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"assemblaggio" racconto a più mani II

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Benissimo.
E adesso, intervenite tutti, mi raccomando. Per rendere interessante la storia non possono esserci solo 5 personaggi.
 
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SecoB

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All'improvviso in tutto l'ospedale le luci si riaccesero. Le donne non riuscirono a capire, ed era un po' di tempo che non si vedeva in giro John. Dopo un po' questo ritornò sorridente:
"Beh, buone notizie, almeno in ospedale abbiamo la corrente".
Allo sguardo allibito degli altri, lui riprese:
"Come in tutti gli ospedali c'è un gruppo elettrogeno di emergenza. In effetti avrebbe dovuto partire in automatico con l'interruzione della corrente, ma evidentemente era in disuso da un po'. Solo qualche fusibile saltato. L'ho messo a posto: ora abbiamo luce, elettricità, riscaldamento e persino acqua corrente calda e fredda. La cisterna di gasolio dovrebbe durare qualche settimana o forse più, basta ottimizzare un po' i consumi. Ho già staccato i quadri di quasi tutti i reparti. Però propongo di accendere le luci delle camere che danno sulla strada: questo ospedale sarà l'unica fonte di luce della città, se c'è qualcuno la fuori ci vedrà anche da lontano e ci troverà".
Sembravano tutti felici di rivederlo, o forse era solo l'effetto di tutte quelle buone notizie. Così lo ringraziarono.
"E allora?" chiese con aria di rimprovero "mi avete lasciato qualcosa da mangiare o no?".

-Chi fa il primo turno di guardia?- chiese Mara ancora mezza intontita dal sonno -scusate ma in non me la sento, non riesco a tenere gli occhi aperti-.
E s'addormentò.

John fissò una a una le altre donne.
"Beh, ovviamente vado io...."
Si incamminò verso l'uscita accendendo una sigaretta mentre con l'altra mano continuava ad ascoltare la sua radiolina in attesa di qualche nuovo segnale.

3. OSPEDALE
Greta trasalì, si svegliò all'improvviso con una sensazione di pericolo. Infilò la mano nella borsa dove l'impugnatura fatta su misura s'inseriva perfettamente nel cavo della sua mano poi si guardò intorno.
Tutti dormivano anche se era ormai l'alba, un tenue chiarore illuminava la stanza mentre la luce delle lampade notturne illuminava il corridoio. Si mise seduta sul letto ed ascoltò con attenzione: eccolo, un rumore felpato, di passi, al piano di sopra.
Si alzò quatta e tolse la sicura all'arma poi uscì dalla stanza mentre le altre donne e il ferito dormivano.
John era sull'entrata ma non le andava di disturbarlo, magari era solo suggestione....
Salì lentamente le scale, trattenendo il respiro, poi vide: un'ombra furtiva uscì veloce da una stanza e s'infilò in un'altra. Non sapeva se seguirla o no, poi la curiosità ebbe il sopravvento ed entrò anche lei. Forse era stata avventata a fare tutto da sola. Fece appena in tempo a sentire uno scatto e l'ombra era già oltre la finestra e scendeva rapidissima le scale di sicurezza esterne. Non aveva nemmeno capito se fosse un uomo o una donna. Anche correndo non l'avrebbe raggiunta, un brivido le percorse la schiena, non c'erano solo loro tra i sopravvissuti. Cosa faceva o cercava quell'ombra nell'ospedale e perché non si era palesata, non aveva cercato di parlare con loro e da quanto tempo era lì e magari li stava osservando? E se sapesse qualcosa che loro non sapevano su quella sparizione così improvvisa? Rabbrividì e rimise la sicura all'arma che luccicava sinistra alla luce del sole nascente.

Alberto tornò a casa e si accese la televisione.
Iniziò a preoccuparsi, perchè i suoi genitori non avevano telefonato, erano fuori città per lavoro e avrebbero dovuto telefonare.
Però la televisione non si accendeva e allora andò a dormire pensando a cosa avrebbe potuto fare l' indomani per raggiungere la nonna.
Decise che il giorno dopo sarebbe andato alla ricerca di qualcuno, gli venne in mente di andare dalla nonna che abitava nei pressi dell' ospedale.

John andava avanti e indietro uscendo e rientrando dal portone dell'ospedale. ad un tratto gli sembrò di vedere un'ombra nel vicolo all'angolo del palazzo, come se uscito in strada qualcuno l'avesse visto e fosse subito tornato nel vicolo.
Diede la colpa al sonno e decise di tornare dentro. Vide Greta che stava scendendo le scale, aveva una mano in tasca, come se stesse nascondendo qualcosa.
"Ah, sei qui? Senti... non è che mi daresti il cambio? Io non ce la faccio più, vorrei dormire un paio d'ore. Ancora un po' e ho gli incubi a occhi aperti. Pensa che mi è appena sembrato di vedere qulcuno scappare dietro l'angolo!"

John andava avanti e indietro uscendo e rientrando dal portone dell'ospedale. ad un tratto gli sembrò di vedere un'ombra nel vicolo all'angolo del palazzo, come se uscito in strada qualcuno l'avesse visto e fosse subito tornato nel vicolo.
Diede la colpa al sonno e decise di tornare dentro. Vide Greta che stava scendendo le scale, aveva una mano in tasca, come se stesse nascondendo qualcosa.
"Ah, sei qui? Senti... non è che mi daresti il cambio? Io non ce la faccio più, vorrei dormire un paio d'ore. Ancora un po' e ho gli incubi a occhi aperti. Pensa che mi è appena sembrato di vedere qulcuno scappare dietro l'angolo!"

"John, c'era qualcuno al piano di sopra, il fatto che sia scappato senza presentarsi mi fa pensare che avesse qualcosa da nascondere. Prendo il tuo posto volentieri se prima di andare a letto mi offri un caffè, solubile e schifoso, per una barista come me, ma pur sempre un caffè: mi ha messo un po' sottosopra questa corsa appena sveglia!" Greta gli sorrise, era più tranquilla adesso, il misterioso John le faceva sempre quest'effetto..

Andarono nell'angolo ristoro, dove c'erano alcune macchine per caffè, bevande e merendine varie.
"Hai 35 centesimi? No aspetta...."
John prese un bisturi da un armadietto e forzò la serratura della macchinetta, armeggiò un attimo e dopo un po' selezionò il codice del caffè espresso.
"Eccoti servita. Io lo prendo deca che è meglio..."

Alberto notò dal suo orlogio da polso che era stato tutta la notte attaccato alla mano per dimenticanza, ch era già un buon orario per alzarsi.
Si infilò nello zainetto la cartina dei bus che voleva prendere per arrivare dalla nonna e moltissime merendine di quelle tutte cioccolattose e anche una bottiglietta d'acqua.
Scese e andò alla fermata giù in piazza, avrebbe duvuto prendere il bus numero 48.
Di solito passava ogni 5 minuti ma rimase lì fermo per mezz' ora.Siccome non c'era ancora nessuno decise di prendere una delle tante biciclette abbandonate per la strada, conosceva a memoria la strada e sapeva che avrebbe duvuto pedalare molto.
Tra uno slalom e l'altro iniziò a lavorare di fantasia per il fatto che nessuno era per la strada: per gli uomini pensò che oggi c'era qualche mondiale di calcio in TV e per le donne che avevano aperto un negozio a sconti elevati dall'altro lato della città.
Mentre rifletteva caddè, qualcosa di sinistro lo avevo spinto, gli aveva dato la sensazione di essere stato immerso in un catino d'acqua ghiacciata, corse via a piedi, poi tornò indietro, controllò se c'era qualcuno, riprese la bicicletta e ricominciò a pedalare ma della strana figura che gli parse più che altro un ombra nessuna traccia.

Greta rimase ammirata dall'abilità di John: " ...Accidenti, manolesta, in un altro momento ti avrei affidato il mio bar, ah ah ah ah sarei stata sicura d'incassare dall'assicurazione...." Lasciò che il caffè caldo scendesse giù lento a risvegliare la sua gola e a scaldarle lo stomaco che brontolò. " senti, mi passeresti anche una merendina? Ieri non ho cenato in cambio ho una buona sigaretta pronta" tirò fuori il pacchetto e glielo sventolò davanti.

