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Problemi con figli adolescenti

mikki

Maestro Giardinauta
C' qualcun altro tra noi, oltre me, che ha figli in età adolescenziale? Pongo questa domanda perchè in questo periodo ho un pocuccio di problemini con mia figlia più piccola (16 anni): sta sempre chiusa nella sua stanza, cuffiette dell'mp3 sempre addosso, telefono perennemente occupato, trucco accentuato, "mamma tu non capisci niente", " meno male che papà è più concessivo", "ma che mi spii?", "non rompere", cameretta da paura, mi urla sempre addosso poi dice che con lei non devo alzare la voce, lei è stanca perchè va a scuola non le devo rompere le scatole, e vai con altre lamentele................. Vabbè, mi direte voi, non sono cose grosse, ma non so più come prenderla! Era la mia piccolina fino a ieri ed oggi è una piccola donna ribelle! E voi?
 

RosaeViola

Master Florello
Mikki, mia figlia ne ha 14 e, a parte il trucco, è già come la tua che ne ha 16.
Tutto normale Mikki, tutto normale...
Certo, a me mia figlia non dice di non romperle le scatole, non ancora almeno, anche se il sano conflitto che permette il distacco tra madre e figlia, già c'è stato l'anno scorso e l'ho accettato come fisiologico anche nei momenti in cui mi contestava.
Quando lo faceva cercavo sempre di tenere bene a mente che non era me come persona che rifiutava ma me come ruolo e lo faceva per farmi comprendere che lei è lei ed io sono io.
Questo mi ha fatto piacere perchè la sua mano si è staccata dalla mia ed io avevo l'obbligo di lasciarla andare.

Ci siamo confrontate su un piano più paritario. Le ho permesso di parlarmi come se fosse adulta e abbiamo sostenuto per parecchio tempo, dei confronti davvero pesanti a livello verbale, non tanto nei modi ma nei termini dei discorsi che erano tutt'altro che immaturi da parte sua.

Comunque sia, le cose poi sono molto rientrate e anche lei, nel sentirsi vissuta da me non tanto come ragazzina o bimbetta, si è sentita riconosciuta nel cambiamento e stimata.

Sai, mi fa un po' tenerezza quando scrivi che l'hai sentita come la tua piccolina fino a ieri, perchè spesso capisco quanto le madri siano appese a quell'immagine infantile dei figli, molto più dei figli stessi e forse è questo che loro sentono in noi e discutono in maniera ribelle.

16 anni sono un'età in cui è più che ora, a mio avviso, di lasciarli crescere, di lasciarli andare verso la maturità e di riconoscere loro il ruolo del figlio sempre meno dipendente dai genitori anche se questo significa anche per noi, cambiare la nostra genitorialità e non necessariamente perderla.

Un bacione Mikki e facciamoci coraggio!!! :love_4:
 

mikki

Maestro Giardinauta
Sono d'accordo con quello che dici di lasciarli andare aiutandoli nel loro percorso di crescita, è solo che lei questo combiamento lo ha avuto dall'oggi al domani, non c'è stato il tempo per abituarsi al cambiamento! T i premetto che la grande, che di anni ne ha 19, frequenta l'Univesità, ha un carattere molto diverso, ed è forse proprio questo che mi ha spiazzata: il trovarmi di botto di fronte ad una figlia che parla poco, le devi tirar fuori le cose con le pinze, ecco, forse debbo ancora maturare io questa sua età. Sarà che io quando avevo i suoi anni non avevo certo possibilità di fare come lei, soldi in casa ce ne erano pochi, 4 figli, spazi ristretti, altro che stanza in cui chiudersi tutto il giorno! Forse un po' è che in questo periodo mi sento un po' giù, e quindi non accetto che lei mi si rivolti sempre contro; se le parlo le dà fastidio ("quante domande, ma che vuoi?"), se non le parlo sono una madre indifferente, mah, dovrò mordermi le mani e cercare un giusto mezzo!
 

