posta prioritaria
Ciao a tutti, vi ripprto un articolo di Massimo Gramellini, dalla sua rubrica "Buongiorno " su "La Stampa" del 03/11/2006:
"La prioritaria è secondaria"
C'era una volta la posta ordinaria. Il tapino sprovvisto di piccione o computer scriveva un biglietto, un contratto, un poema d'amore, ci appiccicava sopra un francobollo e cominciava a sperare. Appena lo Stato si accorse che le speranze del tapino diminuivano, decise nella sua magnanimità di venirgli incontro. Caro tapino, gli disse, dammi qualche altro soldino e ti offrirò un sogno. Se al posto del solito francobollo, ne appiccicherai uno blu, prioritario, io capirò che desideri davvero che la tua lettera arrivi a destinazione. E invece di fermarmi lungo la strada a bere un caffè lungo, lunghissimo, mi impegnerò affinché la tua busta adorata giunga a buon fine entro 24 ore.
Quando il tapino seppe che le prioritarie arrivavano realmente prima delle altre, ne fu così felice che pagò la sovrattassa quasi con gratitudine. Finché un giorno di maggio scoprì che la posta ordinaria era stata abolita e il francobollo prioritario condannato alla solitudine. Il che non lo rendeva più prioritario, ma unico. Il tapino accolse questa piccola prepotenza come tutte le altre: bofonchiando e subendo. Gli avevano tolto la libertà di scelta, gli restava almeno la garanzia d'efficienza. Ma si sa come funzionano queste cose: rimasta sola, la prioritaria prese a distrarsi e a rallentare il passo. Un'inchiesta di Altroconsumo rivelò che solo sei buste su dieci giungevano ancora al traguardo nei tempi previsti, mentre le altre quattro arrancavano con ritardi da tappone dolomitico. Erano bastati pochi mesi per trasformare il privilegio in un obbligo e l'obbligo in un disservizio. Ma niente paura, tapini: presto lo Stato varerà la posta superprioritaria, in grado di assicurare una consegna immediata. Certo, costerà un po' più cara. Però funzionerà così bene che la prioritaria sarà subito retrocessa a ordinaria. Finché verrà abolita, in un giorno di maggio.