Datura rosa
Guru Master Florello
Stamattina, approfittando del risveglio di buon’ora e della schiena, di conseguenza,riposata che non mi avrebbe mandato a quel paese ogni volta che mi fossi chinata, mi sono armata di cesto e coltello a punta e sono andata per erbe
Ed ecco il “bottino”
Ho raccolto:
Farinaccio, farinaccio bianco, farinello, spinacio selvatico (Chenopodium album –Chenopodiaceae/Amaranthaceae). Infestante bistrattata dagli orticoltori ma buona dal punto di vista alimentare. La sua presenza, inoltre, denota una buona fertilità del terreno con forte presenza di fosforo e potassio. Sulle foglie, che hanno la forma del piede dell’oca, presentano una specie di farina che rimane sulle dita. Quando è giovane le sue foglie si consumano in insalata o, altrimenti, lessate e ripassate in padella o in ripieni vegetali.
Una volta i suoi semi venivano macinati e intervenivano nella panificazione.
Ramoraccio (Raphanus raphanistrum – Brassicaceae/Cruciferae). Da sempre utilizzato in cucina; ho letto da qualche parte che una volta esisteva il mestiere del ramoracciolo che, non si sa perché, era più diffuso nella zona diAmatrice (Lazio). S utilizzano le cimette, le foglie e il colletto della pianta. Tutto ha un sapore leggermente piccante. Si usa prelessato e ripassato in padella in accompagnamento a pietanze altrettanto decise di sapore (salsicce, carni di maiale arrostite, ecc.).
Dente di leone, soffione o piscialetto (Taraxacum officinale Weber - Asteraceae). Da giovanesi può mangiare crudo nelle insalate mentre successivamente si usa come la cicoria della quale ha un sapore meno amaro. Della pianta si utilizzano anche i boccioli che si mettono sotto aceto a mo’ di capperi. Una volta anche la radice veniva tostata e utilizzata come succedaneo del caffè.
Bietola Selvatica (Beta Vulgaris - Chenopodiaceae/Amaranthaceae). Questa più che selvatica è inselvatichita. Il proprietario del campo la seminò una decina di anni fa e poi non più. Da allora qualche pianta rinasce anno dopo anno ed è molto più saporita di quella che coltivo nel mio orto.
Crespino, crespigno, cicérbita, crespigna (Sonchus Oleratus -Asteraceae). E’ ottimo mangiato sia crudo (da giovane) che lesso insieme alle altre erbe dicampo. In Umbria c’è un detto che recita: crispigno di gennaro cibo da sovrano.
Silene rigonfia, stridoli, strigoli (Silene alba e vulgaris -Caryophyllaceae). Si utilizzano i giovani germogli e i giovani getti freschi in insalata uniti ad altre erbe, come con altre erbe si possono lessare i germogli per ripieni di torte salate o minestre o, ancora per gustose padellate di erbe miste ripassate con aglio, olio e peperoncino. Una preparazione ottima con questa erba è il risotto.
I nomi dialettali (S’ciopetine, schiopet, bubbolini, ecc.) fanno spesso riferimento al gioco che fanno i bimbi pigiando il fiore sulla fronte o sul dorso della mano per ascoltare lo scoppiettio che produce; o anche lo sfrigolio delle foglie strusciate fra di loro.
Finocchietto selvatico(Foeniculum vulgare – Apiaceae/Umbelliferae). Della pianta si utilizzano i giovani getti e le foglie fresche per aromatizzare insalate, primi piatti, piatti di pesce, salse e aceti aromatici. I frutti (impropriamente chiamati semi) si utilizzano per la preparazione della porchetta e, comunque, di tutte le carni grasse.
La parte tenera e le foglie più fine (raccolte a fine inverno) si utilizzano in Sicilia per la famosa Pasta con le sarde.
Ed ora che ci faccio con tutto questo ben di Dio?
Intanto dopo averle pulite, lavo ripetutamente le erbe, le scolo ben bene e le lesso al dente (assieme a due-tre patate sbucciate. Magari avessi anche qualche rapa bianca!) scolandole accuratamente (anzi strizzandole proprio tra le mani) e le metto da parte.
Stase rametterò in un bel padellone (ah i bei padelloni di ferro di una volta!!) aglio, olio evo e peperoncino e li farò ben dorare, aggiungerò 2-3 salsicce sbriciolate (il numero varia a seconda di quante erbe si abbiano), farò cuocere un pochino e unirò le erbe e le patate facendo insaporire il tutto. Qualche volenteroso bruscherà del pane sulla brace e ci faremo una bella padellata di verdura tra amici.
Ah, il vino: rosso sicuramente!
Ed ecco il “bottino”
Ho raccolto:
Farinaccio, farinaccio bianco, farinello, spinacio selvatico (Chenopodium album –Chenopodiaceae/Amaranthaceae). Infestante bistrattata dagli orticoltori ma buona dal punto di vista alimentare. La sua presenza, inoltre, denota una buona fertilità del terreno con forte presenza di fosforo e potassio. Sulle foglie, che hanno la forma del piede dell’oca, presentano una specie di farina che rimane sulle dita. Quando è giovane le sue foglie si consumano in insalata o, altrimenti, lessate e ripassate in padella o in ripieni vegetali.
Una volta i suoi semi venivano macinati e intervenivano nella panificazione.
Ramoraccio (Raphanus raphanistrum – Brassicaceae/Cruciferae). Da sempre utilizzato in cucina; ho letto da qualche parte che una volta esisteva il mestiere del ramoracciolo che, non si sa perché, era più diffuso nella zona diAmatrice (Lazio). S utilizzano le cimette, le foglie e il colletto della pianta. Tutto ha un sapore leggermente piccante. Si usa prelessato e ripassato in padella in accompagnamento a pietanze altrettanto decise di sapore (salsicce, carni di maiale arrostite, ecc.).
Dente di leone, soffione o piscialetto (Taraxacum officinale Weber - Asteraceae). Da giovanesi può mangiare crudo nelle insalate mentre successivamente si usa come la cicoria della quale ha un sapore meno amaro. Della pianta si utilizzano anche i boccioli che si mettono sotto aceto a mo’ di capperi. Una volta anche la radice veniva tostata e utilizzata come succedaneo del caffè.
Bietola Selvatica (Beta Vulgaris - Chenopodiaceae/Amaranthaceae). Questa più che selvatica è inselvatichita. Il proprietario del campo la seminò una decina di anni fa e poi non più. Da allora qualche pianta rinasce anno dopo anno ed è molto più saporita di quella che coltivo nel mio orto.
Crespino, crespigno, cicérbita, crespigna (Sonchus Oleratus -Asteraceae). E’ ottimo mangiato sia crudo (da giovane) che lesso insieme alle altre erbe dicampo. In Umbria c’è un detto che recita: crispigno di gennaro cibo da sovrano.
Silene rigonfia, stridoli, strigoli (Silene alba e vulgaris -Caryophyllaceae). Si utilizzano i giovani germogli e i giovani getti freschi in insalata uniti ad altre erbe, come con altre erbe si possono lessare i germogli per ripieni di torte salate o minestre o, ancora per gustose padellate di erbe miste ripassate con aglio, olio e peperoncino. Una preparazione ottima con questa erba è il risotto.
I nomi dialettali (S’ciopetine, schiopet, bubbolini, ecc.) fanno spesso riferimento al gioco che fanno i bimbi pigiando il fiore sulla fronte o sul dorso della mano per ascoltare lo scoppiettio che produce; o anche lo sfrigolio delle foglie strusciate fra di loro.
Finocchietto selvatico(Foeniculum vulgare – Apiaceae/Umbelliferae). Della pianta si utilizzano i giovani getti e le foglie fresche per aromatizzare insalate, primi piatti, piatti di pesce, salse e aceti aromatici. I frutti (impropriamente chiamati semi) si utilizzano per la preparazione della porchetta e, comunque, di tutte le carni grasse.
La parte tenera e le foglie più fine (raccolte a fine inverno) si utilizzano in Sicilia per la famosa Pasta con le sarde.
Ed ora che ci faccio con tutto questo ben di Dio?
Intanto dopo averle pulite, lavo ripetutamente le erbe, le scolo ben bene e le lesso al dente (assieme a due-tre patate sbucciate. Magari avessi anche qualche rapa bianca!) scolandole accuratamente (anzi strizzandole proprio tra le mani) e le metto da parte.
Stase rametterò in un bel padellone (ah i bei padelloni di ferro di una volta!!) aglio, olio evo e peperoncino e li farò ben dorare, aggiungerò 2-3 salsicce sbriciolate (il numero varia a seconda di quante erbe si abbiano), farò cuocere un pochino e unirò le erbe e le patate facendo insaporire il tutto. Qualche volenteroso bruscherà del pane sulla brace e ci faremo una bella padellata di verdura tra amici.
Ah, il vino: rosso sicuramente!