tutti gli esseri viventi, compresi i tuoi batteri Jack, rifuggono il dolore e ricercano la soddisfazione delle esigenze primarie, questo non lo dico io ma i biologi, ed è un principio universale; tutte le società in ogni epoca e luogo (escluso la Germania hitleriana ecc. ecc.) giudicano riprovevole uccidere o fare del male ad un essere umano, questo non lo dico io ma gli storici, ed è una legge universale.
In forza di questo, e sostenuta dal pensiero di molti filosofi e umanisti di ogni epoca, io mi prendo la libertà di affermare che esistono per me valori universali (rispettare l'altro, i suoi sentimenti, la sua cultura) da cui derivano i diritti civili che ogni essere umano dovrebbe trovare accanto alla culla al momento della nascita, al di là del sesso o del colore della pelle.
Se noi anteponiamo il rispetto per la cultura e le tradizioni (che sono creazioni umane, o sovrastrutture in senso sociologico) al rispetto per l'essere umano, significa che giustifichiamo la sopraffazione dell'individuo da parte della società (vedi problema infibulazione).
Essere relativisti (e, aggiungo io, agnostici come me) significa avere ben chiaro tutto questo, e non dimenticare che rispettare una cultura diversa dalla nostra significa aiutarla a crescere, sostenerla economicamente quando necessario, ma chiedendo che vengano sempre rispettati i diritti fondamentali; poi ognuno viva e si governi come preferisce (và da sè che i carrarmati debbano rimanere in garage!)