice,......Saverio

Ma la mia era solo e soltanto paura psicologica, ossia non volevo vivere una 2^ esperienza come quella vissuta per mio padre, pero' sono ancorato a non farle mai mancare il mio appoggio, d'altronde sono la sua ancora di salvezza date le circostanze e lei lo sa e spero contini a percepirlo sempre.
L'avanzare dell'età e la chiusura di un ciclo vitale, naturalmente tocca tutti grandi e piccini, per cui sempre le dico, mamma non ti preoccupare la soferenza aiuta a crescere ed ad andare avanti, d'altronde non possiamo farci nulla.
Ciao e grazie a tutte voi da Saverio


Ciao Saverio, avendo già vissuto questa situazione, come dici, sai bene che la paura psicologica è compagna dell'inizio del 'percorso'.
Almeno a me è successo così, poi si vivono i giorni e i momenti uno alla volta, passo per passo, con dolore, si, ma la paura poi passa. Anzi non passa ma ci si anestetizza, alla paura.
Un abbraccio.:love_4:


Quanto al resto, non ci scandalizziamo solo se si parla male di un gatto o di un cane.
Allora stasera tentavo di cacciare un gatto dal mio giardino, è accorsa la vicina "sollevandomi" dall'impegno - era evidentemente impaurita che facessi del male all'animale - scommetto che se avessi avuto necessità per un anziano nessuno vicino mi avrebbe "soccorso".... che siano tutti becchini?
:Saluto:
 
S

scardan123

Guest
Bah, Pin e altri che non elenco perché tanto i post sono qui sopra, ognuno la pensa a modo suo. Io il mio pensiero l'ho espresso. Certo è vero come ha detto elebar che nessuno dei vari vecchi ereditati dal passato per me contava qualcosa, erano dei signori "e te da dove sbuchi?" la cui mera esistenza causava solo problemi se non danni, secondo me.
Però il mio è un pensiero che nasce da un'sperienza pluriennale di queste situazioni, e penso che chi non ha avuto vecchi non autosufficienti non può capire. Non dico che tu pin non ne hai avuti, dico che in generale se uno non ha vissuto alcune situazioni non ha l'idea della loro quotidianità. E' il quotidiano che è terribile, non il momento strano, il momento maledetto o il momento eroico: è il quotidiano quello che ti massacra.

Root, tranquillo: non c'è niente di leonino nell'auspicare una rivoltellata anche per se stessi. Come mia personale convinzione etica preferisco non venire mantenuto in vita a ogni costo e con qualsiasi artifizio medico, ago, macchina o farmaco, capace di intendere e potendo intendere solo dolore. Io dico no grazie, per me stesso.
Poi sappiamo tutti che in Italia c'è il vaticano e la rivoltellata sarà sempre impossibile, ma qui andiamo OT e su terreni etico.religiosi vietati dal regolamento, tipo caso englaro & co.
 

rootfellas

Florello
un conto è la englaro e un conto un tuo genitore con le piaghe da decubito o comunque bisognoso di attenzioni e di cure. non mischiamo le due cose perfavore se no è troppo facile.
 

quadricromia

Guru Giardinauta
Bah, Pin e altri che non elenco perché tanto i post sono qui sopra, ognuno la pensa a modo suo. Io il mio pensiero l'ho espresso. Certo è vero come ha detto elebar che nessuno dei vari vecchi ereditati dal passato per me contava qualcosa, erano dei signori "e te da dove sbuchi?" la cui mera esistenza causava solo problemi se non danni, secondo me.
Però il mio è un pensiero che nasce da un'sperienza pluriennale di queste situazioni, e penso che chi non ha avuto vecchi non autosufficienti non può capire. Non dico che tu pin non ne hai avuti, dico che in generale se uno non ha vissuto alcune situazioni non ha l'idea della loro quotidianità. E' il quotidiano che è terribile, non il momento strano, il momento maledetto o il momento eroico: è il quotidiano quello che ti massacra.

