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Aiutino

RosaeViola

Master Florello
eccome se sbagli Rosae! Non riesco e non voglio, nè vorrei mai essere indifferente alla sofferenza altrui, voglio solo dire che quando mi rendo conto che è impossibile essere di aiuto agli altri, cerco con tutte le mie forze di staccare la spina (e non è detto che ci riesca) obbligandomi a spostare il pensiero in altra direzione. E' un 'trucco' utile per sopravvivere, che ho appreso da un corso di meditazione trascendentale, dalla vita, ma anche dalle letture: una scrittrice americana, non ricordo più quale, diceva "ogni giorno ha la sua pena, per oggi basta così"; si può e si deve approfittare di ogni occasione della vita per imparare qualcosa di nuovo.
Vorrei riuscire a confortarti

Rossl, va là che lo so bene che tu non sei indifferente alle sofferenze altrui.
Quando ho scritto che avevo inteso dai post di oggi, che l'unico modo è quello di chiudere fuori la sofferenza altrui, non mi riferivo a te, ma piuttosto ad una tendenza generale che spesso colgo attorno a me e, forse, ho temuto di dover leggere le stesse cose qui.

E' vero, delle volte devi staccare la spina per non soccombere, ma mi credi se ti dico che, a volte, vivi una realtà che ti ricorda quotidianamente quanta cattiveria hai attorno e devi subire tuo malgrado?
 
Ultima modifica:

rossl

Giardinauta Senior
siamo un po' scoordinate con i tempi delle risposte, ma ci capiamo ugualmente per fortuna.
Buona notte cara, adesso ti abbraccio e ti coccolo un po'; a domani! (sennò chi ci ferma più noi due?)
 
C

cerchina

Guest
In questo caso, potrei mettere altri paletti, è vero, ma sarebbero paletti che, affondando nel mio terreno affettivo, non limiterebbero solo quest'aspetto, ma mi porterebbero inevitabilmente a sentire sempre meno, nel male ma anche nel bene.
E' un processo che quando si attiva, si attiva a tutti i livelli e che, a lungo andare, raggela qualunque animo turbolento e appassionato.

Si r&v è proprio un proceso che si attiva, spesso però è l'unica possibilità per la sopravvivenza personale, in qualche modo un istinto primario.
Anche se poi non è del tutto vero, bisogna che la misura sia ben colma.

Io non credo ci sia un modo, uno e vero, per non provare rabbia e indignazione se non l'oblio, che poi non sempre vuol dire, come dici tu, anestesia dei sentimenti, vuol dire semplicemente:)confused: ) dimenticare.

Io anche mi in...azzo tantissimo ma ho la fortuna che le cattiverie dopo un po' me le dimentico proprio (quelle su di me), per quelle sugli altri è un altro discorso...
 

ErikaErika

Maestro Giardinauta
Però ragazzi, anche in questo senso un distinguo, a mio avviso, andrebbe fatto.

Lasciamo stare quelli che si son fatti raggirare per poter vincere al Lotto, anche se poi, dietro a queste realtà, ci sono situazioni davvero miserevoli e non solo dal punto di vista mentale, e pensiamo un po' a quanti si sono rivolti a lei per avere aiuto in un momento terribile, come quello della malattia di un proprio famigliare o della tossicodipendenza di un figlio.
Posso capire benissimo cosa provi una persona quando è disperata.
Anche questa parola è abusata, a mio avviso, perchè poi, quanti sanno veramente cosa sia la disperazione più cupa?

Quando gente come la Marchi specula sul dolore altrui, come è possibile scagliarsi contro chi per disperazione si è rivolto a lei?
E' vero che molti si sono lasciati trascinare dalle minacce, ma la dinamica di questa cosa è quanto mai perversa.
Mi rivolgo ad un mago, sapendo che sto tentando una strada per niente sicura e sapendo che disattendo anche il giudizio sociale in merito a tutto ciò.
Il mago, ad un certo punto, mi ricatta.
La paura che una cosa di cui mi vergogno, sia portata alla luce e sulla bocca di tutti, mi paralizza...pago e continuo a pagare.
Non dimentichiamoci, poi, che chi arriva a queste realtà come ad un'ultima spiaggia, è in una totale situazione di estrema vulnerabilità oltre che facilmente manovrabile.

