Una delle mie passioni sono le porcellane, non servizi interi ma pezzi unici – principalmente tazze da tè - che ho presi un po' ovunque nei mercatini nel sud della Francia, a Budapest nei mercati degli zingari, in un centro televisivo che tratta oggetti di antiquariato e alcune me le hanno regalate. C'è un po' di porcellane francesi (vari marchi di Limoges come Haviland ed altri), inglesi (Wegwood, Royal Crown Derby, Minton, Coalport...), danesi (Royal Copenhagen, Bing & Grøndahl che ormai non esiste più), ungheresi (Herend, Hollohaza) ecc....
Nella mia collezione non ci sono solo esemplari di marchi famosi perché trovo che il bello negli oggetti che ci circondano non sia nel loro valore “monetario” nei nomi altisonanti ma nelle sensazioni che sanno trasmetterci, nella cura posta nella loro realizzazione che possiamo desumere da come si presentano ai nostri occhi o al nostro tatto.
Sono convinta che gli oggetti, se proprio si vuol negare loro un'anima, hanno comunque, una storia, un vissuto ed una capacità di far spaziare la fantasia che molto spesso sottovalutiamo.
E ciascuno porta alla mente un ricordo……………
ero a Budapest, sotto Natale, in un mercatino di zingari ……….vidi un venditore che pranzava accanto al suo banco e beveva del vino da una tazza che immediatamente volli fortissimamente benché fosse di ceramica e non di porcellana. Quando si accorse che mi interessava scolò l'ultimo sorso, la pulì con un pezzo di carta da giornale e me la offrì ad un prezzo un tantino troppo alto, almeno per me………nevicava parecchio e, non conoscendo l'uno la lingua dell'altra, cominciammo a contrattare scrivendo le cifre con uno stecco sulla neve. Alla fine ci accordammo per un prezzo molto più basso ed accettabile……………..era una bella tazza da tè con piattino con decoro Delft rosso che scoprii al mio ritorno a casa essere piuttosto rara e che, purtroppo, tra un trasloco e l’altro ha subito una sbeccatura al bordo che, anche se minuscola vorrei far restaurare.
Nella mia collezione c’è di tutto ma soprattutto oggetti che mi sono saltati “alla vista” o al cuore senza aver prima controllato chi li avesse realizzati o quanto valessero. E il gusto di utilizzarle, poi. Perché vanno utilizzate così tutte “scompagnate” come le tazze, per un tè con le amiche o in compagnia di se stessi.
La porcellana mi affascina come mi affascina la sua storia avventurosa fatta di intrighi, spionaggio industriale (pare che gli alberghi nel raggio di una cinquantina di chilometri da Meissen, dove era, nel frattempo, sorta la prima Fabbrica di porcellana a pasta
dura, pullulassero di “spie” inviate dai sovrani di mezza Europa per carpire il segreto di questa nuova porcellana!!!)
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Come al solito mi sono lasciata prendere la mano. Chiedo scusa!!!!!
Ciao, ciao