Condivido molte delle vostre idee.
Chi non lo ha mai studiato, non può capire fino in fondo. Il latino sviluppa capacità ed elasticità mentale paragonati a quelli di matematica (infatti solitamente chi va bene in latino va bene anche in matematica).
Tra l'altro mi è parso di sentire quando ero in chiesa la gente dire "
ora pro nobis" nel senso "prega per noi".
Quando cambia il soggetto le persone (molto probabilmente ignoranti della materia) dicono sempre
"ora pro nobis", invece di
"orate pro nobis", cioè
pregate.
Quelli che non fanno latino da me non sanno che cos'è un'ancella, ad esempio (i latinisti gli facevano un baffo
).
Oppure, sempre per fare un esempio, i paradigmi dei verbi base fanno intuire i significati delle parole.
Ad esempio il sostantivo "atto" deriva da "ago, agis, egi,
actum, agere", ovvero il verbo fare.
Così come il verbo dare, portare (gesso, gesto) dovere (debito)...
Io resto sempre del fatto però che, seppur il latino sia utile, potremmo anche dire fondamentale, non debba prendere il posto alle lingue straniere come l'inglese, fondamentale per non perdere il filo in un mondo che cambia.
leggendovi mi e' venuto lo stesso dubbio di Marcello. se i nomi delle piante fossero in klingoniano dovrei studiarmi la lingua klingon?
C'è una differenza tra studiare
una lingua e i nomi delle piante; nella prima si prevede l'ampio e approfondito studio della grammatica e l'acquisizione di testi d'autore; per la seconda, oltre al fatto che il latino scolastico non comprende lo studio dei nomi delle piante, li si studia in maniera approfondita in un indirizzo che prevede quelle competenze.