S
SecoB
Guest
ho passato la notte al computer ad aggiornare un sito e per rilassarmi, ogni tanto, cercavo di unire tutto il "racconto a più mani" scritto da tutti noi (si, ci sono anche ... due righine mie !!!), spero vi faccia piacere la cosa, almeno non si rischia di ... perdere il filo !!!
:love_4: :Saluto:
IL MEDAGLIONE (titolo provvisorio)
I capitolo:
c'era una volta, ma questa non è la solita favola...... questa è la storia di Rebecca, ferma alla stazione degli autobus, in attesa di partire per andare a trovare il suo amico Luigi, un ragazzino solitario ma molto fantasioso; il sole, sì il sole caldo del sud. Era prorio stufa delle nebbie padane e un giorno, guardando una splendida immagine di un paese siciliano...un lungo viaggio, un viaggio senza meta e senza scopo, Rebecca aveva racchiusi nello zaino i timori e le angoscie di una ragazza di vent'anni....decise piuttosto in fretta, non aveva che pochi euro inn tasca, ma comunque ma cambiò idea, proprio perchè aveva pochi euro decise per l'autostop, scese dall'autobus e s'incamminò....
Lungo la strada, senza troppa fretta di salire su una automobile sconosciuta, quando all'improvviso, si fermò una decappottabile. Al volante un ragazzo bellissimo che le disse:
"Ciao, sali, dove vai di bello?"
Rebecca si guardò in giro con un pò di esitazione, mordicchiava le labbra segno evidente di nervosismo, poi decise di continuare, almeno per un altro tratto, a piedi. Godersi la natura e il sole e assaporare la gioia della solitudine; era già in viaggio l'avventura era iniziata, in realtà non c'era proprio nessuna fretta...
Lasciò che le immagini di quello che aveva appena lasciato scorressero nella sua mente, nessun rimpianto, solo un leggero fastidio come un sassolino nella scarpa, fastidioso ma non abbastanza per fermarti a toglierlo in realtà il sassolino era un sorriso strafottente, un viso amato che era fuggito via
dopo un po' che camminava, il ragazzo in decappottabile tornò indietro e fermò la macchina davanti a lei, che pensò "Ma che vuole questo?"...e proseguì lentamente x la sua strada, con nella mente mille pensieri....
Il ragazzo scese dall'auto. Lei lo scrutò: alto, abbronzato, sulla trentina e dall'aspetto curato, le si avvicinò.
"Mi dirigo verso Roma", le disse, "vuoi accompagnarmi nel mio viaggio?"
Con aria perplessa Rebecca non fece in tempo a risponder di no che lui le aveva già preso la borsa per sistemarla nei sedili posteriori....
Ma chi sei??....cosa vuoi???....Continua pure il tuo viaggio a Roma... E dammi subito..la mia borsetta!!!!!!!!!!!! pensò lei di quel ragazzo tanto disponibile e belloccio, ma poi.... pensò che potev fidarsi ....e salì sull auto del bel giovane...
erano trascorsi solo pochi minuti da quando l'auto era ripartita, Rebecca si sentiva avvolgere da un senso sempre maggiore di inquietudine, o c...o si disse ho pure vent'anni...
..e con fare nervoso iniziò a giocherellare nervosamente con i suoi capelli,nel frattempo lui guidava lentamente cercando di iniziare una conversazione che puntualmente veniva abortita dalle risposte secche e veloci di Rebecca.Ad un certo punto però lui trovò l'argomento adatto chiedendole:"....
"Dove sei diretta? Oh scusami, mi chiamo Lorenzo"
Alla radio una vecchia canzone dei Simon Garfunkel, l'aria profumata di una tiepida giornata primaverile che le scompigliava i capelli, il bel paesaggio che l'auto lentamente inghiottiva, la voce gentile del ragazzo, cominciava a rasserenarsi....... non fosse per un piccolo particolare che aveva notato sul sedile posteriore... delle foto che fuoriuscivano da una cartellina, che però non riusciva a focalizzare bene........
...una scatolina grande poco più di una ventina di centimetri,sicuramente vecchissima,su di essa erano presenti tutti i tipici segni che solo il tempo può creare.Incuriosita e un pò intimorita cercò di sbirciare dallo specchietto e la sua mente iniziò a fantasticare nella ricerca di capire cosa potesse contenere.Dapprima pensò che al suo interno potessero esserci...
vecchie foto in bianco e nero, forse ricordi di famiglia...ormai sgualciti dal passare del tempo....o forse ritagli di giornale. Dallo specchietto non si riesce a distinguere bene....
"Rebecca", rispose, "mi dirigo al sud"....cercando di allontanare quella inquietante curiosità imponendosi di non pensarci...
