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stamattina voglio farmi male

paolaas

Guru Giardinauta
La prima cosa che mi viene da dire che è tuo papà l'idiota....
Per lo stato d'animo in cui sono in questo perido direi di mandarlo al diavolo e non farti più sentire per un bel po' di tempo. Che ti cerchi lui. E se non ti cerca.... pazienza...

Di carattere comunque sono tra quelli che pensano "chi non mi ama non mi merita..."
 

belvedere

Giardinauta Senior
1) ri-incontrai un mio amico, timido, mite e quasi sottomesso, che dopo anni di analisi ostentava una fermezza, una sicurezza di sè ai limiti della strafottenza,
.....importante è non diventare schiavi dell'analisi.

mi riferisco a professionisti seri e riconosciuti e non a ciarlatani.
I primi non produdono "mostri" (una buona psicoterapia induce una sorta di trasformazione, ma in armonia con la propria natura, sennò è una mutazione genetica! :eek:k07:) e non creano dipendenza.

il tuo amico temo abbia incontrato un ciarlatano.
 
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Sevi

Fiorin Florello
però, vedo che sta uscendo anche un altro tema, quello dell'essere capaci di ascolto (o meno). ci stavo (ri)pensando in questi giorni e, se può interessare a qualcuno, potrei postare quelli che sono stati appurati essere (nella pratica, verificabile da chiunque) errori base che tutti più o meno facciamo pensando di capire, dare ascolto e sostegno a una persona che sente la necessità di parlare.
se qualcuno vuole sapere di cosa si tratta mi dica che li trascrivo, altrimenti evito (lettura inutile a voi e fatica inutile a me stessa :)).


Non ho mica letto tutto ancora, però mi fido in partenza :)
quindi mi piacerebbe tu aprissi, postassi, trascrivessi...insomma si capisce.

Anzi grazie! :)
 

greenstone

Giardinauta Senior
mi riferisco a professionisti seri e riconosciuti e non a ciarlatani.
I primi non produdono "mostri" (una buona psicoterapia induce una sorta di trasformazione, ma in armonia con la propria natura, sennò è una mutazione genetica! :eek:k07:) e non creano dipendenza.

il tuo amico temo abbia incontrato un ciarlatano.

...e così giusto per sapere come si fa a riconoscerlo prima???...perchè credo che come succede in ogni altra branca della medicina, forse in questa ancor di più, il giudizio sia molto soggettivo!!
 

elena_11293

Master Florello
ho risolto (dopo aver già finito la trascrizione però!) cercando in rete e trovando dei materiali già suntati sull'argomento. la spiegazione è leggermente diversa, ma la base è quella. quindi a chi interessa capire quali tipi di risposte risultano vere e proprie barriere comunicative, può iniziare a farsene un'idea leggendo a questo link:

barriere all'ascolto


cmq, in sintesi estrema, queste le risposte 'fallimentari':

VALUTAZIONE
- fare la predica
- giudicare
- valutare positivamente
- ridicolizzare

SPIEGAZIONE
- analizzare, interpretare
- argomentare

SOSTEGNO
- rassicurare
- confortare
- consolare

INVESTIGAZIONE
- subissare di domande
- mettere in dubbio
- indagare

SOLUZIONE
- offire soluzioni e consigli
- ordinare/comandare


ognuno di questi atteggiamenti induce sensazioni e di conseguenza reazioni di vario tipo: blocco, chiusura, ribellione, deresponsabilizzazione, aspettativa,.... che non portano né l'ascoltatore a comprendere cosa l'interlocutore volesse davvero comunicare, né chi parla a sentirsi realmente compreso.


è possibile rendersene conto piuttosto facilmente osservando:
- come normalmente noi rispondiamo quando 'diamo ascolto'
- come gli altri 'che parlano' reagiscono alle nostre risposte
- come gli altri ci rispondono nel 'darci ascolto'
- come noi ci sentiamo in reazione alle loro risposte



risposte che invece facilitano l'espressione dell'altro prevedono 'comprensione' ed 'empatia'. in breve:

- comprensione: atteggiamento che mostri un reale provare a sentire gli stati d'animo espressi dall'interlocutore, comunicandoglieli per verificare la correttezza del proprio sentire e per permettergli di prenderne maggiormente atto capendo al contempo di essere stato ascoltato e compreso.

