Clorophilla
Florello
e sto' cercando ricette in rete, ma che confusione! Ogni sito mi dà dosi diverse, non capisco più niente :crazy:
Allora, ho il pan di spagna in casa per cui non opto per savoiardi o novellini, uso quello. Chi dice 5 tuorli e 3 albumi, chi 4 uova, altri ancora 200 grammi di mascarpone contro i 750 di un altro sito o i 500 di una altro ancora, ho una confusione in testa:baf: , ci mancava che fossi negata a fare i dolci :azz:
beh intanto, cercando quà e là, ho trovato la sua storia:
Festa del palato è da sempre in testa alla classifica dei dolci più amati. Nel nostro Paese, in base ad un sondaggio condotto da una rivista, il tiramisù è stato riconfermato dessert prediletto di una speciale categoria: quella dei "dolci al cucchiaio". Ma il successo di questo dolce squisito è internazionale; difatti, non conosce confini: se girate il mondo lo troverete dappertutto, nei menù più esclusivi di molti ristoranti, dall'Europa all'America. Finanche sul web. Non per fare del futile nazionalismo ma, secondo fonti attendibili, il dolce è da considerare italiano al 100 per cento.
Cominciamo dall’anno di nascita: il tiramisu vede la luce intorno alla fine del XVII secolo. I toscani sostengono che il dolce vide la luce a Siena. E citano anche l’occasione in cui questo accadde: si trattò della visita dell’allora
Granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici. Il personaggio è descritto come vanitoso, scialacquatore e amante dello sfarzo; ma anche molto goloso e di buon palato. In onore del Granduca il tiramisù fu allora battezzato "zuppa del duca". Il Granduca di Toscana mosrtrò di apprezzarlo moltissimo e se ne dimostrò insaziabile. Fu così che il nome rimase: zuppa del duca. Partito il duca da Pisa, la ricetta del tiramisù conquistò altri personaggi; la ricetta lo seguì a Firenze, punto d’incontro di artisti e intellettuali, italiani e stranieri, che se ne mostrarono entusiasti.
La "zuppa del duca" divenne così famosa da non conscere confini, tant’è che dal granducato approdò a Treviso, poi fu la volta di Venezia. Qui fu accolta con ogni onore dai cortigiani, che le attribuirono addirittura virtù afrodosiache.
Per gli amanti della Serenissima far precedere l’amplesso amoroso dalla "zuppa del duca", divenne un rito irrinunciabile. Fu con ogni probabilità questa riconosciuta qualità di dar impeto e vigoria all’incontro amoroso che ne mutò il nome.
Non più zuppa del duca, bensì "tiramisù".
Ma quale fu la ricetta originale?
Sulle presunte virtù afrodisiache del tiramisu molti hanno dibattuto. E’ stato messo in rilievo che la componente caffè-cioccolato (sia pure in minime quantità) è possibile che conferisca al dolce un potere delicatamente eccitante. Ma rimane indiscutibile il suo valore energetico; basti pensare alla presenza di ingredienti ad alto tenore di grassi (il solo mascarpone, un latticino tipico delle regioni del nord Italia, ne contiene fino al 55%), proteine e zuccheri). Insomma una vera e propria bomba calorica, dal gusto eccezionale, inconfondibile.
Ma voi come lo fate?
Allora, ho il pan di spagna in casa per cui non opto per savoiardi o novellini, uso quello. Chi dice 5 tuorli e 3 albumi, chi 4 uova, altri ancora 200 grammi di mascarpone contro i 750 di un altro sito o i 500 di una altro ancora, ho una confusione in testa:baf: , ci mancava che fossi negata a fare i dolci :azz:
beh intanto, cercando quà e là, ho trovato la sua storia:
Festa del palato è da sempre in testa alla classifica dei dolci più amati. Nel nostro Paese, in base ad un sondaggio condotto da una rivista, il tiramisù è stato riconfermato dessert prediletto di una speciale categoria: quella dei "dolci al cucchiaio". Ma il successo di questo dolce squisito è internazionale; difatti, non conosce confini: se girate il mondo lo troverete dappertutto, nei menù più esclusivi di molti ristoranti, dall'Europa all'America. Finanche sul web. Non per fare del futile nazionalismo ma, secondo fonti attendibili, il dolce è da considerare italiano al 100 per cento.
Cominciamo dall’anno di nascita: il tiramisu vede la luce intorno alla fine del XVII secolo. I toscani sostengono che il dolce vide la luce a Siena. E citano anche l’occasione in cui questo accadde: si trattò della visita dell’allora
Granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici. Il personaggio è descritto come vanitoso, scialacquatore e amante dello sfarzo; ma anche molto goloso e di buon palato. In onore del Granduca il tiramisù fu allora battezzato "zuppa del duca". Il Granduca di Toscana mosrtrò di apprezzarlo moltissimo e se ne dimostrò insaziabile. Fu così che il nome rimase: zuppa del duca. Partito il duca da Pisa, la ricetta del tiramisù conquistò altri personaggi; la ricetta lo seguì a Firenze, punto d’incontro di artisti e intellettuali, italiani e stranieri, che se ne mostrarono entusiasti.
La "zuppa del duca" divenne così famosa da non conscere confini, tant’è che dal granducato approdò a Treviso, poi fu la volta di Venezia. Qui fu accolta con ogni onore dai cortigiani, che le attribuirono addirittura virtù afrodosiache.
Per gli amanti della Serenissima far precedere l’amplesso amoroso dalla "zuppa del duca", divenne un rito irrinunciabile. Fu con ogni probabilità questa riconosciuta qualità di dar impeto e vigoria all’incontro amoroso che ne mutò il nome.
Non più zuppa del duca, bensì "tiramisù".
Ma quale fu la ricetta originale?
Sulle presunte virtù afrodisiache del tiramisu molti hanno dibattuto. E’ stato messo in rilievo che la componente caffè-cioccolato (sia pure in minime quantità) è possibile che conferisca al dolce un potere delicatamente eccitante. Ma rimane indiscutibile il suo valore energetico; basti pensare alla presenza di ingredienti ad alto tenore di grassi (il solo mascarpone, un latticino tipico delle regioni del nord Italia, ne contiene fino al 55%), proteine e zuccheri). Insomma una vera e propria bomba calorica, dal gusto eccezionale, inconfondibile.
Ma voi come lo fate?