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è morto welby

milla04

Maestro Giardinauta
Marcuzzo, non credo che il rifiuto dell'accanimento terapeutico sia qualcosa da prendere alla leggera, un modo per "scappottarsela" davanti alla semplice sofferenza: qui si tratta di casi umani senza altra prospettiva che il vivere con un tubo in gola, con piaghe da decubito sul corpo, con organi che si fermerebbero naturalmente se non fossero tenuti in movimento artificialmente...
Una mia collega ha perso il padre qualche mese fa: era affetto da morbo di alzheimer e pian piano era ridotto in un letto senza alcuna funzione. Quando è morto lei ha pianto, era comunque suo padre e lei gli era stata sempre accanto e gli era attaccatissima, ma ha ammesso che la morte è stato un dono di Dio per il padre, che ormai non aveva futuro davanti a sè al di là di un sondino e un respiratore.
Noi vorremmo sempre vicine le persone care, ma davvero lo vorremmo anche in casi così gravi (perchè, sia chiaro, si parla di casi estremamente gravi e senza speranza), davvero vorremmo far pagare così caro il conto di essere amati?
 
M

marco48

Guest
Marcuzzo, non credo che il rifiuto dell'accanimento terapeutico sia qualcosa da prendere alla leggera, un modo per "scappottarsela" davanti alla semplice sofferenza: qui si tratta di casi umani senza altra prospettiva che il vivere con un tubo in gola, con piaghe da decubito sul corpo, con organi che si fermerebbero naturalmente se non fossero tenuti in movimento artificialmente...
Una mia collega ha perso il padre qualche mese fa: era affetto da morbo di alzheimer e pian piano era ridotto in un letto senza alcuna funzione. Quando è morto lei ha pianto, era comunque suo padre e lei gli era stata sempre accanto e gli era attaccatissima, ma ha ammesso che la morte è stato un dono di Dio per il padre, che ormai non aveva futuro davanti a sè al di là di un sondino e un respiratore.
Noi vorremmo sempre vicine le persone care, ma davvero lo vorremmo anche in casi così gravi (perchè, sia chiaro, si parla di casi estremamente gravi e senza speranza), davvero vorremmo far pagare così caro il conto di essere amati?

Non credere che non sappia cosa sono le piaghe e la demenza da malattie e cosa significhi prendere decisioni che riguardano la vita o la morte di persone care, si ha la sensazione molto spiacevole di aver comunque sbagliato. La morte è stata ceramente un dono di Dio nel caso di mia madre ed anche per il padre della tua collega, ma non è stata provocata, anzi probabilmente è stata ritardata. Ma tu lo avresti il coraggio di far cessare le cure, non per te, ma per un familiare? Pensaci bene, io il conto l'ho pagato, continuo a pagarlo e, nel malaugurato caso, non farei nulla per sottrarmi.
 

seya

Master Florello
provo ad immedesimarmi.
perchè dico perchè dovrei far soffrire mille atrocità a mia madre, o annientarla di farmaci che la rinco.glioniscono e le fanno perdere la sua lucidità e la sua dignità di donna, la sua anima?, se mi chiedesse di staccare la spina, e non avessi altre strade, ripeto, se lei me lo chiedesse, mi implorasse, con dolore lo farei.
perchè per me questo è l'unico atto d'amore che posso donarle.

l'unico.



sono d'accordo con Rossl sul discorso della chiesa.
su tutto.


l'egoismo mio sarebbe costringerla ad una vita che non è più vita, poi possiamo continuare a disquisire per ore su sta cosa.
ma io non cambio nè cambierò mai opinione.

amare è anche sofferenza.
la sofferenza di essere responsabile della morte di una persona che ami.

io Welby non lo amavo, non lo conoscevo.
ma ho pianto per lui, per l'ignoranza e l'arroganza del mondo in cui ha vissuto.

ora invece il mio cuore è in pace.
perchè so che anche il suo lo è.
e sono certa che ora sta finalmente sorridendo.
 

rossl

Giardinauta Senior
No Rossella non si tratta di dogmi religiosi o di politica, almeno io non lo credo.

eppure Marco la religione c'entra: il concetto del dolore come espiazione del peccato originale, come dono da offrire a Dio sono parte della teologia cattolica; e c'entra di conseguenza anche la politica: quale partito avrà il coraggio di inimicarsi le gerarchie della Chiesa e gli elettori cattolici, promulgando leggi che permettano di 'staccare la spina'? Mi rendo conto che sembrano argomenti estranei al tema che stiamo discutendo, ma forse a pensarci bene non è così


io non ce la farei a chiedere ad un familiare vicino di darmi la morte e non vorrei che lo chiedessero a me.