Alberto esausto arrivò dalla nonna, (proprio di fronte all'ospedale), perse un altra mezz'ora a tentare di suonare ma niente.
Notò allora che all'ospedale stava entrando qualcuno, stavolta fu una doccia di acqua fredda: una creature nera come l'ombra era entrata all'ospedale.
Allora tentò di seguirlo pensando di dirgli se sapeva qualcosa sul fatto che non c'era gente in giro, Alberto era un tipo spavaldo, giunto dietro lo strano uomo o donna disse "scusi" e poi .................................................. .................................................. .................................................. ................. (cadde a terra svenuto).

Greta si mise sull'entrata a finire la sua buonissima sigaretta mattutina quando sentì un tonfo provenire da un punto vicino, alla sua destra, scattò in piedi e mise la mano in tasca dove il metallo freddo le rispose ridandole forza: " Chi è là?" Gridò. Nessuna risposta. Allora, camminando rasente il muro si avvicinò al punto da cui proveniva il rumore. Rimase a bocca aperta: "ehi, venite a vedere, un ragazzino! Un ragazzino!" Si abbassò per guardare meglio, aveva quei baffettini da piccolo uomo che fanno tanta tenerezza, gli occhiali tutti storti per la caduta ed uno zaino a tracolla da cui spuntavano merendine e altre cianfrusaglie, le faceva tanta tenerezza. Gli sollevò appena il capo: "Venite, presto!! Aiutatemi!" Gridò agli altri nell'ospedale.

CONTINUA ...
 
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SecoB

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interventi doppi ...

ho inserito due interventi di Lenticchio, quasi uguali, quale devo togliere ? quello che ho evidenziato in rosso o l'altro in blù ? grazie,:love_4:
 
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SecoB

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Mara si svegliò di soprassalto;non aveva avuto un sonno tranquillo, popolato come era stato da incubi,l'ultimo dei quali l'aveva l'aveva riportata al presente.
Era sola nella stanza, sola col ferito che si lamentava nel sonno farfugliando strane parole: aiuto, un'ombra nera ....lasciatemi....no..noooooo.
Corse fuori a cercare gli altri, timorosa di non vederli più : Greta e John erano chinii a guardare qualcosa o qualcuno.....un ragazzino. Incuriosita si avvicinò a loro.

Greta lasciò che John sollevasse e portasse dentro il ragazzino, poi si rivolse al gruppo: "Ragazzi, non possiamo fermarci qui, oltre il deserto potrebbero esserci città ancora vive e poi ho paura, lo strano personaggio di stanotte mi ha fatto venire i brividi." Decise che era il momento di fumare e si accese una sigaretta: "Il mio caravan però non è più sufficiente per muoverci tutti. John, perché non formiamo una squadra che vada in cerca di un altro mezzo? A due isolati da qui c'è l'autosalone di Charlie, forse potremmo trovare qualche mezzo più adeguato al viaggio. O voi volete rimanere qui finché non terminiamo le provviste?" Guardò tutti con aria interlocutoria in attesa di una risposta.

"Andiamo!" rispose Rachel, per la quale l'importante era allontanarsi da li. la sensazione di disagio non l'aveva ancora abbandonata a quanto sembrava la parte istintiva di lei sembrava farsi largo e suggeriva che non c'era niente di buono in quel posto anche se non poteva spiegare esattamente cosa

"Allora potremmo andare noi due Rachel, tanto abbiamo già lavorato in team, voi rimanete qui e preparate acqua e medicinali. Poi bisognerà andare a fare incetta di scatolette e benzina, perché per molto tempo non ne troveremo, lungo il percorso". L'idea di lasciare quella città andava molto a genio a Greta, ora che non aveva più legami lì. Dio, che sensazione di vitalità che si sentiva dentro ora che la megera non la schiavizzava più. Una voglia di riscatto, nonostante quello che aveva fatto, la faceva sebntire piena di nuove energie.
"Muoviamoci, prendiamo quelle bici, ho visto che ci sai andare su bene", disse sorridendo. Inforcò la bici e partì.

A cavallo della sua bici, unico mezzo di locomozione per lei (niente patente,nonostante le insistenze del padre) occhiali da sole vento in faccia si sentiva...bene calma forse... felice? Le venne da ridere, una bella risata fragorosa, mise alla prova, forse per la prima volta la mobilità dei suoi muscoli facciali, e pedalò i gran lena

Non era facile pedalare con tutti quei rifiuti per strada, macchine abbandonate in malo modo, autobus per traverso, ma in breve furono all'autosalone. Greta era meravigliata dall'abilità di Rachel nello schivare gli ostacoli, tra l'altro lo faceva con una grazia che non mostrava nei movimenti quasi goffi che le vedeva fare di solito. Scese dalla bici ed entrò nell'autosalone guardandosi intorno: " Le roulotte e i camper dovrebbero stare laggiù" indicò a Rachel, che sembrava più serena e solare del giorno prima. Iniziarono ad aprire ed ispezionare uno per uno i vari veicoli esposti, facendo pure un po' le fanatiche alla guida di mezzi che non avrebbero mai potuto permettersi. Sembravano due ragazzine. Greta si sentì meglio, forse aveva giudicato frettolosamente quella donna, forse avevano più cose in comune di quanto non avesse creduto. "Questo bestione qua, mi sembra vada bene, che dici? E' un diesel e ha molto spazio per i bagagli, penso che ci possa portare dall'altra parte del deserto e anche oltre". Trovate le chiavi, misero in moto e partirono, per fortuna aveva carburante, evidentemente era di quelli che portano su strada per mostrarlo al cliente. L'interno era confortevole ma Rachel le si sedette accanto dopo aver rimesso su la sua bici. Chiusero gli sportelli e si avviarono.

John non si accorse delle due donne che erano partite. Era tutto intento a seguire una strana traccia: evidentemente qualcun'altro oltre al ragazzino era entrato nell'ospedale. Un reparto che fino alla sera prima era chiuso ora aveva la porta spalancata, ma lui era sicuro di non averla toccata. Si assicurò che il ragazzo stesse bene, poi entrò. Era un lungo corridoio con diversi studi, probabilmente dei laboratori. L'oscurità regnava perchè non c'erano finestre e le luci erano spente. Solo un laboratorio in fondo al corridoio aveva la porta aperta e una luce soffusa usciva.
Con cautela lo raggiunse lentamente, senza fare rumore. La luce proveniva da un unico PC acceso. Tutto attorno alle pareti del laboratorio stavano diversi macchinari, e una decina di gabbie. C'erano diversi tipi di cavie: topi, uccelli, lucertole. Alcune erano vive, altre morte, alcune gabbie erano completamente vuote, e in altre ancora c'erano solo parti di animale, ora una zampa, ora una coda. Era uno spettacolo raccapricciante, ma John continuò a guardare, finchè raggiunse il PC e cominciò a scorrere gli ultimi documenti che erano stati aperti. L'ulitimo risaliva a cinque minuti prima. E allora cominciò a capirci qualcosa. Improvvisamente si accorse di uno strano rumore. Era come un timer, appoggiato su un tavolo di acciaio. Il timer aveva qualcosa di sospetto, ma sembrava solo un apparecchio comandato a distanza: segnava 3 minuti, ma i secondi stavano lentamente e inesorabilmente diminuendo.
Di corsa tornò indietro e andò ad avvertire gli altri.
"Presto, dobbiamo sbrigarci. Ma dove sono Greta e Rachel?"
"Sono uscite in bici" disse Mara.
John guardò Chris. Si era risvegliato ma era molto debole. Chiamò il ragazzo: "presto aiutami a sollevarlo e portarlo fuori. L'ospedale sta per esplodere!!"
Senza farselo ripetere tutti uscirono e si allontanarono il più possibile dietro un vicolo.
L'esplosione li fece cadere a terra. Metà del palazzo dell'ospedale era crollato, ma loro erano usciti appena in tempo.

