Premetto che non sono una persona che sulla sicurezza alimentare
spacca il capello in 12: curo l'igiene ambientale e tratto i prodotti che cucino e mangio seguendo le normali regole che tradizionalmente ho imparato in casa e dallo scambio con l'ambiente che frequento. Probabilmente sono diventata fobica per quel che riguarda l'argomento anche se fino ad un cero punto il problema non mi passava nell'anticamera del cervello perdendo un certo "fatalismo"!
E' accaduto quando, trasferitami in campagna, un collega mi chiese se potevo procurargli delle nuova "fresche del contadino" per la nipotina cosa che feci tranquillamente.
Qualche giorno dopo, però, mi disse che la pediatra aveva detto alla nuora che era preferibile che la bimba assumesse le uova in commercio perché meno rischiose in quanto pastorizzate. Ne era sconcertato come lo fui io e cominciai a chiedere in giro accorgendomi che molti pediatri erano dello stesso avviso e che accadeva che delle partite di uova venissero ogni tanto ritirate dal commercio per rischio di salmonella come è accaduto anche in questi giorni.
Senza voler criminalizzare nessuno in quanto l'uovo, con il guscio poroso, è altamente suscettibile di contaminazione ambientale e criminalizzando personalmente, però, l'uso sempre più diffuso di "chimica" (pur se in regola con le direttive nazionali e comunitarie) negli allevamenti che rappresenta la differenza quel che è cambiato rispetto alle nostre precedenti abitudini.
Accadde anche che un giorno aprendo un uovo acquistato presso un supermercato - e ancora a lunga scadenza - rimasi scioccata da quello che ci trovai dentro: qualcosa di nero e maleodorante che mi fece rivoltare lo stomaco (rimasi a lungo senza mangiare uova e da allora rompo prima le uova, una ad una, in un piattino prima di aggiungerle agli altri ingredienti).
Ne conclusi che, poiché mangiare uova crude non era indispensabile, avrei evitato di usarne anche se il Tiramisù, assaggiato quello eccezionale di mia cognata, mi ha sempre tentato!
Le notizie raccolte da più parti della possibilità di una pastorizzazione non all'origine (che poteva essere resa inefficace dai tempi e modi di arrivo delle confezioni sul banco dei negozi e luoghi di permanenza delle uova stesse) ma all'atto dell'utilizzo hanno reso accettabile, nella mia logica, prendere in considerazione l'idea di preparare in casa il goloso dolce di cui a lungo mi ero privata!!!
Ne preparerò, quindi, secondo la ricetta tradizionale e in ogni possibile variante (alle fragole, ai frutti di bosco, all'arancia ...... per ogni periodo dell’anno, per ogni occasione e per ogni gusto) perché
Ciao, ciao