Su questo non c'è nulla da obiettare: è una scelta solo tua, va bene così.
Io potre scegliere diversamente, forse, ed è giusto che possa farlo

abbiamo paura di soffrire quasi fosse un'inutile perdita di tempo, ma lo è veramente?

Io non ho nessuna certezza, nè per me nè per gli altri, perciò posso esprimere solo il mio personale punto di vista: la sofferenza, quando in fondo al tunnel sai che c'è solo la perdita della dignità e la morte, mi fa paura; io voglio la libertà di evitarla, chi ha il coraggio di affrontarla abbia la libertà di farlo; ognuno deve poter scegliere per sè, in base ai propri convincimenti
 

fio_rella

Maestro Giardinauta
il problema e grandissimo, e deve assolutamente essere dibattuto.
se ho qualche dubbio sul fatto di staccare le macchine a chi è in coma, non ne ho nessuno su chi chiede, in assoluta lucidita', come welby, di essere lasciato in pace! non abbiamo il diritto di costringere una persona a vivere, se chiede di non essere piu' curata. che differenza passa, tra welby, e un malato di cancro che dice...no grazie, ho deciso di non fare la chemioterapia? perchè il primo deve subire le decisioni altrui?
ho vissuto 38 anni, con una madre che tentava spesso il suicidio, senza riuscirci mai. quando un primo, ed un secondo ictus, l'hanno ridotta ad una larva, ma perfettamente lucida, l'unica cosa che mi ha trattenuta dal mettere fine alla sua sofferenza è stato il pensare alle conseguenze che il mio gesto avrebbe avuto sui miei figli ( allora minorenni ed affidati a me). credo sarebbe stato un grande gesto di amore nei confronti di mia madre, che l'unica cosa che desiderava, era morire.
no, non potrei mai desiderare di tenere viva una persona cara che soffre. mai
 

seya

Master Florello
Lali, per il momento sono solo parole.
ma le sento moltissimo.
se dovessi avere mai la sfortuna di trovarmi in una situazione simile, vi porterò sicuramente la mia esperienza.
poi ognuno in coscienza sua, fa quel che pensa sia meglio.
è giusto che sia così, fondamentalmente.
io non insegno niente a nessuno.
non l'ho mai preteso, sarebbe davvero arrogante e presuntuoso da parte mia.
e ti dirò che non mi metto nemmeno a parlare qui dentro di ciò che penso sulla chiesa, altrimenti farei danni.






io voglio la libertà di evitarla, chi ha il coraggio di affrontarla abbia la libertà di farlo


concordo pienamente.
credo che noi tutti abbiamo il dovere e il diritto di avere questa libertà.
 
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marco48

Guest
quando in fondo al tunnel sai che c'è solo la perdita della dignità e la morte, mi fa paura; io voglio la libertà di evitarla, chi ha il coraggio di affrontarla abbia la libertà di farlo; ognuno deve poter scegliere per sè, in base ai propri convincimenti

Ma scusate, non capisco proprio, ma perchè dite "perdita della dignità" , cosa significa in una persona malata? Il fatto di non poter più badare al proprio corpo di non poter parlare o ragionare bene, non potersi lavare e pulire significa perdita della dignità umana? Non credo, ho visto molta gente accettare molto dignitosamente la loro cattiva sorte ed ai miei occhi, costoro, hanno acquistato dignità. Il poter e dover scegliere in base ai propri convincimenti è ineccepibile, ma quì non ci sono regole matematiche, non possiamo sommare due più due, quì entrano in gioco i sentimenti e la nostra essenza umana. Lungi da me il voler convincere qualcuno, posso solo augurare a tutti voi di non essere mai messi nelle condizioni di dover scegliere.
Adesso io esco da questo topic, il discorso è interessantissimo, ma penoso, almeno per me.:Saluto:
 

Sevi

Fiorin Florello
Sono stata lontana apposta da questo topic quando l'ho visto....non per vigliaccheria di certo....solo non mi sentivo pronta.