4. DESERTO
Il caravan di Greta era intatto.
"Presto, dobbiamo raggiungerle, da che parte sono andate?"
"Di la" disse Mara.
Salirono tutti sul caravan e John al volante partì. Senza badare più di tanto a schivare pietre e biciclette che incontrava, cercò di fare in fretta e dopo cinque minuti intravide le due biciclette. Le due donne si erano fermate, davanti a un autosalone ed erano uscite nell'udire l'esplosione.
John le raggiunse. "L'ospedale è saltato. State andando fuori città? Non è che ci dareste un passaggio?"
John sorrise alle due donne, anche se il suo sguardo tradì un aria offesa nei confronti di Greta, che lo aveva lasciato senza dire nulla...
Dopo un po' udirono il rumore di un auto. Era un'Alfa, e al volante stava un ragazzo con i capelli lunghi e una camicia aperta. Che si fermò incuriosito di fianco a loro...

Greta guardò il cielo: tra poco sarebbe sceso il buio, visto che si stavano addensando nubi enormi e pesanti, mentre si allontanavano dalla periferia si chiese se sarebbero mai arrivati da qualche parte. Una tempesta di sabbia non sarebbe stato un bell'incontro. Avevano fatto bene ad andar via? Se lo chiedeva mentre guardava la sua compagna di viaggio, anche lei intenta a guardare il cielo con preoccupazione. Si accorse che John faceva dei segni per indicare una direzione, fece un cenno d'assenso col capo e lo seguì.

Durante una pausa si erano fermati ai bordi della strada. John andò da Greta e chiese:
"Sai dove stiamo andando?"

"No John, ti seguo ma non so cosa avete deciso con gli altri, io pensavo di attraversare il deserto per cercare nella città più vicina di saperne qualcosa. Sinceramente ho molta paura dopo quel boato: ho capito che l'ospedale era saltato ma non so chi è che sta facendoci tutto questo. Forse qualcuno non vuole che ci siano superstiti, per quanto mi riguarda questa città non è più accogliente del deserto davanti a noi!" E guardò lontano. Mi passi un panino? Tolse la plastica e mangiò con ingordigia, aveva fame: in quel momento la cosa che le premeva di più era riempirsi la pancia, che decidessero gli altri.

Anche Mara scese dal suo camper per controllare le fasciature di Cris : con suo grande stupore si accorse che le ferite si erano completamente rimarginate. Provò a fargli qualche domanda, ma non ottenne alcuna risposta.

"Poco prima che esplodesse l'ospedale su un PC del laboratorio ho aperto un documento che portava la scritta Top Secret, era stato appena violato da qualcuno entrato poco prima, credo sia stata la persona che abbiamo visto questa notte, e che a momenti non fa fuori Alberto....
Beh, questo era un rapporto, in cui si faceva riferimento a un non ben precisato esperimento con onde radar a bassa frequenza. Evidentemente il laboratorio stava collaborando a delle ricerche militari, infatti il rapporto era indirizzato alla vicina base Aeronautica. Che si trova a una ventina di chilometri da qui, in mezzo al deserto. Nel file non si capiva in cosa consisteva l'esperimento, ma nel laboratorio c'erano delle cavie, alcune morte, altre vive, altre che sembravano come.... scomparse, volatilizzate. Come tutti gli altri in città...
Credo che proseguendo potremmo trovare la causa di tutto. Ma potremmo anche "scomparire" se ciò che ha causato tutto questo è ancora in atto...

CONTINUA ...
 
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SecoB

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Rachel ascoltava pensierosa il rapporto di John.
Le tornò alla mente che qualche tempo prima aveva sorpreso il giudice e il generale Iurman a confabulare nello studio, il padre vedendola si era affrttato a chiudere la porta liquidandola velocemente, "Davvero una bella accoppiata!" era stata l'esclamazione del momento... ma ora doveva sforzarsi di ricordare di più di quelle poche parole che aveva carpito accucciata dietro la porta....

Ascoltando le parole di John a Greta vennero in mente quei tre strani tipi che qualche giorno prima parlavano fittamente ad un tavolino e quando si era accostata per servirli avevano coperto le carte sparse sul tavolino con la borsa di pelle e avevano troncato lì fino a che lei non andò via. Aveva fatto appena in tempo a sentire il biondino dire "...Sì siamo pronti per lunedì" e le parole "...dal giudice." Andarono via appena un cellulare fece due squilli.
Riferì quello che le era tornato in mente ai suoi compagni e fissò in modo particolare Rachel che le era sembrata trasalire al racconto di John: "Vi vengono in mente altri particolari?" chiese guardando Rachel negli occhi quasi la domanda fosse rivolta espressamente a lei.

John intervenne: "Beh, anch'io devo dire che negli ultimi giorni avevo notato un certo viavai di mezzi militari, ma credevo fosse solo un periodo particolare di esercitazioni. In ogni caso, secondo me qualunque cosa abbiano combinato lassù, non credo fosse nei loro piani far scomparire un'intera città".
Ora, fuori dalla città la radio sembrava funzionare un po' meglio. avevano già trovato alcune stazioni da cui trasmettevano anche giornali, ma ancora nessuna notizia dell'evento, a parte un inquietante notizia di cronaca:
"crcrcrcrc... ancora nessuno sviluppo sulle sorti del volo... ccrccrccrcr...l'aereo scomparso ieri dai radar... ccrcrcrcrcrcrcr... un boeing 747 crrcrcrcarr... ultimo segnale in pieno deserto nei pressi del lago... crcrcrrcrcrcrc.... proseguono le ricerche... crcrrcrrcccc......"
Anche se le trasmissioni erano molto disturbate, era chiaro il riferimento con l'aereo che avevano visto precipitare, ma qualcosa non quadrava.
Si faceva riferimento a un deserto e alla loro zona, al lago, ma sembrava che il nome della città non saltasse mai fuori, quasi come se non ci fosse nessuna grande città, solo pieno deserto e qualche abitazione sperduta...

Alberto ormai si era svegliato da quando era saltato l'ospedale ma non aveva ancora osato aprire bocca, dopotutto erano sempre degli estranei ma capiva ormai che in città accadeva qualcosa di strano.
Comunque aspettava che fossero prima gli altri a parlargli, in modo da poterli classificare nella lista amici/ignorati.
Al momento si limitava solo a seguirli.

John fissò il ragazzo. In tutto quel trambusto non aveva ancora avuto modo di capire chi fosse e cosa gli fosse successo. Inoltre quella strana presenza, che in un certo senso sembrava loro nemico, li aveva però indirizzati su quella strada, facendogli trovare il documento top secret...
Si rivolse a lui:
"Alberto, tu sei l'unico ad aver visto da vicino lo strano individuo all'ospedale. Mi potresti descrivere che aspetto aveva?"

Mara aveva ascoltato in silenzio le rivelazioni di John,tanto lontane dal suo mondo fatto di cose semplici e sicure.Ma ormai tutto era stato sconvolto anche dall'ultima scoperta della guarigione improvvisa dello zombie,non riusciva a chiamarlo Cris, che ancora non aveva rivelato a nessuno.
Era accaduta una cosa strana: l'uomo l'aveva guardata e le aveva fatto cenno col capo di tacere, aveva obbedito senza un perchè e aveva rifatto le fasciature. Adesso lui sembrava dormire ma dal rapido movimento delle palpebre chiuse si capiva che era ben sveglio e attento a non perdere una sola sillaba di quello che veniva detto.Chi diavolo era? cosa ci faceva lì? perchè non era sparito con gli altri?

CONTINUA ...
 
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SecoB

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mi faccio il fine settimana ...

per due giorni, mi godo (spero ... ), il mio fine settimana lontana dal computer.
divertitevi anche voi !!! :love_4: :love_4: :love_4:
 
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SecoB

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Il deserto...Aveva sempre amato il deserto,avrebbe voluto passarvi qualche giorno,ma non era mai riuscita a convincere suo marito ad attraversarlo: il lavoro, i figli, la mamma....Adesso ...
Un rumore attrasse la sua attenzione, si affacciò alla portiera del camper e rimase allibita: che posto desolato li circondava!

Alberto vide una donna(Mara) che guardava allibita dal finestrino, così si sporse anche lui e si fece scappare un "ohhhhhhhhh".
Il deserto: lo aveva sempre desiderato attravesare, e ora eccoli lì.