filo d'erba

Giardinauta Senior
Ho una sorella che adesso ha 20 anni, quindi 4 anni fa ho avuto modo di vivere, anche se cn distacco, le stesse cose che stai vivendo tu e tutte le atre mamme, perchè è la fase tipica delle ragazzine che cominciano a sentirsi grandi e ad avere bisogno di "allontanarsi" dai genitori, e ho notato che questo avviene più nei confronti della madre nn ho capito perchè però nn mi sno interessato più di tanto....col tempo mia sorella, datyo che mia madre l'ha "lasciata", ha fatto il suo percorso e adesso, anzi già da un po, si è "riavvicinata" sola soletta....come le femminucce anche noi maschietti, ricordo io quando avevo 16, nn molto tempo fa, che ai miei nn li "consideravo" proprio, eppure mai su cattive strade...è il periodo, l'inizio vero della formazione della propria identità, personalità e queste cose, per come ho vissuto io almeno, si acquistano "lontani dai genitori" a quell'età, la si acquisisce soli soletti, per la strada, a scuola...soprattutto per la strada direi, è stata quasi la mia prima casa da quando avevo 5 anni:)
 

filo d'erba

Giardinauta Senior
Sono d'accordo con quello che dici di lasciarli andare aiutandoli nel loro percorso di crescita, è solo che lei questo combiamento lo ha avuto dall'oggi al domani, non c'è stato il tempo per abituarsi al cambiamento! T i premetto che la grande, che di anni ne ha 19, frequenta l'Univesità, ha un carattere molto diverso, ed è forse proprio questo che mi ha spiazzata: il trovarmi di botto di fronte ad una figlia che parla poco, le devi tirar fuori le cose con le pinze, ecco, forse debbo ancora maturare io questa sua età. Sarà che io quando avevo i suoi anni non avevo certo possibilità di fare come lei, soldi in casa ce ne erano pochi, 4 figli, spazi ristretti, altro che stanza in cui chiudersi tutto il giorno! Forse un po' è che in questo periodo mi sento un po' giù, e quindi non accetto che lei mi si rivolti sempre contro; se le parlo le dà fastidio ("quante domande, ma che vuoi?"), se non le parlo sono una madre indifferente, mah, dovrò mordermi le mani e cercare un giusto mezzo!

Mikki, quando eravamo adolescenti io e mia sorella, sai cosa odiavamo e che di conseguenza ci allontanava ancora di più?....di soldi ce ne erano pochi, 4 figli, spazi ristretti....e penso a qualsiasi altro adolescente...
 

Hiveramour

Giardinauta Senior
Avessi avuto io una madre come Mikki e RosaeViola..si vede che i tempi sono cambiati e le madri sono più predisposte a capire..! Complimenti..!
 
