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Come vincete la tristezza?

RosaeViola

Master Florello
elleboro ha scritto:
Malinconia per esempio, specie in autunno e di solito è stimolata dal bello.

Bruna, hai espresso magnificamente una sensazione che provo anch'io.
Le cose belle, che mi toccano profondamente, mi fanno scoppiare il cuore e le lacrime non si fermano.
Non ho mai capito se sia una commozione profonda o se sia, appunto, malinconia.

Se perdo il cellulare, al massimo posso essere dispiaciuta, non certo triste.
Le avversità della vita, mi fanno prendere fuoco e devo agire, fare cose spesso sbagliate, ma devo fare. Non mi viene da intristirmi. Caso mai mi inc****.
invece, forse, si può chiamare tristezza il vuoto lasciato da una persona cara. Anzi no, è meglio parlare proprio di un Gran Vuoto. Almeno per me.

In questo ci somigliamo moltissimo. Le piccole avversità, mi fanno magari arrabbiare lì per lì, ma appunto, una minima inc******a, ripulisce tutto e se poi, davanti ad un'avversità, riesco a FARE qualcosa, ad attivarmi per rimediarla, mi passa tutto.

La perdita di un affetto è invece qualcosa a cui non so porre rimedio facilmente e dentro rimane un segno indelebile, un'ombra che accompagna i miei giorni.
 

RosaeViola

Master Florello
ciaseta ha scritto:
la tristezza, quella malinconica..... la vivo e basta, perchè anche tentando non andrebbe via ...
cerco di capirne i motivi, se ce ne sono, di approfondire... anche a costo di intristirmi ancora di più, perchè penso sia necessario... :)

Ti quoto Ciaseta.
Anche per me è così. Quando mi assale la tristezza, quella vera, totale e profonda e non ne conosco le ragioni, mi isolo, mi chiudo in me stessa, cerco di entrarci completamente per cercare di comprenderla, di darle un nome, un volto, una motivazione, perchè una motivazione (se non è una caduta di estrogeni a provocarla :lol: ) c'è sempre.
Nulla dei nostri stati d'animo, a mio avviso, è casuale e immotivato.

Un tempo, quando non conoscevo le mie dinamiche mentali, mi aggrappavo al telefono e travolgevo le mie o i miei migliori amici, ma non è mai stato il rimedio giusto, anche se, in certi momenti, avere qualcuno che pazientemente ascolta, può essere un abbraccio che ti salva dal precipitare.

Poi ho percorso me stessa in lungo e in largo e ho capito.
Da quel momento le cose si sono modificate. So che le risposte sono dentro di me e devo solo cercarle.
Per farlo i sistemi sono tanti e diversi, secondo il grado di tristezza che non è sempre uguale.
A volte mi aiuta lavorare in giardino, talvolta, invece, il mettermi in stand-by da tutto, delle volte la musica mi conduce alla strada della comprensione e delle altre, il suono della voce delle persone che più amo, il sentire che ci sono e che mi amano, mi aiutano ad affrontarmi, a lasciar fluire i pensieri.

In quanto al modo in cui ci si sente tristi, credo che comunque sia, vada accolto.
Se c'è una cosa che ho imparato a mie spese è proprio quella che il metodo migliore per farsi più male, è negare a sè stessi la possibilità di essere tristi o il farsi mancare il coraggio di affrontare la realtà in maniera anche cruda se serve.
Ogni volta che rimando l'affrontare un problema vero, questo si struttura dentro e quando esplode, perchè prima o poi succede, fa ancora più danni.
 

xst84

Giardinauta Senior
boba74 ha scritto:
Boh, io non sono mai triste.
anni fa lo ero, e scrivevo (poesie, racconti ecc....), ma da 10 anni a questa parte non sono più triste, e infatti mi è passata anche l'ispirazione....
:lol: :lol: :lol:
Allegria !!!!!
mesmerizzato da Mike Bongiorno ?:lol:
 
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