Tony era tornato indietro, dicendo che a un centinaio di chilometri aveva visto un'installazione che sembrava un'enorme antenna, ma di caserme o altri edifici non c'era traccia.
Si erano fermati per la notte, Tony si era unito a loro per la cena e per dormire.
Questa volta John non aveva fatto il primo turno di guardia, che era invece toccato a Rachel e Mara. Poi verso l'una di notte si era svegliato per dare loro il cambio.
Prima di raggiungerle si era fermato di fianco a uno dei camper. Una luce flebile, era accesa: quella di un cellulare. Si accucciò sotto il finestrino e guardò dentro. Vide Chris, era solo nel camper e aveva in mano un cellulare. John si stupì, primo perchè l'uomo non aveva ancora detto una parola da quando l'avevano salvato, secondo perchè i cellulari non funzionavano per mancanza di segnale. Eppure lui sembrava parlare con qualcuno, e sentì alcuni brani di conversazione.
"Tutto procede bene......... sì, credono che fossi sull'aereo.........sì, l'ho visto è venuto la notte scorsa, come previsto...... la bomba ha funzionato.........ormai siamo quasi arrivati......... a domani."
Il telefono si spense e l'uomo si stese nuovamente sulla cuccetta, come se non si fosse mai svegliato.
Decise di tenere la cosa per sè finchè non avesse cominciato a capirci qualcosa. Raggiunte le due donne disse loro di andare a dormire. Ravvivò il fuoco, fatto con pezzi di legno trovati in giro e si sedette ad ammirare la notte stellata. Dopo poco Greta lo raggiunse....

Alberto non riusciva a dormire, restava con un occhio aperto per vedere cosa succedeva.Comunque iniziava a dare segni di stanchezza.Pensava che era giunto il momento di iniziare ad aprire bocca.
Una volta addormentato si alzò (era un tipo insonne) con le braccia tese in avanti e iniziò a tastare ciò che aveva intorno, camminando camminando inciampò su una cosa viscida, inizialmente continuava ad essere addormentato ma ad un certo punto si svegliò perchè qualcosa lo stava stritolando.Iniziò a gridare -aiuto- perchè si era accorto che quella cosa era un serpente, ma era molto strano, mentre la stretta del serpente lo soffocava si accorse che si trattava di un robot: lo notò per via dei movimenti e dalla durezza dalla stretta, poi nella pelle c'era uno squarcio dal quale si intravedevano dei circuiti.Gridò -buttate dell'acqua, è un robot, lanciatela in questi circuiti-.Arrivarono un uomo e una donna(faccimo Jonh e Greta) che apprestarono soccorso.

John riuscì a mettere fuori uso il serpente: Alberto aveva ragione, era meccanico, sembrava un comune serpente venuto dal deserto, ma la pelle era di gomma e al suo interno aveva un intelaiatura metallica e diversi meccanismi per il movimento.
Si chiese come ciò fosse possibile. Cominciò a squarciare il rivestimento in lattice dalla parte della testa e ne osservò il contenuto....
"Questi occhi sembrano telecamere a infrarossi, e questi dovrebbero essere microfoni..... siamo spiati, evidentemente tu l'hai pestato inavvertitamente e lui ha reagito come era programmato: per autodifesa...."

Alberto uscì dalla timidezza che lo aveva colto quel giorno e disse -grazie Jonh, ma cosa ci fa un serpente meccanico in un deserto se non viene messo lì da nessuno.Secondo me a che fare con quelle specie di ombre.-
Era per lui un trionfo, aveva aperto bocca!

"Beh, caro Alberto, io credo di avere la risposta. Il nostro amico Zombie ci deve delle spiegazioni....."
John si diresse verso il camper dove dormiva Chris, aprì la porta e si ritrovò la canna di una 9mm direttamente puntata sul naso.
"OK, non fate scherzi o gli faccio saltare la testa". Chris sembrava più vivo e loquace che mai. Nessuno si mosse, mentre lui, sempre con la pistola puntata, cominciò a scendere dal camper.
Fece cenno a John di dirigersi verso l'Alfa di Tony
"Sali alla guida".
"********!" gridò Tony, "Ehy, lascia stare la mia Alfa oppure...."
"Oppure che fai? tranquillo la tratteremo bene.... vero John?"
John con la pistola ancora puntata non rispose, anche se l'odio gli si leggeva in faccia sotto una maschera spaventata.
L'auto partì lasciando tutti a guardarsi sconsolati...

5. ANTENNA
Greta aprì gli occhi a fatica: qualcuno aveva dato giù una botta fortissima alla sua nuca, facendole perdere i sensi. Cosa aveva fatto prima che accadesse? Si era avvicinata al camper, perché aveva visto strani movimenti ma adesso si trovava in una stanza. Era chiaramente una stanza con un a griglia per l'aria molto in alto e luci artificiali, fuori non si sentiva aklcun rumere. Dove si trovava e dov'erano gli altri? Aveva addosso un camice bianco, come quelli che si usano prima di un intervento,inoltre aveva la fortissima netta sensazione di essere osservata, anche se non vedeva telecamere. Nella stanza c'era solo una lettiga non riusciva nemmeno a capire dove fosse l'entrata perché apparentemente non aveva porta.
Tremava dalla paura e per giunta era sparita la sua borsa con l'arma e le sue sigarette. Si accucciò in un cantuccio della stanza portandosi le ginocchia al petto: cosa volevano farle?

Rachel e Mara si accorsero subito che anche Greta era scomparsa. Stranamente era come volatilizzata, nessun mezzo a parte l'auto di Tony si era avvicinato, e tantomeno allontanato, perciò sembrava assurdo, ma più cercavano e più si rendevano conto che era così. Sembrava essere sparita, come tutta la gente della città. Quindi prima o poi sarebbe potuto capitare anche a loro....

Intanto John guidava. Chris, o qualunque fosse il suo nome, lo guardava, aveva posato la pistola, ma non era il caso di reagire, data l'alta velocità che era costretto a tenere con l'Alfa di Tony. Era proprio un bolide, evidentemente il motore doveva essere truccato.
"Anche se non ci credi, sappi che tra poco saprai tutta la verità, basta che fai quello che ti dico e non vi succederà nulla."
In un paio d'ore giunsero in prossimità del radar. Ma qualcosa non quadrava....
John era già stato lì, ma si ricordava che oltre all'enorme antenna sferica, c'erano anche palazzine e bungalov militari, una recinzione, delle torrette di guardia. Invece nulla: solo la monolitica antenna radar, la strada che passava di fianco e tutto attorno solo deserto.
"OK ferma qui."

Mara e Rachel avevano potuto vedere, nascoste nell'altro camper, la direzione presa dall'Alfa e decisero di seguirla: l'auto era sparita velocemente all'orizzonte, ma confidavano nel fatto che difficilmente si sarebbe potuta nascondere quando si fosse fermata.
Al volante si pose Rachel che era abbastanza pratica della zona ed aveva intuito verso quale luogo si stavano dirigendoChris e John.

John aveva come degli "attacchi" di verità... A volte i pezzi del puzzle sembravano combinarsi in gruppi, ma non appena cercava di unire gruppi diversi per avere un quadro generale della situazione, capiva che stava sbagliando tutto.
L'uomo camminava dietro di lui in silenzio. avvertiva il suo respiro e sentiva la presenza della 9mm, come un punto caldo al centro della sua schiena pur non toccandola direttamente.
Erano entrati nell'antenna: un'apertura si era aperta dove fino a poco prima c'era solo una parete continua in cemento armato, e ora percorrevano uno stretto corridoio in pendenza verso il basso, illuminato soltanto da una plafoniera ogni 20 metri.
"Tutto questo non ha senso" ripeteva John.
"Lo ha, credimi" rispondeva Chris, "è per il bene di tutti..."
Cercando di farlo parlare per distrarlo, Jonn continuava a fare domande che non avevano risposte, a fermarsi come per rimuginare, mentre Chris gli faceva fretta.
Giunsero ad un bivio di corridoi.
"A sinistra!" Ordinò Chris. John fece per voltarsi a sinistra, ma invece si buttò sulla destra chinandosi.
In un istante la situazione si era capovolta. Ora John aveva strappato la pistola al suo rapitore e gliela stava puntando in faccia. Chris non sembrava per nulla spaventato, ma anzi aveva un sorriso beffardo.
"Coraggio John, spara! Sai già come si fa, l'hai già fatto, dieci anni fa, ti ricordi? Noi sappiamo tutti i tuoi precedenti penali....."
John non si preoccupava più di questo:
"Ormai ho pagato il mio debito per quello, non voglio ripetere l'esperienza."
Chris afferrò le mani di John, come per rubargli la pistola. John cercò di non farsela prendere, ma senza sparare. Il dito di Chris spinse quello di John sul grilletto e un colpo partì.
John si ritrasse, mentre il corpo di Chris volava all'indietro per la potenza del proiettile.
Il corpo steso a terra mise in John un senso di panico simile a quello di dieci anni prima.... avrebbero incolpato lui, il colpo l'aveva sparato lui...
Senza nemmeno avere il tempo di pensare, la testa di Chris, completamente irriconoscibile, si sollevò, e dalla bocca uscirono le sue ultime parole:
"OK uscire!"
Improvvisamente il corpo scomparve nel nulla, senza lasciare traccia. John rimase a fissare il pavimento, e la pistola, incredulo....
 