La Marchi è colpevole, molto più delle sue vittime.

Hai ragione Ro, immensamente ragione quando ti riferisci a chi è disperato. Alcuni però di disperato avevano poco e lo sono diventati dopo insieme a figli e mariti, intendo persone che non avevano problemi di salute o economici di rilievo e che nonostante tutto si sono andate a impelagare mettendo sul lastrico la propria famiglia. Era a queste persone che mi riferivo quando ho detto che sono da interdire, chi sta vicino ha diritto ad essere più che difeso. Non certo a chi per problemi di salute, ottenebrato dal dolore si è rivolto a loro. Probabilmente io stessa farei di peggio.
 

RosaeViola

Master Florello
Io anche mi in...azzo tantissimo ma ho la fortuna che le cattiverie dopo un po' me le dimentico proprio (quelle su di me), per quelle sugli altri è un altro discorso...

Anche questo è un aspetto sostanziale del problema.
Quando ho aperto questo topic, forse non ho sottolineato abbastanza che è la cattiveria in generale, più che quella nei miei confronti, a farmi male.
Io, bene o male, posso difendermi ma ci sono persone incapaci di farlo e quando li vedo a terra con un revolver piantato alla tempia da una mano estranea, beh, non posso non schiumare.
 

RosaeViola

Master Florello
:squint::squint::squint: Già... :squint::squint::squint: Chissà quanto deve essere simile il nostro passato remoto, presente indicativo, ecc.ecc. Rò.

Devo dire Erika che sempre più spesso scopro che in questo forum ci sono persone straordinarie per la capacità di sentire e che, incredibilmente, tante sono le analogie nei tratti fondamentali della vita...e anche questo è straordinario per come diventa un collante indissolubile fra le persone.
 

ErikaErika

Maestro Giardinauta
Ehi pasionaria credo che la giusta mediazione dovrai trovarla al fine
Che propositi hai? Vorrai mica farti carico di tutto, desensibilizzati, sviluppa un modo perchè solo le priorità possano recarti un tale turbamento, lo dico per te per la tua serenità...non mi pare un bel vivere

Daria... sicura di non essere la mia cara amica Sabina sotto mentite spoglie? Me la ricordi tanto. Davvero, ammiro il tuo spirito e il tuo riuscire a mettere in pratica quelli che secondo me sono probabilmente buoni, ottimi consigli. Il problema è che spesso, forse per carattere, spesso con una punta di autolesionismo non si riesce a seguire questi consigli non ci si fà. E' come se mancasse un recettore nel cervello credimi.
 

RosaeViola

Master Florello
Daria... sicura di non essere la mia cara amica Sabina sotto mentite spoglie? Me la ricordi tanto. Davvero, ammiro il tuo spirito e il tuo riuscire a mettere in pratica quelli che secondo me sono probabilmente buoni, ottimi consigli. Il problema è che spesso, forse per carattere, spesso con una punta di autolesionismo non si riesce a seguire questi consigli non ci si fà. E' come se mancasse un recettore nel cervello credimi.


Erika, il recettore non manca affatto. Semmai ce n'è uno di troppo. :lol:
 
C

cerchina

Guest
A quanto ho capito, l'unica soluzione possibile contemplata, è evitare di entrare a contatto col dolore altrui e, questo, a qualunque costo.
MI sbaglio?

