• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

riassunto del "racconto a più mani" ...

S

SecoB

Guest
ho passato la notte al computer ad aggiornare un sito e per rilassarmi, ogni tanto, cercavo di unire tutto il "racconto a più mani" scritto da tutti noi (si, ci sono anche ... due righine mie !!!), spero vi faccia piacere la cosa, almeno non si rischia di ... perdere il filo !!! :lol: :lol: :lol: :love_4: :Saluto:
IL MEDAGLIONE (titolo provvisorio)
I capitolo:
c'era una volta, ma questa non è la solita favola...... questa è la storia di Rebecca, ferma alla stazione degli autobus, in attesa di partire per andare a trovare il suo amico Luigi, un ragazzino solitario ma molto fantasioso; il sole, sì il sole caldo del sud. Era prorio stufa delle nebbie padane e un giorno, guardando una splendida immagine di un paese siciliano...un lungo viaggio, un viaggio senza meta e senza scopo, Rebecca aveva racchiusi nello zaino i timori e le angoscie di una ragazza di vent'anni....decise piuttosto in fretta, non aveva che pochi euro inn tasca, ma comunque ma cambiò idea, proprio perchè aveva pochi euro decise per l'autostop, scese dall'autobus e s'incamminò....
Lungo la strada, senza troppa fretta di salire su una automobile sconosciuta, quando all'improvviso, si fermò una decappottabile. Al volante un ragazzo bellissimo che le disse:
"Ciao, sali, dove vai di bello?"
Rebecca si guardò in giro con un pò di esitazione, mordicchiava le labbra segno evidente di nervosismo, poi decise di continuare, almeno per un altro tratto, a piedi. Godersi la natura e il sole e assaporare la gioia della solitudine; era già in viaggio l'avventura era iniziata, in realtà non c'era proprio nessuna fretta...
Lasciò che le immagini di quello che aveva appena lasciato scorressero nella sua mente, nessun rimpianto, solo un leggero fastidio come un sassolino nella scarpa, fastidioso ma non abbastanza per fermarti a toglierlo in realtà il sassolino era un sorriso strafottente, un viso amato che era fuggito via
dopo un po' che camminava, il ragazzo in decappottabile tornò indietro e fermò la macchina davanti a lei, che pensò "Ma che vuole questo?"...e proseguì lentamente x la sua strada, con nella mente mille pensieri....
Il ragazzo scese dall'auto. Lei lo scrutò: alto, abbronzato, sulla trentina e dall'aspetto curato, le si avvicinò.
"Mi dirigo verso Roma", le disse, "vuoi accompagnarmi nel mio viaggio?"
Con aria perplessa Rebecca non fece in tempo a risponder di no che lui le aveva già preso la borsa per sistemarla nei sedili posteriori....
Ma chi sei??....cosa vuoi???....Continua pure il tuo viaggio a Roma... E dammi subito..la mia borsetta!!!!!!!!!!!! pensò lei di quel ragazzo tanto disponibile e belloccio, ma poi.... pensò che potev fidarsi ....e salì sull auto del bel giovane...
erano trascorsi solo pochi minuti da quando l'auto era ripartita, Rebecca si sentiva avvolgere da un senso sempre maggiore di inquietudine, o c...o si disse ho pure vent'anni...
..e con fare nervoso iniziò a giocherellare nervosamente con i suoi capelli,nel frattempo lui guidava lentamente cercando di iniziare una conversazione che puntualmente veniva abortita dalle risposte secche e veloci di Rebecca.Ad un certo punto però lui trovò l'argomento adatto chiedendole:"....
"Dove sei diretta? Oh scusami, mi chiamo Lorenzo"
Alla radio una vecchia canzone dei Simon Garfunkel, l'aria profumata di una tiepida giornata primaverile che le scompigliava i capelli, il bel paesaggio che l'auto lentamente inghiottiva, la voce gentile del ragazzo, cominciava a rasserenarsi....... non fosse per un piccolo particolare che aveva notato sul sedile posteriore... delle foto che fuoriuscivano da una cartellina, che però non riusciva a focalizzare bene........
...una scatolina grande poco più di una ventina di centimetri,sicuramente vecchissima,su di essa erano presenti tutti i tipici segni che solo il tempo può creare.Incuriosita e un pò intimorita cercò di sbirciare dallo specchietto e la sua mente iniziò a fantasticare nella ricerca di capire cosa potesse contenere.Dapprima pensò che al suo interno potessero esserci...
vecchie foto in bianco e nero, forse ricordi di famiglia...ormai sgualciti dal passare del tempo....o forse ritagli di giornale. Dallo specchietto non si riesce a distinguere bene....
"Rebecca", rispose, "mi dirigo al sud"....cercando di allontanare quella inquietante curiosità imponendosi di non pensarci...
"Anch'io sto andando verso sud" disse Lorenzo facendosi serio all'improvviso..."Qui troppi ricordi spiacevoli mi stanno rendendo la vita impossibile" E sul suo viso comparve un'aria enigmatica e misteriosa...
....e Rebecca si sentì tremare dentro.Lei,da sola,lontana da casa con uno sconosciuto....si fece coraggio e sfacciatamente , senza pensarci troppo, gli chiese quali fossero gli scheletri nell'armadio che si stava lasciando alle spalle.Non aveva nemmeno pensato per un attimo che quella sua domanda così spontanea e impertinente avrebbe suscitato in lui....
un lunghissimo silenzio, che la fece inizialmente preoccupare. Continuando con il suo irrequieto giocherellare con i capelli ad un certo punto, forse più per il nervosismo che le esplodeva dentro, un sorriso le illuminò gli occhi, ed il pensiero la portò a credere che forse le motivazioni del voler andare lontano fossero le stesse per entrambi.....
due cuori in fuga, una ragazza insicura e un giovane spavaldo, ma forse solo in apparenza …
chi si nascondeva dietro quel bel giovane??? un turbinio di domande riempivano la testa della ragazza....
Il viaggio proseguì con poche parole e molti pensieri finchè entrambi non si resero conto di esser giunti in un piccolo paese,molto grazioso e pittoresco costituito per lo più da vecchi casolari,alcuni in rovina.Si respirava una tranquillità incredibile per cui decisero di fermarsi,spinti anche dalla necessità di mangiare qualcosa.Scesero dalla macchina e si incamminarono alla ricerca di un posto dove potersi rifocillare e riposare.Mentre camminavano l'uno accanto all'altra le loro mani si sfiorarono e lei ebbe come un sussulto.Tutto ad un tratto vedeva quel ragazzo carino del quale diffidava sotto un'altra ottica....
Un lungo silenzio scese tra loro...Alla fine, per dissipare quell'atmosfera innaturale e piena di interrogativi, Rebecca chiese: "chi è lei e cosa è successo fra voi?"
Lorenzo sospirò e disse...
Lui cercò di deviare l'argomento, sembrava volesse evitare a tutti i costi di parlare del suo passato.
Giunsero davanti a una trattoria e decisero di fermarsi a mangiare. Appena seduti Rebecca disse: "Devo andare un attimo al bagno"...
Entrò in bagno, e vide la propria immagine riflessa in uno specchio malandato. Non si riconobbe. I suoi pensieri l'avevano sopraffatta.
ebbe paura per ciò che le stava succedendo ... si stava forse interessando troppo a quello sconosciuto ??? quali sentimenti la rendevano così ...
...vulnerabile, forse molto semplicemente i suoi fantastici irripetibili magnifici vent'anni? Era sempre stata molto infastidita da chi considerava la sua giovane età.
nell'uscire dal bagno non vide il suo sconosciuto accompagnatore. Un ribbollio nel sangue, si diresse con fretta verso l'uscita della trattoria e....
lui ,era lì fuori la trattoria ....stava lentamente fumando una sigaretta...nell attesa...
vedendolo e senza nemmeno capire il perchè, fece un sospiro di sollievo. La presenza, seppur enigmatica, di quel ragazzo le dava un certo conforto ora.
Gli si avvicinò dicendo: "anche tu fumi?"....
...L'ovvietà della domanda le morì sulle labbra, quando si accorse che malamente celata dal giubbino aperto del ragazzo...
...spuntava una lettera rosa...Si accorse che la busta era stata strappata in malo modo, di fretta.Cosa avrebbe dato per leggerla! Allora pensò...
Senza pensarci due volte chiese: "me ne dai una?", sperando in tal modo che nell'aprire la giacca in cerca del pacchetto mostrasse un po' meglio la busta. Lei però non aveva mai fumato e si pentì della domanda...
la totale inesperienza con le sigarette la fece fare una figuraccia, che però, sciolse il ghiaccio fra i due che iniziarono finalmente a raccontarsi a vicenda. Lui per primo iniziò a parlare di....
.......quanto quel panorama che avevano davanti gli ricordasse le passeggiate fatte da bambino insieme a suo nonno.... un uomo semplice, dall'aria antica...un viso da contadino. Gli occhi chiari e vivaci avevano sempre un lampo di furbizia, un guizzo, un sorriso che le labbra non osavano mostrare ...un uomo onesto che non aveva mai avuto timore di affrontare i fatti della vita non sempre clementi.Quanta di quella fermezza aveva ereditato dal nonno, lui che inspiegabilmente...
era riuscito a dire addio alla donna che amava disperatamente, perchè lei... era spesso assalito da dubbi improvvisi che paralizzavano ogni iniziativa. Il nonno...una presenza presenza costante a colmare il vuoto di un padre troppo assente, lontano, trascinato dalla voglia di avventura che non lasciava spazio a niente e nessuno.
continua ...
 