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Per la prima volta da quando era lì, Greta avvertì dei rumori, uno forte che sembrava uno sparo. Provenivano da una parete alla sua destra. Anche se non erano visibili aperture cominciò a battere i pugni contro la parete e ad urlare con tutto il fiato che aveva in gola: "Aiuto, sono qui! Aiutatemi!"

Alberto sentì dei pugni risuonare in quel corridoio, riconobbe le urla: erano quelle di una donna che aveva visto poco prima, non gli veniva in mente il nome, poi alla fine disse " è Greta, c'è Greta qui dietro" Mara, Rachel e Adele(c'è anche Adele?) iniziarono a tastare la parete, Jonh aveva altro a cui pensare, Alberto capì che pensava ancora all'individuo che aveva fatto secco, iniziò a rinuginare su una frase di quel tizio Chris:come 10 anni prima.E se Jonh fosse un avanzo di galera?

Sopraggiunse anche Toni ,che con Alberto e Adele aveva seguito a distanza e raggiunto il primo caravan e che si era poi subito allontanato per una rapida perlustrazione.
Capì subito quello che stava succedendo e senza parlare si avvicinò a John e gli fece cenno di seguirlo.
Uno stretto cunicolo si apriva nella parte posteriore dell'antenna, ma tutti i tentativi per penetrarvi furono vani: qualcosa di invisibile bloccava l'entrata,

Greta aveva urlato finché non le si era arrochita la voce ma nessuno aveva risposto alle sue richieste d'aiuto. Cercò di fare il punto della situazione. Era intrappolata lì dentro ma qualcuno l'aveva fatta entrare da quella che poteva essere la sua uscita. Cominciò a tastare la parete in tutte le direzioni, facendo un settore per volta. Doveva essere paziente per non farsi prendere dal panico. Al tatto le pareti sembravano avere una consistenza metallica, fredda ma nessuna giuntura era visibile. Con che metallo era fatta? Come mai non erano visibili punti di congiunzione? Avvicinò la lettiga alla parete e ci salì per arrivare più in alto: dalla grata arrivava una leggera brezza ma non riusciva a stare tanto in alto da guardare dall'altra parte.
Allo stesso modo indagò parete per parete, solo una sembrava possedere una strana eco quando veniva colpita. Procedette con metodicità finché in un punto abbastanza alto non colse una sorda vibrazione. Sembrava il ronzio di una radio su una frequenza senza segnale. Tastò, schiacciò, colpì ma non succedeva nulla.
Chiuse gli occhi, poi li riaprì di colpo: uno strano ronzio ed un sordo gorgoglio come di un motore che si muova nell'acqua la lasciarono stupita.
Era sicura di essere nel deserto, quella vibrazione e quel ronzio la impaurivano, ma il gorgoglio la spiazzava del tutto.
Tentò il tutto per tutto e spinse con forza la lettiga contro il muro, ammaccandola. Il ronzio si fermò. Dopo qualche minuto una voce assolutamente priva di intonazione e che non sembrava provenire da un'ugola umana, comunque non da un organo fonatorio conosciuto disse: "Stia calma, prego, tra qualche secondo la camera sarà saturata di gas. Si stenda sulla lettiga e attenda con calma, non le verrà fatto alcun male".
Quella voce così strana le fece accapponare la pelle, continuò convulsamente a tastare la parete, i gesti erano più scomposti e il sudore le stava scendendo giù dalla fronte.
Uscire di là e al più presto: l'unico, potentissimo stimolo e pensiero in quegli istanti febbrili.

Vista l'inutilità dei loro sforzi le tre donne si concessero una pausa per riflettere. Strane vibrazioni provenivano dal sottosuolo e percorrevano tutta la costruzione, concentrandosi verso la punta dell'antenna.Una pressante sensazione di pericolo le avvolgeva:bisognava fare qualcosa, cosaaaaaa....?

John si riprese ad un tratto. E cominciò a ridere. Sembrava stranamente sollevato quando fino a un secondo prima era tutto preso dal rimorso per aver ucciso una persona.
"Ma certo, che stupido!"
Gli altri lo fissavano senza capire. "Dobbiamo cercare Greta!"
Entrarono nel corridoio camminando in silenzio, finchè giunti in un punto della parete sentirono come dei battiti. "Dev'essere qui dietro".
"Ma come facciamo, sarà mezzo metro di cemento armato!" disse incredulo Tony.
"Beh, ultimamente capitano un sacco di cose strane, perciò potremmo farcela. Vediamo.... forse così?"
John appoggiò il palmo della mano aperto sulla parete e disse: "Aprire!"
Un tratto di parete largo quanto una persona scomparve letteralmente ai loro occhi. Videro che lo spessore di cemento armato era attorno ai 30 cm, e poi c'erano altri 10 cm di acciaio, e oltre l'apertura, una stanza, con una donna distesa sul pavimento.
"E' Greta", tutti accorsero per assisterla, entrando nella stanza.
"Respira ancora... ma, cos'è..... del gas......"
Improvvisamente, così com'era scomparsa, la parete daove si trovava l'apertura si rimaterializzò, imprigionandoli.
Il gas continuava a uscire dalla grata, e in pochi secondi cominciarono a sentirsi storditi, e poi il buio...

6. REALTA'
Si svegliarono tutti quasi contemporaneamente. Si trovavano apparentemente nella stessa cella, ma stavolta videro che era arredata come una specie di sala operatoria, e c'era una porta vera. Erano stesi su una serie di lettini, e diversi fili si collegavano alle loro teste e alle estremità. A fissarli, in piedi davanti a loro videro Chris, e subito dietro altre due figure li fissavano: John riconobbe il Generale Yurman, e.... il giudice.
I due si fissavano tra loro: "Il test è riuscito direi..." disse Yurman
"Sì, direi che possiamo partire con la fase due." rispose il giudice, poi si rivolse a sua figlia:
"Rachel, perdonami, ma credimi, non hai corso nessun pericolo, era solo una simulazione".
John intervenne, mentre si strappava di dosso tutti i fili:
"Una simulazione, certo, questo l'avevo capito... ma a che scopo?"
Yurman intervenne: "E' un progetto di difesa: in caso di guerra atomica, ogni grande città sarà dotata di un simulatore come questo, naturalmente più grande di questo.... migliaia di postazioni.
Qui sorgerà un enorme bunker antiatomico, dove la popolazione sarà ospitata, collegata e connessa al simulatore, dove tutti potranno vivere la propria vita come sempre, mentre i loro corpi saranno al sicuro qui sotto. Vi abbiamo selezionati per testare il sistema, c'eravate solo voi, ecco perchè la città era vuota. Abbiamo voluto provare il sistema, e soprattutto vedere quanto realistico fosse per chi lo vivesse. Naturalmente abbiamo introdotto alcuni pericoli, ma solo per prova. Se uno dovesse morire nella simulazione, semplicemente si sveglierebbe nel suo corpo reale, senza alcun pericolo."
Le sue parole, seppur convincenti, nascondevano qualcos'altro. John non capiva cosa, e soprattutto non capiva cosa c'entrasse il giudice...
CONTINUA ...
 
