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Riverviolet
Guest
E' un argomento un po' spinoso, di non facile risoluzione.
Lessi tempo fa' che il giardino è un'area artificiale, costruita dalla mano umana e non assimilabile a 'natura'. Se non altro è natura assogettata al volere umano.
E non posso che essere daccordo, è quel che succede in effetti.
Ieri, ero a scuola dei miei figli a seminare nasturzi, per un progetto di classe.
Scuola elementare, classe 3°.
Mentre si parlava della pianta in questione dico ai bambini che il nasturzio non sopravvive al freddo e quindi muore.
La maestra interviene e dice testuali parole: 'muoiono le persone, gli animali per le piante è meglio dire che hanno una fine'.
:squint:
Non ho replicato, tra lo sconcerto e lo scrupolo di non ingenerare una polemica, ma fondalmentalmente ho taciuto perchè mi rendo conto di non comportarmi nei fatti in modo così diverso.
Non trovo giusta l'affermazione della maestra che abbassa la sensibilità ed il rispetto delle future generazioni verso creature viventi, ma in fondo, quando estirpo la pianta che lì non mi piace o l'infestante (infestante lei per i miei scopi, prevaricatrice io e violenta nei suoi confronti, nei confronti di una vita, comunque) non mi comporto ipocritamente anche peggio?
Cosa le rende diverse, il presupposto che non avrebbero anima? Sempre secondo l'abnorme ego umano?
In un paio di anni dopo millenni di mancata attribuzione, finalmente si riconoscono gli animali come aventi diritto ad essere rispettati e non meri oggetti di affezione umana (nel caso soprattutto di cani e gatti), mentre le piante continuano ad essere viste come, oggetti di arredamento, strumenti per fare arte, estensioni comunque e sempre, del desiderio umano.
Se è lecito, è lecito sempre, a prescindere dalle motivazioni, l'uccidere una pianta.
Se non lo è, non lo è mai, uccidere. Esistono vie di mezzo quando in ballo c'è la vita?
Mi date un vostro parere?
Lessi tempo fa' che il giardino è un'area artificiale, costruita dalla mano umana e non assimilabile a 'natura'. Se non altro è natura assogettata al volere umano.
E non posso che essere daccordo, è quel che succede in effetti.
Ieri, ero a scuola dei miei figli a seminare nasturzi, per un progetto di classe.
Scuola elementare, classe 3°.
Mentre si parlava della pianta in questione dico ai bambini che il nasturzio non sopravvive al freddo e quindi muore.
La maestra interviene e dice testuali parole: 'muoiono le persone, gli animali per le piante è meglio dire che hanno una fine'.
:squint:
Non ho replicato, tra lo sconcerto e lo scrupolo di non ingenerare una polemica, ma fondalmentalmente ho taciuto perchè mi rendo conto di non comportarmi nei fatti in modo così diverso.
Non trovo giusta l'affermazione della maestra che abbassa la sensibilità ed il rispetto delle future generazioni verso creature viventi, ma in fondo, quando estirpo la pianta che lì non mi piace o l'infestante (infestante lei per i miei scopi, prevaricatrice io e violenta nei suoi confronti, nei confronti di una vita, comunque) non mi comporto ipocritamente anche peggio?
Cosa le rende diverse, il presupposto che non avrebbero anima? Sempre secondo l'abnorme ego umano?
In un paio di anni dopo millenni di mancata attribuzione, finalmente si riconoscono gli animali come aventi diritto ad essere rispettati e non meri oggetti di affezione umana (nel caso soprattutto di cani e gatti), mentre le piante continuano ad essere viste come, oggetti di arredamento, strumenti per fare arte, estensioni comunque e sempre, del desiderio umano.
Se è lecito, è lecito sempre, a prescindere dalle motivazioni, l'uccidere una pianta.
Se non lo è, non lo è mai, uccidere. Esistono vie di mezzo quando in ballo c'è la vita?
Mi date un vostro parere?