Ma questo è un'altro discorso...la sofferenza può essere "controllata" o "iper-reattiva", puoi fare di un sassolino una roccia, ma ciò non toglie che qualcuno ha sbagliato..(quello che ha fatto il torto..) in tutti e due i casi, quindi una colpa c'è in entrambi i casi...stiamo facendo della psicologia che non riguarda la domanda "ritenete che si possa perdonare dopo tanto tempo un torto subito
la considera normale finchè la vive, poi per quanto difficile può addebitarsi una iper reazione (e perdonarsela)Difficile addebitare a se stessi una iper reazione, di solito è l'altro che da tale valenza.
Chi la vive la considera normale.
io parlavo del perdono (che ha una sola connotazione inconfondibile...) non del vendicarsi perdonando...Mi fai venire un dubbio eticamente scorretto ...
e se avessi ragione tu ed il perdono (in alcuni casi) fosse una forma di pigrizia mentale, una sorta di ignavia, un volere demandare ad altri la responsabilità della vendetta.....?????
Ecco: una risposta senta tanti arzigogoli...ritenete che si possa perdonare dopo tanto tempo un torto subito
ad una risposta così diretta potrei rispondere che sì, si può...non so però quanta stima potrebbe avere ancor, da parte mia, questa persona
Chi commette il torto, certo che no, che non si deve addebitare la iper- reazione!!!(dell'altro) ma si deve addebitare il torto..Naturale che la sofferenza e la iper reazione sono soggettive.
Ma anche qui dipende da che parte arrivano i 'torti' che creano iper.
Difficile addebitare a se stessi una iper reazione, di solito è l'altro che da tale valenza.
Chi la vive la considera normale.
la considera normale finchè la vive, poi per quanto difficile può addebitarsi una iper reazione (e perdonarsela)
Ecco: una risposta senta tanti arzigogoli...
Carne ha dato una risposta in due parole...questo voleva dire senza tanti arzigogoli...(era un'arzigogolo tirare in ballo altri fattori che non fossero strettamente legati alla domanda, e l'ho fatto anch'io...).Annullo secoli di cosa? Il dubbio è il primo o uno dei primi segni dell'intelligenza umana. Se leggi fino a pag 14 vedrai quanti dubbi sono emersi. ma avevo posto male la domanda....forse...Se per te non c'è risposta al secondo quesito,("E quando siamo noi a sbagliare, come la vediamo, LA memoria e il Perdono?(traduco: ci fa piacere essere perdonati?) non sai se ti fa piacere o no essere perdonata...(nel caso che...)...cara Elicriso...un quesito del genere deve essere posto genericamente, sennò si ricade nel "chiedere la confessione"...ah! ah! ti pare? non vedere trappole dove non ci sono, sennò ti dico quello che hai detto a me, scherzando (?) che forse ero paranoica....(baci)Troppo semplice giocare a prendere o lasciare!
Annulli semplicisticamente secoli di storia della filosofia e del diritto.
Il dubbio è segno umanità ed intelligenza .
La replica alla seconda parte del 3d, per me è: non c'è risposta.
Il tuo e' un quesito, poichè proposto genericamente, che contiene una trappola dialettica.
Credo
Possono esistere talmente tante variabili al concetto di colpa e di perdono che credo che l'unica risposta possibile ad una domanda cosi' diretta e' definitiva sia, come dice Elicriso, che non c'e' risposta univoca, dipende da troppi fattori.
La tua è una storia interessante...infatti se davvero non lo sentiamo "dentro" questo sentimento (io lo considero così) è solo un cercare di metterci una pietra sopra, ma difficilmente, poi non tornerà alla carica il rimprovero latente...penso che per perdonare dopo poco tempo (quando ancora il torto brucia) o si riesce a "trovare" delle ragini a quello che è successo (magari si può essere stati causa inconsapevole anche noi..) a metterci insomma nei panni dell'altro, in qualche modo o è meglio lasciar perdere...Dopo tanto tempo per me è un altro tipo di perdono. Se perdoni, il torto deve proprio scomparire dalla tua mente, sennò non funziona..Condivido la posizione di Pin e di Nicki.ta..
Dipende da così tanti fattori il perdono, non da ultimo anche dalla condizione in cui ci troviamo in un particolare momento della nostra vita.
Piuttosto un altra osservazione che mi sento di fare è questa : siamo certi di perdonare oppure vogliamo perdonare ?
Spiego meglio con un esempio : una carissima amica, ha perdonato dopo molte vicissitudini un tradimento coniugale. Un percorso difficile e tormentato, ma così ha deciso.
Più volte, mi ha chiesto un consiglio, molto schiettamente, io ho risposto che se fosse toccato a me ( considerando le modalità della "storia") io non avrei perdonato, in quando, il rischio era poi di vivere con questo peso latente per sempre, e non solo, uno speudo- perdono significa non mettere una pietra sopra, ma tornare sull'argomento ad ogni nuova "avversità" : ebbene, è proprio quello che sta succedendo : perchè in cuor suo, non ha perdonato.
non sai se ti fa piacere o no essere perdonata...(nel caso che...)...cara Elicriso...un quesito del genere deve essere posto genericamente, sennò si ricade nel "chiedere la confessione"...ah! ah! ti pare? non vedere trappole dove non ci sono, sennò ti dico quello che hai detto a me, scherzando (?) che forse ero paranoica....(baci)
PS: Ma che fatica! Non possiedo studi che mi rendano facile esprimere pensieri su questi argomenti, pant pant!:Saluto:
Inoltre nello scritto ho un tono così da pontefice: avrei voluto apparire più lieve.
Ciao Olmo!