elena_11293
Master Florello
mi scuso per l'ennesimo ot, chiarisco la mia posizione in risposta e poi rientro:
la mia esperienza dice che le regole esistono solo perché non ci si sa autoregolamentare => 1. quando uno inizia a saperlo fare, inizia pure a soffrirle; 2. sono convinta che se si è troppo chiusi dentro i regolamenti nn si impara a regolamentarsi da sé. es: io anche senza semafori so lasciar passare chi ha più fretta di me e se passo io faccio attenzione a non creare problemi agli altri che circolano. se qualcuno non lo sa fare da sé, gli servono i semafori. => 3. i semafori servono solo quando si tratta di pericolo di sopravvivenza => 4. dicevo che l'estetica altrui non mi mette né mi fa sentire in pericolo, le idee (comuni o meno) se imposte molto di più
in quelle situazioni mi sentirei benissimo. l'ho già detto, preferisco di gran lunga un mondo in cui tutti vanno in giro nature che bardati da come pensano vada bene, sia nell'abbigliamento che nel corpo stesso. son ben altre le cose che mi creano davvero problemi, e quelle di solito son ben nascoste da litri di profumo e forme esterne inappuntabili.
e poi come già detto, trovo il buongusto e il concetto di decenza una forma culturale, che varia nel tempo e nello spazio. il mio senso personale in questo, pur avendolo, so quindi che non è più giusto di quello di altri. e siccome preferisco un mondo dove si può andare liberamente ovunque, lavoro su di me per accettare sempre più cose che non rientravano nei canoni che possedevo quando stavo solo a casa mia, lasciando che gli altri facciano lo stesso. nn sono per il dire agli altri ciò che devono o non devono fare, guardo al mio. tra l'altro, ogni viaggio che ho fatto, guarda caso, mi ha spalancato gli occhi e la mente su questo e ne sono tornata molto ma molto più accettante anche di tutto quello che prima non mi andava lì dove vivevo.
sulle bruttezze, ripeto: trovo che non esista nulla che si possa definire 'bello' e 'brutto' (e ti faccio notare che ho studiato arte). sono idee, chi le vuole tenere in sé fisse faccia pure. c'è altro per me di più importante dentro una persona. che poi esce al di là del suo aspetto. e quando questo qualcosa c'è ed è libero di esprimersi, non ho dubbi che non va in giro a creare problemi agli altri. per chi ancora lo fa, perché non ci è entrato in contatto, si diverta pure con i semafori rossi, io nel frattempo vado a farmi un giro altrove.
appunto, io vado lì, in attesa che ovunque sia lo stesso. come tu stessa dici qui, è solo questione di pensarla allo stesso modo (=>si tratta di idee, non di assoluti), quando accade si sta bene. solo, io nn voglio imporre le mie idee a nessuno.
cmq, sevi vedo che continua a dialogare sulle stesse cose con più abilità di me, la continuo a quotare.
e qui rientro nel topic: per me i luoghi dove sto bene (sia per vacanza che non) sono sia dello spirito che del fisico, non riesco a separare i due aspetti, se sta bene uno sta bene anche l'altro, se uno non si trova a suo agio anche l'altro ne soffre. però, c'è anche che so che il tutto dipende da me, dal tipo di esperienza che ho scelto di fare: potrei essere in un luogo in cui a chiunque si apre l'anima ma lo stesso voler scappar via per il malessere creato dalle mie idee, aspettative, giudizi, storie che mi racconto, fretta (come diceva federica in apertura di thread).. oppure, essere dove chiunque odierebbe stare e sentirmi felice, solo perché ho scelto di viverlo così. mi influenzano ancora in realtà anche i fattori esterni, ma sempre meno. e soprattutto vedo che meno attribuisco loro capacità di farlo e al contempo più scelgo, più anche l'esperienza che segue è soddisfacente per me, indipendentemente dalle circorstanze esterne e quindi dal luogo.
c'è bellezza ovunque, io trovo, c'è solo da imparare a coglierla. e, rallentare, ho visto proprio essere un ottimo sistema per prenderne coscienza
Al punto 1 ammetti che non si deve prevaricare la libertà degli altri per la nostra poi dici che non devono esistere le regole...ma se non ci sono regole, la vita sarebbe un inferno per i più moderati, ognuno farebbe il proprio comodo in tutto...non sono d'accordo.
