mi ci metto anch’io sessantenne
ho sentito da voi cose giuste e cose maschiliste.
Io ho vissuto il sessantotto e ho lottato per la parità, ma a modo mio. Non perché la donna fosse come l’uomo, ma, pur diversa, con pari dignità e opportunità.
Ho cresciuto i figli cercando di trattarli uguali, indipendentemente dal sesso, ma sono diversi per carattere e per abilità. C’è la femmina che ama cucinare e quella che ama viaggiare e non le importa cosa mangia. I maschi sono intraprendenti in cucina come nel faidate, secondo necessità ma non di più. Se è necessario fanno i casalinghi, quando la moglie fa i turni e allevano benissimo i bambini, ma assolutamente non da soli. Questo atteggiamento paritario con la moglie l’hanno imparato dal padre, che sa fare di tutto (ed è bravissimo in tutto) ma solo quando la moglie non può (e con turni, impegni extra ecc. capita abbastanza).
E il padre, ovvero mia marito l’ha imparato ri-educandosi, perché in casa sua madre faceva la schiavetta a 3 uomini. Si è reso disponibile a cambiare per amore mio. E’ stato attento alle nuove esigenze di lavoro, al nuovo che sorgeva nella società, all’educazione richiesta dai figli in crescita.
E a volte è stato necessario anche un bel po’ di sciopero da parte mia e qualche animata discussione, perché effettivamente, mentre sorge il nuovo, il vecchio è duro a morire, specialmente se è più comodo.
E quando capiva, imparava, si inorrgogliva di avere atteggiaamenti “diversi” da colleghi e parenti, bene: lo deridevano e prendevano in giro! Bel riasultato!
Ma intanto, piano, piano, le cose cambiano. Cambiano più in fretta se i singoli si inmpegnano a rpoprie spese e col proprio sforzo.
io quand’ero piccola sognavo di diventare principessa, con l’abito, lungo, largo, bellissimo e con un principe che si inchinasse. Ma le favole servono ad accompagnare la crescita, non ci si può e non ci si DEVE vivere dentro. Adesso uso volentieri i pantaloni, più comodi e li alterno alle gonne, quando è il caso. Ai pizzi preferisco roba lavabile in lavatrice e non tornerei ai tempi delle lavandaie. Anche perché allora non c’erano i lavandai maschi, credo, mentre ora la lavatrice non distingue il sesso di chi schiaccia il bottone.