Però mi vien da riflettere che accentrare il contenuto dei testi entro i confini del web, in mano di pochi soggetti anonimi che li gestiscono con interesse prevalentemente economico rispetto al culturale, il rischio di dispersione/distorsione/censura è enorme: il rogo del 33 è una provocazione palese e simbolica ma sterile, un "delete" sarebbe anonimo ed (facilmente) eterno
No, per diverse ragioni.
Prima di tutto, non si tratta di pochi soggetti anonimi, ma di diversi soggetti con nome e cognome.
La distorsione del mercato c'è già, ed è dettata dalle case editrici. Se tu scrivi un libro, devi trovare qualcuno che te lo pubblichi. Per questo ci sono costi notevoli: stampa, marketing, distribuzione e altro.
Le case editrici decidono cosa va e cosa non va, e decidono su cosa puntare. Licia Troisi ha venduto tanti libri perchè Mondadori ha fatto una campagna pubblicitaria fortissima, ma non meriterebbe nulla.
Al contrario, pubblicare in ebook è piuttosto economico. Tecnicamente, sarei in grado di farlo anche io.
Per quanto riguarda la censura, nel mercato cartaceo se non c'è chi mi pubblica, non posso pubblicare niente. A meno di mettere su una tipografia, stampare i libri e metterli in salvo prima che tutto venga incendiato. In formato digitale, questo problema non esiste.
Per finire, tutti i libri non protetti da copyright sono scaricabili gratuitamente. Alcuni persino direttamente da amazon.