S

stefy78

Guest
anche i miei non sono stati comprensivi durante la mia adolescenza.
sebbene io non abbia mai dato il minimo problema, loro mi stavano sempre addosso, forse per paura che prendessi "brutte strade". poi, sai, io sono di origine pugliese e al sud, non è una leggenda, ma l'educazione è più opprimente e pesante. io ormai vivo a roma da quasi dieci anni e noto la differenza.
comunque sia, al di là delle mentalità più o meno aperte, credo che sia difficilissimo capire come comportarsi con gli adolescenti: essere genitori è quasi come essere equilibristi, l'equilibrio è precario.
io mi ricordo che quando ero adolescente pensavo sempre che i miei non mi capissero: magari era veramente così, magari era solo una mia impressione.
certo che non mi permettevano di farmi i cavoli miei, di fregarmene di quello che dicevano ecc. se mi si diceva che non potevo uscire, non potevo uscire punto. potevo strepitare quanto mi pareva.
alla fine non c'è neache una regola in queste cose perchè, come hai detto tu, l'altra figlia è più tranquilla e non ha attraversato questa fase, eppure sono figlie degli stessi genitori, educate alla stessa maniera.
il consiglio che ti posso dare, è di cercare di parlare con lei il più possibile, cercando di capire come si sente e cosa le passa per la testa, senza asfissiarla ma neanche senza lasciarla troppo "sola". ho letto su una rivista di psicologia che gli adolescenti contestano i genitori per affermare il proprio io, ma in realtà vogliono sentire l'autorità dei genitori, hanno bisogno di regole certe, anche se da violare, per formare la loro personalità e capire fin dove possono spingersi.
al di là di queste teorie, che comunque in parte condivido, io sono per un minimo di controllo anche perchè i tempi sono cambiati, c'è più libertà e quindi più pericoli per i ragazzi, perciò non li si può lasciare senza freni.
io ho 28 anni e quando penso al fatto che avrò dei figli non riesco a non pensare a tutto quello che si sente in giro.
ora non ti voglio spaventare ma solo dirti di tenere gli occhi ed il cuore sempre all'erta e se hai voglia di fare una domanda a tua figlia, anche se lei non ti risponde, fagliela lo stesso. se ti va male non ti risponde, se ti va bene hai lanciato un'ancora per lei.
scusami se mi sono prolungata ma il tuo messaggio mi ha fatto tanta tenerezza (e poi fondamentalmente sono logorroica)
un abbraccione :Saluto:
 

RosaeViola

Master Florello
Sono d'accordo con quello che dici di lasciarli andare aiutandoli nel loro percorso di crescita, è solo che lei questo combiamento lo ha avuto dall'oggi al domani, non c'è stato il tempo per abituarsi al cambiamento! T i premetto che la grande, che di anni ne ha 19, frequenta l'Univesità, ha un carattere molto diverso, ed è forse proprio questo che mi ha spiazzata: il trovarmi di botto di fronte ad una figlia che parla poco, le devi tirar fuori le cose con le pinze, ecco, forse debbo ancora maturare io questa sua età. Sarà che io quando avevo i suoi anni non avevo certo possibilità di fare come lei, soldi in casa ce ne erano pochi, 4 figli, spazi ristretti, altro che stanza in cui chiudersi tutto il giorno! Forse un po' è che in questo periodo mi sento un po' giù, e quindi non accetto che lei mi si rivolti sempre contro; se le parlo le dà fastidio ("quante domande, ma che vuoi?"), se non le parlo sono una madre indifferente, mah, dovrò mordermi le mani e cercare un giusto mezzo!


Mikki, io ho avuto un'adolescenza che...lasciamo perdere.
Non ho mai avuto nessuno su cui contare per problemi famigliari seri che erano accaduti in quel periodo e sono cresciuta sola, ho attraversato questo deserto affettivo immersa nel mio dolore e nei miei pensieri.

Noi siamo ancora parte di una generazione che è stata cresciuta velocemente e tendiamo a proteggere i figli oltremodo, talvolta facendo più male che bene.

Ti voglio dire che sono riuscita, finora, a mediare fra il permessivismo assoluto e l'amicizia con i figli che è qualcosa in cui NON credo assolutamente solo pensando e rielaborando la mia esistenza nella maniera e le sedi opportune.

Ho capito molte cose di me e delle mie figlie e ho potuto comprendere meglio quante cose proiettiamo di noi stessi, su loro.
Ho cercato di tenere separato il mondo dal loro solo quel tanto che bastava per non sconfinare continuamente nel loro che è solo LORO e come tale ha diritto di avere rispetto.

Sono una madre imperfetta che commette errori ma una cosa so di averla sempre data ed è la fiducia, non tanto nella libertà di azione quanto nelle loro capacità di comprensione.

Ho lavorato tanto con loro per renderle consapevoli di ciò che sono e soprattutto, di ciò che sentono e che provano.
Ho sempre fatto domande su cosa sentissero o cosa provassero di fronte a certi eventi per aiutarle ad imparare ad ascoltarsi.

