sarebbe più "trasparente" chiamare con il loro nome le "unioni civili" ossia -matrimonio- o -matrimonio civile-. Le parole dicono e nascondono. è dalle propaggini della parola -matrimonio- che nascono le polemiche, NON dal matrimonio in sè nè, tantomeno. dal riconoscimento giuridico di un legame che al giorno d'oggi non scandalizza più nessuno. Questo per chiarire che poi, ognuno la penserà di conseguenza.
il mondo cattolico...è talmente vasto che come tutti i mondi non è così facilmente "circoscrivibile", come dovrebbe essere se fosse possibile comprenderlo in un termine..detto questo, il fatto che le gerarchie ecclesiastiche si siano espresse diversamente, non significa che i cattolici in generale siano tutti contrari, ed è in questo senso che Mancuso, un teologo ortodosso, può esprimersi a favore: non fa valere le ragioni particolari del dogma religioso, ma fa valere comunque istanze cristiane, anzi, cristianissime: chi potrebbe al giorno d'oggi parlare di una finalità dell'universo, di amore integrale (?- come "diritto" poi-) di certo, non un ateo scientista. quindi: non allineato con le gerarchie, allineato con una filosofia vitalistica sempre di origine cristiana e che si incastra benissimo al nostro sistema economico.
Ma poi, oltre alle gerarchie ecclesiastiche, a parte i diritti civili (che potevano essere fatti passare in altri enne modi) pensi che tutti i cosiddetti -omo- siano d'accordo con il matrimonio? ne conosco diversi ai quali interessano i diritti ma che sono persino contrari.
Sento, leggo, vedo, zero interventi dei diretti interessati (tranne Vladimir Luxuria): eppure sono gli unici che avrebbero diritto di parola. Sarà sintomatico di qualcosa?