"Anch'io sto andando verso sud" disse Lorenzo facendosi serio all'improvviso..."Qui troppi ricordi spiacevoli mi stanno rendendo la vita impossibile" E sul suo viso comparve un'aria enigmatica e misteriosa...
....e Rebecca si sentì tremare dentro.Lei,da sola,lontana da casa con uno sconosciuto....si fece coraggio e sfacciatamente , senza pensarci troppo, gli chiese quali fossero gli scheletri nell'armadio che si stava lasciando alle spalle.Non aveva nemmeno pensato per un attimo che quella sua domanda così spontanea e impertinente avrebbe suscitato in lui....
un lunghissimo silenzio, che la fece inizialmente preoccupare. Continuando con il suo irrequieto giocherellare con i capelli ad un certo punto, forse più per il nervosismo che le esplodeva dentro, un sorriso le illuminò gli occhi, ed il pensiero la portò a credere che forse le motivazioni del voler andare lontano fossero le stesse per entrambi.....
due cuori in fuga, una ragazza insicura e un giovane spavaldo, ma forse solo in apparenza …
chi si nascondeva dietro quel bel giovane??? un turbinio di domande riempivano la testa della ragazza....
Il viaggio proseguì con poche parole e molti pensieri finchè entrambi non si resero conto di esser giunti in un piccolo paese,molto grazioso e pittoresco costituito per lo più da vecchi casolari,alcuni in rovina.Si respirava una tranquillità incredibile per cui decisero di fermarsi,spinti anche dalla necessità di mangiare qualcosa.Scesero dalla macchina e si incamminarono alla ricerca di un posto dove potersi rifocillare e riposare.Mentre camminavano l'uno accanto all'altra le loro mani si sfiorarono e lei ebbe come un sussulto.Tutto ad un tratto vedeva quel ragazzo carino del quale diffidava sotto un'altra ottica....
Un lungo silenzio scese tra loro...Alla fine, per dissipare quell'atmosfera innaturale e piena di interrogativi, Rebecca chiese: "chi è lei e cosa è successo fra voi?"
Lorenzo sospirò e disse...
Lui cercò di deviare l'argomento, sembrava volesse evitare a tutti i costi di parlare del suo passato.
Giunsero davanti a una trattoria e decisero di fermarsi a mangiare. Appena seduti Rebecca disse: "Devo andare un attimo al bagno"...
Entrò in bagno, e vide la propria immagine riflessa in uno specchio malandato. Non si riconobbe. I suoi pensieri l'avevano sopraffatta.
ebbe paura per ciò che le stava succedendo ... si stava forse interessando troppo a quello sconosciuto ??? quali sentimenti la rendevano così ...
...vulnerabile, forse molto semplicemente i suoi fantastici irripetibili magnifici vent'anni? Era sempre stata molto infastidita da chi considerava la sua giovane età.
nell'uscire dal bagno non vide il suo sconosciuto accompagnatore. Un ribbollio nel sangue, si diresse con fretta verso l'uscita della trattoria e....
lui ,era lì fuori la trattoria ....stava lentamente fumando una sigaretta...nell attesa...
vedendolo e senza nemmeno capire il perchè, fece un sospiro di sollievo. La presenza, seppur enigmatica, di quel ragazzo le dava un certo conforto ora.
Gli si avvicinò dicendo: "anche tu fumi?"....
...L'ovvietà della domanda le morì sulle labbra, quando si accorse che malamente celata dal giubbino aperto del ragazzo...
...spuntava una lettera rosa...Si accorse che la busta era stata strappata in malo modo, di fretta.Cosa avrebbe dato per leggerla! Allora pensò...
Senza pensarci due volte chiese: "me ne dai una?", sperando in tal modo che nell'aprire la giacca in cerca del pacchetto mostrasse un po' meglio la busta. Lei però non aveva mai fumato e si pentì della domanda...
la totale inesperienza con le sigarette la fece fare una figuraccia, che però, sciolse il ghiaccio fra i due che iniziarono finalmente a raccontarsi a vicenda. Lui per primo iniziò a parlare di....
.......quanto quel panorama che avevano davanti gli ricordasse le passeggiate fatte da bambino insieme a suo nonno.... un uomo semplice, dall'aria antica...un viso da contadino. Gli occhi chiari e vivaci avevano sempre un lampo di furbizia, un guizzo, un sorriso che le labbra non osavano mostrare ...un uomo onesto che non aveva mai avuto timore di affrontare i fatti della vita non sempre clementi.Quanta di quella fermezza aveva ereditato dal nonno, lui che inspiegabilmente...
era riuscito a dire addio alla donna che amava disperatamente, perchè lei... era spesso assalito da dubbi improvvisi che paralizzavano ogni iniziativa. Il nonno...una presenza presenza costante a colmare il vuoto di un padre troppo assente, lontano, trascinato dalla voglia di avventura che non lasciava spazio a niente e nessuno.
continua ...



