Forse la prendo un po' alla larga, ma credo che qui ci sia una contraddizione in termini: chi, come noi, ama gli animali, si ritrova costretto ad intervenire, anche drasticamente, nella loro vita proprio per porre garantire quella tutela e quel rispetto che a monte non e' stato dato loro.
Gli animali, soprattutto cani e gatti, sono 'venuti in pace', come gli alieni che scendono dalla navicella con la mano alzata, in segno di amicizia, ma la nostra mano era ugualmente alzata?
Quell'amicizia e' stata ricambiata? E' stato ricambiato l'aiuto che ci e' stato dato in tempi in cui le provviste invernali venivano saccheggiate dai roditori e i gatti ci garantivano la sopravvivenza in cambio di un po' di avanzi?
E' stata ricambiata la guardia e l'aiuto che un cane puo' aver dato a un pastore, avvertendolo prontamente di qualsiasi 'ostile' in avvicinamento o difendendo il gregge a scapito della propria vita?
Li abbiamo incatenati, seviziati, resi schiavi, abbiamo abusato di loro, perpetrato crimini contro ogni specie animale nel nome della vanita' e della ricerca degli elisir di lunga vita e di bellezza.
Abbiamo devastato i loro habitat (vogliamo parlare del fatto che negli ultimi anni si puo' incontrare un gabbiano anche in pieno centro di Roma, che svolazza tra lo smog sull'altare della patria, in piena Piazza Venezia alla ricerca di cibo?)
Le nostre citta' sono state progettate a misura d'animale? Bisogna fare i conti con il fatto che in realta' non sono state pensate neanche per poter garantire la qualita' della vita di un uomo. L'unica struttura in citta' che viene progettata per un animale, e' quella per ingabbiarlo, togliendogli ogni forma di dignita' e dandogli in cambio gli occhi della sofferenza.
Non dimentichiamo che gli animali che vivono in grandi citta', come Roma, dove vivo io, non hanno molte chance di poter vivere a lungo, se non i pochi fortunati che vengono accuditi grazie ai volontari, nei canili, o a quelli che si preoccupano di accudire gli abitanti della propria zona.
Io credo che tutti noi, qui, accettiamo la vita e la morte come parte della natura e che tutti noi vorremmo poter vedere i nostri amici liberi di vivere una vita a misura d'animale, poterli vedere correre liberi nei prati e poterli crescere i cuccioli insegnandogli a cacciare invece di dovergli insegnare prima come si attraversa una strada e poi come si elemosina il cibo.
D'accordo, l'esperienza ci insegna che sia bianco che nero sono valori assoluti e nel mezzo ci sono mille sfumature ma, proprio per questo, dovresti convenire con me che la sterilizzazione, sia per un gatto di casa che per uno di strada faccia parte di queste mille sfumature.
In un mondo perfetto gli animali non andrebbero sterilizzati e andrebbero lasciati liberi di potersi accoppiare, secondo natura, ma, visto quanto detto sopra quanti altri animali dobbiamo far soffrire prima di capire che le nascite vanno controllate il piu' possibile proprio per non creare ulteriore sofferenza?
Sono stanca, andando in clinica veterinaria, di dovermi scontrare con gattini di 1 mese e mezzo appena cui dei c*****i hanno avuto la bella idea di dar fuoco alle vibrisse, provocando ustioni al palato e terribili sofferenze, oltre che il sopraggiungere, entro pochi giorni della morte. O, ancora, di trovarci animali investiti, i cui attentatori scappano via noncuranti, come quando gettano una carta dal finestrino.
Per me, la sterilizzazione e' Vita, con l'iniziale maiuscola, è il piu' grande gesto d'amore che si possa fare verso un animale, per questo a me non interessa che viva in casa mia o sia il primo randagio che incontro per la strada.
Tu hai qualche contributo da darci che possa in qualche modo farci riflettere sul contrario?
Una piccola curiosita', sei contrario anche all'eutanasia, dal momento che, se non ho capito male, secondo quanto asserisci la vita e la morte di un animale dovrebbero avvenire senza che sia un umano a decidere per loro? O no?
Grazie,
Elisabetta