Ultima modifica di un moderatore:
S

SecoB

Guest
segue ...

II capitolo:
Una madre troppo presa dai suoi problemi ,incapace di capire le necessità di un ragazzino sensibile ma troppo vivace..
Rebecca lo ascoltava senza guardarlo in viso, e rendendosi conto di quella strana sensazione di imbarazzo che viveva, provò a dar fuoco a quella sigaretta che mai aveva acceso, quando lui a voce alta le disse:
L'ho capito che non fumi...
... e poi io ho una fame boia, vogliamo entrare e mangiare qualcosa? D'accordo rispose lei , restituì la sigaretta e lo seguì all'interno del locale...
Il padrone dell'osteria stava godendosi la meritata siesta dopo la faticaccia mattutina:aveva dovuto preparare il pranzo a ben trenta camionisti ,perciò quande li vide entrare...
li guardò di traverso, come a dire: "è questa l'ora di andare a pranzo?"
Poi però li fece accomodare. Mentre aspettavano il menù fisso del mezzogiorno, lui la guardò negli occhi: "Beh ora che ti ho raccontato tutto di me, è il tuo turno...
Rebecca accennò un mezzo sorriso e iniziò con il dirgli che stava uscendo da un periodo nero in famiglia,gli raccontò della sua città,di quello che solitamente faceva, ma non riuscì a rivelargli il motivo della sua partenza per quell'avventura.In quel momento non voleva che lui sapesse che stava andando a cercare il suo grande amico Luigi,che altro non era che il suo ex fidanzato....
e nemmeno riuscì a dirgli di quello che era il suo più grande segreto.
Ma le parole della donna sembravano cadere nel vuoto: Lorenzo non la stava ascoltando. Continuava a fissare il medaglione che lei portava al collo da quando era bambina, quello regalatole da sua nonna. Rebecca venne di nuovo presa dall'ansia di.....
non riuscire a interessare Lorenzo. In fondo quell'uomo le piaceva, la sua aria misteriosa e in parte sofferente la incuriosiva, avrebbe voluto sapere che cosa nascondeva quel viso così interessante e bello..." E dove sei diretto esattamente?" chiese con noncuranza, cercando di nascondere l'ansia di sapere che ormai la dominava. Lorenzo le disse...
...vado al paese nativo di mio padre, devo vendere un grosso terreno ereditato e poi rifarmi una vita, ho tanta voglia di dimenticare...
In quel momento Rebecca pensò: " umhh, mi sembra di essere dentro ad un racconto di Rosamund
Dopo il pranzo, che non era un granchè, i due decidono di proseguire insieme, andando a visitare il Pilcher"....
"Dimenticare? Che cosa??? Insomma, adesso devi dirmi tutto, c'è un intero forum di giardinaggio che aspetta!" Esclamò Rebecca esasperata...
Lorenzo la guardò allibito e disse...
Lorenzo rimase allibito dalla curiosità aggressiva di Rebecca, stava per rispondere quando una voce forte dal tono prepotente chiese: "che prendete da magnà?".....terreno del ragazzo, visto che Rebecca è di strada. Si rimettono in macchina sorridendosi a vicenda nell'attesa di raggiungere il posto.
Improvvisamente, scorgono un auto a bordo strada......
...usciva del fumo dal cofano. "Ehi guarda" esclamò Rebecca indicando l'auto...
un'uomo uscì dalla vettura e repentinamente aprì la porta del passeggero e prese in braccio una giovane donna che pareva svenuta e...
mah..non c'è nessuno...strano...
corse in contro alla macchina dove Rebecca stava osservando il tutto quasi incredula. "La sdrai qui!"
Evidentemente l'auto aveva appena avuto un incidente, era per metà uscita di strada, cozzando contro una grossa pietra miliare. I due decisero di soccorrere la donna svenuta, ma anche l'uomo sembrava ferito alla testa...
Lorenzo corse verso la propria vettura. Aprì il baule ed estrasse...
una vecchia valigetta di pelle floscia, come quelle che usavano i vecchi medici di campagna...
"Ma lei è un medico?" Chiese incredulo l'uomo. "Che fortuna!"
La donna sembrava non avere nulla di grave, dopo qualche minuto si riprese, doveva aver sbattuto la testa, ma Lorenzo disse che non sembrava avere traumi seri. Medicò anche la testa dell'uomo e offrì loro un passaggio al pronto soccorso più vicino.
Per non perdere altro tempo decisero di percorrere l'autostrada ,il cui casello era lì vicino..
Dopo un'ora di autostrada uscirono e percorsero un'altra buona ora e mezza in strade di collina. Quando finalmente giunsero nel paesino in cui si trovava il terreno, era quasi il tramonto. Decisero quindi di fermarsi in un agriturismo per la notte, ma prima vollero comunque fare una visitina a quel terreno, approfittando della poca luce del giorno rimasta, per poi tornarci il mattino dopo con più calma.
Quando raggiunsero la staccionata una vista incantevole si offrì ai loro occhi. La parte di terreno che dava sulla strada era stata trasformata in un giardino grandissimo...
e una bella villetta stile anni 30 biancheggiava alla luce della luna piena.
All'improvviso videro una finestra illuminarsi...
Lorenzo si chino afferrando per mano Rebecca che lo segui piu per istinto che per ragione.."Cosa c'è?" chiese rebecca
Lorenzo si precipitò alla porta della casa, armeggiò nelle tasche finchè non trovò la chiave e aprì la porta.
Rebecca intanto non poteva fare a meno di ammirare la casa e il parco. Un pozzo coperto da una rosa rampicante troneggiava al centro di un cortile pieno di vasi contenenti ogni tipo di fiore. Ma non ebbe il tempo di ammirare il tutto, perchè Lorenzo era già entrato e stava gridando: "Chi c'è?".
Non ebbero risposta, Rebecca uscì finchè non fu in vista della finestra che si era illuminata, ma ora la luce era spenta...
corse all'interno della casa per avvertire Lorenzo... "Lorenzo... ci sei?" a risponde non fu lorenzo ma un pacato "prrrmao" di una micina che le si stava strusciando alle gambe.
Beh, Rebecca ebbe la conferma che quella casa non era poi così disabitata...
Lorenzo era riuscito a raggiungere la stanza da cui era stata accesa la luce: vuota, dopo una rapida perlustrazione della casa, scoprirono di essere soli. La casa era comunque ben tenuta e arredata, sembrava come se ci abitasse qualcuno, o comunque che venisse qualcuno a tenerla in ordine.
Non c'era cibo ad eccezione di qualche conserva e scatoletta in una dispensa. Rebecca trovò anche dei barattoli di cibo per gatti: ne aprì una e la diede alla gatta, che sembrava davvero affamata.
"Come ti chiami?" le chiese mentre la accarezzava...
Improvvisamente un temporale si abbattè sulla casa. La pioggia a dirotto non permetteva di raggiungere l'auto, che avevano lasciato fuori in strada. Lorenzo sbuffò:
"Beh, ormai fa buio, piove a dirotto.... direi che potremmo fermarci qui per stanotte...
Rebecca si senti per un momento raggelare... sola, nella casa di uno sconosciuto, in mezzo ad una tempesta... "e ora?" si chiedeva nella solitudine della casa. "Di là c'è la camera da letto... io dormiro sul divano è vecchio ma ancora confortevole", Rebecca si giro per guardare Lorenzo che con questa affermazione era riuscito a far calare la tensione...
Andarono a dormire dopo nemmeno un'ora perchè erano entrambi estremamente stanchi dalla lunga e strana giornata passata a conoscersi.
Passò pochissimo tempo però da quando Rebecca si era addormentata che si svegliò di soprassalto per un rumore che proveniva dalla stanza dove dormiva Lorenzo.Si alzò e mentre percorreva il corridio al buio si scontrò con lui...
"Hai sentito anche tu quel rumore?" chiese lui. Forse la casa non era poi così disabitata...Stavano ancora interrogandosi a vicenda quando una specie di lamento lugubre sembrò provenire dal sottoscala...
Lorenzo armeggò coll'interruttore della luce ma pareva che non funzionasse, perché la stanza e il corridoio erano ancora al buio: "Dev'essere saltata la luce" disse Lorenzo: "capita spesso qui", rebecca trasalì quando un lampo illuminò un ritratto alla parete.... ...un ritratto sbiadito in cui i lineamenti del volto erano irriconoscibili. Solo gli occhi....avevano qualcosa di familiare... Rebecca rimase a fissarli incredula.....
e prendendo il medaglione che portava al collo tra le mani trattenne il respiro e un lungo brivido la percorse.. lo stesso viso, lo stesso sguardo,lo stesso stemma...
continua ...
 