la mia esperienza dice che le regole esistono solo perché non ci si sa autoregolamentare => 1. quando uno inizia a saperlo fare, inizia pure a soffrirle; 2. sono convinta che se si è troppo chiusi dentro i regolamenti nn si impara a regolamentarsi da sé. es: io anche senza semafori so lasciar passare chi ha più fretta di me e se passo io faccio attenzione a non creare problemi agli altri che circolano. se qualcuno non lo sa fare da sé, gli servono i semafori. => 3. i semafori servono solo quando si tratta di pericolo di sopravvivenza => 4. dicevo che l'estetica altrui non mi mette né mi fa sentire in pericolo, le idee (comuni o meno) se imposte molto di più
punto 2
In questa discussione si sta parlando di indecenza nell'abbigliamento nei luoghi di turismo quindi... come ti sentiresti se per strada, in autobus, nei negozi, nei musei dei luoghi di vcanza ti trovassi vicino una persona come sopra descritta che mostra le sue "purtroppo" bruttezze o sudori o altro di cattivo gusto...o preferisci una persona magari coperta da un pareo momentaneo ed una maglietta che copre la zuava?
Serve poca fatica avere buon gusto.
in quelle situazioni mi sentirei benissimo. l'ho già detto, preferisco di gran lunga un mondo in cui tutti vanno in giro nature che bardati da come pensano vada bene, sia nell'abbigliamento che nel corpo stesso. son ben altre le cose che mi creano davvero problemi, e quelle di solito son ben nascoste da litri di profumo e forme esterne inappuntabili.
e poi come già detto, trovo il buongusto e il concetto di decenza una forma culturale, che varia nel tempo e nello spazio. il mio senso personale in questo, pur avendolo, so quindi che non è più giusto di quello di altri. e siccome preferisco un mondo dove si può andare liberamente ovunque, lavoro su di me per accettare sempre più cose che non rientravano nei canoni che possedevo quando stavo solo a casa mia, lasciando che gli altri facciano lo stesso. nn sono per il dire agli altri ciò che devono o non devono fare, guardo al mio. tra l'altro, ogni viaggio che ho fatto, guarda caso, mi ha spalancato gli occhi e la mente su questo e ne sono tornata molto ma molto più accettante anche di tutto quello che prima non mi andava lì dove vivevo.
sulle bruttezze, ripeto: trovo che non esista nulla che si possa definire 'bello' e 'brutto' (e ti faccio notare che ho studiato arte). sono idee, chi le vuole tenere in sé fisse faccia pure. c'è altro per me di più importante dentro una persona. che poi esce al di là del suo aspetto. e quando questo qualcosa c'è ed è libero di esprimersi, non ho dubbi che non va in giro a creare problemi agli altri. per chi ancora lo fa, perché non ci è entrato in contatto, si diverta pure con i semafori rossi, io nel frattempo vado a farmi un giro altrove.
Luoghi in cui essere liberi nel costume ci sono e lì sono tutti dello stesso pensiero...in quei posti non capirei chi contesta la libertà di costumi.
appunto, io vado lì, in attesa che ovunque sia lo stesso. come tu stessa dici qui, è solo questione di pensarla allo stesso modo (=>si tratta di idee, non di assoluti), quando accade si sta bene. solo, io nn voglio imporre le mie idee a nessuno.
cmq, sevi vedo che continua a dialogare sulle stesse cose con più abilità di me, la continuo a quotare.
e qui rientro nel topic: per me i luoghi dove sto bene (sia per vacanza che non) sono sia dello spirito che del fisico, non riesco a separare i due aspetti, se sta bene uno sta bene anche l'altro, se uno non si trova a suo agio anche l'altro ne soffre. però, c'è anche che so che il tutto dipende da me, dal tipo di esperienza che ho scelto di fare: potrei essere in un luogo in cui a chiunque si apre l'anima ma lo stesso voler scappar via per il malessere creato dalle mie idee, aspettative, giudizi, storie che mi racconto, fretta (come diceva federica in apertura di thread).. oppure, essere dove chiunque odierebbe stare e sentirmi felice, solo perché ho scelto di viverlo così. mi influenzano ancora in realtà anche i fattori esterni, ma sempre meno. e soprattutto vedo che meno attribuisco loro capacità di farlo e al contempo più scelgo, più anche l'esperienza che segue è soddisfacente per me, indipendentemente dalle circorstanze esterne e quindi dal luogo.
c'è bellezza ovunque, io trovo, c'è solo da imparare a coglierla. e, rallentare, ho visto proprio essere un ottimo sistema per prenderne coscienza