Non c'è soluzione rosa e viola, non puoi non entrare in contatto con la sofferenza altrui, (e che cavolo si sta male perchè si legge di un fatto di cronaca, figurati se ce l'hai vicino).
E' solo che quando non ci sono più armi o il dolore è talmente grande che non ne puoi "tirare via" nemmeno un po', a quel punto appunto, hai il dovere di difenderti.
Che non vuol dire non indignarsi o anestetizzarsi, vuol solo dire mettere gli ipotetici paletti di Daria, vuol dire in qualche modo razionalizzare.
Io ho vissuto così l'elaborazione del lutto, ad un certo punto il dolore mi stava spezzando, a quel punto ho capito che o diventavo un'alcolista (è un potente sedativo l'alcol) o razionalizzavo tutto e ci riprovavo.
Mutatis mutandis potrebbe essere lo stesso con i "cattivi" (e con le loro vittime).
Sennò c'è sempre il vino bianco:lol: :lol: :lol:
 

ErikaErika

Maestro Giardinauta
Il difficile, a volte, è leggere delle mail di amiche che vivono una vita disastrosa grazie alla cattiveria altrui e, OK, so benissimo che certe protezioni dovrebbero attivarsele loro, ma ci sono anche persone che queste protezioni non le hanno!!! Allora il mio sdegno, sì è proprio sdegno, indignazione si fa talmente grande che sfocia in una rabbia sorda.
Rabbia per cosa? Per l'assurdità delle relazioni umane.

E qui hai espresso ancora un altro problema. Attivare le protezioni. Ma queste protezioni che per mille motivi uno è in grado a meno di attivare sono giuste? Fanno bene? Sono da ricercare? Non lo so, non credo. Alcune volte secondo me possono essere inserite in mala fede nel "così fan tutti" nel "funziona così ma te da che pianeta vieni" e essere prese ad esempio di: buona educazione, atteggiamento poloticiamente corretto, ecc. e contrapposto all'indignazione delle passionarie volendo parafrasare Daria. Quindi... sano e giusto atteggiamento nel piccolo, nel breve,
nel privato ma a livello sociale? Forse un pò meno. Quello che è sana barriera alcune volte si rivolta contro. Sto ragionando con voi, non sto dicendo che quello che dico è oro colato naturalmente.. E' vera anche la frase chi ha più cervello lo usi.. ma anche qui solito discorso più cervello per star tranquilli e sperare che passi presto, che non faccia tanti danni, ecc.ecc. E' molto complesso il discorso.
C'è poi l'aspetto di chi non riesce a reagire non riesce a non farsi mangiare dal lupo, ho un'amica così e... beh a loro dobbiamo secondo me far sentire tutto il nostro amore e dobbiamo far capire quanto sono speciali e quanto non si meritano quello che stanno subendo perchè nella paralisi che le attanaglia gioca un ruolo importante la mancanza di autostima secondo me. Inconsciamente credo che non credano di meritare di essere trattate con rispetto...
 

ErikaErika

Maestro Giardinauta
Ti devo dare torto Rosa. Anche se è esemplare il modo come descrivi i passi di questo malessere, prima durante e dopo, mi hai fatto identificare con i cattivi e anche gratuiti, perchè è vero, è tutto vero, la posta in palio e l'origine di tutto è la perdita dell'affettività che non capiamo mai se un nostro diritto o da conquistare ma il cattivo, quello che ha meno da difendersi di fronte a più persone, per troppo tempo almeno sino a un certo punto ha visto gli altri come buoni e speciali, finchè il suo riconoscimento di un loro fine particolare che non era conoscersi, non lo ha portato ( "per primo" ma no in fondo, se consideriamo anche i toni e i mezzi commenti ) ad esternare questa cattiveria invece di nasconderla o subordinarla ad altri motivi, come quello che si vergogna a passare tempo per qualcosa perchè ne deve fare tante di cose. E i parenti c'entrano poco, quando c'è di mezzo quella solidarietà chiusa che si ostinano a chiamare rispetto. (doppio glom )

Non ho capito... scusa.
 