Root, tranquillo: non c'è niente di leonino nell'auspicare una rivoltellata anche per se stessi. Come mia personale convinzione etica preferisco non venire mantenuto in vita a ogni costo e con qualsiasi artifizio medico, ago, macchina o farmaco, capace di intendere e potendo intendere solo dolore. Io dico no grazie, per me stesso.
Poi sappiamo tutti che in Italia c'è il vaticano e la rivoltellata sarà sempre impossibile, ma qui andiamo OT e su terreni etico.religiosi vietati dal regolamento, tipo caso englaro & co.


capisci che le tue idee sono rispettabili se non le esprimi così:

Guarda, io e i miei genitori abbiamo "ereditato" mucchi di vecchi non autonomi o vegetali che si sono mangiati montagne di soldi, tempo e nervi. Ora grazie a dio sono morti tutti. E che pal.le la nonnina il nonnino, e ste storie strappalacrime speudo-psicocologiche, pseudo-cattoliche, pseudo-buoniste, proprio non ci sto: nonno, nonna, l'altra nonna, poi i loro fratelli, sorelle, etc, praticamente riempivamo noi da soli un ospizio, roba da matti.

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Master Florello
Bah, Pin e altri che non elenco perché tanto i post sono qui sopra, ognuno la pensa a modo suo. Io il mio pensiero l'ho espresso. Certo è vero come ha detto elebar che nessuno dei vari vecchi ereditati dal passato per me contava qualcosa, erano dei signori "e te da dove sbuchi?" la cui mera esistenza causava solo problemi se non danni, secondo me.
Però il mio è un pensiero che nasce da un'sperienza pluriennale di queste situazioni, e penso che chi non ha avuto vecchi non autosufficienti non può capire. Non dico che tu pin non ne hai avuti, dico che in generale se uno non ha vissuto alcune situazioni non ha l'idea della loro quotidianità. E' il quotidiano che è terribile, non il momento strano, il momento maledetto o il momento eroico: è il quotidiano quello che ti massacra.

Root, tranquillo: non c'è niente di leonino nell'auspicare una rivoltellata anche per se stessi. Come mia personale convinzione etica preferisco non venire mantenuto in vita a ogni costo e con qualsiasi artifizio medico, ago, macchina o farmaco, capace di intendere e potendo intendere solo dolore. Io dico no grazie, per me stesso.
Poi sappiamo tutti che in Italia c'è il vaticano e la rivoltellata sarà sempre impossibile, ma qui andiamo OT e su terreni etico.religiosi vietati dal regolamento, tipo caso englaro & co.



Stai mescolando due cose, neanche io voglio una vita da vegetale o accanimento terapeutico .
L'assistenza ai nostri "vecchi" è arricchimento, a pare mio.
Ho avuto zii, zie, mamma e papà.
E in età in cui capivo, penso che alcune delle tue eredità siano avvenute che tu eri molto giovane, posso capire l'esperienza negativa, ma ora da adulto pensi lo stesso dei tuoi genitori?
metti davanti le spese che si sostengono?
Sicuro che riusciresti a tirargli un colpo in testa?
Certo è la quotidianità che ti ammazza, tutti i giorni andare a trovare una persona che ami e non poter fare niente, è questo che ammazza.
Arrivi a pensare che per il suo bene, sarebbe meglio se si lasciasse andare, ma poi ti rendi conto che è per il tuo bene.
Poi lo/la vedi ti fa un sorriso, ti chiede un goccio d'acqua e daresti la vita per poterlo/a aiutare.
E' questione di amore scardan.
 

aseret

Florello Senior
Sì, il fatto di veder soffrire una persona, sapere che non può che peggiorare, poter fare troppo poco o niente per aiutarla, è terribilmente penoso.
E' , però, fondamentale il modo, lo spirito con cui si affronta la situazione.
 

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Master Florello
Sì, il fatto di veder soffrire una persona, sapere che non può che peggiorare, poter fare troppo poco o niente per aiutarla, è terribilmente penoso.
E' , però, fondamentale il modo, lo spirito con cui si affronta la situazione.


Certo è fondamentale, se lo prendi come un intralcio alla tua vita allora è meglio un colpo subito.
se lo prendi come un atto d'amore, riesci a superare molte cose
 