Ora...mi sento in dovere di salutare virtualmente quest'uomo che ha sofferto e penato duramente...troppo duramente.
Non servirà a niente, ne sono consapevole....ma voglio unirmi comunque...ne sento l'esigenza profonda.

Ricordo le parole di mio padre quando scoprì del suo tumore al pancreas....lui non chiedeva nulla ai medici però voleva sapere tutto e ci chiese di informarlo su ogni cosa....
E ci raccomandò di non farlo soffrire, quando il momento fosse stato vicino...e questo già la dice lunga....
fortunatamente non ce ne fu bisogno....e le sue sofferenze non si trasformarono in agonia se non negli ultimi suoi due giorni di vita....anche se solo uno è troppo per vedere in una persona amata quello sguardo di paura e sconforto che non si può dimenticare.

Come poter sapere se avrei o no il coraggio di compiere un gesto che tolga la vita a un mio caro?
Non lo so...forse mi farei forza e lo farei...di certo sono contro l'accanimento terapeutico e dico che, tra gli altri pareri da me condivisi, la frase detta da Rossl ha in sè l'essenza di tutto....
se la natura avesse fatto il suo corso sarebbe stata di certo più pietosa...

così ciao...signor Welby....riposa in pace...e grazie....:love_4:
 

nicola71

Guru Giardinauta
Mi sento vuoto,ho letto tutti i vostri commenti e in parte sono daccordo con l'uno e in parte con l'altro,ma sinceramente non mi sento pronto a dar una risposta,sbaglierei di sicuro ,perche non ho una esperienza diretta che ti fa riflettere e magari cambiare totalmente idea. Ciao Welby
 

seya

Master Florello
il punto non è se sbagliare o no a dire la propria.
il punto è cosa uno si sente dentro.
ho visto di sfuggita ieri sera un'immagine di Piergiorgio in un telegiornale...sbatteva gli occhi in modo strano, aveva un 'espressione che non mi dimenticherò tanto facilmente.
sono sempre più certa che quel che penso sia giusto, ovvio che parlo per me.

al di là di tutti gli inghippi politici di contorno, che mi fanno davvero schifo!....sono contenta che qualcuno abbia posto fine alle sue sofferenze.

abbiamo seriamente e veramente pensato come si sentirebbe ognuno di noi a soffrire di distrofia muscolare per 40 anni e a ritrovarsi immobilizzato in un letto dalla mattina alla sera per tutti i giorni della nostra vita?


Mary non sono contenta della sua morte, in sè.
sono contenta della fine della sua sofferenza.
volevo chiarirlo, perchè ieri ero davvero molto arrabbiata con tutta sta storia e ho buttato giù il mio pensiero in modo molto forte.
 
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Mary74

Guest
Mary non sono contenta della sua morte, in sè.
sono contenta della fine della sua sofferenza.
volevo chiarirlo, perchè ieri ero davvero molto arrabbiata con tutta sta storia e ho buttato giù il mio pensiero in modo molto forte.

Seya avevo capito il tuo pensiero ma volevo che lo dicessi :)
 
M

Mary74

Guest
Ma scusate, non capisco proprio, ma perchè dite "perdita della dignità" , cosa significa in una persona malata? Il fatto di non poter più badare al proprio corpo di non poter parlare o ragionare bene, non potersi lavare e pulire significa perdita della dignità umana? Non credo, ho visto molta gente accettare molto dignitosamente la loro cattiva sorte ed ai miei occhi, costoro, hanno acquistato dignità. Il poter e dover scegliere in base ai propri convincimenti è ineccepibile, ma quì non ci sono regole matematiche, non possiamo sommare due più due, quì entrano in gioco i sentimenti e la nostra essenza umana. Lungi da me il voler convincere qualcuno, posso solo augurare a tutti voi di non essere mai messi nelle condizioni di dover scegliere.
Adesso io esco da questo topic, il discorso è interessantissimo, ma penoso, almeno per me.:Saluto:

Ti quoto in pieno Marco :) . E spero che chi si batte per l'eutanasia metta lo stesso impegno anche per la ricerca e non si faccia travolgere dall'ondata mediatica di questi giorni pensando che un giorno sul quel letto potrebbe esserci un proprio figlio , un proprio fratello .