Ultima modifica di un moderatore:
S

SecoB

Guest
segue ...

III capitolo:
Sua nonna, l'amatissima nonna della sua infanzia aveva qualcosa a che fare con quella casa, con Lorenzo e forse quell'incontro poteva non essere del tutto casuale. Già dal primo sguardo, c'era qualcosa di quel ragazzo che l'aveva affascinata, ma nel suo modo di fare, nei suoi silenzi, negli strani sguardi che le lanciava quando credeva che lei non lo guardasse c'era un che di misterioso, delle sensazioni di pericolo imminente che la facevano rabbrividire....
Perché erano lì? Perché al ristorante aveva fissato a lungo il suo medaglione? Perché l'aveva portata in quel posto? Mille domande si affollavano nel buio e nel silenzio che l'avvolgevano come......
una spirale sempre più opprimente... mentre lentamente i ricordi risalivano faticosamente l'erta strada della memoria...
Non era un caso il loro incontro, non era il principe azzurro che veniva a ...
Trascinarla via da una realtà che ormai le stava stretta, anzi: un antico timore si stava materializzando dal passato, un ricordo, ancora fumoso di un giorno particolare, in cui si era ritrovata ad ascoltare delle parole che non avrebbe dovuto o voluto ascoltare. Un brivido sottile le percorse la schiena mentre Lorenzo le diceva: "Il rumore proviene dal basso, forse dalla cantina: dobbiamo scendere a vedere. Tu resta qui, io vado a cercare un'altra candela". Si allontanò rapido e d'improvviso il silenzio e il buio avvolsero lei e tutti i suoi dubbi.
Fuori il suono della pioggia sui vetri...... accompagnava lontani brontolii di tuoni e gli alberi del giardino si muovevano sofferenti e minacciosi sotto la sferza del vento.
Lorenzo tardava a arrivare , preoccupata e impaurita decise di andarlo a cercare: meglio uscire da quella stanza sempre più soffocante e lugubre..
Rebecca era rimasta quasi ipnotizzata a guardar la pioggia dai vetri ed una sensazione di freddo la avvolgeva...quando sentì i passi di Lorenzo che si avvicinava con la candela in mano....
"...sotto in cantina devono esserci dei topi, ho trovato della legna smossa...magari provo ad accendere il camino .... mi sembri infreddolita..."
Vide la gatta che camminava tranquillamente risalendo nel buio le scale della cantina. Rebecca trasalì nel vederla, ma poi si rilassò subito. In un qualche modo quella gatta le dava conforto. La accarezzò, e prendendo coraggio chiese a Lorenzo di andare a vedere in cantina.
Con molta cautela i due scesero in cantina, seguiti dalla gatta. Sotto c'era un insieme di cianfrusaglie, scaffali, bottiglie vuote, oggetti rotti di ogni tipo che nessuno aveva mai gettato via. Nel disordine nulla sembrava comunque fuori posto.
Lorenzo disse: "Dev'essere stato il gatto, magari aveva trovato un topo, forse ha fatto cadere qualcosa".
La gatta si strusciava sullo spigolo di uno scaffale appoggiato a una parete, e sembrava guardarli con aria interrogativa.
Decisero di risalire portando su un po' di legna, ma Rebecca si sentiva strana: quel lamento non sembrava di un gatto, e il rumore che aveva sentito prima non sembrava provenire dalla cantina, ma da un'altra parte della casa.....
Decisero comunque di rientrare nella stanza per scaldarsi un po', ma quando Lorenzo si avvicinò al caminetto..
Un senso di angoscia la pervase. Il suo istinto le stava dicendo che qualcosa non andava.
"...Rebecca...stai bene?...ti vedo pallida e pensierosa....starai mica ancora pensando a quel rumore...."
" Sì, ma non solo, c'è qualcosa di strano nel caminetto , la legna non era disposta così"..
Lorenzo la gurdava senza capire....
"Come? La legna? Beh, magari bruciando si è mossa, può capitare.... mi sembri un po' tesa....
Cercò di sorridere, ma le parve d'intravedere un ombra e il respiro le si fermò.
"Senti...." disse lui, "Ho visto che hai notato il tuo medaglione nel ritratto, forse ci sono alcune cose che dovresti sapere.... "...ma prima vorrei che tu mi dicessi chi te l'ha dato.....per me è importante saperlo..." ...con imbarazzo per la domanda rivolta, Lorenzo si alzò e si diresse in cucina lasciando Rebecca perplessa...
un senso di vertigine cominciò a farsi strada sempre più prepotente. Stava perdendo il senso del tempo e dello spazio. Troppe coincidenze inspiegabili e poi...quel medaglione...cosa significava.. e cosa c'entrava lei con tutto questo?
Lei cominciò a piangere e lo raggiunse:
Beh, questo medaglione me l'ha dato mia nonna.... ed è la donna in quel ritratto... cosa ci fa qui?
Lui la guardò con una strana luce negli occhi, una luce che sapeva di vittoria..come dire ci sono...ce l'ho fatta finalmente!
"Sì", rispose lui... "E' stato un grande amore di mio nonno, quando erano giovani... poi lei se n'è andata e lui non l'ha mai più rivista..."
Poi lui si è risposato e si è fatto una famiglia. Ma non l'ha mai dimenticata. Ora che è morto l'ha citata nel testamento, mi ha incaricato di trovarla...
...Rebecca cadde a terra svenuta...
Quando rinvenne Rebecca si trovò sdraiata su un comodo divano con Lorenzo chino su di lei, il viso a pochi centimetri dal suo...
"Come stai?" chiese lui preoccupato "mi hai spaventato!"
Rebecca, ancora stordita dalle notizie che aveva appreso, disse con voce roca: "mia nonna mi ha lasciata 6 mesi fa' e ho affidato a terzi tutte le pratiche inerenti alla casa ...........non ho più voluto entrare li', troppi ricordi...
Lorenzo spiegò che suo nonno era rimasto vedovo qualche anno prima, e nel testamento lui risultava l'unico erede. Ma una clausola stabiliva che per entrare in possesso della casa e del terreno avrebbe dovuto trovare quella donna, e consegnargli una lettera. Nel caso non fosse stata più in vita, la lettera doveva essere distrutta.
Lui era andato a cercarla, si era informato, ma aveva scoperto che era morta, solo che prima di distruggere la lettera, l'aveva letta, e deciso di conservarla. Aveva scoperto che Rebecca era la nipote, perciò l'aveva pedinata, e alla fine trovata. Con il solo scopo di farle leggere quella lettera. E farle vedere quel luogo...
Lorenzo prese la giacca appoggiata su una sedia e frugò nella tasca destra,poi sempre più freneticamente in quella sinistra,alla fine pallido e tirato imprecò" Accidenti ,non c'è più, eppure quando siamo arrivati sono sicuro che era al suo posto" .
Un tuono rombò nelle vicinanze, la gatta miagolando disperatamente si nascose sotto il divano.
Lorenzo! esclamò lei....
"mi stai seguendo da quanto tempo? " ...."oddio, ma chi sei...e perchè sono qui con te...." parli di una lettera che ora non c'è più, ....."
ma almeno dimmi che c'era scritto..
"Questo non lo saprai mai" rispose deciso.
"Ma come brutto mascalzone, mi segui , mi porti in questa casa piena di misteri , perdi la lettera e adesso non mi vuoi dire niente.! Io ti ti ..."
Lorenzo sapeva di dover dare delle spiegazioni, ma di fronte al viso bellissimo di Rebecca era assalito da un'insieme di pensieri che già gli facevano pensare
ad una svolta nella sua vita.... "corro fuori a vedere se la lettera è rimasta in macchina...." disse lui
... dopo qualche minuto Lorenzo rientrò, era completamente fradicio, e non aveva trovato la lettera.
"Forse ti è uscita dalla giacca quando sei andato a dormire...
E quando abbiamo dormito? E' tutto il giorno che non ci riposiamo,e poi sono sparite anche le fotografie che avevo lasciato in macchina..
Lorenzo rovistò ovunque, ma della lettera nessuna traccia. Sembrò molto deluso, e tra le gocce di pioggia che scendevano dal suo viso, a Rebecca sembrò di vedere anche qualche lacrima. Improvvisamente calò il silenzio tra loro. Nessuno sembrava voler parlare, malgrado le domande che assalivano entrambi. C'era come un legame invisibile che si andava sempre più intensificando. Senza dire una parola si baciarono, e fu come se si conoscessero da sempre. Tutto fu rapido e senza freni. Il letto era lì, i lampi fuori dalla finestra illuminavano la stanza, e i due respiri divennero uno solo, in un crescendo di sensazioni e una fusione dei sensi.
Tutte le preoccupazioni della giornata erano sparite,esistevano solo loro e quel sentimento appena scoperto .La gatta ,finalmente tranquilla ,era uscita dal suo nascondiglio e si era accoccolata tra loro due ronfando delicatamente.
Dormirono saporitamente per alcune ore,mentre fuori continuava ad infuriare la tempesta.All'improvviso la gatta ebbe un fremito e miagolando disperatamente corse verso la porta. UN tramestio di passi seguito da un tonfo li svegliò bruscamente...
Lorenzo si levò dal letto in tutta fretta, era nudo, afferrò al volo il lenzuolo, e appoggiandolo sulle spalle si diresse nell'altra stanza, dove ebbe il tempo si scorgere...
... una figura umana, che correva giù per le scale. Quando Lorenzo accese la luce, aveva già raggiuto la porta di ingresso, e cominciava ad allontanarsi dalla casa senza che lui potesse vederla bene...
....ma il buio della notte, era squarciato dai lampi che imperversavano senza sosta da ore,una luce violenta proiettata sulla sagoma in fuga rivelò... un essere dai lunghi capelli grigi e dall'andatura contorta coperto da pochi stracci svolazzanti che non riuscivano a celare un corpo muscoloso coperto di peli anch'essi grigi e irsuti simili a quelli di un cinghiale. La strana creatura ..... scomparve in prossimità del pozzo ricoperto di rose che si trovava davanti alla villetta, ad una quindicina di metri dall'ingresso. I brevi bagliori di luce, provocati dai fulmini, non consentivano di vedere meglio la direzione che la strana creatura aveva preso. Pareva quasi che fosse scomparsa nel nulla o si fosse calata nel pozzo....
continua ...
 
