Man mano che leggevo mi chiedevo: "Ma nessuno che citi i russi?"
E alla fine ci siete arrivate.
Anch'io li adoro e ho letto praticamente tutto.
Devo dire che "Umiliati e Offesi" di Dostoevskji è stato il primo che ho letto e anche una rivelazione.
Da lì in poi, impossibile resistere alla capacità drammaturgica di questi scrittori.
Adorabile anche Gogol.
Sugli inglesi, beh, che dire se non che sfondate una porta aperta? La Austen l'adoro (bellissimo anche "L'Abbazia di Northanger") e così Emily Bronte. Cime tempestose è un libro che mi ha letteralmente travolto.
I sudamericani a me piacciono. Forse uno che non riesco ad affrontare fino in fondo è Jorge Amado, ma la Allende e Sepulveda, Marquez ("L'amore ai tempi del colera" mi ha letteralmente rapito il cuore e la mente) e Coelho (ma solo il suo "Veronica decide di morire" mi è piaciuto tanto) sono per me dei bellissimi momenti di lettura.
Le rose di Acatama, di Sepulveda, è un libro bellissimo, pieno di poesia e di dolcezza, con delle immagini così sapientemente tratteggiate da diventare sinestesiche.
In quanto alla Allende (di cui ho letto tutto), trovo che La casa degli spiriti, in assoluto sia il suo romanzo più bello, più straordinario e più coinvolgente. Lo leggevo continuamente, non riuscivo a staccarmene, leggevo anche in autobus e quando dovevo scendere, non riuscivo a chiuderlo.
Ricordo che una mattina, scendendo dalla 61 in Piazzale Dateo, ho praticamente sbattuto contro un palo pur di poter continuare a leggere.
Da questo libro in poi, ho trovato bellissimo e intenso Paula, mentre gli altri mi hanno travolto di meno.
Umbero Eco, invece, è stata una grande affascinazione ma devo dire che Il nome della rosa e Baudolino, sono stati per me dei veri viaggi di piacere, in mondi lontani e l'immersione in tutto questo, pressochè totale.
Il nome della rosa, l'ho letto in tre giorni e non riesco ancora oggi (malgrado siano passati quasi 20 anni da quando lo lessi) a perdere dentro di me, la sensazione che provai pagina dopo pagina.
Il film fu una delusione colossale. Stravolto persino il finale.
Mi stupisce, invece, scoprire che avete letto Il petalo cremisi e bianco.
A me lo regalarono a Natale di due anni fa e d'acchitto mi sconvolse lo spessore...:inc:
Così, lo appoggiai sul comodino in attesa che la copertina smettesse di affascinarmi...e non smise.
Lo lessi quasi d'un fiato e lo trovai magnifico. Condivido appieno le parole di non ricordo chi, ha descritto questo come uno splendido romanzo ottocentesco ma scritto in maniera moderna e mai stucchevole.
Mi ha lasciata un po' perplessa il finale...forse mi aspettavo un colpo di scena anche più sensazionale, ma è comunque un bellissimo libro.
E adesso vi prego, vi supplico, vi esorto a scoprire Simenon. Non mi stancherò mai di dirlo a chiunque che questo uomo è stato sicuramente il più grande romanziere contemporaneo.
Dire che l'adoro è poco e che non mi perdo UNA uscita di Adelphi dei suoi libri.
Ho amato fino a sfinirmi anche la De Beauvoir, di cui ho letto tutto e che mi ha arricchito tantissimo in quel periodo della mia vita.
I miei preferiti senza ombra di dubbio Memorie di una ragazza per bene e Le belle immagini.
Infine, una delle mie più grandi passioni giovanili è senz'altro Cesare Pavese.
Di questo autore, grandissimo, ho nel cuore alcuni libri che mi hanno accompagnata sempre, in ogni momento della mia vita.
Non ho avuto la forza di leggere Il mestiere di vivere. Non so perchè. L'ho comprato e poi non ce l'ho fatta.
In questi giorni sto leggendo "Storia di San Michele" di Axel Munthe, di cui ho visitato casa e giardino proprio la settimana scorsa a Capri e mi ha letteralmente travolto, al punto che allo shop annesso alla casa, mi son comperata il libro che sembra sia stato un best seller al pari della Bibbia e del Corano ed è tradotto in 40 lingue.
Lui è stato un uomo straordinario, un uomo capace di grandi sentimenti e grandi riflessioni, con una sensibilità incredibile e il suo giardino ne è la prova.
Man mano che visitavo la casa e leggevo gli stralci del libro che spiegavano alcune gigantografie appese alle pareti, mi sentivo affascinare sempre più.
Vi sono espressi concetti bellissimi, pieni di passione, di sentimento, di rimpianti, di difficoltà del realizzare un grande sogno e dell'amarezza di sentire tutto il dolore di un'umanità intera.
Nel vedere il suo giardino, ho capito appieno quello che provava. Lui è ovunque in quegli spaccati di prato e negli accostamenti delle piante, nelle parti più intime e in quelle in cui la luce e gli spazi aperti di questa villa a strapiombo sul mare, hanno la scena ma senza mai essere smodate o eccessive in una celebrazione intima e piena di vita.
E' stata un'emozione pura e profondissima essere lì, tanto da essere commovente, tanto da piangere.
Il libro era un atto dovuto e si sta confermando appunto per quello che prevedevo.
Comunque, vi invidio un po', la capacità di rileggere un libro. Io c'ho provato non so quante volte, ma non va...