il mio punto di vista proprio sulla 'realtà delle cose' è diverso e in base a questo come non distinguo tra razze, generi, nazionalità, culture di esseri umani non distinguo nemmeno tra specie di esseri viventi; e come sento che alle migliaia e migliaia di persone che muoiono di fame o altro nel mondo ogni giorno va riconosciuto il diritto a una vita dignitosa, così sento che agli animali che al momento vengono sottoposti dagli esseri umani a maltrattamenti e morti di varia natura va riconosciuto il diritto a una vita senza sofferenze imposte da noi.
cioè: in me, un sentire non esclude l'altro, e quindi non mi porta nemmeno a fare paragoni, a parteggiare per un'idea piuttosto che per l'altra, a lottare contro qualcuno per far vincere qualcun altro. perché dovrei pensare che la vita di un bambino vale quella di un cane o di una gallina o di una mucca, o viceversa? perché non posso invece pensare che c'è modo di farli vivere tutti, tanto il bambino quanto il cane, la gallina e la mucca? perché dovrei vedere limiti laddove sono certa di vivere in un mondo fatto invece di infinite possibilità, che si aprono ogni qualvolta vi è volontà di percorrerle? certo, ha dei costi cercare e poi portare alla luce alternative di questo tipo, ma mi pare si tratti di costi che in gran parte riguardano un cambio di consapevolezza e di gestione dei patrimoni e per quanto mi riguarda non ci vedrei nulla di drammatico, anzi, e riesco anche a vedere quanto tutti (intendo, tutti, dal bambino africano ai cani come lennox a me e a voi) nel cambio ne guadagneremmo.
non so che farci, a me piace il "win win", il "I/we win, you lose" sia su piccola che grande scala non mi pare funzionare mai alla lunga, e quindi tutto sta a chi consideriamo parte del 'we', del 'noi'. nel mio ci sono indiani, africani, malati, ecc ecc ma c'è pure lennox.