Poi ho parlato dei miei stati d'animo e ho condiviso percorsi difficili anche in questo senso.
Tutto ciò ha consentito a queste mie due ragazze, di vedermi come persona e non solo come madre.
Hanno sicuramente interiorizzato che le loro dinamiche, spesso assomigliano alle nostre, solo si esplicitano diversamente.

In pratica ho mostrato loro le mie fragilità ed ho consentito che potessero accettarmi anche criticandomi.

Se io accetto le mie difficoltà, loro saranno più portate ad accettare le loro.
Se io parlo della mia ansia in certi momenti, loro accetteranno come normale la loro in altri.
Se io spiego cosa ho vissuto da ragazza, loro comprendono che i loro problemi sono meno angosciosi perchè le dinamiche si ripetono di generazione in generazione e se spiego che l'adolescenza è un processo di cambiamento davvero importante, delicato e difficile per come si manifesta per ciò che si prova, levo anche altra ansia che si colloca, in loro, nel non riconoscimento di un cambiamento così serio che sta avvenendo.

Tutto questo in un mix di presenza, autorevolezza, regole da rispettare comunque ma senza estrema rigidità.

Se cerchi di "entrare" nello spazio di tua figlia, probabilmente in questo momento non lo accetta.
Allora prova a farla entrare tu nel tuo, rivolgiti a lei, chiedile consigli, parlale dei tuoi stati d'animo, di ciò che senti per la vita, per tuo marito, le tue preoccupazioni come donna e non come madre, delle tue paure adolescenziali, di come le hai superate e magari si può smorzare la conflittualità favorendo la comunicazione e superare questo blocco.
 

RosaeViola

Master Florello
e ho notato che questo avviene più nei confronti della madre nn ho capito perchè però nn mi sno interessato più di tanto....col tempo mia sorella, datyo che mia madre l'ha "lasciata", ha fatto il suo percorso e adesso, anzi già da un po, si è "riavvicinata" sola soletta....


Da parte delle femmine avviene nei confronti della madre perchè lei è il modello a cui si ispirano quando vengono al mondo fino a che questo cambiamento non inizia e viceversa, per i ragazzi avviene col padre.

A quel punto nasce il conflitto, cioè la precisa volontà di dichiarare al modello e al mondo, che loro esistono.
E' una sorta di affermazione di sè stessi che fa parte della crescita ed è sano che avvenga.
Quando ciò non si verifica, il rapporto ne esce disequilibrato e si possono creare problematiche diverse, legate ad una forte dipendenza se non addirittura alla simbiosi con le dinamiche materne.
 

RosaeViola

Master Florello
anche i miei non sono stati comprensivi durante la mia adolescenza.
sebbene io non abbia mai dato il minimo problema, loro mi stavano sempre addosso, forse per paura che prendessi "brutte strade". poi, sai, io sono di origine pugliese e al sud, non è una leggenda, ma l'educazione è più opprimente e pesante. io ormai vivo a roma da quasi dieci anni e noto la differenza.
comunque sia, al di là delle mentalità più o meno aperte, credo che sia difficilissimo capire come comportarsi con gli adolescenti: essere genitori è quasi come essere equilibristi, l'equilibrio è precario.
io mi ricordo che quando ero adolescente pensavo sempre che i miei non mi capissero: magari era veramente così, magari era solo una mia impressione.
certo che non mi permettevano di farmi i cavoli miei, di fregarmene di quello che dicevano ecc. se mi si diceva che non potevo uscire, non potevo uscire punto. potevo strepitare quanto mi pareva.
alla fine non c'è neache una regola in queste cose perchè, come hai detto tu, l'altra figlia è più tranquilla e non ha attraversato questa fase, eppure sono figlie degli stessi genitori, educate alla stessa maniera.
il consiglio che ti posso dare, è di cercare di parlare con lei il più possibile, cercando di capire come si sente e cosa le passa per la testa, senza asfissiarla ma neanche senza lasciarla troppo "sola". ho letto su una rivista di psicologia che gli adolescenti contestano i genitori per affermare il proprio io, ma in realtà vogliono sentire l'autorità dei genitori, hanno bisogno di regole certe, anche se da violare, per formare la loro personalità e capire fin dove possono spingersi.
al di là di queste teorie, che comunque in parte condivido, io sono per un minimo di controllo anche perchè i tempi sono cambiati, c'è più libertà e quindi più pericoli per i ragazzi, perciò non li si può lasciare senza freni.
io ho 28 anni e quando penso al fatto che avrò dei figli non riesco a non pensare a tutto quello che si sente in giro.
ora non ti voglio spaventare ma solo dirti di tenere gli occhi ed il cuore sempre all'erta e se hai voglia di fare una domanda a tua figlia, anche se lei non ti risponde, fagliela lo stesso. se ti va male non ti risponde, se ti va bene hai lanciato un'ancora per lei.
scusami se mi sono prolungata ma il tuo messaggio mi ha fatto tanta tenerezza (e poi fondamentalmente sono logorroica)
un abbraccione :Saluto:

Ti quoto Stefy!
 

RosaeViola

Master Florello
Avessi avuto io una madre come Mikki e RosaeViola..si vede che i tempi sono cambiati e le madri sono più predisposte a capire..! Complimenti..!


Mah, non ne sarei così sicura Hiver.
Le madri sono cambiate, è vero, ma non so se siano cambiate più nella forma che nella sostanza e non mi riferisco a quelle che si interrogano come stiamo facendo qui adesso. :rolleyes:
 

fio_rella

Maestro Giardinauta
ho letto con molto interesse questi post.
cercavo di tornare con la mente all'adolescenza dei miei figli ( due maschi).
quante lotte, quante incomprensioni! soprattutto col il figlio piu' grande, carattere piu' chiuso rispetto al figlio piccolo.
mille dubbi, mille domande, soprattutto tanta paura.
ero sola ad affrontare tutto e in certi momenti, ho creduto di essere arrivata sull'orlo del baratro. poi, cosi' come erano cominciate, le battaglie sono finite, i miei piccoli bambini sono diventati uomini, ed ora, quasi ci capiamo senza neppure aprire bocca.
in bocca al lupo, mamme!!!!!!
 

Baloo61

Aspirante Giardinauta
Grazie per quello che avete scritto...i miei figli non sono ancora nella fase adolescenziale...
Mi ritrovo molto in quello che scrivi RosaeViola....io ricordo bene quanto insicura, timida ed emotiva ero (e lo sono ancora..) e mi ritrovo a parlarne con i miei bambini...racconto loro delle ansie che ho provato, delle paure che avevo e lo faccio perchè desidero che non si sentano "fuori luogo" o inadatti ma che certe emozioni che potrebbero vivere sono assolutamente normali.
Grazie veramente .. a tutti! ciao
 
G

gufetto

Guest
Io mi trovo esattamente nelle stesse condizioni di Mikki. Ho una figlia di 16 anni che mi sta facendo penare parecchio, computer sempre su msn anche quando fa i compiti,immaginate come li fa, cell.sempre acceso, mp3 sempre alle orecchie anche quando dorme, io non capisco niente, mi dice sempre che la devo lasciare in pace, vuole sempre uscire, ma ora è in punizione.......un mese siamo andati a prenderla all'uscita dalla discoteca completamente ubriaca...sono disperata......
 
I

Il Marchese del Ficus

Guest
posso intromettermi?
Non ho figli e probabilmente non ne avrò, almeno per ora... sono forse la persona meno indicata per dare un'opinione, ma ho una nipote adolescente con la quale ho costruito un bel rapporto. Poi ho un bel po' di studenti dai 12 ai 14 anni, che mi insegnano sempre qualcosa.
Penso sia normale che a 14, 15, 16 anni (a volte anche prima) i giovani cerchino la "loro strada" e comincino ad avanzare pretese di autonomia, indipendenza, libertà.... ricordo la mia adolescenza, divisa tra la mia famiglia, sempre presente e forse troppo, e la strada dove ho combinato i guai peggiori e vissuto esperienze talvolta shockanti. Ricordo perchè, lo ricordo molto bene quel desiderio cieco di libertà, la fame di vita, la curiosità anche malsana verso qualunque cosa pensavo mi piacesse o potesse piacermi... qualunque cosa, senza pensare ai se e ai perchè. Troppe volte i miei mi hanno raccattato sbronzo come un ciuco in questure e commissariati, troppe volte ho dato loro preoccupazioni senza rendermi conto -da adolescente perciò egoista- di quanto fossero tormentati da 'sto figlio mezzo scemo.
E' un'età complicata ed oggi -secondo me- ancora di più, con i continui, molesti & malsani input che provengono dalla tv spazzatura, dall'informazione non libera, dalla nostra cultura corrotta da troppe ingerenze.
La femminilità svenduta sui cartelloni per venderti qualcosa, le mode inutili e dannose, religiosi e politici che fanno a coltellate per decidere come 'sti ragazzi dovranno vivere... fare il genitore (e lo zio, e l'insegnante) oggi è davvero un'impresa difficile, COMUNICARE è diventato difficile. Concordo con Rosaeviola: dobbiamo -più che capire- riuscire a farci capire, conquistare la loro fiducia, riuscire a trasmettere loro qualcosa di sano....
Un caro saluto
Andrea
 
Ultima modifica di un moderatore:

lidia1809

Guru Giardinauta
Io ci sono possata da "poco" personalmente (mi riferisco a me stessa!) :lol: .................che posso dirvi, passerà!
ci vuole solo taaaaaaaaanta pazienza!
 

RosaeViola

Master Florello
Io mi trovo esattamente nelle stesse condizioni di Mikki. Ho una figlia di 16 anni che mi sta facendo penare parecchio, computer sempre su msn anche quando fa i compiti,immaginate come li fa, cell.sempre acceso, mp3 sempre alle orecchie anche quando dorme, io non capisco niente, mi dice sempre che la devo lasciare in pace, vuole sempre uscire, ma ora è in punizione.......un mese siamo andati a prenderla all'uscita dalla discoteca completamente ubriaca...sono disperata......


Gufetto, delle volte io credo che piuttosto che essere angustiati così, sia meglio rivolgersi a qualcuno per farsi dare una mano.
Io stessa in momenti difficili o particolarmente delicati, quando non ero sicura che le scelte e i passi che stessi facendo fossero giusti, mi sono rivolta per qualche domanda a persone esperte.
In un caso o due mi son rivolta anche a Telefono Azzurro che mette a disposizione professionisti (psicologici) seri e preparati per ascoltare e suggerire possibili strategie. Ti assicuro che lo fanno con molta delicatezza e professionalità e, inoltre, la psicologa con cui parli ti dà un riferimento in maniera tale che se hai bisogno di contattarla ulteriormente, la puoi ritrovare per poter parlare sempre con la stessa persona in modo che ti segua nel tuo percorso.

Aiuta molto e ti toglie quel senso di impotenza che provi che innalza moltissimo i livelli dell'ansia.


Se hai bisogno di informazioni, nel caso decidessi di chiamarli (non è impegnativo e non comporta nulla da parte tua fatto salvo la telefonata), non esitare a contattarmi. :love_4:

Ti mando un abbraccione grande grande
 

RosaeViola

Master Florello
posso intromettermi?
Non ho figli e probabilmente non ne avrò, almeno per ora... sono forse la persona meno indicata per dare un'opinione, ma ho una nipote adolescente con la quale ho costruito un bel rapporto. Poi ho un bel po' di studenti dai 12 ai 14 anni, che mi insegnano sempre qualcosa.
Penso sia normale che a 14, 15, 16 anni (a volte anche prima) i giovani cerchino la "loro strada" e comincino ad avanzare pretese di autonomia, indipendenza, libertà.... ricordo la mia adolescenza, divisa tra la mia famiglia, sempre presente e forse troppo, e la strada dove ho combinato i guai peggiori e vissuto esperienze talvolta shockanti. Ricordo perchè, lo ricordo molto bene quel desiderio cieco di libertà, la fame di vita, la curiosità anche malsana verso qualunque cosa pensavo mi piacesse o potesse piacermi... qualunque cosa, senza pensare ai se e ai perchè. Troppe volte i miei mi hanno raccattato sbronzo come un ciuco in questure e commissariati, troppe volte ho dato loro preoccupazioni senza rendermi conto -da adolescente perciò egoista- di quanto fossero tormentati da 'sto figlio mezzo scemo.
E' un'età complicata ed oggi -secondo me- ancora di più, con i continui, molesti & malsani input che provengono dalla tv spazzatura, dall'informazione non libera, dalla nostra cultura corrotta da troppe ingerenze.
La femminilità svenduta sui cartelloni per venderti qualcosa, le mode inutili e dannose, religiosi e politici che fanno a coltellate per decidere come 'sti ragazzi dovranno vivere... fare il genitore (e lo zio, e l'insegnante) oggi è davvero un'impresa difficile, COMUNICARE è diventato difficile. Concordo con Rosaeviola: dobbiamo -più che capire- riuscire a farci capire, conquistare la loro fiducia, riuscire a trasmettere loro qualcosa di sano....
Un caro saluto
Andrea

Andrea, io ci ho passato la vita a parlare con loro di tutto.
Ho dovuto anche combattere con chi mi diceva che ero matta perchè toglievo loro il candore dell'infanzia.
Parto sempre dal presupposto che quando un bambino o un ragazzino fanno una domanda precisa, è perchè sono pronti alla risposta che, ovviamente, deve essere data con cautela nell'esporre senza traumatizzare soprattutto in relazione all'età.
Se non fossero pronti a sentire la risposta, la domanda non sarebbe nemmeno sorta nella loro mente.

La verità, a mio avviso, è che siamo NOI adulti a non esser mai preparati a rispondere.

Ricordo l'imbarazzo di alcuni miei famigliari quando, un anno fa, di fronte alla domanda di mia figlia (11 anni) su cosa fosse la masturbazione, io risposi serenamente e senza percorsi contorti.
Spiegai con semplicità, usando i termini che ritenevo potessero essere giusti per lei e lei capì, prese l'informazione e la ripose senza maliziosi sorrisi o imbarazzi, in uno dei suoi tanti cassetti mentali.

Stessa cosa per la realtà che vivono. Pongono sovente domande che richiedono anche a me, un momento di riflessione prima di rispondere.
Abbiamo sempre parlato di tutto anche a questo livello: realtà sociale, problemi relativi, politica, religioni, multiculturalità...

Non mi sono mai nascosta dietro alla frase canonica, non è roba per te perchè sei piccolo, proprio perchè so per certo che se chiedono hanno diritto di sapere e sono pronti a sapere.

Ultimamente mi sono resa conto che questa apertura mia nei loro confronti, ha consentito loro la possibilità di valutare un accadimento con maggiori strumenti e ha consentito a queste due persone che sto allevando, di pensare che non ci sia nulla di cui non si possa parlare.

Come penso spesso, sono i ragazzi ad aver bisogno di noi e non il contrario.
Li mettiamo al mondo ma talvolta sono solo estensioni del nostro ego quando in realtà, sono esseri diversi e ben distinti da noi.
Perchè non accettare che non li possiamo e dobbiamo possedere?
Perchè non accettare che abbiano diritto al rispetto di ciò che sono e che non sono appendici che possiamo utilizzare come vorremmo?

Appartengono solo a sè stessi e non a noi genitori.
Noi abbiamo solo il dovere di amarli e dar loro gli strumenti per camminare nel mondo, rendendoli più consapevoli possibile della loro esistenza e di quella degli altri.
 
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