Ultima modifica di un moderatore:
S

SecoB

Guest
segue ...

IV capitolo:
Nel frattempo Rebecca aveva raggiunto sulla soglia Lorenzo, aveva un'aria strana niente affatto spaventata, piuttosto...
...sembrava divertita! Lorenzo la guardò meglio e all'improvviso ebbe un sussulto: che cosa era quella strana peluria che stava crescendo sul viso della ragazza? E quegli occhi spiritati e iniettati di sangue? Lorenzo cominciò a tremare e a malapena riuscì a dire:" Rebecca, ma tu...ma noi...
Non ebbe risposta. La trasformazione lenta e inesorabile procedeva man mano che il temporale si allontanava e il chiarore della luna piena faceva capolino tra le nubi.
Lo scintillio di denti bianchissimi che simulavano un sorriso ma che in realtà erano un ghigno gli fece cadere il lenzuolo che ancora lo avvolgeva e che scoprì un tatuaggio sul ventre che solo la lUna mostrò in tutta la sua complessità: Rebecca urlò,, ma la voce che la sua gola produsse non era quella di una donna. La creatura in cui s'era tramutata non aveva voce umana, solo il medaglione che le pendeva dal collo ricordava a Lorenzo quello che avevano fatto insieme e che adesso lo faceva rabbrividire: doveva decidere cosa fare, e doveva deciderlo subito...
Se l'avesse uccisa l'eredità gli sarebbe sfuggita dalle mani, se si fosse lasciato uccidere non avrebbe mai svelato il mistero che per anni gli aveva tolto il sonno, svegliandolo con un grido soffocato: quella creatura che aveva di fronte e l'altra che si era nascosta poco prima, cosa avevano a che fare con quell'episodio di tanti anni fa?
IL medaglione emanava una vivida luce pulsante che sembrava ipnotizzarlo mentre il mostro si avvicinava a lui con le braccia tese....
Doveva pensare in fretta e non farsi prendere dal panico: arrampicarsi da qualche parte? Non sapeva se quell'essere potesse raggiungerlo. Nascondersi nella stalla? L'avrebbe sicuramente seguito e a giudicare dalla velocità dell'altra creatura scomparsa forse non sarebbe mai riuscito ad arrivarci. Fece l'unica coso possibile, quando la Cosa le si fece incontro, lui si scostò appena perché l'assalto cadesse nel vuoto e con uno scarto rapidissimo, sfiorandole il fianco, si infilò dentro casa e richiuse con impeto la porta!
Un rumore alle sue spalle lo raggelò....
Urlò nel sentirsi sfiorare! Quando si accorse ch'era il solito gatto, era tardi: ormai la porta era spalancata.
Stava per chiudere gli occhi e lasciarsi prendere quando si rese conto che lì fuori non c'era proprio nessuno.
Ricordò una frase nella lettera del nonno: "...quella notte capii, quella notte finalmente conobbi la vera natura della donna che amavo più della mia stessa vita".
Urlò, qualcuno lo stava scuotendo con forza: aprì gli occhi e vide Rebecca che lo guardava angosciata e gli parlava con tono ansioso...
"Noooo..." urlò con quanto fiato aveva in gola "questo è un incubo, e dei peggiori..." Dai muri,dai mobili, dal soffitto,da ogni parte si materializzarono strane e orribili creature, con i vestiti laceri, le carni a brandelli, le mani protese per afferrarlo. Si muovevano lentamente ma inesorabilmente verso Lorenzo, mugulando e ansimando, con suoni terribili che però significavano:"vogliamo te, non puoi sfuggirci!" Il ragazzo era impietrito dal terrore: cosa avrebbe potuto salvarlo?
Ad un certo punto... L'odore forte di caffè che Rebecca gli porgeva lo fece tornare in sè. "Ho trovato la scatola in cucina, non so com'è ma ti farà bene, non ho trovato lo zucchero" Lo fissava con una certa preoccupazione: "Lorenzo cosa ti è successo? Ad un certo punto hai cominciato a fissare con insistenza il mio medaglione e poi hai perso i sensi: mi hai spaventata....forse sarebbe meglio che mi raccontassi della lettera"....
Lui era silenzioso, prese la tazza dalle mani di lei e l'accostò alle labbra: "Da dove vuoi che incominci?"...........
Dall'inizio,ma prima calmati e bevi il caffè, ti fara' bene,non immagini la paura che mi hai fatto prendere quando ti ho sentito gemere nel sonno e poi urlare quando hai aperto gli occhi! Mi guardavi come se fossi stata un mostro !
poi sei svenuto..
"Già, dall'inizio. Prima però vorrei confidarti una cosa: prima, quando sono sceso per andare a cercare la candela e ti ho lasciato nel corridoio, sono passato dalla cucina. Avevo fame, sete. Sulla tavola ho visto una bottiglia e un bicchiere ed una scatola socchiusa: sembravano lasciati lì da poco ma non mi sono fatto troppe domande. Ho guardato e dentro c'erano delle cartine di cioccolatini e qualche cioccolatino ancora chiuso: ne ho preso uno e l'ho mangiato e poi un altro e un altro.
Piano piano ho sentito salire un calore dallo stomaco e ho avuto sete: così ho anche bevuto, ma c'era qualcosa di strano nel gusto di quei dolci, nella sensazione di sabbia che lasciavano sotto il palato mentre si scioglievano. Mano mano che il tempo passava e mentre mi raggiungevi ho sentito un'eccitazione, un'ebbrezza, sempre più potenti e incontrollabili e così, è successo tutto quello che hai visto..."