- empatia: più complesso, perché richiede disponibilità, accoglienza, non intervento, assenza di giudizio, di critiche, di complimenti, di consigli, di rassicurazione, centratura sul vissuto dell'altro, apertura verso il linguaggio dell'altro, ricordo che si è cmq individui separati (non è 'simpatia' né identificazione psichica).
 

belvedere

Giardinauta Senior
...e così giusto per sapere come si fa a riconoscerlo prima???...perchè credo che come succede in ogni altra branca della medicina, forse in questa ancor di più, il giudizio sia molto soggettivo!!

la cosa migliore sarebbe essere introdotti nell'ambiente: io ho sempre lavorato in ambito sociale e quando decisi di farmi aiutare mi consigliai con lo psicologo della mia struttura perchè mi segnalasse qulache nominativo, dicendo in breve ciò che ritenevo essere il mio problema e precisando che desideravo essere seguita da una figura femminile.

Lui mi suggerì una persona, che nel suo ambiente è ritenuta molto capace (cosa che mi è stata confermata anche da altri professionisti), specializzata in bioenergetica, cosa che poteva fare al mio caso.
Così come di solito chi è del mestiere conosce i nomi di quelli che squalificano la professione.

secondo me non sempre i pazienti hanno gli strumenti per essere obiettivi.
quelli "plagiati" ovviamente non sanno di esserlo e molti si dicono soddisfatti: a volte perchè vanno da lui solo per sfogarsi, altre perchè lo psicologo dice loro ciò che vogliono sentirsi dire anzichè aiutarli a scoprire da soli le cose scomode...

detto ciò bisogna anche verificare che ci sia del feeling con il professionista: se uno è bravo ma ti crea fastidio o imbarazzo a pelle c'è poco da fare, non è possibile fare alcun percorso insieme!
 
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Sasti

Florello
Valutazione e investigazione con i loro annessi sono i peggio!
Pistolotti/predicozzi non richiesti o peggio curiosità morbosa ed invadente, la fortuna è che li sgami al volo..........miiiiii
 
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elena_11293

Master Florello
se alcuni degli atteggiamenti che risultano fallimentari (se l'obiettivo che ci si è dati è di 'ascoltare' chi vuole dirci qualcosa) suonano ovvi (come lo sminuire o giudicare negativamente), altri non lo sono per nulla, in genere, e infatti spesso sorprendono chi pensava di aver sempre offerto un'ottimo 'orecchio' a chi ne avesse la necessità.. eppure, alla fin fine perfino l'offrire consigli di buon senso oppure conforto possono non essere vissuti come ciò di cui si ha realmente bisogno.
vi è mai capitato (sia di farlo che di 'riceverlo')? a me indubbiamente (entrambi).... :)
 

pa0la

Florello
se alcuni degli atteggiamenti che risultano fallimentari (se l'obiettivo che ci si è dati è di 'ascoltare' chi vuole dirci qualcosa) suonano ovvi (come lo sminuire o giudicare negativamente), altri non lo sono per nulla, in genere, e infatti spesso sorprendono chi pensava di aver sempre offerto un'ottimo 'orecchio' a chi ne avesse la necessità.. eppure, alla fin fine perfino l'offrire consigli di buon senso oppure conforto possono non essere vissuti come ciò di cui si ha realmente bisogno.
vi è mai capitato (sia di farlo che di 'riceverlo')? a me indubbiamente (entrambi).... :)

io ascolto volentieri, ascoltare mi piace
le occasioni non mi sono mai mancate, chi ha deciso di farsi ascolare evidentemente aveva piacere che io ascoltassi
probabilmente ho sbagliato in mille e una occasione, ma vorrei evitare di pormi troppo il problema
ci vuole spontaneità a raccontarsi, e ce ne vuole altrettanta ad ascoltare
se devo pensare a come ascoltare già non ascolto più......penso
 

Sasti

Florello
se alcuni degli atteggiamenti che risultano fallimentari (se l'obiettivo che ci si è dati è di 'ascoltare' chi vuole dirci qualcosa) suonano ovvi (come lo sminuire o giudicare negativamente), altri non lo sono per nulla, in genere, e infatti spesso sorprendono chi pensava di aver sempre offerto un'ottimo 'orecchio' a chi ne avesse la necessità.. eppure, alla fin fine perfino l'offrire consigli di buon senso oppure conforto possono non essere vissuti come ciò di cui si ha realmente bisogno.
vi è mai capitato (sia di farlo che di 'riceverlo')? a me indubbiamente (entrambi).... :)