RosaeViola

Master Florello
Non c'è soluzione rosa e viola, non puoi non entrare in contatto con la sofferenza altrui, (e che cavolo si sta male perchè si legge di un fatto di cronaca, figurati se ce l'hai vicino).
E' solo che quando non ci sono più armi o il dolore è talmente grande che non ne puoi "tirare via" nemmeno un po', a quel punto appunto, hai il dovere di difenderti.
Che non vuol dire non indignarsi o anestetizzarsi, vuol solo dire mettere gli ipotetici paletti di Daria, vuol dire in qualche modo razionalizzare.
Io ho vissuto così l'elaborazione del lutto, ad un certo punto il dolore mi stava spezzando, a quel punto ho capito che o diventavo un'alcolista (è un potente sedativo l'alcol) o razionalizzavo tutto e ci riprovavo.
Mutatis mutandis potrebbe essere lo stesso con i "cattivi" (e con le loro vittime).
Sennò c'è sempre il vino bianco:lol: :lol: :lol:

Cerchina, è vero, è la razionalità che modifica, per certi versi, il dolore.
Il problema è che quando razionalizzo sulla cattiveria umana, lo stesso m'inca**o e non riesco a rimanere indifferente.
Non riesco ad entrare nella schiera di quelli che appunto, come dice Erika, ti guardano come se venissi da Marte e ti dicono:"Ma tu ti stupisci ancora?"
Ti assicuro, in quel momento son ben contenta di stupirmi e di avere ancora la forza di indignarmi, perchè se devo ridurmi a non riuscire più a farmi scalfire da niente, allora preferisco rimanere così come sono, col fianco scoperto.

Per quanto attiene al vino bianco, beh, ci penserò...:lol:
 

RosaeViola

Master Florello
Quello che è sana barriera alcune volte si rivolta contro.

Ti assicuro Erika che questa, se non ben utilizzata, è un'arma a doppio taglio per persone come noi, che hanno una soglia molto più bassa.
Indiscutibilmente chi ha delle caratteristiche diverse, avrà meno problemi e correrà meno rischi nell'utilizzarla.

In pratica, il discorso è che se non sei una persona fortemente emotiva e passionale, sei comunque abituata a controllare per benino le tue emozioni, le tue sensazioni e il dolore lo gestisci (almeno apparentemente) più facilmente, quindi è un po' meno complicato prenderne le distanze, anche se, a parer mio, il prenderle non ti fa superare il dolore, ma ti permette solo di non affrontarlo.

Per una persona più passionale, prendere le distanze dal dolore altrui, significa in primis, prendere le distanze dalla propria affettività.
Certo, ci si potrebbe provare, ma, come dicevo, il rischio di soffocare tutto, è enorme.
Cerchina nella sua firma, cita una massima che mi ricorda sempre che non si può fingere di essere ciò che non si è e, se si finge, bisogna ricordarsi bene ciò che si è.
 

ErikaErika

Maestro Giardinauta
Difendersi da quanto non possiamo modificare è giusto, ma il difficile è trovare la giusta mediazione fra questi vari livelli di affettività.

E cosa poi in realtà possiamo o non possiamo modificare? Difficile per un sanguigno saperlo. E' anche vero che solo chi è talmente pazzo da pensare di poter cambiare le cose le cambierà davvero. Stasera vado per spot... mò mi assumono in televisione. Vero è che il passo per diventare un Don chichotte è breve... che casino. Sto facendo un nebbione peggio di una sogliola quando si insabbia.... per spot e per immagini stasera vado... cartoonia mi sta aspettando. Che botta che c'ho, saranno le forti emozioni di stasera, mi sento viva però in questo momento.
 

RosaeViola

Master Florello
E cosa poi in realtà possiamo o non possiamo modificare? Difficile per un sanguigno saperlo. E' anche vero che solo chi è talmente pazzo da pensare di poter cambiare le cose le cambierà davvero. Stasera vado per spot... mò mi assumono in televisione. Vero è che il passo per diventare un Don chichotte è breve... che casino. Sto facendo un nebbione peggio di una sogliola quando si insabbia.... per spot e per immagini stasera vado... cartoonia mi sta aspettando. Che botta che c'ho, saranno le forti emozioni di stasera, mi sento viva però in questo momento.


No Erika, ti sbagli. Anche il sanguigno può sapere cosa modificare o cosa non modificare, considerato che anch'egli ha una parte razionale oltre a quella istintuale. Il segreto è imparare a farle comunicare fra loro. :eek:k07:

Che bello leggere che stasera, grazie a certe botte, ti senti viva. :) :love_4:
 
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