IL MEDAGLIONE (titolo provvisorio)
I capitolo:
c'era una volta, ma questa non è la solita favola...... questa è la storia di Rebecca, ferma alla stazione degli autobus, in attesa di partire per andare a trovare il suo amico Luigi, un ragazzino solitario ma molto fantasioso; il sole, sì il sole caldo del sud. Era prorio stufa delle nebbie padane e un giorno, guardando una splendida immagine di un paese siciliano...un lungo viaggio, un viaggio senza meta e senza scopo, Rebecca aveva racchiusi nello zaino i timori e le angoscie di una ragazza di vent'anni....decise piuttosto in fretta, non aveva che pochi euro inn tasca, ma comunque ma cambiò idea, proprio perchè aveva pochi euro decise per l'autostop, scese dall'autobus e s'incamminò....
Lungo la strada, senza troppa fretta di salire su una automobile sconosciuta, quando all'improvviso, si fermò una decappottabile. Al volante un ragazzo bellissimo che le disse:
"Ciao, sali, dove vai di bello?"
Rebecca si guardò in giro con un pò di esitazione, mordicchiava le labbra segno evidente di nervosismo, poi decise di continuare, almeno per un altro tratto, a piedi. Godersi la natura e il sole e assaporare la gioia della solitudine; era già in viaggio l'avventura era iniziata, in realtà non c'era proprio nessuna fretta...
Lasciò che le immagini di quello che aveva appena lasciato scorressero nella sua mente, nessun rimpianto, solo un leggero fastidio come un sassolino nella scarpa, fastidioso ma non abbastanza per fermarti a toglierlo in realtà il sassolino era un sorriso strafottente, un viso amato che era fuggito via
dopo un po' che camminava, il ragazzo in decappottabile tornò indietro e fermò la macchina davanti a lei, che pensò "Ma che vuole questo?"...e proseguì lentamente x la sua strada, con nella mente mille pensieri....
Il ragazzo scese dall'auto. Lei lo scrutò: alto, abbronzato, sulla trentina e dall'aspetto curato, le si avvicinò.
"Mi dirigo verso Roma", le disse, "vuoi accompagnarmi nel mio viaggio?"
Con aria perplessa Rebecca non fece in tempo a risponder di no che lui le aveva già preso la borsa per sistemarla nei sedili posteriori....
Ma chi sei??....cosa vuoi???....Continua pure il tuo viaggio a Roma... E dammi subito..la mia borsetta!!!!!!!!!!!! pensò lei di quel ragazzo tanto disponibile e belloccio, ma poi.... pensò che potev fidarsi ....e salì sull auto del bel giovane...
erano trascorsi solo pochi minuti da quando l'auto era ripartita, Rebecca si sentiva avvolgere da un senso sempre maggiore di inquietudine, o c...o si disse ho pure vent'anni...
..e con fare nervoso iniziò a giocherellare nervosamente con i suoi capelli,nel frattempo lui guidava lentamente cercando di iniziare una conversazione che puntualmente veniva abortita dalle risposte secche e veloci di Rebecca.Ad un certo punto però lui trovò l'argomento adatto chiedendole:"....
"Dove sei diretta? Oh scusami, mi chiamo Lorenzo"
Alla radio una vecchia canzone dei Simon Garfunkel, l'aria profumata di una tiepida giornata primaverile che le scompigliava i capelli, il bel paesaggio che l'auto lentamente inghiottiva, la voce gentile del ragazzo, cominciava a rasserenarsi....... non fosse per un piccolo particolare che aveva notato sul sedile posteriore... delle foto che fuoriuscivano da una cartellina, che però non riusciva a focalizzare bene........
...una scatolina grande poco più di una ventina di centimetri,sicuramente vecchissima,su di essa erano presenti tutti i tipici segni che solo il tempo può creare.Incuriosita e un pò intimorita cercò di sbirciare dallo specchietto e la sua mente iniziò a fantasticare nella ricerca di capire cosa potesse contenere.Dapprima pensò che al suo interno potessero esserci...
vecchie foto in bianco e nero, forse ricordi di famiglia...ormai sgualciti dal passare del tempo....o forse ritagli di giornale. Dallo specchietto non si riesce a distinguere bene....
"Rebecca", rispose, "mi dirigo al sud"....cercando di allontanare quella inquietante curiosità imponendosi di non pensarci...
"Anch'io sto andando verso sud" disse Lorenzo facendosi serio all'improvviso..."Qui troppi ricordi spiacevoli mi stanno rendendo la vita impossibile" E sul suo viso comparve un'aria enigmatica e misteriosa...