Commelina

Master Florello
ti rispondo Pin. Non approvo le parole di Scardan per la crudezza del modo, ma comprendo benissimo il tipo di amarezza che esprime. Tutti noi che siamo passati da queste strade possiamo capire che alla fine l'amore non basta a far superare la fatica sia fisica che psicologica del vedere morire un genitore, anzi due, un pezzo alla volta. Non mi ha arricchito questa esperienza, mi ha impoverito..... succhiato. E io ho fatto tutto quello che dovevo, volevo e potevo fare.... altri se la sono cavata e se la cavano con un mazzo di fiori al cimitero piangendo calde lacrime davanti alla lapide..... ma quando si trattava di spalare la famosa mer..da latitavano. non ho rancori, ma non posso dimenticare, e comprendo (mi ripeto) l'amarezza di Scardan.
Non ho agito con gioia, ma solo con profondo senso del dovere..... anche quando li facevo ridere raccontando qualche cazzata.
sono assolutamente in pace con la mia coscienza
 

Pin

Master Florello
ti rispondo Pin. Non approvo le parole di Scardan per la crudezza del modo, ma comprendo benissimo il tipo di amarezza che esprime. Tutti noi che siamo passati da queste strade possiamo capire che alla fine l'amore non basta a far superare la fatica sia fisica che psicologica del vedere morire un genitore, anzi due, un pezzo alla volta. Non mi ha arricchito questa esperienza, mi ha impoverito..... succhiato. E io ho fatto tutto quello che dovevo, volevo e potevo fare.... altri se la sono cavata e se la cavano con un mazzo di fiori al cimitero piangendo calde lacrime davanti alla lapide..... ma quando si trattava di spalare la famosa mer..da latitavano. non ho rancori, ma non posso dimenticare, e comprendo (mi ripeto) l'amarezza di Scardan.
Non ho agito con gioia, ma solo con profondo senso del dovere..... anche quando li facevo ridere raccontando qualche cazzata.
sono assolutamente in pace con la mia coscienza


A volte usiamo parole sbagliate, neanche io ho agito con gioia ma con amore. Non si può certo gioire in certe situazioni.
L'arricchimento, sempre secondo le situazioni e le persone, io l'ho avuto, un esempio, in stanza con mio padre c'era un' altro anziano, che la sola cosa che diceva era mamma, non mangiava, non beveva, seduto sulla carrozzella batteva le mani e chiamava sua madre.
Caso vuole che mi sono avvicinata per allungargli l'acqua, un sorriso enorme, mi ha preso la mano e mi ha detto grazie.
Forse scambiata per sua madre, ma ero l'unica capace di calmarlo e solo stringendogli la mano sorrideva, mangiava.
La gioia che vedevo negli occhi di mio padre quando arrivavo, il fatto che contasse su di me, per mettere a posto i fili elettrici, o per spostare un mobile, o per dare la mancia la muratore che lo aveva aiutato a imbiancare.......... sono tutte cose che sono rimaste dentro e mi fanno sorridere di tenerezza e amore quando ci ripenso.
Lo so sono cose soggettive.
La questione di coloro che piangono solo sulle tombe, credo sia universale.
C'è chi fa il proprio "dovere" e chi è convinto di farlo.
Questo provoca amarezza, ma è un'altra cosa dall'accudire amorevolmente i propri cari.
 

rootfellas

Florello
ti rispondo Pin. Non approvo le parole di Scardan per la crudezza del modo, ma comprendo benissimo il tipo di amarezza che esprime. Tutti noi che siamo passati da queste strade possiamo capire che alla fine l'amore non basta a far superare la fatica sia fisica che psicologica del vedere morire un genitore, anzi due, un pezzo alla volta. Non mi ha arricchito questa esperienza, mi ha impoverito..... succhiato. E io ho fatto tutto quello che dovevo, volevo e potevo fare.... altri se la sono cavata e se la cavano con un mazzo di fiori al cimitero piangendo calde lacrime davanti alla lapide..... ma quando si trattava di spalare la famosa mer..da latitavano. non ho rancori, ma non posso dimenticare, e comprendo (mi ripeto) l'amarezza di Scardan.
Non ho agito con gioia, ma solo con profondo senso del dovere..... anche quando li facevo ridere raccontando qualche cazzata.
sono assolutamente in pace con la mia coscienza

l'amarezza la lascia l'amore, anche se è un amore unilaterale arido e faticoso.
 
Ultima modifica:

Commelina

Master Florello
La gioia che vedevo negli occhi di mio padre quando arrivavo.........

sono contenta per te che hai avuto questo privilegio........ io non ho saputo riconoscere nei miei, il piacere che io ci fossi sempre e comunque.
Ho invece ancora ben presente quanto "aspettassero Godot" e quanto io giustificassi per loro, Godot che non arrivava ........ mai.....
 
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