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Greta rimase allibita: allora tutto quel senso di libertà che aveva provato alla notizia della morte della vecchia megera, il fatto di non essere più schiavizzata dal bar in piazza, il non sentirsi più derisa dai suoi dipendenti, il senso di prestigio che aveva avvertito nell'essere così competente rispetto alle difficoltà che aveva vissuto con i suoi compagni d'avventure, la stima che sentiva nei loro sguardi, quando proponeva loro delle soluzioni, tutte quelle emozioni erano solo uno sporco trucco, poco più che un gioco di menti perverse, un dannato abbaglio. Si sarebbe ritrovata nella sua casa con tutte le sue piccole beghe quotidiane....la rabbia saliva fino al cervello. Cominciò a borbottare tra sé e sé: "....maledetti, maledetti bastardi!" Poi si tirò sù strappando tutti i fili: "Non sono la vostra marionetta, pazzi! Maledetti!" Urlò. Poi scese dalla lettiga e fuggì dentro il lungo corridoio con le lacrime agli occhi....

John la seguì. Era uscita dal fabbricato (che era completamente diverso dalla simulazione) e si trovava all'interno del perimetro della base. Tutto sommato, pur essendo un'installazione militare era ben tenuta, c'erano vialetti con panchine e aree verdi, anche se si avvertiva ovunque il senso costante di essere osservati.
alcuni soldati passeggiavano tranquillamente, altri camminavano speditamente trasportando documenti, in un'atmosfera di normalità.
Greta si era seduta su una panchina, resasi conto probabilmente di non poter semplicemente prendere e uscire dalla base come se nulla fosse.
Stava piangendo. John la raggiunse, sedendosi di fianco a lei e la abbracciò.
Dopo qualche minuto lei smise di piangere e John cominciò a parlare:
"Greta, bisogna fermare tutto questo. Non so come, ma dobbiamo farlo. Chi ci dice che una tale arma non venga usata per altri scopi? Quello che può essere una sicurezza in caso di catastrofe, potrebbe trasformarsi in un controllo totale della popolazione per mano di poche persone. Chi ci dice che loro domani mattina non decidano di addormentare tutti quanti e far partire la simulazione? Come non ce ne siamo accorti noi, tutto potrebbe passare inosservato..."
Ma a John sembrava quasi che lei non ascoltasse, come se il ritorno alla realtà fosse stato più duro dell'incubo stesso. E un po' lo era anche per lui in effetti. Non poteva tornare a casa tranquillamente senza aspettarsi che qualcuno dei suo "vecchi amici" tornasse in cerca di soldi che lui non aveva, o rivedere le facce di quelli che lo consideravano ancora un avanzo di galera.
"Beh, Greta, la vita può cambiare, ma dobbiamo essere noi a farlo, non qualcun altro per noi..."

Mara si avvicinò insieme agli altri a John e Greta; non poteva credere a tutto quello che era stato rivelato, dovevano essere impazziti!
-Secondo voi, dove si trovano i dispositivi per mettere in moto questa follia? Se lo scoprissimo forse potremmo fare qualcosa- disse sottovoce.
-Sei sicura di non aver sentito niente di importante? Prova a pensarci!.- continuò rivolgendosi alla figlia del giudice.

-Adele all'improvviso ricordò le sensazioni provate mentre cercavano di scoprire da che punto provenissero le invocazioni di Greta: -C' e' come una specie di energia che dal sottosuolo si convoglia verso la punta di quell'antenna lassù- Esclamò, abbassando immediatamente la voce...se riuscissimo a spezzarla,....-

"Il segreto è tutto qui, in questa caserma, ma credo sia difficile per noi fare qualcosa qui.... non siamo soldati, nè agenti segreti super addestrati... però mi è venuta un'idea...
Il giudice evidentemente finanzia il progetto o comunque ha agganci politici. Però se una cosa del genere si venisse a sapere prima che sia ufficialmente pronta, l'opinione pubblica potrebbe farla fallire: il giudice, e anche il generale hanno tutto l'interesse a mantenerla top secret, finchè non giunga il momento di utilizzarla, o forse anche per sempre. Naturalmente dubito che ci faranno uscire da qui come se niente fosse, perciò propongo 2 cose:
1. Raccogliere prove di qualsiasi tipo su questo esperimento
2. Una volta ottenute le prove, cercare di scappare, o comunque convincere i capoccia a farci tornare a casa, mica possono tenerci chiusi qui per sempre...
Credo che ruoti tutto attorno all'antenna: credo che non sia un semplice radar, ma una sorta di sofisticato scanner, grazie al quale hanno potuto creare una simulazione identica alla realtà. Inoltre il via vai di soldati in città, nei giorni scorsi, probabilmente è servito per fare rilievi di ogni singolo edificio o abitazione. Se riuscissimo a trovare qualche strumento, o fare delle foto... solo che siamo senza cellulari, probabilmente ce li hanno requisiti, se riuscissimo a trovare la nostra roba...."
Videro che fuori dal cancello c'erano l'Alfa di Tony e il Caravan di Greta.
Molto strano che fossero lì, ma poi si rese conto che probabilmente li avevano portati lì per non dare nell'occhio, casomai qualcuno li avesse cercati durante la loro assenza.

-Toni, tu come fai a orientarti nel deserto? usi il satellitare? Nella tua macchina hai qualche strumento particolare, che potrebbe creare delle interferenze? -chiese Mara.

Tony rispose: "Sì, ho il navigatore satellitare, ma non so come funziona: mi da solo la mappa stradale con partenza e destinazione.... e che ne so io di come funziona? Ho fatto la quinta elementare!"
John prese la parola: " E' un GPS, e per tanto solo un'antenna ricevente, che riceve i segnali dai satelliti e calcola la posizione, non è in grado di trasmettere nulla, nè di creare interferenze... no, figuriamoci se un qualunque strumento civile possa interferire con una tale antennona...., ricordatevi che qui siamo nella realtà.
No, bisognerebbe manovrare l'antenna direttamente dalla sala controllo. Che si trova sicuramente sotto terra......
Non basta sabotarla... bisognerebbe distruggerla completamente."

Greta parve accorgersi solo in quel momento di quello che avveniva intorno a lei: "Se ritrovassimo il camper, all'interno c'era una ricetrasmittente sotto il tavolino estraibile, potrebbe creare delle interferenze o comunque potremmo crecare di intercettare qualche loro messaggio radio. Prima correndo fuori l'ho intravisto dietro un reticolato. Era sorvegliato ma non credo che per te potrebbe essere un ostacolo insormontabile vero John? Qualcuno di noi dovrebbe creare un diversivo per distogliere l'attenzione da John...
Rachel, tu passeresti più inosservata essendo la figlia del giudice, perché non cerchi di ascoltare qualche conversazione? Forse possiamo riuscire a far saltare per aria questa follia! La cosa migliore è far sapere a tutti cosa combinano qui dentro ma dobbiamo avere le prove inconfutabili di ciò che avviene." Non si chiese come mai il camper fosse lì, forse non tutto era stato simulato, forse erano stati spostati con quello per dare meno nell'occhio in città. Ma non era il momento di farsi troppe domande: era ora di agire e quello era il suo momento. Strizzò l'occhio a John e cominciò a correre e urlare verso il cancello: "Fatemi uscire! Voglio andar via di qui!" Poi raccolse dei ciottoli e incominciò a lanciarli contro gli autocarri parcheggiati. In fondo la sua ora mattutina di footing non le aveva fatto male. I soldati si misero a rincorrerla e a cercare di bloccarla; in men che non si dica nel cortile regnò la più grande confusione.
Fece appena in tempo a vedere Tony e John che si allontanavano furtivi mentre si trascinava dietro il suo gruppo di militari lontano dagli altri compagni.