....e Rebecca si sentì tremare dentro.Lei,da sola,lontana da casa con uno sconosciuto....si fece coraggio e sfacciatamente , senza pensarci troppo, gli chiese quali fossero gli scheletri nell'armadio che si stava lasciando alle spalle.Non aveva nemmeno pensato per un attimo che quella sua domanda così spontanea e impertinente avrebbe suscitato in lui....
un lunghissimo silenzio, che la fece inizialmente preoccupare. Continuando con il suo irrequieto giocherellare con i capelli ad un certo punto, forse più per il nervosismo che le esplodeva dentro, un sorriso le illuminò gli occhi, ed il pensiero la portò a credere che forse le motivazioni del voler andare lontano fossero le stesse per entrambi.....
due cuori in fuga, una ragazza insicura e un giovane spavaldo, ma forse solo in apparenza …
chi si nascondeva dietro quel bel giovane??? un turbinio di domande riempivano la testa della ragazza....
Il viaggio proseguì con poche parole e molti pensieri finchè entrambi non si resero conto di esser giunti in un piccolo paese,molto grazioso e pittoresco costituito per lo più da vecchi casolari,alcuni in rovina.Si respirava una tranquillità incredibile per cui decisero di fermarsi,spinti anche dalla necessità di mangiare qualcosa.Scesero dalla macchina e si incamminarono alla ricerca di un posto dove potersi rifocillare e riposare.Mentre camminavano l'uno accanto all'altra le loro mani si sfiorarono e lei ebbe come un sussulto.Tutto ad un tratto vedeva quel ragazzo carino del quale diffidava sotto un'altra ottica....
Un lungo silenzio scese tra loro...Alla fine, per dissipare quell'atmosfera innaturale e piena di interrogativi, Rebecca chiese: "chi è lei e cosa è successo fra voi?"
Lorenzo sospirò e disse...
Lui cercò di deviare l'argomento, sembrava volesse evitare a tutti i costi di parlare del suo passato.
Giunsero davanti a una trattoria e decisero di fermarsi a mangiare. Appena seduti Rebecca disse: "Devo andare un attimo al bagno"...
Entrò in bagno, e vide la propria immagine riflessa in uno specchio malandato. Non si riconobbe. I suoi pensieri l'avevano sopraffatta.
ebbe paura per ciò che le stava succedendo ... si stava forse interessando troppo a quello sconosciuto ??? quali sentimenti la rendevano così ...
...vulnerabile, forse molto semplicemente i suoi fantastici irripetibili magnifici vent'anni? Era sempre stata molto infastidita da chi considerava la sua giovane età.
nell'uscire dal bagno non vide il suo sconosciuto accompagnatore. Un ribbollio nel sangue, si diresse con fretta verso l'uscita della trattoria e....
lui ,era lì fuori la trattoria ....stava lentamente fumando una sigaretta...nell attesa...
vedendolo e senza nemmeno capire il perchè, fece un sospiro di sollievo. La presenza, seppur enigmatica, di quel ragazzo le dava un certo conforto ora.
Gli si avvicinò dicendo: "anche tu fumi?"....
...L'ovvietà della domanda le morì sulle labbra, quando si accorse che malamente celata dal giubbino aperto del ragazzo...
...spuntava una lettera rosa...Si accorse che la busta era stata strappata in malo modo, di fretta.Cosa avrebbe dato per leggerla! Allora pensò...
Senza pensarci due volte chiese: "me ne dai una?", sperando in tal modo che nell'aprire la giacca in cerca del pacchetto mostrasse un po' meglio la busta. Lei però non aveva mai fumato e si pentì della domanda...
la totale inesperienza con le sigarette la fece fare una figuraccia, che però, sciolse il ghiaccio fra i due che iniziarono finalmente a raccontarsi a vicenda. Lui per primo iniziò a parlare di....
.......quanto quel panorama che avevano davanti gli ricordasse le passeggiate fatte da bambino insieme a suo nonno.... un uomo semplice, dall'aria antica...un viso da contadino. Gli occhi chiari e vivaci avevano sempre un lampo di furbizia, un guizzo, un sorriso che le labbra non osavano mostrare ...un uomo onesto che non aveva mai avuto timore di affrontare i fatti della vita non sempre clementi.Quanta di quella fermezza aveva ereditato dal nonno, lui che inspiegabilmente...
era riuscito a dire addio alla donna che amava disperatamente, perchè lei... era spesso assalito da dubbi improvvisi che paralizzavano ogni iniziativa. Il nonno...una presenza presenza costante a colmare il vuoto di un padre troppo assente, lontano, trascinato dalla voglia di avventura che non lasciava spazio a niente e nessuno.
continua ...
Ultima modifica di un moderatore: