River, io quel problema l'ho studiato per benino, ci ho messo anche del mio riflettendoci su e non sono chiusa a posizioni diverse dalla mia, così come non mi scandalizza ciò che investe la sfera sessuale, avendo ricevuto un'educazione decisamente laica, e con la stessa convinzione non ho mai detto che condannerei a morte un pedofilo, la pena capitale non è nelle mie corde, è barbarie.
Ribadisco, però, che nella moltitudine di pedofili rientra un pò di tutto, e l'abusato che a sua volta abusa costituisce una percentuale piuttosto bassa rispetto a chi fa della pedofilia una semplice trasgressione o addirittura un affare: nel caso del ragazzino stuprato e ucciso a Barrafranca, tanto per fare uno di tantissimi possibili esempi, non si trattava di veri pedofili ma di delinquenti che avevano allestito un vero e proprio set per fare filmini da vendere... e di casi del genere ce n'è davvero un'infinità.
Allora che si fa?
-La giustizia deve trattare certi criminali (chi stupra, chi abusa, chi filma, chi vende e compra materiale ecc...) come soggetti pericolosi per la società e adottare misure di ogni genere (anche la castrazione chimica, la psicoterapia, il carcere duro e via)
-I genitori devono osservare, vigilare, leggere i comportamenti e avere il coraggio di denunciare anche un proprio parente o l'amico di famiglia, senza vergogna, perchè scegliere di non farlo, qualunque sia la motivazione, diventa un'imperdonabile complicità: anche se tu togli tuo figlio dalle grinfie del pedofilo che hai smascherato, se sarai omertoso metterai altri bambini in pericolo.
- I bambini vanno aiutati a capire cosa è giusto e cosa è inaccettabile tra i comportamenti che un adulto può avere con loro, mediante attività apposite e senza creare ovviamente psicosi e diffidenza immotivate, quindi niente "uomo nero" ma una vera e propria educazione a "leggere" l'altro. Spesso, infatti, il pedofilo fa credere alla piccola vittima che quello che lui gli fa è normale o, peggio ancora, che è "amore", cosicchè il profondo disagio che ovviamente il bambino sente viene letto non come segno che qualcosa non va, ma come inadeguatezza e senso di colpa, il che rende difficile che lui racconti quello che sta vivendo.