"Mannaggia a te, Greta!" disse John sottovoce.
Insieme a Tony si nascose dietro un container-ufficio. Il lato dell'entrata dava verso il piazzale, mentre il retro era rivolto direttamente verso il fabbricato dell'antenna.
Nel container c'erano due ufficiali, che attratti dal rumore stavano uscendo di corsa.
"Ora!" gridò John. Lui e Tony erano pronti ai lati della scaletta di uscita, e si gettarono ciascuno su un militare.
Riuscirono a immobilizzarli, trascinarli dietro il container e stordirli.
Ora avevano due uniformi, le taglie andavano bene, anche se purtroppo la barba incolta di John e i capelli lunghi di Tony non erano molto convincenti....
Una volta vestiti, cercarono di non dare nell'occhio e cominciarono a camminare verso il radar.
Nel frattempo le guardie al cancello avevano fermato Greta, e tutto sembrava tornato alla normalità.
Una volta dentro, incontrarono solo due soldati, che li salutarono sull'attenti.
John rispose al saluto in maniera distratta e continuò a camminare senza guardarli, seguito da Tony.
Giunsero nei pressi di un ascensore.
"Sopra si va direttamente all'antenna, mentre in basso andiamo alla sala controllo...ho un'idea".
John aveva il cellulare del caporale fortunatamente dotato di fotocamera.
"E' meglio se prima facciamo qualche foto...."
Salirono sull'ascensore e si diressero in alto, proprio all'interno dell'enorme sfera che conteneva l'antenna...
CONTINUA ...
 
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Dopo tutto il trambusto che aveva creato Greta era spompatissima ma felice: aveva visto John e Tony sgattaiolare dentro la costruzione, per cui si lasciò catturare.
"E' impazzita?" Le fece uno degli uomini mentre la guidava verso l'entrata.
La donna non rispose ed entrò con loro nella costruzione. Mentre camminava osservava tutto con attenzione.
Da una delle porte socchiuse, intravide due ufficiali che parlavano davanti ad una postazione piena di pulsanti e videoterminali. Doveva avere una qualche importanza perché uno dei due all'interno si affrettò a chiudere la porta quando la vide spiare con curiosità.
"Cammina, dai!" la spinse una delle guardie.
Greta volle tenere bene a mente la porta e il corridoio. Avrebbe potuto tornarle utile darci un'occhiata appena possibile: guardò un cartello sulla porta che stavano attraversando: "sub 1" e lo memorizzò.

Nel frattempo il generale Yurman era accorso. Mentre Greta veniva portata via si fermò vicino agli altri.
"E' inutile che cerchiate di fuggire, risparmiate il fiato, verrete accompagnati a casa nel più breve tempo possibile. Ma..... Ehi, dove sono gli altri due? Maledetti!"
Chiamò le guardie, e in meno di cinque minuti cominciò a suonare la sirena di allarme. Decine di uomini in uniforme si sparpagliarono per la base in cerca di John e Tony, mentre una voce dava ordini attraverso i vari megafoni sparsi in giro.

Mara guardò il ragazzino poi Adele, uno sguardo di intesa ,che significava...
Adele all'improvviso si piegò su se stessa con una smorfia di dolore così tragica da ingannare qualsiasi esperto. Lentamente scivolò a terra con un lamento, facendo accorrere Mara in suo soccorso.
-Aiuto, non respira più-. incominciò a urlare attirando l' attenzione delle guardie più vicine. Alberto approfittò del momento per sgattaiolare via senza essere visto.

-Soffre di asma, continuò, ha bisogno urgente delle sue medicine, sono nel furgone.-

Un soldato preoccupato per quello che stava accadendo si offrì di accompagnarla al caravan, mentre altri due cercavano di aiutare come potevano Adele, che si era tanto immedesimata nel personaggio da non dover quasi più fingere.
Il soldato aprì lo sportello ,Mara entrò all'interno del mezzo e mentre fingeva di cercare le medicine blocco' la chiusura automatica del mezzo:Alberto aveva via libera.
- Le ho trovate, accole qui .esclamò togliendole dalla borsetta, corriamo, può morire da un momento all'altro!-

John e Tony videro la porta con scritto SUB 1. Doveva essere il centro di comando dell'antenna.
All'interno dell'antenna avevano visto solo qualche tecnico che non li aveva notati, ma ora sarebbe stato alquanto difficile passare inosservati, perchè c'era sempre qualcuno e si sarebbe insospettito non avendoli mai visti.
John aveva però un piano.
"Passami quell'estintore!"
C'era un estintore lungo il corridoio. La porta della sala era blindata, quindi non avrebbero sentito alcun rumore.
Aprì l'estintore dirigendo il getto a polvere proprio alla base della porta.
Il corridoio si riempì di fumo denso e non si riusciva a vedere nulla. In poco tempo un po' di fumo doveva aver raggiunto anche l'interno perchè la porta si aprì di colpo e alcune persone cominciarono a uscire.
Anche l'allarme antincendio suonò e tutti gli occupanti della sala corsero fuori.
John e Tony approfittarono dell'assenza per entrare. Erano soli e si chiusero dentro, bloccando la porta.
Avevano poco tempo: Tony cominciò a fare diverse fotografie col cellulare a postazioni e PC. Dietro un vetro si vedeva la sala in cui loro erano stati collegati alla simulazione: si vedevano i lettini e le connessioni.
John trovò la postazione di controllo dell'antenna.
"Chissà come funziona.... proviamo questo...."
Cominciò a manovrare alcune leve, da un monitor si vedeva l'interno dell'antenna con l'enorme braccio meccanico che la faceva ruotare. Vide che il braccio si muoveva con i suoi comandi. Vide alcuni tecnici che stavano lavorando sull'antenna e cominciavano a correre lontani dal braccio impazzito. Uno di loro venne colpito e cadde a terra.
Il braccio colpì un pilastro di sostegno e alcuni quadri elettrici, facendo scintille e sbilanciando di qualche metro l'antenna, che si fermò.
"Per ora non funzionerà. Almeno finchè non la riparano...."
John si alzò, vide un armadietto di acciaio chiuso a chiave.
Con un colpo di pistola fece saltare la serratura.
"vediamo se troviamo qualche scheletro...."
Cominciarono a scartabellare, c'erano tonnellate di cartelline, lettere di trasmissione, documenti con il cartiglio dell'aeronautica.
"Guarda questo!" disse Tony. La sua attenzione era stata attratta da una cartellina dove c'era stampata l'immagine di una delle postazioni che avevano usato per collegarsi.
"Bingo!" Esclamò John. Cominciò ad aprirla. era la relazione descrittiva del progetto pilota. Il documento era top secret e riportava la firma del generale Yurman, e persino quella del giudice.
Cominciarono a fotografare ogni singola pagina, in tutto una decina....

Greta intanto era stata portata in una stanza nei sotterranei e fatta accomodare su una sedia avvitata al pavimento. Davanti c'era un tavolo, anch'esso avvitato. Entrò un ufficiale biondo nei cui lineamenti Greta riconobbe l'uomo che si era seduto al tavolino del suo bar.
La fissò con intensità: "Abbiamo capito cosa state cercando di fare ma non riuscirete ad andar via. Qui siamo in un punto indeterminato di un deserto di km, adesso metti le carte in tavola: a quale organizzazione appartenete? Chi vi paga per sabotare il nostro progetto?"
Greta scoppiò a ridere ma evidentemente l'ufficiale non gradiva ironie. Fece un gesto all'uomo accanto alla sedia che le tirò un manrovescio che la buttò a terra. Greta asciugò il sangue al lato del labbro e si tirò su: "Cosa dite? Organizzazione? Ma se ci avete trascinati voi quaggiù! Siete completamente pazzi! Non la farete franca!"

L'ufficiale fece una smorfia, poi avvicinò la faccia al viso di lei: "Tu hai una figlia: da quanto tempo non la vedi?"
Greta trasalì. "Sapevi che studiava ingegneria e che poi si era specializzata in robotica avanzata?" continuò il biondo con un sorrisetto malizioso....