"Pensi che ci fosse qualcosa in quei cioccolatini, o nella bevanda?" Disse Rebecca sospettosa...
" Ma chi potrebbe averli lasciati lì? Chi altri ha le chiavi di questa casa, Lorenzo? Mi stai nascondendo qualcosa?" Rebecca adesso era leggermente alterata, un po' d'ira per la sua irresponsabilità, un po' di paura per quella sensazione sempre latente di non essere soli....
"Anni fa in questa casa si rifugiarono dei nazisti in fuga, Rebecca: uno di loro era un pittore. Uno di loro era mio nonno!" Abbassò il capo e si riavviò i capelli sulla fronte, come per ritrovare lucidità e ricordare.....
La tua nonna li accolse anche se erano nemici ,li sfamò e li nascose nella cantina....
Per alcuni giorni vissero chiusi in questa casa. Erano come dei carcerati, ma al sicuro, protetti da alcuni collaborazionisti del paese, che portavano loro da mangiare.
Una ragazza, che diventerà poi tua nonna, era una di quelle che veniva a portare quello di cui avevano bisogno. In poco tempo mio nonno si innamorò di lei, e lei di lui. Poi l'esercito alleato cominciò ad arrivare, quel luogo non era più sicuro e i fuggiaschi proseguirono verso nord. Ma finita la guerra lui tornò in quel paese, non aveva più nulla da temere, perchè non era accusato di nessun crimine, ma soltanto un soldato come tanti, solo che le cose erano cambiate, la gente l'avrebbe sempre guardato con sospetto, perciò aveva cambiato identità, e tramite i suoi vecchi contatti era riuscito a comprare quella casa. Lei lo andava a trovare, questa volta non di nascosto, e la loro storia d'amore proseguì per alcuni mesi, finchè...
" Già , la casa non era della mia nonna, probabilmente le era stato dato l'incarico di sorvegliarla e di tenerla in ordine dai proprietari che si erano trasferiti in Svizzera per qualche tempo: Ricordo che una volta la nonna me ne parlò ma senza scendere in troppi particolari" esclamò Rebecca.
Lorenzo proseguì: "io ti sto raccontando quello che c'era scritto sulla lettera, molte cose di mio nonno non le sapevo prima di leggerla...
Comunque, a un certo punto pare che di punto in bianco la storia sia finita, che lei se ne sia andata all'improvviso. E non so il motivo, l'unica cosa scritta al riguardo è questa frase: "...quella notte capii, quella notte finalmente conobbi la vera natura della donna che amavo più della mia stessa vita".
Ma più ci penso e più non capisco il senso di quelle parole... beh, a parte il sogno di stanotte, ma mi sembra sia più il frutto di un'indigestione".
Lorenzo le raccontò l'incubo in cui aveva visto lei trasformarsi. Lei scoppiò a ridere divertita, e gli diede un bacio, ma lui sembrava ancora un po' turbato.
Rebecca per confortarlo alloro cominciò..." guarda, una delle poche cose che sò di mia nonna, è che si innamorò da giovane di un uomo , ma al contempo le fù diagnosticata una terribile malattia e lei non ebbe mai il coraggio di confessarla a nessuno, e decise....
di partìre per Roma ,dove esisteva un ospedale specializzato nella cura di tale malattia. Vi rimase a lungo e guarì, ma ormai tuo nonno si era sposato e lei preferì non fargli sapere la verità.Si trasferì nel paese di... ,lì incontrò mio nonno e si sposarono. Ha sempre tenuto al collo questo medaglione, ma non mi ha mai spiegato perchè gli fosse così caro.
Suppongo che le cose siano andate così"
Lorenzo annuì: "si, può darsi, sembra verosimile, magari lei non voleva addossargli le sue sofferenze, o magari temeva che un giorno gli sarebbe stata di peso, perciò se n'è andata senza dirgli nulla... eppure dalle parole di quella lettera, la sua non sembrava una malattia... si parla di vera natura, ed è questo che mi fa sorgere un sacco di dubbi.... ..."questo medaglione me lo lasciò la nonna in punto di morte, raccomandandosi di tenerlo sempre al collo e di tramandarlo all'unica figlia che disse avrei avuto nella mia vita...." il racconto di Rebecca venne interrotto da Lorenzo..."ascolta...qualcuno bussa alla porta...
Quando Lorenzo aprì vide una signora di mezza età, era alquanto sorpresa di vederlo, ma subito cominciò a parlare:
"Buongiorno, lei dev'essere il nipote del cavaliere, mi aspettavo che prima o poi sarebbe arrivato, sa, qui in paese le voci corrono....
Io sono Anna, la domestica. Vengo tutti giorni per occuparmi della casa e di Rebecca da quando il signore non c'è più.
Lorenzo la guardò allibito. Anche Rebecca incuriosita era corsa alla porta.
La gatta corse a strusciarsi tra le gambe della signora. "Rebecca! Vieni, hai fame? Ti hanno dato da mangiare?"
i due rimasero allibiti e quando Lorenzo quasi trovava le parole per salutare tutti e tre si voltarono al rumore di un grosso trattore che ormai era a venti metri dalla casa....
"buongiorno" esclamo l'uomo ..."sono Gigino, il giardiniere di Villa Rebecca...
Aveva una faccia gioviale, allegra..da buontempone...con uno spiccato accento siciliano...
continua ...
 
Ultima modifica di un moderatore:
S

SecoB

Guest
segue ...

V capitolo:
Lorenzo li fece entrare per conoscerli. Sembrava gente molto alla buona, e continuavano a svolgere i loro compiti malgrado il loro padrone fosse morto.
"E' un vero peccato che una casa così ben tenuta vada all'abbandono" disse Anna, "Spero proprio che adesso che è diventata sua la mantenga in buono stato".
"Già", asclamò Gigino, "Poi questo parco è bellissimo, sono 20 anni che ci sto dietro..."
Lorenzo e Rebecca si guardavano. Ancora non li conosceva nessuno, ma già sembrava che i due domestici avessero pianificato tutta la loro vita futura...
Lorenzo prese per mano Rebecca e con entusiasmo salirono sul trattore dove Gigino con un balzo si era già messo alla guida....la signora Anna li salutò sorridendo ed entro in casa con la voglia di preparare una bella colazione a quei due giovanotti che già vedeva con simpatia e ammirazione....
i due si tenevano stretti pervasi da un entusiasmo che li faceva sognare ad occhi aperti verso quelle colline che nascondevano .....
qualcuno che dopo aver esaminato attentamente delle foto non sue stava leggendo una lettera rosa.
... In cima ad una collinetta, dalla quale poteva scorgere con dovizia di particolari la storia d'amore che stava sbocciando tra i due ragazzi.
La figura inquietante indossava un mantello con cappuccio che le copriva quasi completamente il volto, alle sue spalle una catapecchia in rovina dominava la valle, da li era possibile oservare in tutta la sua estensione la villa e il parco che la circondava...
Gigino sempre allegro e burlone stava facendo ammirare le"sue" creature: i rosai in piena fioritura, le gardenie e le innumerevoli piante delle aiole.
Giunsero infine ad un boschetto di betulle, che sussurravano al vento.Decisero di scendere dal veicolo per godere della frescura del luogo quando Gigino esclamò : "che bel medaglione,manda riflessi straordinari"...
Il giardiniere aveva una luce strana negli, occhi, non di cupidigia, ma quasi di adorazione, e, anche se a Rebecca parve assurdo, avvertì un sentimento di sottomissione nei suoi confronti.
Istintivamente rebecca strinse il medaglione e lo coprì con la mano. Ora, dopo il passato che stava riemergendo lentamente, quel medaglione sembrava aumentare di peso a poco a poco. Quando lo rimise sotto la camicetta, l'espressione di Gigino sembrò quella di sempre.
Lorenzo intanto non aveva detto una parola da quando erano usciti in giardino. A differenza di Rebecca, tutta quella vita vegetale che li circondava, sembrava opprimerlo.
...ma Rebecca non fece cazo a quell'apprezzamento, continuava incantata ad ammirare una lunga fila di oleandri maestosi immaginandoli già fioriti.... provava una sensazione strana ma piaevole...sentiva in qualche modo di appartenere a quel posto..come se lo riconoscesse a poco a poco dopo un lungo periodo di assenza
La casa in cima alla collina, aveva il tetto semicrollato e i muri esterni erano coperti per metà da rampicanti. Questo la mimetizzava quasi completamente, ma non sfuggì allo sguardo di Rebecca, che disse:
"Quella casa laggiù, è un vero peccato che sia abbandonata. Chissà che panorama..."
improvvisamente, guardandola meglio le sembrò familiare, come se l'avesse già vista... eppure non era mai stata lì in vita sua...
"Or mi sovvien-riprese improvvisamente Gigino, che leggeva i classici e si divertiva a stupire la gente col suo linguaggio fiorito, che la mia ava mi raccontava una leggenda strana sul medaglione della bella signora raffigurata nel quadro di lor signori..
...Quella bella signora, abitava proprio nella casetta lassù...
ogni tanto nel cercare di parlar fiorito si ispirava a Catarella, suo illustre conterraneo...
Dopo un paio d'ore di "esplorazione del giardino" Anna li raggiunse dicendo che stava preparando il pranzo per tutti. Gigino tornò al lavoro e i due rimasero soli.
Rebecca prese Lorenzo per mano: "E' bellissimo! Dai, andiamo a vedere quella casa!"
Lorenzo era esitante "ma è lontana...."
"Ma no, dai, in un quarto d'ora arriviamo. E poi hai sentito Gigino? Ha detto che quella era la casa di mia nonna! Forse potremmo scoprire qualcosa..."
"Va beh, OK, anche se quello non mi sembra molto a piombo...
Intanto il giardiniere stava osservando il fiore di una magnolia, sembrava quasi che ci stesse parlando dentro...
Mentre camminavano, Lorenzo si voltò verso Rebecca: sembrava piuttosto agitato.
"Rebecca...."si fermò e le prese la mano "non ti ho detto tutto. Mio nonno parlava anche di...un tesoro...forse è pericoloso fidarsi di questa gente!"
Rebecca trasalì: " Un tesoro?"
"Sì. Pare che i nazisti avessero trafugato oro e gioielli e oggetti preziosi ma che nella ritirata non potessero portarli con loro e così li nascosero......
Mio nonno raccontava di una mappa, scritta di suo pugno e.......affidata alla persona più sicura e affidabile che conoscesse: tua nonna, Rebecca! Proprio tua nonna. Quando scomparve il nonno parve impazzire, credette che l'avesse tradito, che fosse fuggita col malloppo!"
"Sei pazzo! Sei totalmente pazzo!" Urlò Rebecca divincolandosi dalla sua presa e scappando via....
Qualcuno,nascosto dietro il cespuglio vicino ,aveva seguito la scena con vivo interesse e aveva sogghignato soddisfatto alle ultime parole di Lorenzo.
Furtivamente inseguì Rebecca in fuga.
continua ...
 
Ultima modifica di un moderatore:
S

SecoB

Guest
segue ...

VI capitolo:
Lorenzo, intanto, stupito dalla reazione della ragazza era in procinto di correrle dietro, quando all'improvviso sentì abbattersi sulla sua testa un colpo terribile che lo tramortì facendolo cadere. Stava per voltare il capo quando un secondo colpo, ancora più deciso, gli fece perdere i sensi.....
Rebecca accecata dalle lacrime correva a perdifiato, ignara dell'inseguitore che a fatica la tallonava.Stava quasi per raggiungerla quando apparve il giardiniere che stava tornando a casa già pregustando la cena.
Praticamente si scontrarono e nell'impatto Rebecca si accorse che il medaglione aveva fatto un "clic"....
Gigino ,nonostante l'impatto, colse al volo la situazione:
appena lo aveva visto l'inseguitore si era nascosto dietro un grande gelso, ma non così in fretta da non essere notato da lui. Decise di aiutarla e fingendo di non vedere le sue lacrime e il visetto stravolto le sorrise e la guidò verso la macchina di servizio posteggiata lì vicino.
All'uomo nascosto non restò che guardarli mentre si allontanavano.
Ad un certo punto Rebecca, quasi sollecitata da un presentimento, si fermò e disse a Gigino:" arrivo più tardi, vada avanti..."
Si fermò, in attesa. Appena Gigino scomparve, Rebecca si guardò intorno; era sicura di essere osservata e aspettava...Dopo pochi momenti comparve un uomo: era sui 40 anni, con un viso segnato da molte avventure,ma struggentemente bello. Le si rivolse con tenerezza e ardore: "Rebecca, da quanto ti aspettavo!" Lei era come ipnotizzata, si avvicinò lentamente e si rifugiò con passione tra le sue braccia. Era una situazione assurda: non conosceva nulla di quell'uomo, eppure era attratta da lui come non era stata mai da nessuno...Le loro labbra si incontrarono...Fu un bacio lunghissimo, struggente e meraviglioso. Ad un certo punto lo sconosciuto disse:
Non avresti un migliaio di euro da prestarmi?
e subito dopo, cogliendo lo stupore nello sguardo di Rebecca, ridendo disse: "Ma stavo scherzando... non mi avrai mica preso sul serio? Volevo solo sdrammatizzare.... Mi hai colto di sorpresa con quel bacio così inaspettato. Non che mi sia dispiaciuto..anzi... ma mi hai lasciato senza parole. Come ho detto prima era tanto che ti aspettavo... e trovarti già qui è stata una meravigliosa sorpresa...."
Rebecca sempre più stupita è un pò imbarazzata rispose: "Ma tu mi conosci? Mi stavi aspettando? Ma chi sei? E perchè mi aspettavi? La situazione diventa sempre più assurda ed io incomincio a non capire più nulla... Ho bisogno che qualcuno mi spieghi cosa stà succedendo...perchè tutto questo interesse nei miei confronti che fino a qualche giorno fà ero una semplice sconosciuta ventenne che "scappava di casa" alla ricerca di un suo vecchio amico? Come ho fatto a finire qua? e com'è che semba che tutti conoscano la mia vita e il mio passato meglio di quanto lo conosca io?"
... E' tutto così assurdo inspiegabile intricato, che ho quasi la sensazione che tutto questo in realtà non sia che un sogno...
Proprio in quel momento sopraggiunse Gigino,che, dopo aver soccorso Lorenzo svenuto in mezzo alla strada era ritornato velocemente sui suoi passi in preda ad uno strano presentimento.
Tenendo in mano una ramazza incominciò ad inveire contro il ragazzo:disgraziato, mascalzone cosa ci fai qui? Tornatene da dove sei venuto, se ti fai vedere un'altra volta nella proprietà ti ammazzo a bastonate..e intanto muoveva minacciosamente la scopa. Quello non se lo fece ripetere e fuggì come una lepre inseguita dai cani.
Rebecca li raggiunse e visibilmente sconvolta si rivolse a Lorenzo "Come stai? Forse è il caso di andare in ospedale". Lui la guardò ancora intontito dalla botta e si chiese chi fosse questa ragazza. Poi guardò Gigino e si domandò la stessa cosa. Con lo sguardo stralunato domandò: " Chi siete?"



CONTINUA ………………….
:love_4: :Saluto:
 
Ultima modifica di un moderatore:

daria

Master Florello
Incredibile Seco!!! Come prima cosa voglio dirti che sei un vero portento... ma dove la peschi tutta questa energia, dimmi, dimmi.:eek:k07: :eek:k07:
Eadesso con tutta calma inforco gli occhiali e comincio la lettura.
Da parte mia, grazie, confesso che avevo perso il filo già da un pò :confuso: :love_4:
 
A

ambapa

Guest
Brava secondina, grazie :love_4:! Adesso "sembra" quasi leggibile...bè forse leggibile è parola grossa...:D
 

crica

Giardinauta Senior
Brava SECO!!! :love_4:
Sono mancata dal forum per qualche giorno e il riassunto delle puntate mi fa proprio comodo!!
ciaociao
cri
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Beh, più che il riassunto... è il racconto completo, unendo tutti gli interventi ed eliminando i commenti.
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Direi che ormai ci siamo quasi....
Comunque non è un polpettone. Smussando un po' l'effetto "collage", potrebbe venire una storia scorrevole e interessante.
 
S

SecoB

Guest
...

boba74 ha scritto:
Beh, più che il riassunto... è il racconto completo, unendo tutti gli interventi ed eliminando i commenti.

siccome, alla mia età, la demenza senile ... avanza velocemente :lol: , non capisco il tuo intervento ... è una cosa positiva o è una critica per me ? io pensavo di fare una cosa buona ! :love_4: :Saluto:
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Molto positiva! Anzi, ho proprio pensato: pensa che bello se qualcuno prendesse tutti gli interventi e ne facesse un racconto filato.
Continua così.
Speramo che il finale sia all'altezza...
 
S

SecoB

Guest
grazie !!!!!!!!!!!!

boba74 ha scritto:
Molto positiva! Anzi, ho proprio pensato: pensa che bello se qualcuno prendesse tutti gli interventi e ne facesse un racconto filato.
Continua così.
Speramo che il finale sia all'altezza...

il finale sarà senz'altro all'altezza !!! :love_4: :love_4: :love_4: :hands13: :Saluto:
 
S

SecoB

Guest
segue ...

VII capitolo:
Rebecca si sentì gelare..." Cosa ti è successo, Lorenzo, rispondimi, ti prego!" Ma Lorenzo aveva la stessa aria assente..."Chi siete?-ripetè- dove mi trovo? Chi sono?"
Rebecca e Gigino si guardarono sgomenti. Non era possibile che questo stesse succedendo proprio a loro, adesso che cominciava a chiarirsi l'intricata vicenda che la vedeva protagonista suo malgrado.
Si rivolse spaventata a Gigino: "Cosa possiamo fare-disse- come possiamo aiutarlo?"
Gigino la rassicurò: "Sarà sicuramente un fatto passeggero, appena tornerà a casa ritornerà in sè " Ma dal tono di voce, Rebecca capì che non ne era del tutto convinto nemmeno lui...
Sostenendolo tornarono verso casa. In cucina Assunta [si chiamava così vero?] stava preparando il pranzo. Le raccontarono brevemente cos'era successo e lei prese mise del ghiaccio in uno strofinaccio e lo appoggiò sulla nuca di Lorenzo chiedendo a rebecca di tenerlo. Poi prese i bicchierini e li riempì con del vin santo e disse: "abbiamo tutti bisogno di un goccetto, questo fa resuscitare anche i morti".
" Cerchiamo anche di mangiare un boccone, altrimenti tutto quello che ho preparato si dovrà buttare- continuò Annaassunta ,più brevemente Anna,- ho già chiamato il dottore che dovrebbe arrivare fra poco."
Tutti, meno Lorenzo , si sedettero a tavola,ma non riuscirono a gustare le buone pietanze,ognuno anche se per motivi diversi era preoccupato.
Finalmente arrivò il medico ,che dopo aver visitato il ragazzo in preda alla confusione e a un fortissimo mal di testa, decretò che secondo lui non c'era niente di irreparabile,ordinò di somministragli un forte analgesico che aveva portato con sè e se ne andò con il sacchettino di biscotti che Anna gli aveva preparato per i suoi figlioletti.
"Signurì, vui siete giovane -incominciò a dire Gigì quando vide che Lorenzo si era assopito sul divano- non conoscete il mondo. Quel bel giovane ,ch'era con vui,.è un dongiovanni, sempre alla ricerca di qualche fimmina da fare innamurà per farsi poi pagare i debiti da gioco,nun fa per vui.
E quel medaglione tenetelo caro caro,è molto prezioso e nasconde un segreto: fu cesellato da un famoso orafo indiano che conosceva le arti magiche e che lo regalò al nonno di Lorenzo in cambio di un grosso favore.
Preziuso è, non ve ne dimenticate."
Rebecca era troppo stanca per parlare e chiedere altre delucidazioni, chiuse gli occhi e s'addormentò accocolata sulla poltrona .
Silenziosamente Anna e Gigì uscirono per ritornare alle loro case, si sarebbero fatti vivi più tardi.
Il sonno di Rebecca era agitato, la ragazza continuava a rivedere nel sonno gli avvenimenti della giornata...
Ad un certo punto sentì un lamento, debole, ma tale da svegliarla del tutto: era Lorenzo, che si stava riprendendo. La ragazza aveva il cuore in tumulto nell'ansia di sentire le prime parole del giovane, terrorizzata all'idea che lui fosse ancora privo di memoria.
Il ragazzo disse:
"La casa........ il tesoro....... la lettera......"
Poi di colpo si riaddormentò.
Rebecca passò la notte senza riuscire a prendere sonno. I suoi pensieri andarono continuamente a tutti gli eventi della giornata, e a quella casa, che ancora non era riuscita a visitare.
Appena cominciò ad albeggiare, si alzo e si vestì in fretta. Mentre ancora tutti dormivano uscì di casa e si inoltrò nel giardino, diretta alla casa.
Dopo mezz'ora il sole era appena spuntato e quella casa in mezzo alla radura aveva un che di magico. Pur essendo semicrollata, sembrava quasi che ci abitasse qualcuno. Gli arbusti che crescevano intorno avevano un aspetto selvatico, ma non trasandato. La porta era socchiusa, la spinse con la mano. In mezzo alla stanza c'era un tavolo. Sul tavolo la lettera aperta. Una voce di donna cominciò a parlare, ma stranamente lei non si spaventò:
"Rebecca, finalmente.... sapevo che prima o poi saresti arrivata....
Il tono della voce era dolce e sommesso, come la figura che si trovò davanti. Un'anziana donna, gracile e dal viso molto bello. Le ricordava qualcuno, ma al momento non riuscì a concentrarsi su quella sensazione. Si guardò intorno: l'interno della casa era ordinatissimo e pulito, sapeva di lavanda. Vecchi mobili robusti emanavano un gradevole odore di cera...
il pavimento di legno ... vicino al caminetto un salotto a fiori e su di unvecchio pianoforte una foto.....
"Chi sei?". Chiese Rebecca.
La donna la fece accomodare e le offrì una tisana.
"Questa era la casa di tua nonna. Io l'ho sempre tenuta in ordine, anche se non ci vivo.
La gente ci chiama in vari modi, Spiriti dei boschi, Elfi silvani, Folletti. Ogni paese ha una sua leggenda. In realtà siamo solo persone come voi.
Agli albori dell'umanità tutti gli uomini erano come noi, la natura offriva tutto ciò di cui la nostra gente aveva bisogno. Ma alcuni uomini decisero che era giunto il momento di chiedere di più, piegando la natura a proprio vantaggio. Hanno creato le tribù, si sono moltiplicati a dismisura, viaggiando senza sosta da un capo all'altro del mondo, o fermandosi e costruendo città e imperi. Noi siamo sempre stati qui, in disparte, incuranti di ciò che succedeva agli uomini, alle loro guerre, ai loro problemi.
Ora siamo rimasti in pochi. Il nostro numero è diminuito assieme alle foreste e ai boschi, oppure alcuni di noi hanno preferito unirsi agli uomini ed entrare nel loro mondo.
In Italia siamo poche centinaia, la maggior parte del nostro popolo vive nelle foreste della Svezia e della Finlandia, dove gli uomini sembrano più vicini al nostro modo di pensare.
Tua nonna era mia sorella, una di noi. Ma la guerra degli uomini non l'ha lasciata indifferente, e ha deciso di unirsi a loro, colpita da quel gruppo di disperati in fuga.
continua ...
 
S

SecoB

Guest
segue .....

VIII capitolo:
Sono stata la prima ad accorgermi della sua morte, qualche mese fa, l'ho sentita, come una parte di me che all'improvviso non c'era più. Me ne sono dispiaciuta: anche se non l'avevo più vista, siamo sempre rimaste legate. Noi sentiamo, noi vediamo, attraverso il vento che muove le foglie degli alberi, il cinguettio degli uccelli, il tremito della terra. Siamo un tutt'uno con la terra.
Gigino è uno di noi. Anche tu sei una di noi, ma forse l'avevi già capito da tempo...
Sì forse l'aveva capito, pensò Rebecca, anche se aveva paura di dare spazio a quel senso di estraneità che spesso l'assaliva. Quell'estraneità che si trasmutava invece in un forte senso di appartenenza e appagamento dell'anima quando si trovava in mezzo alla natura...
Ora capiva anche l'impulso che l'aveva spinta tra le braccia di quel dongiovanni incontrato nel bosco.
Rebecca lesse la lettera, la quale non diceva nulla di interessante in più di ciò che già aveva scoperto, a parte lo smisurato amore del nonno di Lorenzo.
La donna disse che la lettera l'aveva trovata lei, ma era stato l'uomo che aveva aggredito Lorenzo a rubarla la notte precedente, penetrando in casa di nascosto.
"Chi è quell'uomo?" chiese Rebecca.
"Lui è molto pericoloso... sa i nostri segreti. Forse era uno di noi, o semplicemente uno che ci conosce molto bene. Cerca qualcosa che non può trovare: Il tesoro. Solo tua nonna sapeva dove si nascondeva, quindi ora il segreto è andato perduto. Anche se lui non si da per vinto, pensava che ci fosse scritto tutto in quella lettera, ma una volta letta l'ha gettata via, e ha deciso di cercare te, ultimo legame vivo rimasto con tua nonna...
All'improvviso un rumore di passi veniva da fuori, prima che Rebecca potesse capire cos'era la donna disse: "E' lui, si è nascosto molto bene, e non sono riuscita a sentirlo in tempo... devi scappare! Dal retro!"
Rebecca non se lo fece ripetere e come spinta da una forza misteriosa uscì all'aperto e si nascose nel fienile adiacente alla casa; da lì avrebbe potuto spiare le eventuali mosse dello sconosciuto .
Istintivamente sfiorò il medaglione che emanava un leggero calore e si accorse che era leggermente aperto:si ricordò del clic che aveva sentito ,senza però badarci, quando si era scontrata con Gigi.
Mentre osservava il medaglione sentì uno sparo provenire da dentro la casa. E improvvisamente avvertì la certezza che la donna doveva essere morta. L'aveva come percepito un secondo dopo lo sparo. In preda al terrore le sue gambe cominciarono a correre contro la sua volontà, lontano da quel luogo di morte. E mentre correva sentiva quasi i pensieri del bosco, ogni albero o animale faceva trasparire quasi un senso di indignazione e di odio, ma anche un senso di conforto verso di lei. Correva più veloce di quanto avesse mai fatto in vita sua, e sembrava quasi che i tronchi degli alberi si aprissero per farla passare. Un'energia estranea la stava invadendo, portandola a compiere cambi di direzione improvvisi, salti lunghissimi, capriole tra i rami, quasi senza alcuna fatica. In meno di cinque minuti era già in vista della casa di Lorenzo.
Le apparve come un sogno, un rifugio sicuro e con le ultime forze rimaste spalancò la porta: Gigì , Anna e Lorenzo la guardarono ansiosi e preoccupati.
"Siamo in pericolo!", gridò, mentre tutta la guardarono con aria incredula.
Fissò Lorenzo: "L'uomo che ti ha aggredito ieri! Ha una pistola, e sta venendo qui!"
Anna si portò le mani alla bocca, Lorenzo continuava a guardarla senza capire, Gigino sembrava l'unico a riprendersi: "Bisogna chiamare la polizia!".
"Non c'è tempo!" Gridò Rebecca. Cominciò a chiudere la porta con il catenaccio, e iniziò a chiudere gli scuri di tutte le finestre.
"Hai ragione", disse Gigino, "Forza, aiutateci!". Il tono di autorità sembrò scuotere la domestica, che corse al piano di sopra per chiudere le finestre. Anche Lorenzo, pur senza capire, cominciò a chiudere le porte esterne.
Nel frattempo l'uomo nel bosco correva. Gli alberi sembravano chiudergli il passaggio, come se fossero piantati a casaccio senza lasciare un percorso rettilineo più lungo di un paio di metri. Le fronde dei rami gli sferzavano il viso, graffiandolo e facendolo brontolare. Ma alla fine riuscì a scorgere la casa.
Tutte le finestre e le porte erano state sbarrate. Ma sorrise dentro di sè: "il passaggio che dava sulla cantina, la via d'uscita scavata dai nazisti..."
Sperò che nessuno nella casa ne ricordasse l'esistenza.
La risata di quel lugubre personaggio risuonò, come un atavico bestiale urlo proveniente dall'eternità, facendo accapponare la pelle a coloro che erano nella casa: sembrava provenire dalle profondità della terra, proprio sotto i loro piedi.......
Rebecca guardò fuori, attraverso le fessure delle persiane sbarrate e vide che la Luna si stava sollevando ed ingrandendo dietro gli alberi. Era sera, finalmente. Un sorriso dal profondo salì sulle sue labbra: adesso sapeva chi era e ricordava a chi poter chiedere aiuto. Chiuse gli occhi....
e cominciò ad accarezzare dolcemente il medaglione, mormorando con voce cantilenante: Oh Riverviolet, Saggia vestale della dea luna,dammi la potenza del fuoco, la concretezza della terra, la mutevolezza dell'acqua, la vitalità dell'aria... Oh Riverviolet, bella sacerdotessa degli astri, mostrami il cammino verso la salvezza... A quella invocazione, sotto quelle carezze, il medaglione iniziò ad emanare un gradevole tepore ed una luce rosea pulsante mentre le pareti della stanza............
sembravano muoversi grazie ai giochi di luce e ombra in movimento.
Il passaggio che aveva usato la sera prima per entrare in casa sembrava ancora aperto. Con una spinta si ritrovò nella cantina. Cercò di non fare rumore e salì le scale due gradini alla volta, la pistola stretta bene in mano.
Con il massimo della discrezione arrivò in corridoio. La porta della sala era aperta e uno strano bagliore sembrava provenire dal suo interno...
continua ...
 
Alto