Personalmente non mi piace dare consigli, mi riesce difficile quasi impossibile pormi su un piano diverso (se non superiore) rispetto a quello del mio interlocutore.
Cerco di rivivere nelle mie esperienze quelle di chi mi sta parlando, ne cerco di simili se è impossibile trovarne uguali e rifletto su come ho agito, parlo degli errori che ho fatto, delle aspettative, di tutto.
Non riesco, spesso, a dire al mio interlocutore ciò che non vorrebbe mai e poi mai sentire, lo so è sbagliato ma capisco quando chi mi sta davanti vuol sentirsi dire determinate cose.
Solo recentemente ho detto una brutta, cruda e amara verità ad una persona che sapeva in cuor suo, tutto: è stato doloroso per entrambi perchè per questa persona non era arrivato il momento.
 

rootfellas

Florello
Personalmente, come sempre, ritengo che ogni cosa, ogni persona, ogni vissuto, ogni consiglio, ogni ascolto, faccia storia a se.
Non esiste una regola, una spiegazione, un libro, possono esserci linee generali di comportamento, ma alla fine le linee generali le abbiamo lette su qualche libro o sentite dalla bocca di qualche "guru", certo ci si può adattare, ma ci si adatta perchè si è stati influenzati o ci si adatta perchè si ritiene il cambiamento sacrosanto?
Tutto questo per dire che i consigli da telefono amico o quelli davanti ad un birrozzo, possono essere utili o no, dipende sempre da due variabili molto importanti, ovvero le due persone coinvolte.
 

belvedere

Giardinauta Senior
già da ragazzina tutti si rivolgevano a me per raccontare i loro problemi.
sono una persona molto empatica, e questo può mettere a proprio agio l'altro perchè "vivo" insieme a lui il problema di cui sta parlando. non so perchè succede ma per me è naturale.
però rimango così coinvolta che talvolta non riesco a distinguere i ruoli.
Secondo me chi vuole sfogarsi spesso non desidera consigli, ma "solo" una condivisione emotiva.

viceversa ho in genere difficoltà a trovare chi ascolti me. essendo empatica mi sento a disagio se chi ascolta lo fa in modo distaccato.
poi spesso trovo che la gente ascolti con le orecchie e non col cuore, e si preoccupi di doverti dire qualcosa ad ogni costo (a costo di dire cavolate grossolane).
Se tiri fuori del malessere chi ascolta spesso si sente a disagio e non ha voglia di ascoltare.
 

Violetta516

Maestro Giardinauta
quoto totalmente root, aggiungo di mio che certe regolette così schematiche, applicate alla vita ed ai comportamenti delle persone, mi fanno abbastanza ridere o piangere non saprei.

x ortensia: aspetto ancora scuse o risposta o la psicoterapia consiglia di non rispondere alle richieste di spiegazioni?
 
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ortensia_12

Giardinauta
Ortensia credo di aver letto nella storia di "tuo cuggino (spero per te che la doppia "g" faccia parte dello scherzo)" incredulità e sarcasmo su quanto ho detto della persona a me molto vicina distrutta dagli psicofarmaci. Oltre a trovare il tuo sarcasmo assolutamente fuori luogo vista la serietà e la drammaticità di certe situazioni ed il paragone tra l'esperienza da me riportata e la storiella dell'AIDS dopo una notte di amore, molto offensivo, come se fossero entrambe cose inventate, sono solo contenta ed ancora più convinta di quello che penso sull'argomento. Se questi sono gli psicoterapeuti...

Chiedo venia ma questo non lo avevo letto, ti ringrazio di avermi sollecitata.
La storia di mio cuggino si lega ad una canzone di Elio e le storie tese (nella quale c'è anche il riferimento alla notte e alla scoperta di AIDS), è una canzone dove Elio mette assieme tutti i luoghi comuni, o meglio le leggende metropolitane.
Questo riferimento, aveva lo scopo di sottolineare come l'esperienza di un amico (del quale non si sa neppure la patologia di partenza, perchè credimi 'imbottire' uno schizofrenico alle volte serve a salvargli la vita, poi sul valore di accanirsi col farmaco aprirebbe un seminario e non è mia intenzione), sia fine a se stessa. Può aver incontrato un cattivo medico (perchè solo un medico o uno psichiatra può prescrivere farmaci e questo non ha nulla a che vedere con la psicoterapia o con la psicoanalisi che non prevedono la prescrizione di alcuna terapia farmacologica), oppure era quello che le serviva. Un po' come dire: la mia amica ha fatto un incidente con una fiat panda e da qui asserire che TUTTE le fiat panda siano pericolose.
Io non sono tuttologa nè cerco adepti, di fronte ad un conflitto, nel quale sento dolore, invito ad un colloquio tecnico, punto. Non ho mai detto che la psicoterapia sia la panacea di tutti i mali, ad un sofferente di cuore, probabilmente consiglierei un cardiologo, non uno psicologo, ma, sulla sofferenza dell'anima aiuta di sicuro.
Per quanto riguarda la tua ultima asserzione, non so se siano tutti come me gli psicoterapeuti. Certo che quelli che ho conosciuto che si prendevano troppo sul serio erano, magari ottimi professionisti, ma un po' noiosi. Io mi prendo sul serio il giusto, conosco i miei limiti e le mie possibilità e vivo in un equilibrio che mi è costato fatica e lavoro, penso di essere come te e come la maggior parte delle persone. Sul lavoro non credo tu possa giudicarmi, alle volte non riesco a darmi un giudizio neppure io. Quando un bambino che mi ha sempre parlato rannicchiato sotto alla scrivania si siede sulla sedia, beh mi dico che son stata brava. Ma ho il grandissimo limite di non saper/poter lavorare con bambini terminali. Rifiuto la morte dei bambini, ci sto lavorando da anni ma non riesco a superarla. Come persona i limiti sono talmente tanti che mi ci vorrebbe un forum tutto mio per elencarli. Mi viene in mente mentre scrivo, tanti anni fa feci uno stage in un reparto di oncologia pediatrica, c'era un medico che arrivava al mattino conciato come se avesse passato la notte all'addiaccio in stazione centrale, eppure entrava, guardava i bambini e riusciva a capire come avessero passato la notte senza neppure guardare le cartelle. Se avessi un bambino malato di cancro (!) sicuramente lo porterei da lui, se cercassi un marito lui sarebbe l'ultimo uomo che prenderei in considerazione. L'essere umano è talmente sfaccettato e complicato nella sua composizione che poter giudicare da un singolo elemento è assolutamente fuorviante e superficiale. Come dicono i colleghi gestaltisti: il tutto è più della somma delle parti.
 

Violetta516

Maestro Giardinauta
Grazie per la risposta.
Il punto è: tu hai supposto che io riportassi un luogo comune o un generico "sentito dire", senza neanche informarti o chiedere e mi hai subito presa in giro. Non conoscendo la canzone di Elio non avevo capito, ho creduto che la tua risposta fosse seria e ti ho dato persino la preferenza.
Non credo sia corretto agire così men che meno se viene da una persona adulta il cui lavoro consiste nell'ascoltare il prossimo. Infatti hai dimostrato disinteresse e superficialità verso la mia storia giudicandola A PRIORI una cavolata alla stregua di una leggenda metropolitana.
Non parlavo di un'amica o di "un amico di cui non conosco la patologia" ma di una persona MOLTO vicina a me che non è schizofrenica te l'assicuro, purtroppo ho conosciuto anche una situazione di schizofrenia e so bene che lì non c'è alternativa al prendere farmaci A VITA. Ho parlato di questa situazione anche in un altro thread, quello sulla droga, quindi non era inventata sul momento giusto per andare contro di te. La persona in questione, con la quale ho un legame di parentela, con la quale sono cresciuta, uscita, siamo state amiche, complici, non era malata, aveva di certo qualche problema ma ti assicuro che il peggioramento vertiginoso che ha avuto da quando è finita in mano a psicologi e psichiatri è visibile a tutti. Ormai evito persino di sentirla al telefono, non esiste più, non è più NULLA. Certo nessuno la costringe, potrebbe interrompere la "terapia" ma una persona predisposta alle dipendenze ha bisogno come ultima cosa di dipendere da droghe ufficiali somministrate da "professionisti" legittimati a farlo che, non sapendo come affrontare lae situazioni, risolvono tutto così. E non è il solo caso purtroppo ma è quello più vicino a me.
 
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