Greta si lasciò cadere sulla sedia: "La mia piccola? Cosa c'entra lei in questo schifo? Cosa vuoi dirmi, maledetto bastrado?" Prese la testa fra le mani e guardò in basso, poi con uno scatto che nessuno dei due si aspettava, tirò fuori l'arma che era al fianco del soldato e la puntò in mezzo alla fronte del biondo: "Se sai tutto di mia figlia, saprai anche che sono stata campionessa regionale di tiro e se conosci il mio carattere sai che non mi farò nessuno scrupolo di usare questo giocattolino" dicendo così tolse la sicura all'arma: "Adesso io e te usciamo di qui e tu mi dovrai raccontare un po' di cosine, sarai il mio lasciapassare, bello!".
"Togliti di mezzo, str***" disse all'altro uomo, colpendolo col calcio della pistola. Era una donna forte Greta, l'uomo cadde a terra tramortito. Lei e il biondo uscirono nel corridoio dopo essersi chiusi la porta alle spalle: "Adesso mi dici dove sta la mia bambina e cosa c'entra con te!" E avvicinò la pistola alla nuca dell'uomo perché potesse sentirne il gelo.

La porta della sala venne sfondata dopo qualche colpo. Entrarono Chris e il generale Yurman, ciascuno aveva una pistola.
"Fermi!"
John si fermò, aveva ancora il cellulare in mano.
"Beh, generale? Come mai siete solo in due? Dove sono tutti gli altri? Non mi dirai che credono ancora che ci sia un incendio?"
Yurman aveva un sorriso crudele
"No John, ma la faccenda è un po' uscita dal controllo, perciò per queste cose bisogna usare solo le persone più fidate..." indicò Chris, che stava puntando la pistola proprio tra gli occhi di John.
"Vuoi ucciderci?"
Yurman scoppiò a ridere: "Ahahahaha, uccidervi? Mi sembra il minimo, dopo quello che volevate fare. Ma non preoccupatevi, sarà una morte lenta...."
Chris strappò il cellulare dalla mano di John, e lo gettò a terra calpestandolo e rompendolo in mille pezzi.

Alberto non sapeva cosa fare:
Si era nascosto in mezzo alla folta vegetazione, vide un soldato con una scheda in mano, Si avvicinò a una porta con su scritto -LIVELLO 3--razioni-la porta si aprì meccanicamente una volta avvicinata la scheda, poi si richiuse, dopo pochi secondi vide lo stesso soldato uscire con delle varie cibarie.
Poi vide che non c'era nessuno in giro e si avviò su una porta aperta, vuota: evidentemente la stavano per riempire, poi vide che accanto c'era una specie di lettore con una fessura al cui interno c'era una tessera, la tirò fuori:-LIVELLO 1-, aveva trovato una scheda.
A pochi passi c'era una stanza con la porta di sicurezza chiusa, con su scritto-LIVELLO 1--comunicazioni-,
la aprì con la sua scheda e trovò uno zainetto che riempì con 7 Walkie talkie (spero si scriva così)e una radio trasmittente.
Sentiva lontanamente dei passi, allora uscì velocemente, la porta si chiuse e iniziò a scappare quatto, quatto tra la vegetazione.Vide diverse altre porte di sicurezza e delle porte normali, evidentemente in quelle protette dalle schede chiave c'era l'essenziale e importante.
Una cosa lo colpì -LIVELLO 6--sala torure-
Poco dopo-LIVELLO 2--armamenti-
CONTINUA ...
 
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Alberto ora andava alla ricerca dei sui amici, intanto sgranocchiava qualche merendina.

Mentre Mara fingeva di far rinvenire Adele, i soldati presenti furono attratti dall'allarme che si era creato all'interno della struttura e corsero a dare man forte. Immediatamente le tre donne ne approfittarono per raggiungere il
camper ed asserragliarvisi dentro. La radiotrasmittente di Greta funzionava e dopo qualche tentativo riuscirono a mettersi in contatto con quella di Alberto. Concordarono che cosa fare.

Alberto
sentiva la voce di Mara, i due si trovavano ai lati opposti della base,lui chiese a lei un veloce riepilogo di ciò che era successo da quando era sgattagliolato via.

Greta percorreva il corridoio con la pistola puntata alla nuca del biondo, il quale si fermò davanti ad una porta con la chiusura a scheda: "Tua figlia è là dentro!" Disse l'uomo con un sorrisetto odioso. "Aprila" gli intimò la donna. Lui estrasse una scheda e la passò nella fessura al che s'udì uno scatto e la porta si aprì.
Entrarono. Su un lettino era sdraiata una donna, aveva gli occhi chiusi e una miriade di fili sparsi qua e là, più una serie di monitor che indicavano vari parametri. Greta diede un colpo all'uomo buttandolo a terra: "Cosa le avete fatto?"
"La stessa cosa che abbiamo fatto a tutti voi, crede di essere a Toronto con suo marito, ah ah ah, cioè...con me! Sapevamo che stava lavorando ad un programma importantissimo che interessava all'esercito, ma era una idealista, non avrebbe mai partecipato attivamente di sua volontà, così siamo riusciti a trarla nella nostra trappola, frequantavamo gli stessi ambienti e sapevo di non esserle indifferente".
"Piano piano ho conquistato la sua fiducia e...il suo cuore. Così mi ha mostrato le sue carte e illustrato le sue idee! Che fiducia, ah ah ben riposta, vero? L'ho spinta a proseguire e a sperimentare in una struttura militare le sue idee, io avrei fatto in modo che non diventasse mai un pericolo per l'umanità. Io, ti rendi conto? Ho giurato la mia fedeltà una volta sola, a questa divisa che indosso!"
"Bast**do", Greta lo colpì con troppa foga e l'uomo cadde privo di sensi.

Si accostò alla donna addormentata: sua figlia, una donna! Aveva anche due piccole pieghe ai lati delle labbra e fra le sopracciglia. Volle accrezzarla con dolcezza, poi cercò di capire dai monitor se era possibile staccare i fili senza fare danni.
Prima però legò bene il maledetto biondo con dei cavi che erano appesi su una di quelle macchine nella stanza, perché non urlasse gl'infilò uno straccio ben bene in bocca: "Adesso vediamo se avrai ancora voglia di ridere."
Tornò da sua figlia, doveva portarla via da lì. Lei sarebbe stata la prova e la testimonianza vivente di quello che avevano costruito nel deserto, la loro condanna.

Col camper si avvicinarono il più possibile all'edificio, poi Mara scese e con Alberto penetro' nel liv.6 ,la zona torture. Il corridoio era libero e rapidamente si diressero verso una porta da cui uscivano delle voci. Udirono dei passi e si nascosero velocemente in una stanza adiacente a quella.Ebbero un colpo di fortuna: vicino a due uomini svenuti giacevano delle pistole. Se ne impadronirono, anche se non avevano la più pallida idea di come usarle e cautamente aprirono la porta: era stato un falso allarme,il corridoio era vuoto.
Si avvicinarono alla stanza nella quale avevano sentito provenire delle voci e lentamente provarono a socchiuderla; quello che videro li lasciò senza parole:Greta stava affannandosi attorno a un corpo disteso su un lettino.

"Credo di aver capito come muovere i cavi" Disse Greta. "Quando eravamo sui lettini io ero già stata rianimata prima di alcune di voi e ho visto cosa staccavano, spero di non fare errori: questa è mia figlia Vicky" Con molta attenzione cominciò a rimuovere i cavi e a girare delle manopole, un po' per volta il volto e il corpo della donna riaffioravano dal groviglio.
Alla fine, quando fu liberata da tutti i cavi, le diede dei colpetti sul viso e la scrollò un pochino per le spalle: "Vicky, tesoro, tirati sù presto: dobbiamo fuggire da qui!"
Vicky aprì lentamente gli occhi: "Mamma, come mai sei qui, dove mi trovo?"
"Non c'è tempo per le spiegazioni, dobbiamo correre via, queste donne sono mie amiche ti condurranno fuori" fece un cenno a Mara affidandole la figlia: "Devo vedere che fine ha fatto John, temo gli sia capitato qualcosa, e anche Tony che era con lui: li avete visti?"
Ascoltò il racconto delle donne, poi recuperò la pistola e si diresse verso il corridoio da cui le donne avevano sentito provenire le voci e da cui era partito tanto trambusto: i due uomini dovevano essere lì.

CONTINUA ...
 
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???

ejemeda ha scritto:
che storia è?????:confuso:

chiedilo a chi l'ha scritta ...:rolleyes: io ho solo assemblato i post degli "scrittori" e, comunque, se uno è in grado di ... capirla :martello: (l'hai letta con attenzione ?), è molto avvincente e bella :hands13:
 
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