Esco anchio da questo topic perchè mi riapre delle ferite ancora aperte .
 
M

Mary74

Guest
Noi vorremmo sempre vicine le persone care, ma davvero lo vorremmo anche in casi così gravi (perchè, sia chiaro, si parla di casi estremamente gravi e senza speranza), davvero vorremmo far pagare così caro il conto di essere amati?

Rispondo a quest'ultima domanda perchè è la mia unica certezza : SI .
 

Vale.scaly

Giardinauta Senior
se mi chiedesse di staccare la spina, e non avessi altre strade, ripeto, se lei me lo chiedesse, mi implorasse, con dolore lo farei.
perchè per me questo è l'unico atto d'amore che posso donarle.

l'unico.

Seya....parole sante!!! Non posso fare a meno di pensarci,non ci ho dormito stanotte...per quanto sarebbe difficile,doloroso,crudele in qualche modo,come posso dire di amare una persona e costringerla ad una vita di sofferenza???

No,non è amore tenere in vita una persona a tutti i costi...è solo egoismo,è non accettare che quella persona è giunta al termine,che ha finito di vivere...la natura ha deciso così,perchè dovremmo opporci?? Che diritto abbiamo di interferire,di attaccare una persona che diciamo di amare ad un respiratore,ad un letto per anni addirittura....

Mi spiace,ma io finirei per odiare le persone care che mi obbligano a vivere in queste condizioni senza rispettare la mia volontà....e per questo credo che tale responsabilità sarebbe da dare ai medici,e non ai famigliari,che sono tutto meno che lucidi in certi momenti...

Non c'è dignità nel rifiutare la morte ad ogni costo.....non c'è dignità quando tu sei pronto a lasciare questo mondo e qualcuno te lo impedisce con tutte le proprie forze...
 

Pin

Master Florello
Non credo giusto che la scelta debba essere lasciata ad un familiare, manca la lucidità in certi momenti e i sentimenti spesso hanno il sopravvento.
Come c'è stata una legge per l'interruzione di gravidanza, ci dovrebbe essere per l'eutanasia.
Non lasciando alla sensibilità del medico, ma i contrari possono fare gli obbiettori.
Marco, dalle tue parole leggo che anche tu ti sei trovato a prendere una decisione che ti accompagna tutti i giorni.
E' nell'essere umano che il dubbio si instaura.
Si parla di perdere la dignità, perchè noi che vediamo il nostro caro non regolare più le funzionalità corporee, il dipendere in tutto e per tutto dagli altri. l'incapacità di prendersi o chiedere anche solo un po' d'acqua ci fa immedesimare.
Noi che stiamo bene ci sembra di perdere di dignità nel dipendere.
Certo che chi è in un letto di sofferenza non perde di dignità.
La vita ci mette davanti sempre qualcosa su cui bisogna prendere decisioni, o affrontare. Ma la vita stessa ci dà la capicità di affrontarla e in quei momenti siamo sempre pronti a fare ciò che reputiamo il meglio.
Solo quando si è davanti a queste scelte si capiscono a fondo le idee che ci siamo portati dietro per anni, e non è insolito che si agisca in maniera completamente opposta.
Certo non auguro a nessuno di dover affrontare certe situazioni per capirle.
 

seya

Master Florello
secondo me dovrebbe essere il malato stesso a decidere, Pinuccia.



quel che per tutti è difficile, è regolamentarla questa benedetta eutanasia.
decidere in quali casi poterla fare oppure no.
qui non mi pronuncio.
 
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seya

Master Florello
Si parla di perdere la dignità, perchè noi che vediamo il nostro caro non regolare più le funzionalità corporee, il dipendere in tutto e per tutto dagli altri. l'incapacità di prendersi o chiedere anche solo un po' d'acqua ci fa immedesimare.
Noi che stiamo bene ci sembra di perdere di dignità nel dipendere.



si, esatto,è quel che intendevo con perdere la propria dignità. grassie per averlo spiegato così bene :)
 
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